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Autore: Pwhore    27/08/2011    1 recensioni
Arin ha 22 anni, è un batterista e suona con gli Avenged Sevenfold. Il suo migliore amico è Synyster Gates, chitarrista della stessa band.
Synyster ha problemi con la ragazza, Cassidy, e quando viene buttato fuori di casa per colpa di Arin, viene a stare da lui. All'inizio va tutto a gonfie vele, ma man mano che le ore passano, il giovane batterista si accorge che i suoi sentimenti per l'amico stanno cambiando. Spaventato, deve fare una scelta: sarebbe stato meglio confidare al ragazzo i suoi nuovi sentimenti e mettere a repentaglio la loro amicizia, o continuare a comportarsi come se niente fosse, sopprimendo i propri sentimenti, ma senza dover temere un distacco?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Girovagai per la sala per qualche minuto, prima di arrendermi e avvicinarmi alle sedie. Notai che vicino ad esse si ereggeva un ragazzo magro, che pareva avere la mia età. Un paio di occhi grigi spuntavano da sotto una ciocca di capelli castani, che il ragazzo continuava a mettersi dietro l'orecchio. Era appoggiato al muro e non aveva l'aria di uno che si stava divertendo, quindi mi avvicinai.
"Ciao" lo salutai.
"Ciao" rispose lui, alzando lo sguardo da terra.
"Stai aspettando qualcuno?" domandai, guardando verso gli altri. Lui scosse la testa.
"Sono qui per accompagnare un amico, ma non ho niente da fare" disse, dondolandosi da un piede all'altro.
"Anch'io sono qui per fare un favore ad un amico!" esclamai con un sorriso. "Mi chiamo Arin, piacere" dissi, tendendogli la mano. Lui la strinse e la agitò energicamente.
"Eddie" si presentò. "Sono felice di aver trovato qualcuno con cui parlare" aggiunse, un po' imbarazzato.
"A chi lo dici. Questa festa è una palla" dissi con una risata.
"Vero? Troppo chic per i miei gusti. A me basta una birretta con gli amici e puf, tutto a posto" mormorò con sorriso.
"La mia serata ideale" annuii.
"Questa gente, invece... Troppo seria, altolocata" proseguì. "Mi piacerebbe vederli ad un concerto rock" aggiunse ridacchiando.
"Magari in mezzo al pogo, ad un concerto degli Slipknot" risi.
"Da moricce!". Ridemmo per un po', poi ci fermammo e ci guardammo in faccia.
"A me non dispiacerebbe vedere gli Slipknot un'altra volta" ammise lui.
"Li hai visti?!" esclamai.
"Sì, certo. Ben due volte, a essere sincero" mormorò, massaggiandosi il collo.
"Woah! Che fortuna!" esclamai.
"Una volta sono anche stato in prima fila" disse lui con una smorfia orgogliosa.
"Basta, ti odio" scherzai, spingendolo da una parte.
"Vorrei anche vedere!" ribatté lui.
"Scommetto che i Maiden però non li hai visti" dissi.
"Perché, tu sì?" domandò lui.
"Tre volte" risposi, godendomi il suo stupore.
"Tre?!" boccheggiò.
"Già. Mi piacciono da quando ero piccolo" ammisi. "Per i miei genitori erano solo rumore, ma, del resto, loro non capivano niente" aggiunsi.
"Posso dire lo stesso dei miei" disse lui. "Fosse per loro, sarei diventato un amante del pop" fece, fingendo ribrezzo.
"Avresti dovuto vederli quando mi hanno accompagnato al mio primo, vero concerto. Le canzoni erano piene di riff, urla e insulti; e il cantante cantava growl" ridacchiai. "Io insistevo per andare nel pogo, e loro stavano lì a guardarmi, pensando 'Ma questo è davvero nostro figlio?'" conclusi. Eddie scoppiò a ridere, posandomi una mano sulla spalla.
