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Autore: Amore    27/08/2011    5 recensioni
Lui era sveglio, il suo cuore batteva veloce. Stava giocando con una ciocca dei miei capelli.
Questa era la mia casa, tra le sue braccia mi sentivo la donna più forte del mondo.
Una sua mano inizio ad accarezzarmi una guancia.
«Hinata-chan voglio il ramen dopo aver fatto l’amore.» Mi disse con un sorriso a trenta due denti.
Io spalancai gl’occhi, non era possibile.
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Sono tornata ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Perché il ramen è amore,
sotto tutti i punti di vista.





 

[A _NaruHina_, che avrei rischiato di perdere se non mi fossi inventata questo finale]



























 
Era bello tornare a casa.
Sentire il vento della Foglia scompigliarti i capelli, ascoltare il vociare famigliare delle vie del mercato, vedere il sole tramontare dietro la montagna dei kage. Dopo una missione di otto giorni, per me era diventato tutto tremendamente nostalgico e non smettevo di sorridere per ogni stupida cosa. Anche vedere le mura di villa Hyuga mi faceva sentire felice.
Smisi di camminare e appoggiai le braccia al lungo corrimano del ponte. Mi sporsi in fuori per vedere lo scorrere dell’acqua cristallina.
Tutto quello che mi serviva, dopo quella faticosa settimana, era un po’ di tranquillità. Ed ovviamente lui.
L’ultima volta che lo avevo visto era stata quella mattina, nel palazzo dell’Hokage. Ci eravamo scontrati.. per caso. Risi.
Io ero appena uscita dall’ufficio di Tzunade quando fui travolta da una furia arancione. Travolta nel vero senso della parola. In pochi secondi mi ritrovai schiacciata tra Naruto e il pavimento.
Inutile dire quello che successe dopo. Tutti i presenti si voltarono incuriositi, scatenando il panico dentro di me. Il mio viso all’istante si accese dall’imbarazzo e con un filo di voce implorai il ragazzo di spostarsi, ma ovviamente non voleva collaborare. 
Con quegl’occhi celesti puntati addosso mi sentì soffocare. Il cuore aveva iniziato a martellarmi nel petto.
Certo che da quando stavo con lui, facevo sempre un sacco di figuracce. La maggior parte delle volte era colpa mia, lo ammetto. Intontita dalla sua presenza non capivo mai quello che mi succedeva. Stamattina, infatti, potevo facilmente evitare lo spiacevole incidente, se solo avessi avuto i riflessi più pronti.
Un sospiro usci dalle mie labbra.
Naruto dove sei?
Dopo avermi quasi investita mi avevi promesso che ci saremmo visti oggi pomeriggio, al ponte, come sempre. E invece.. dove sei?
Il vento iniziò ad alzarsi, agitandomi i capelli per destarmi da quei pensieri. Il che era impossibile.
Naruto, spero che non ti sia successo niente. Di solito arrivi di corsa e mi preghi di perdonarti per aver ritardato due o tre minuti, dando la colpa a Sasuke.
Ed oggi, che mi dirai? È Già mezz’ora che aspetto e di te non si vede nemmeno l’ombra.
Un piccolo petalo rosa iniziò a disegnare cerchi nell’aria. Per un po’, seguii incuriosita quella strana danza, poi quando il piccolo ballerino si posò sull’acqua un pensiero sfreccio nella mia mente. Quei colori così belli si stavano unendo davanti a me, il delicato petalo rosa stava affondando nell’immenso fiume azzurro.
Un nodo mi chiuse lo stomaco. Immagini veramente crudeli iniziarono a comparire davanti ai miei occhi.
Stupido Naruto, perché non sai ancora arrivato?
Scommetto che sei impegnato in qualche riunione strategica.
È questo quello che mi dirai vero?
Gl’occhi iniziarono a pungermi.
Scossi la testa. Impossibile, stavo vaneggiando. Naruto sarebbe arrivato da un momento all’altro, con il suo sorriso e i capelli tutti spettinati dalla corsa. Perché di sicuro sarebbe venuto correndo, come sempre.
Cercai di guardare il più lontano possibile nella speranza di scorgere la sua figura, ma niente.
Naruto-kun dove ti sei cacciato?
Iniziai a camminare piano, con un passo decisamente pesante e poco convinto.
Se Naruto non era arrivato voleva dire che non sarebbe venuto. Non faceva mai ritardo, non era certo come il maestro Kakashi.
Però non riuscivo a capire.
Perché non arrivava?
Gli era successo qualcosa.. o non voleva più vedermi?
Quelle parole uscite dal nulla mi mozzarono il respiro.
Il petalo rosa.. Naruto che non veniva..
Ora tutto mi sembrava chiaro. Ero stata una sciocca a non pensarci prima.
Naruto mi voleva lasciare, per questo mi aveva invitato sul ponte e per questo non si era presentato. Pensava che non avrei retto.
Non sono così fragile, una cosa del genere avrei potuto comprenderla.
Lacrime calde iniziarono a scendermi sulle guance.
Naruto-kun..
Mi fermai. Lo stomaco si stinse in una morsa d’acciaio. Non riuscivo a respirare tra i singhiozzi. Mi portai le mani sul volto per nascondere il mio dolore. Tutto questo era patetico.
Se Naruto mi voleva lasciare doveva dirmelo! Non poteva farmelo immaginare..
Mi asciugai le lacrime..
Io ero Hinata Hyuga, e lui Naruto Uzumaki, il mio ragazzo.
Doveva darmi delle spiegazioni.
Attivai subito il Byakugan, dovevo trovarlo.
 
