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Autore: historygirl93    27/08/2011    5 recensioni
"C'era una volta" e "vissero per sempre felici e contenti" sono i pezzi classici di ogni favola che si rispetti. Ma se nel mezzo un'autrice pazza di Hetalia sfrutta le nostre povere Nazioni a impersonare personaggi a dir poco strampalati, beh ... le favole in questione diventano veramente hetare!
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui con il mio rifacimento della “Bella e la bestia”, una delle mie storie preferite. All'inizio pensavo di fare la versione Disney, ma a causa di continui ripensamenti ho riadattato la storia a modo mio.

Buona lettura.

 

La bella pescivendola e la pulcinella di mare

 

C'era una volta, in un villaggio della Finlandia svedese, una giovane ragazza che lavorava al mercato come pescivendola.

Questa giovane, Marine [Seychelles], aveva gli occhi nocciola e i capelli raccolti in due codini, ed era la ragazza più bella del villaggio, ma molti la consideravano strana a causa della sua passione per i pesci. Passava ore a leggere libri sui pesci, vedere documentari e i responsabili dell'acquario si erano arresi all'idea di vederla ogni giorno.

Viveva insieme al padre Antonio, di professione coltivatore di pomodori, che un giorno partì per il mercato cittadino a vendere il celebre piatto dell'involtino di tonno in salsa di pomodoro.

Prima di partire Antonio chiese alla figlia se volesse qualcosa dal mercato e lei disse che voleva uno stoccafisso impagliato.

Antonio: Uno stoccafisso? Non preferiresti un vestito, un libro, dei deliziosi churros?

Marine: No papà, voglio lo stoccafisso.

Antonio si arrese all'idea e si recò al mercato, dove riuscì a vendere gran parte degli involtini, ma non trovò lo stoccafisso.

Mentre tornava a casa e cercava di trovare una scusa per non deludere la figlia (l'intera cittadinanza in quarantena per uno strano morbo canadese o una moria di stoccafissi), quando venne sorpreso da una tempesta di pulcini volanti.

Passava in quel momento davanti ad un palazzo e riuscì ad entrarvi, trovando un pasto caldo già pronto in tavola (quanto di meglio l'uomo poteva sperare, ovvero pomodori) e un letto.

Il mattino seguente cercò il proprietario del maniero ma l'unica cosa che trovò era proprio lo stoccafisso che voleva la figlia.

Appena lo sfilò dal chiodo l'intera stanza tremò e sulla soglia comparve una pulcinella di mare enorme.

Si trattava, infatti, del padrone del castello, che da umano portava il nome di Axel [Islanda, per intenderci].

Axel: Come hai osato rubare in casa mia? Ti ho permesso di restare sotto il mio tetto durante la tempesta e questo è il tuo ringraziamento? Meriti di essere mio prigioniero per sempre.

Antonio: La prego, mi perdoni. Mia figlia adora i pesci e desiderava tanto uno stoccafisso impagliato; non avrei il cuore di tornare a casa senza portarglielo.

Axel: Una figlia, hai detto? Ed è carina?

Antonio: Altrochè. Ho una sua foto sul cellulare, vuole vederla?

Dopo aver smanettato un po' sul telefonino, Antonio mostrò all'enorme volatile nordico una foto della figlioletta con un peluche di delfino tra le braccia. Il cuore della pulcinella di mare venne trafitto dalla freccia di Cupido con la stessa velocità con cui Ungheria prende a padellate Prussia.

Axel: Ho cambiato idea. Ti lascerò libero … se manderai qui tua figlia al tuo posto.

Antonio: La mia Marine? Ma non sono sicuro che accetterà.

Axel: Avrà tutti i pesci impagliati che desidera.

Antonio: Allora si può fare.

I due si accordarono e decisero che la ragazza sarebbe arrivata al castello entro la fine della settimana.

Quando Marine sentì tutta la storia, storse il naso all'idea di vivere sotto lo stesso tetto di una pulcinella di mare obesa e parlante, ma si convinse ad accettare quando sentì la parola “pesci”.

