Perché hai preso questa strada?
Quando io me ne sono andata ti ho guardato negli occhi per un'ultima volta, con tutto il mio orgoglio. Ero convinta di aver fatto qualcosa di buono, nella mia vita breve, inutile e patetica.
Speravo che saresti diventato qualcuno di importante. Lo sei diventato, eppure...
Il mio animo ha scrutato ogni singolo istante della tua vita. E, a ogni istante, quel mio animo si lacerava, gridava di muta disperazione.
Perché sei finito così? Perché hai sbagliato tutte le tue scelte, le tue convinzioni?
Ho sempre voluto venire da te, scuoterti, farti notare che così si stavi distruggendo da solo... ma non potevo.
Potevo solo assistere alla tua vita come se fosse uno spettacolo. Tu ti stavi rovinando, senza però accorgertene.
Ecco, è arrivato il tuo ultimo istante.
Io ti ho sempre guardato, sai? Tu non mi hai mai considerata davvero, non mi hai mai pensata, ma io c'ero sempre. Non nel modo fiabesco e sdolcinato dei racconti sussurrati ai bambini, per farli addormentare, eppure c'ero.
Ho sperato fino all'ultimo nella tua salvezza, ma non è stato così.
Non avrei mai voluto che tutto si concludesse con un lampo di luce verde, con una folla che gioisce davanti al tuo cadavere, riverso nel mezzo della Sala Grande.
È stata questa la tua vita, Tom Orvoloson Riddle.
Un enorme, completo sbaglio.
Ti sei rovinato da solo.
Ho assistito a tutto questo senza avere la possibilità di intervenire, semplicemente rimanendo chiusa nel mio tormento.
Perché sono morta, un'anima che può solo guardare e guardare.
Sei morto, Tom.
Figlio mio.
Sei morto come me. Anche tu hai avvertito le mie stesse sensazioni, quando spirai felice di aver dato inizio a una nuova vita?
Non lo saprò mai.
Non potrai mai raggiungermi, sei solo un residuo ferito, sanguinante e giacente.
È finita, figlio mio.
Siamo morti entrambi, senza la possibilità di ritrovarci, a causa delle tue scelte, della strada che hai intrapreso.
Non avrei mai voluto che finisse così.