Avevo iniziato da poco le ricerche ma il mio bersaglio sembrava essersi nascosto per bene.
A casa sua non c’era, all’accademia neanche. In piazza, hai campi di addestramento e a casa mia non si era visto. Neanche all’interno del palazzo dell’Hokage. Correvo sui tetti di Konoha scrutando tutti gli edifici alla ricerca del suo chakra.
In quel momento realizzai di essere tremendamente confusa. Non sapevo se a spingermi era la rabbia o la paura. Se dentro di me sentivo forte il bisogno di tagliare questo rapporto o di consolidarlo. L’unica cosa che mi era chiara era la solitudine.
La mia dannata solitudine.
Mi fermai sul cornicione di un tetto. Da li Konoha si distendeva in tutta la sua bellezza.
Dove sei? Non puoi essere scomparso nel nulla?
All’improvviso un comignolo fumò e il cielo si colorò di grigio. C’era qualcosa che mi sfuggiva.
Naruto..
Senza accorgermene ero scesa dal tetto e avevo incominciato a camminare. Stavo impazzendo, troppi sentimenti da gestire tutti insieme. E poi da quando ero gelosa? Non mi era mai capitato, forse stavo esagerando. Stavo travisando tutto.
Ma queste parole arrivarono troppo presto perché i miei piedi mi avevano portato nell’unico posto in cui il mio cuore non voleva arrivare.
Davanti a me si stagliava una locanda in legno, dai colori accesi e dall’insegna bizzarra. Le luci illuminavano gli angoli e da fuori era ben visibile l’interno. A stupirmi non fu la struttura della locanda, Teuchi lo conoscevo da molto tempo, ma i due clienti che tranquillamente stavano mangiando il suo squisito Ramen. Un biondino dall’aria trasandata sedeva vicino ad un ragazzo dai capelli neri. Impossibile confondersi: Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha. Vederlo seduto comodamente nel suo ristorante preferito mi immobilizzo.
Si era dimenticato.
Non ci vedevamo da una settimana e si era dimenticati. Preferiva fare riunioni “strategiche” con Sakura e mangiare ramen con Sasuke, che stare con me. Nel mio petto esplose un dolore sconosciuto. Era peggio della solitudine o del tradimento. Avere la consapevolezza, che per lui, non contavo niente era più doloroso, cento volte più doloroso, anzi mille.
Rimasi immobile perché il mio corpo non mi permetteva di fare altro. Se fossi stata un’altra avrei sentito il bisogno di urlargli tutto il mio dolore di farlo sentire in colpa, ma l’unica cosa che Io volevo fare era scappare. Scappare e andarmi a leccare le ferite, perché era tutto quello che mi potevo permettere.
La mia via di fuga si presentò in maniera bizzarra. Sasuke si era accorto di me e voltatosi mi guardò incuriosito.
Quel piccolo movimento basto a cancellare lo shock e a riprendere il controllo del mio corpo. Non potevo farmi trovare lì, non avevo alcuna voglia di parlare con lui ora.
Corsi via lasciandomi alle stalle Teuchi e dirigendomi verso casa. Oggi sarebbe stata la mia fortezza. Di certo nessuno si sarebbe spinto fin lì per cercarmi, soprattutto lui, dati i brutti rapporti con il padrone di casa.
Non mi accorsi neanche di aver sbagliato strada. Correvo. Lontano. Era questo l’importante.
«Hinata-chan?» la sua voce mi raggiunse.
Non seguirmi.
«Hinata-chan.. fermati!»
Naruto stai zitto! Non urlare non vedi che tutti si stanno ...
Non finii neanche la frase che qualcosa mi blocco il polso.
Naruto mi aveva fermata, ero stata una sciocca a pensare di potergli sfuggire. Lui è veloce, troppo per me.
Abbassai la testa non volevo guardarlo. Perché era qui? Poteva benissimo rimanere con il suo amicone..
«Hinata-chan..»la sua voce era tesa, molto bassa, quasi preoccupata. Voleva darmi il colpo di grazia. Voleva dirmi che non voleva più stare con me.
Mi prese il mento e mi alzo il viso per guardarmi negl’occhi, ma io non incrociai il suo sguardo.
«Hinata.. cosa è successo? Perché stai piangendo?»
In quel momento me ne resi conto. Lacrime calde scendevano sul mio viso. Bene, dovevo sembrare proprio patetica. Oggi era un clichè piangere.
«Hinata!»
Io non risposi e rimasi li ferma, bloccata dalle sue braccia. Quanto sei caldo Naruto-kun. Anche ora, che aspetto quelle parole che mi spezzeranno il cuore, lo considero ancora tremendamente mio il tuo calore. Avrei voglia di abbracciarti e ti stringerti a me, ma sarebbe controproducente.
Tu, dal canto tuo, fai sempre quello che non mi aspetto.
Improvvisamente mi stringi a te, inizi ad accarezzarmi i capelli e a sussurrarmi parole che neanche comprendo.
Naruto-kun aspetta domani per dirmi tutto quello che devo sapere, perché io ho bisogno di te.
Aspetta, domani sarò pronta lo giuro ma ora resta con me.

