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Autore: Acidia    29/04/2006    4 recensioni
La vita non è mai facile, ma nessuno voleva capirlo, si sentiva solo ed è per questo che si faceva del male ma forse qualcuno poteva fare qualcosa per quel bambino sperduto...forse qualcuno poteva amarlo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa fic la dedico a Leotorda e a Dark Angel che si sono sposate oggi!! AUGURI!!!

 

 

 

 

 

La pioggia cadeva incessantemente, nuvole grigie sovrastavano il cielo e la candida luna risplendeva alta illuminando con i suoi tenui raggi il castello di Hogwarts . Il cielo era di un blu intenso e le stelle brillavano di una luce soffusa nonostante la pioggia.

Il venticello primaverile scuoteva leggermente le foglie degli alberi provocando così un rumore spettrale. Appoggiato ad uno di essi vi era un ragazzo. Harry Potter.

I capelli neri e disordinati presero quasi delle sfumature bluastre sotto la luce lunare, la testa era leggermente inclinata indietro e lo sguardo di giada incantato a guardare il cielo. Le delicate gocce di pioggia si posarono anche sul suo viso quasi a creare delle lacrime sulle guance pallide. Forse invece erano davvero lacrime quelle.

Il ragazzo si guardò il polso, lo aveva fatto di nuovo, aveva cercato di nuovo di farsi del male. La piccola cicatrice era ormai quasi invisibile ma il ricordo di quello che aveva fatto era incancellabile. Harry tese il braccio in modo che la pioggia potesse colpirgli il polso forse per purificare con l’acqua il gesto ignobile.

Ormai non era una novità quella, non era la prima volta che lo faceva e forse non sarebbe stata neanche l’ultima perché Harry non voleva più vivere, perché il bambino sopravvissuto odiava la vita.

Aveva perso tutto, i genitori, Sirius, Silente, non aveva più una famiglia, non aveva più amici perché Ron ed Hermione si erano stancati di lui, del suo continuo farsi male, della sua continua muta disperazione.

Gli venne in mente la discussione che aveva avuto con Ron qualche settimana fa, in quel momento Harry non era in sé, aveva detto delle cose senza senso.

 

“ Forse sarebbe stato meglio stare dalla parte di Voldemort”  disse quella volta lasciando Ron con un’espressione esterrefatta.

“ Certo, semplice stare dalla parte del male vero?”  rispose invece l’altro con uno sguardo imperscrutabile.

“ Tu non puoi capire…”

“ Oh certo non posso capire ma capisco che forse probabilmente dell’amicizia mia e di Hermione a te non te ne importa poi molto visto che se solo tu ti fossi alleato con Voldemort noi ora non saremmo amici ma solo avversari

 

Quella volta era riuscito a farlo arrabbiare, ormai era diventato bravo a far infuriare le persone con la sua apatia e le sue farneticazioni. Nessuno voleva capirlo, neppure Draco.

Draco Malfoy era diventato indispensabile per Harry, l’unico che riusciva a renderlo vivo e a fargli dimenticare la morte. Certo, all’inizio erano solo scopate le loro poi però entrambi avevano capito che forse era nato qualcosa di più anche se il biondo non lo aveva ancora ammesso ma Harry lo poteva capire dai gesti, dalle carezze e dai baci che l’altro gli donava e che lui conservava come delle cose preziose. Quel giorno però era riuscito a far arrabbiare anche lui e seriamente.

 

“ Hai così tanta voglia di morire? Bè, se è così allora perché non muori? Ma fallo in silenzio perché io non ti verrò a salvare, non più”  quelle parole erano riuscite a farlo scuotere, a farlo tremare, a farlo piangere.

“ Tu non puoi capire”  sussurrò Harry al muro. E calde lacrime avevano iniziato a scendere.

 

Lacrime che ora gli bagnavano il viso imperscrutabile, un viso inespressivo. Guardò per un’ultima volta la luna, le stelle, il cielo per poi incamminarsi verso il castello stretto nel suo mantello invisibile.

 

I corridoi erano illuminati solo dalle candele, il rumore della pioggia sui vetri era incessante e il vuoto che Harry provava in quel momento era insopportabile, quasi fisico. Ad Harry piaceva farsi male perché il dolore gli faceva dimenticare i pensieri tristi, il dolore lo distraeva dal marcio che lo circondava e da se stesso.