"I miei hanno fatto la stessa cosa!" esclamò. "Andai a vedere gli Eyes Set To Kill con mia madre, che si presentò con abito da sera e scarpe col tacco. Di certo non si immaginava di trovare un branco di metal-rockettari con gli anfibi, pronti ad ammazzarsi nel pogo" raccontò. Scoppiai a ridere io stavolta, e quando, mi ripresi, gli misi una mano sulla spalla.
"Andiamo a bere qualcosa, prima che ci rubino tutto" dissi indicando il tavolo col capo. Eddie annuì, scostandosi i capelli dalla faccia.
"In effetti, sto morendo di sete" ammise con un sorriso. Ci avviammo verso il tavolo e prendemmo due bicchieri, poi ci versammo un po' di champagne.
"'sta roba non supererà mai la mia birra" esclamò Eddie con una smorfia, prima di trangugiare l'alcolico.
"Sono nella tua stessa situazione" borbottai facendo girare il liquido nel bicchiere.
"Che ci vuoi fare, però. Almeno c'è qualcosa che contiene un minimo d'alcol, qui dentro" disse lui con un sospiro. "Se avessero servito solo the, mi sarei sparato"
Annuii, dando un sorso alla mia bevanda. Arricciai il naso, che mi si riempì di bollicine.
"Mf!" borbottai, starnutendo.
"Starnutisci in modo carino" osservò Eddie. "Silenziosamente"
"Sono un tipo strano" ribattei con un sorriso.
"Lo vedo! Ci manca solo che tu mi dica che hai visto gli Aiden dal vivo, prima che ti strangoli dall'invidia" scherzò lui.
"Mi spiace avvisarti, ma per loro non ho ancora un biglietto. Sono esauriti, a quanto pare" dissi con aria pensosa.
"Esauriti?! Opporca.." imprecò.
"Vorrà dire che la prossima volta ci andremo insieme!" proposi io, allegramente.
"Alla grande!" rispose lui, senza obiettare. Sorrisi, buttando giù un altro sorso di champagne. Stavo per riaprire bocca, quando qualcuno mi afferrò per il colletto e mi trascinò via.
"Torno... subito..." sussurrai a Eddie, senza fiato. Fui trascinato per altri tre metri prima di fermarmi. Mi voltai, ma l'unica persona che vidi fu Syn.
"Ehilà! Ti diverti?" domandai con un sorriso. Lui mi lanciò un'occhiataccia.
"Affatto. Chi è quello?" chiese, indicando il mio nuovo amico.
"Si chiama Eddie" risposi. "Anche lui accompagna qualcuno" aggiunsi allegro.
"Mh. Di che parlavate?"
"Musica. Ha i miei stessi gusti, sai? Ha visto gli Slipknot due volte!" esclamai. "Andremo a vedere gli Aiden insieme, appena sarà possibile" dissi con un sorriso smagliante.
"Ah no, non ci andrete" disse secco Syn.
"Perché no?" domandai demoralizzato.
"Perché no" rispose lui.
"Ma.." cominciai.
"No" ribatté, amaro.
"Dimmi almeno perché" mi impuntai.
"Perché sono geloso, ecco perché" disse, scontroso. "Non voglio che ti gironzoli attorno troppa gente. Chi mi assicura che non mi lascerai per lui?"
"Oh, andiamo, questo è ridicolo" ribattei, ferito. "Sai benissimo che ti amo con ogni fibra del mio corpo. Non ti fidi di me?"
"Ma certo che mi fido. È di quell'Eddie, che ho paura. Credi che non abbia visto come ti guardava? Che abbia ignorato come gli brillavano gli occhi mentre parlava con te? Quello ha doppi fini, ci scommetto la testa" ribatté, con sguardo torvo.
"Be', scusami tanto, ma non mi pare proprio che abbia cercato di sedurmi" dissi, snervato. "È solo un tipo che ho conosciuto venti minuti fa, Syn. Rilassati" aggiunsi, prendendogli la mano. Lui mi guardò, irritato, ma poi si calmò.