Quando mi svegliai mi ritrovai tra soffici lenzuola bianche. Aprii piano gli occhi.
Ero stesa accanto a lui, le mie mani lo toccavano affamate mentre le gambe lo stringevano a me. Cercai di non muovermi.
Con la testa sul suo petto mi abbandonai al suo dolce odore. Sapeva di gelato all’amarena e di ramen. Che strano abbinamento.
Lui era sveglio, il suo cuore batteva veloce. Stava giocando con una ciocca dei miei capelli.
Questa era la mia casa, tra le sue braccia mi sentivo la donna più forte del mondo.
Peccato che non sarebbe durato. Naruto-kun, malgrado tutto, io ti amo e continuerò a farlo anche quando saranno altre braccia a riscaldarti. Perché lo capisco, le mie non sono mai state abbastanza forti e rassicuranti per te.
Una sua mano inizio ad accarezzarmi una guancia.
«Hinata-chan lo so che sei sveglia.. perché sei così silenziosa oggi?»
Non risposi. Se avessi pronunciato anche solo una parola avrei avvicinato pericolosamente il momento del nostro distacco.
Lui si mise a sedere facendo alzare anche me. Mi fisso per qualche secondo negl’occhi e poi parlò.
«Hinata ti prego.. dimmi quello che ti è successo! Qualsiasi cosa.. non ti preoccupare ci sono io, ti aiuto io.. però parla»
Ci sarai ma ancora per poco. Abbassai lo sguardo. E mi allontanai da lui.
«No» quasi urlò.
Mi prese il viso tra le sue mani e mi baciò, guardandomi negl’occhi. Io sorpresa da quel contatto incatenai i miei occhi ai suoi e lo notai subito. Era triste, arrabbiato, preoccupato e anche indifeso. Quello sguardo chiedeva aiuto, a me.
Mi staccai e in sussurrò dissi:
«Non mi lasciare» poi chiusi gl’occhi aspettando il colpo.
Naruto rimase in silenzio. E i secondi divennero minuti, ore ,giorni, mesi, anni.
«Perché dovrei farlo?» chiese innocentemente il ragazzo.
Io metabolizzai piano quelle parole.
«Perché io sono la fredda e impassibile me, e tu meriti di meglio..»
«Hinata-chan stai delirando! Io voglio solo te, sempre te e comunque te. Perché pensi queste cose?»
«Oggi non sei venuto sul ponte.»
Naruto spalancò la bocca.
Io mi portai le gambe vicino al petto, dirlo ad alta voce faceva male.
«Scusa Hinata, oggi.. mi sono dimenticato. Non ho giustificazioni.»
Mi stinsi ancora di più. Era quello che avevo pensato. Era stato troppo impegnato per ricordarsi di me. Iniziai a guardarlo di sott’occhi. Era il Naruto di sempre. L’irraggiungibile.
Scesi dal letto, presi i vestiti e iniziai a rivestirmi.
«Hinata scusami, da vero mi dispiace. Oggi Sasuke è stato insopportabile e poi Sakura voleva il rapporto di tutte le missioni. Tsunade mi ha rimproverato una decina di volte e il maestro Kakashi non si è visto.. ero nel panico e sommerso dal lavoro, mi è passato di mente.»
Queste parole come un coltello affilato mi entrarono nella testa. C’era prima il mondo e poi io. Ovvio.
Mi alzai dovevo andarmene.
«Hinata ferma..»
Lui si era alzato, aveva i boxer e si era avvicinato a me.
«Perché te ne vai?»
