Timeline: non ne sono certa, ma credo quando
Caroline avrebbe dovuto avere trent’anni o giù di lì, e
così tutti i protagonisti “umani”.
Challenge:
─ Prompt Caroline/Katherine - Lezioni di vita
Note:
─
Strettamente collegata a “Ginger”
– praticamente spiega il motivo per cui si è tinta i capelli.
─ Questa
doveva essere una cosa comica, invece è sfociata
nell’introspettivo. Io non so più che fare, mi arrendo. Ciò
che scrivo risulterà sempre il contrario di ciò che volevo.
─ Se vi
state chiedendo se un giorno deciderò definitivamente un’impostazione
per la pagina, la grandezza e il tipo di font, eccetera allora la risposta
è “no”. Sono un’indecisa cronica su questa cosa. ;O;
Disclaimer: I personaggi di “The vampire
diaries” non mi appartengono (ma se lo fossero sarei taaaanto felice,
sì :D).
No
rules
Le vie di
Barcellona erano piene di turisti accalcati attorno a bancarelle di ogni tipo,
coperte da grandi tendoni colorati che proteggevano dal sole. Il
chiacchiericcio insistente distrasse per un attimo Caroline, che con in mano un
frullato alla fragola stava osservando Katherine, intenta a provare un paio di
occhiali da sole con le lenti scure. Si perse con lo sguardo tra i passanti,
chiedendosi per un momento perché avvertiva quel senso di nostalgia alla
bocca dello stomaco: era da quando erano uscite dalla camera del motel in cui
alloggiavano, che aveva la sensazione che mancasse qualcosa in quel viaggio
attraverso città che prima aveva visto solo in cartolina. Ok, la
compagnia non era di certo quella che si aspettava: Katherine Pierce era l’ultima
persona con cui pensava di condividere un pezzo della propria eternità. Eppure –
nonostante un iniziale diverbio che era sfociato in una lite a base di graffi,
morsi e ciocche di capelli di una tra le mani dell’altra – si stava
rilevando una vera e propria scoperta. Katherine era sempre la solita stronza
doppiogiochista che l’aveva trasformata in vampiro per guadagnarsi la
libertà, ma il modo in cui aveva intenzione di trascorrere la sua
immortalità non era poi molto lontano dal suo obiettivo: divertirsi,
viaggiare, non badare ai limiti, non avere regole
di alcun tipo.
«Andiamo
al mare?»
Katherine
appoggiò gli occhiali da sole sopra ai capelli, senza tirare fuori dalla
borsa il portafoglio, e si passò una mano alla base della nuca,
infastidita dalla troppa gente presente.
«Non
abbiamo i costumi.» fece notare Caroline, prendendo poi un sorso del
frullato e incamminandosi tranquillamente per la via; il commerciante ignaro
del piccolo “furto” di Katherine aveva un’espressione ebete
dipinta in volto.
Katherine
sfiorò un foulard a fiori verdi e bianchi, «Li prendiamo, qual
è il problema?» domandò sfilando il foulard dal gancio e
osservandolo un attimo. Socchiuse appena gli occhi, prima di appoggiarlo su una
spalla della biondina, «Il verde ti dona, dovresti indossarlo più
spesso.»
«Ho la
carnagione troppo chiara, mi fa sembrare ancora più pallida.» fece
notare, noncurante del velato complimento che la vampira le aveva appena fatto:
ormai viaggiavano insieme per l’Europa da almeno un anno, sarebbe
sembrato strano il contrario. C’era confidenza tra di loro, qualcosa che
si avvicinava molto all’amicizia grazie a quei mesi trascorsi l’una
accanto all’altra a parlare e visitare ogni città insieme. Anche
se Caroline avrebbe giurato che Katherine non l’avrebbe mai ammesso ad
alta voce.
«Secondo
me è colpa del colore dei tuoi capelli.»
«Starai
scherzando, spero.» sbuffò Caroline.
Katherine scosse
la testa, i boccoli scuri incastrati sulla nuca da un elastico nero.
Spostò il foulard dalla sua spalla e le fissò i capelli biondi,
«Che ne dici di tingerli?»
«Assolutamente
no! Mi piacciono i miei capelli.» sbuffò l’altra, ignorando
lo sguardo deciso di Katherine, «Lo sai che da piccola tutte me li invidiavano? E anche
arrivata al liceo, hanno iniziato a dire che avevo i capelli da princ-»
«Scusa, ti
ho dato l’impressione che mi interessi qualcosa della tua
adolescenza?» la interruppe sul nascere Katherine, «E comunque
quella non è più la tua vita.» aggiunse con uno sbuffo
annoiato. Caroline si morse un labbro, abbassando lo sguardo, «Non sei
più quella persona e non devi comportarti come si sarebbero aspettati
gli altri.»
«Questa
sono io, Katherine.»
«No, non
è vero.» ribatté testardamente, «Credimi, ti ho
trasformata io e so com’eri
prima di diventare un vampiro. Prima di lasciare Mystic Falls. Ti ho osservata
per molto tempo, Caroline.» spiegò con tono tranquillo e senza
staccare gli occhi dai suoi. Caroline le invidiò per un momento quella sua
sicurezza nel modo di fare e di parlare, «Non sei una principessa. E non
lo sarai mai più.»
Caroline non
riuscì ad avercela con lei, per le parole senza filtri con cui le aveva
ricordato ancora una volta che ormai quella era la sua vita, che non poteva
scambiarla con quella di Elena o Bonnie – entrambe sposate, entrambe con
dei figli –, che non avrebbe più avuto la possibilità di
immaginare una famiglia con Matt. Non avrebbe avuto più niente.
«Non avrai
un futuro con nessuno, se non con te stessa.» aggiunse Katherine e le si
avvicinò con un sorriso storto sulle labbra, «La verità
è che hai accettato di viaggiare con me, perché siamo più
simili di quanto pensi.» sussurrò prima di sfiorarle una spalla
con propria e superarla.
Caroline rimase
ferma davanti alla bancarella, il foulard verde tra le mani.
«Caroline,
sbrigati!» Katherine si sedette sul letto, sfogliando disinteressata una
rivista, «Voglio essere in spiaggia il prima possibile.» aggiunse
iniziando a chiedersi perché ci stesse mettendo tanto. Era ormai chiusa
in bagno da un’ora. Sollevò un sopracciglio, non appena la porta
del bagno si aprì e Caroline gettò l’asciugamano sul letto,
dopo essersi frizionata i capelli velocemente.
«Il mare
non scappa.» affermò tranquillamente, reggendo il nodo
dell’accappatoio mentre cercava il costume da bagno nella valigia. I
capelli rossi le cadevano sulle spalle disordinati.
«Ti stanno
bene.» sorrise Katherine, accavallando le gambe e riportando
l’attenzione sulla rivista mentre aspettava che l’altra finisse di
prepararsi, «Ti consiglio il bikini verde.»