"Scusa, ho esagerato. È solo che quel tipo non mi piace" mormorò posandomi una mano sulla guancia. "Ho visto come ti guarda, e, credimi, quel modo non mi piace affatto" sottolineò, voltandosi verso di lui.
"Non ha fatto niente di male" dissi, guardandolo. Si guardava intorno con aria persa e imbarazzata, probabilmente in cerca dell'amico.
"È un bravo ragazzo. Te lo farò conoscere, così capirai tu stesso" mormorai trascinandolo verso Eddie. Lui mi seguì riluttante, senza opporre troppa resistenza.
"Eddie!" urlai, sbracciandomi. "Sono qui!".
Lui si guardò attorno spaesato per un paio di istanti, poi mi individuò.
"Ehy! Tutto bene?" domandò. "Prima sei dovuto andar via all'improvviso" aggiunse.
"Sì, be', Synyster doveva dirmi qualcosa di importante" mi giustificai. "Eddie, questo è Syn, il mio ragazzo" dissi con un sorriso. Lo sguardo del castano vacillò quando incontrò quello incazzato di Syn.
"Ciao" borbottò il moro, secco.
"Ehilà!" ribatté Eddie, porgendogli la mano. Synyster non la strinse, ma annuì, silenzioso.
"Syn!" esclamai, dandogli una gomitata nel fianco.
"Okay, okay. Ciao, sono Syn. Piacere di fare la tua conoscenza" disse, alzando gli occhi al cielo. Eddie lo guardò, ma poi sorrise.
"Il piacere è tutto mio!" esclamò.
"Non sai quanto è vero" borbottò Syn, sottovoce. Spostai lo sguardo dall'uno all'altro, mentre il silenzio calava tra noi.
"Be'... Si parlava di Aiden, giusto?" mormorai, cercando di suscitare qualche risposta. Eddie annuì, guardando Syn. Tacqui un secondo, cercando le parole per rompere quel silenzio imbarazzato.
"Io vado" borbottò il moro, liberandosi dalla mia presa.
"No! Perché?" domandai, cercando di trattenerlo.
"Ho da fare. Divertitevi" disse, scomparendo tra la folla. Guardai il punto in cui era scomparso per qualche secondo, poi sospirai e mi voltai verso Eddie. Il suo sguardo si era un po' spento, da quando gli avevo presentato Syn.
"Be', allora noi--" cominciai, venendo interrotto dal castano.
"Scusa, il mio amico mi sta chiamando. Devo proprio andare" mormorò. "Ci vediamo" mi salutò, scomparendo dalla mia vista.
Cavolo.
'Sta a vedere che aveva ragione Syn' dissi tra me e me, tendendo l'orecchio. Niente. Eddie se l'era squagliata appena aveva visto che ero impegnato, proprio come aveva previsto il moro. Scossi la testa, deluso. Ero davvero così facile da ingannare?
Mi incamminai verso il punto dove era scomparso Syn, spompato. Lo trovai che beveva un goccio di vino vicino alla finestra.
"E le cose da fare?" domandai.
"Avevo solo sete" borbottò scrollando le spalle. "Eddie?" chiese, dando un altro sorso al liquido rosso.
"Avevi ragione tu. Mi ha abbandonato con una scusa appena capito che non ero disponibile" mormorai. Lui mi guardò in silenzio, poi si avvicinò e mi abbracciò, baciandomi la testa.
"Mi dispiace" sussurrò. Scrollai le spalle, cercando di nascondere la mia delusione.
"Scusa se non ti ho dato retta" dissi.
"Hai fatto bene" annuì inaspettatamente lui. "Stavo morendo di gelosia, nel guardarvi" ammise. Sorrisi, abbracciandolo.
"Avanti, andiamo a casa" disse dolcemente, accarezzandomi il volto. "Un altro paio di bicchieri e casco ubriaco".
   
 
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