«Naruto smettila!» dissi. «Per piacere. Non ti devi sentire obbligato. Io non voglio essere un peso. Se oggi ti sei dimenticato lo capisco, fidati non è così complicato. Tolgo il disturbo.»
«Hinata ma cosa ti frulla nella testa si può sapere? Oggi dici un sacco di cretinate! E poi che vuol dire “tolgo il disturbo”?»
Strinsi il pomello della porta per aprirla ma era chiusa.
«Vuoi andare via veramente?» mi chiese Naruto. Io mi fermai, perché ora non mi lasciava andare? Perché non approfittava del momento per cacciarmi dalla sua vita?
«Ho capito..aspetta ti apro.»
Con una camminata lenta si avvicinò a me, inserii la chiave nella toppa e fece scattare la serratura. Aprì piano la porta e poi la chiuse di scatto.
«No, a dir la verità Hinata non ho capito proprio niente. Perché sei così arrabbiata? Cosa ho fatto? Se è per il ponte mi dispiace, te lo detto è stata colpa di Sasuke io..»
«Naruto smettila di parlare di Sasuke! Di Kakashi, di Sakura, dell’Hokage, del ramen, degli allenamenti.. smettila.»
Naruto piegò la testa di lato. Non ci stava capendo proprio niente.
Ora che centravano tutto il resto con loro due?
«Perché parli sempre di loro quando sei con me?» quella domanda uscì involontariamente dalle mie labbra. Appena la dissi mi tirai indietro e mi tappai la bocca.
«È questo il problema?»
Scossi la testa.
«Hinata è questo il problema? Pensi che ho in mente solo loro?»
Scossi la testa. Perché glielo avevo detto?
Naruto scoppio a ridere.
Ma..
«Hina-chan quanto sei stupida..ahahha.. no aspetta è veramente questo il problema?»
Io aprii la bocca e imbarazzata dissi «E se anche fosse? Ho ragione.»
«No che non hai ragione.» Le braccia di Naruto mi cinsero i fianchi. «Io parlo di te con tutti gli altri e li faccio anche esaurire. Tu sei sempre nella mia testa notte e giorno. Se sei arrabbiata per questo sei una sciocca.»
Rimasi zitta.
«Esci?» chiede maliziosi Naruto. Io sorrisi e scossi la testa.
«Hinata-chan voglio il ramen dopo aver fatto l’amore.» Mi disse con un sorriso a trenta due denti.
Io spalancai gl’occhi, non era possibile.
Lo scansai e mi diressi verso la porta l’aprii per uscire ma fui subito bloccata.
«Hinata aspetta non scappare!!» disse Naruto abbracciandomi da dietro. «Amore io voglio il ramen dopo aver fatto l’amore, eh non ti arrabbiare. Ascolta. Io voglio il ramen perchè adoro quando me lo fai e perchè so che quando lo cucini pensi a me e lo fai perchè mi ami. E io lo mangio perchè ti amo e perchè dopo devo fare l'amore con te e quindi ho bisogno di energie..»
Io mi girai e gli cinsi le spalle.
«Naruto scherzavo. Non vado da nessuna parte.» Lo baciai sulle labbra. «Se vuoi il ramen basta chiedere.» Gli sorrisi e andai in cucina.
«Ah Naruto-kun dopo il ramen.. » urlai per farmi sentire «voglio fare l’amore» dissi a bassa voce sorridendo.
Lui era mio e di nessun altro.





 

   
 
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