There’s a hole in my soul that’s been killing me forever it’s a place where a garden never grows” canticchiò Harry. Gli era capitato di ascoltare quella canzone per caso, alla radio dello zio e subito gli era piaciuta forse perché in quelle parole trovava il suo stato d’animo, quello che provava in solitudine.

Il flusso di pensieri fu interrotto da una figura appoggiata ad una colonna, una figura che lui conosceva più che bene.

I capelli biondi gli ricadevano lisci sulle spalle, la testa era inclinata da un lato e gli occhi azzurri ed intensi guardavano dalla sua parte ma di certo non guardavano lui perché era invisibile agli occhi di chiunque. Harry si fermò a guardarlo. Posò gli occhi sulle sue labbra rosee e bellissime, a lui piacevano le labbra di Draco, erano sensuali e provocatorie e ogni volta che si appoggiavano sulle sue riuscivano a fargli provare emozioni indescrivibili. Il suo sguardo poi si soffermò sugli occhi, quegli occhi, la sua rovina! Così freddi e distaccati quasi sempre derisori ma anche indagatori ed enigmatici. Quando si posavano su di lui erano così luminosi e attenti, Harry in quei momenti si sentiva prezioso, si sentiva importante.

“ Potter che fai? Ti sei per caso addormentato?” domandò all’improvviso con quel tono ironico che lo caratterizzava.

Harry restò immobile, lo sguardo ancora fisso su di lui, non poteva vederlo, era invisibile!

“ Allora? Lo togli tu il mantello o lo tolgo io?” domandò Draco staccandosi dalla colonna e avvicinandosi ad Harry.

Il moro indietreggiò di un passo e poi decise che forse era il caso di farsi vedere all’altro. Abbassò il cappuccio mostrando così il viso pallido e stanco, le labbra erano diventate quasi bianche, probabilmente a causa del freddo.

I suoi occhi arrossati incontrarono quelli penetranti di Draco.

“ Come hai fatto a capire che c’ero?” domandò Harry con una voce bassa e roca come se avesse urlato e pianto tutto il giorno.

“ Ti ho sentito canticchiare e poi ho visto la piccola pozzanghera che si stava formando ai tuoi piedi” rispose avvicinandosi maggiormente al corpo dell’altro che iniziò quasi automaticamente a tremare, forse per il freddo oppure per la vicinanza dell’altro.

“ Lo hai fatto di nuovo?” domandò questa volta il biondo spostando il suo sguardo dagli occhi di Harry al polso. Il moro prontamente lo nascose sotto il mantello e puntò i suoi occhi alla colonna, non voleva guardarlo, non voleva essere giudicato da quegli occhi così intensi e importanti per lui.

“ Come sempre vuoi metterti in mostra vero Potter?” Il tono di voce era diventato improvvisamente serio e leggermente alterato, all’improvviso si sentì alzare il polso e socchiuse gli occhi continuando a guardare ostinatamente la colonna. Non voleva vedere la faccia di Draco, non voleva vedere il suo disgusto e i suoi occhi accusatori, l’unica cosa  però che sentì e che mai si sarebbe aspettato furono dolci, delicate e calde labbra che si posarono sul suo polso, sulla sua cicatrice.

Il cuore di Harry iniziò a pulsare più velocemente, in quel momento Harry si sentì felice e in pace, sollevato. Voleva davvero perdere tutto questo?

Draco abbandonò il polso per avvicinare il viso al suo, le labbra alle sue.

“ Sei tutto bagnato” sussurrò avvicinando così le labbra ad un ciuffo di capelli bagnati che dolcemente succhiò. Harry non resistette a tutta quella dolcezza e così di slancio lo abbracciò nascondendo il volto al suo petto. Con Draco si sentiva al sicuro, non voleva perderlo, voleva stare con lui…per sempre.

“ Potter! Mi stai bagnando!” esclamò il biondo leggermente stizzito ma le sue braccia comunque lo avvolsero per tenerlo stretto.

Harry sorrise abbracciandolo ancora più forte staccandosi quasi subito per poterlo baciare.