Dopo aver preparato i bagagli, la famigliola si mise in marcia e poco dopo raggiunse il castello. La ragazza si spaventò non poco a vedere il pennuto, che per l'occasione si era anche messo un fiocchetto rosso.

Antonio si congedò di lì a poco, e per la giovane iniziò in periodo di convivenza con la strana creatura.

Le giornate, da quel momento, si erano fatte molto più rilassate, Marine poteva avere tutto il materiale che desiderava sui pesci, ed era sempre vestita con bei vestiti.

L'unica pecca era quando Axel, ogni sera, le chiedeva di sposarlo. La ragazza cercava educatamente di rifiutare, ma ogni volta il suo padrone di casa si lasciava andare in versi raccapriccianti e usciva dalla sala con tutta la velocità che gli consentivano le sue zampette.

Dopo qualche mese, Axel si accorse che il viso della sua ospite aveva assunto un'aria triste e le chiese cos'avesse.

Marine rivelò che desiderava tanto rivedere il padre, ma non sapeva come.

La pulcinella di mare la portò in una sala contenente un'antico specchio, il cui bordo era segnato da strani segni, probabilmente rune danesi o un'altro tentativo di America di disegnare.

Si trattava di uno specchio incantato che permetteva di vedere qualunque cosa e Marine chiese di vedere il padre. Dopo parecchie interferenze (un programma di cucina inglese, vari anime giapponesi e persino un telegiornale neozelandese), lo specchio si collegò con la casa di Antonio, che si trovava a letto, rosso in volto e ansimante.

Temendo che il padre fosse malato, Marine chiese ad Axel di tornare a casa per curarlo. Lui acconsentì, a condizione che fosse tornata entro una settimana.

Quando Marine arrivò a casa, vide che il padre non solo era sanissimo, ma era impegnato in attività piuttosto esplicite con il suo aiutante per la raccolta di pomodori, un'italiano piuttosto irrascibile di nome Lovino.

Lo shock fu tale che la ragazza svenne e rimase in stato di semi incoscienza per 10 giorni.

Quando si riprese e seppe di aver dormito per così tanto tempo (neanche Grecia arriva a questi record di ronfate), prese il mantello e corse a perdifiato per il castello di Axel, lasciando il padre a subire l'ira dell'italiano. Li aveva di nuovo interrotti nelle loro effusioni, e questa volta era Lovino a stare con le braghe calate.

Una volta arrivata nella sala, vide la pulcinella di mare riversa sul pavimento che stava soffocando.

Temendo di perderlo Marine si inginocchiò di fianco a lui e iniziò a mollare pugni a casaccio nel disperato tentativo di liberargli la trachea, ma l'unica cosa che ottenne furono rantoli di dolore.

Marine: ti prego Axel, non lasciarmi. Mi dispiace di averti abbandonato. Non lasciarmi, io ti amo!

Fu proprio a queste fatidiche parole, che il corpo ormai ad un passo dal trapasso (rima involontaria) cominciò a scintillare peggio dei vampiri di Twilight, e al posto di un pennuto apparve un ragazzo dai capelli platinati e gli occhi azzurri, rosso in volto perchè stava ancora soffocando.

Solo dopo che Marine gli assestò una bella pacca sulla schiena, si scoprì che la causa della quasi morte di Axel (anzi, del principe Axel) era dovuta a un biscotto rimasto bloccato nella trachea.

Axel: Grazie per avermi liberato dall'incantesimo. Devi sapere che ero stato trasformato da mio fratello, un potente mago nordico, perchè mi ero rifiutato di chiamarlo fratellone. Sarei rimasto una pulcinella di mare finchè una ragazza si fosse innamorata di me. Vuoi sposarmi, Marine?

Alla risposta affermativa della giovane, il principe la prese tra le braccia e la baciò appassionatamente.

E tutti vissero per sempre felici e contenti, soprattutto Lovino e Antonio che non temevano più le intrusioni di Marine durante le loro “attività private”.

 

Rieccoci qui con le note finali. Personalmente, trovo la coppia IslandaxSeychelles molto carina e volevo omaggiarla con una storia per cui vado pazza.

Spero che vi sia piaciuta.

Vi do appuntamento alla prossima storia.

A presto!

  
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