Le labbra di Draco si schiusero subito aprendo così al moro le porte del paradiso. Il loro fu un bacio dolce ma allo stesso tempo passionale e violento. Draco intrufolò una mano sotto alla maglietta di Harry per fargli dei grattini sulla schiena umida, cosa assai apprezzata dal moretto che sospirò soddisfatto.

“ Non penso sia il luogo adatto questo” disse Harry dopo essersi staccato di malavoglia dalle labbra del biondo.

“ Per una volta siamo d’accordo su qualcosa Potter” rispose Draco e poi lo prese per un braccio e lo trascinò per il corridoio intenzionato a condurlo nella sua stanza. Harry lo seguì con ancora stampato in volta un sorriso, ormai le labbra si erano scaldate grazie a quelle di Draco ed erano ritornate rosee.

“ Draco?” Harry si fermò un attimo fermando così facendo anche il biondo che si girò a guardarlo.

“ Non dirmi che hai cambiato idea?” domandò lui scostandosi appena alcuni ciuffi dietro l’orecchio.

“ Sei sempre il solito…” sospirò poi Harry fintamente sconsolato. Draco si girò completamente verso di lui e continuò a guardarlo probabilmente aspettando una risposta.

“ Mi sei mancato” disse poi leggermente imbarazzato. Era vero, gli era mancato incredibilmente, soprattutto quando si era trovato solo nella sua stanza con la lametta in mano e probabilmente era stata l’immagine di Draco a salvarlo perché poi Harry si era fatto aiutare per chiudere la ferita. Non voleva lasciare solo Draco. Voleva stargli vicino, non solo per ricevere ma anche per dare. E forse era stato proprio quel pensiero a farlo desistere da chiudere con tutto. Da farla finita del tutto. Draco lo guardò ancora per un’ istante, poi lo prese nuovamente per il braccio e se lo trascinò dietro.

“ Sei il solito sentimentalista” disse non riuscendo però a nascondere un sorriso che riempì di felicità il cuore di Harry.

Ad un certo punto però Draco si fermò all’improvviso ed Harry quasi gli andò addosso.

“ Ma Draco…” Harry non riuscì a finire la frase che si ritrovò addossato al muro con il corpo di Draco attaccato al suo.

“ Potter, ti ordino di non farti più questi orribili tagli o graffi” disse all’improvviso Draco guardandolo negli occhi. Ma che gli era preso?

“ L’unico che può farti male, che può farti soffrire sono io hai capito? L’unico che può farti piangere o gridare sono io. L’unico che può farti dei graffi sono io. Insomma Potter…il tuo unico carnefice e torturatore sarò solo e sempre io. Sarò io che ti farò piangere dal desiderio. Sarò io che ti farò gridare maledizioni contro di me perché sadicamente non ti farò raggiungere il piacere. Sarò sempre io che ti graffierò la schiena quando vorrò e pretenderò di più. Le uniche cicatrice che voglio che tu abbia sono unicamente le mie, mi hai sentito bene? Perché io non condivido nulla, neppure con una lametta o con chissà che altro. Non sono mai stato altruista e non comincerò ad esserlo ora dunque tienilo bene a mente. Vuoi tagliarti i polsi e farla finita? Bè, taglia prima i miei così finalmente capirai come potrebbe sentirsi una persona che prova qualcosa per te. Spero tu abbia capito bene il concetto perché non uscirà più nulla di simile da questa bocca.” Durante tutto quel discorso Draco aveva assunto un’espressione seria quasi minacciosa e non aveva mai staccato gli occhi da quelli di Harry che dopo le parole del biondo non era riuscito a nascondere un ghigno.

“ La dovrei considerare una dichiarazione questa?” domandò ironicamente il moro sulle sue labbra.

“ Non tirare troppo la corda Sfregiato all’ultimo stadio”  e detto ciò gli morse il collo lasciandogli il segno dei denti.

“ Da ora questa sarà la tua prima cicatrice, le altre non mie cercheremo di sostituirle e ce ne vorrà di tempo, mi hai capito Harry?”

Quest’ultimo scoppiò a ridere e lo abbracciò. Sì, quello probabilmente poteva essere un nuovo inizio per una vita migliore assieme a Draco Malfoy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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