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Autore: emme30    28/08/2011    7 recensioni
Al McKinley è arrivato un nuovo personaggio ben più terrificante di Sue Sylvester che mano a mano riuscirà a spifferare tutti gli scandali che ci sono all'interno del Glee. Gossip Girl? No, peggio.
1. Lebanese? [Brittana] [Quinntana] [Kurtana]
2. Homeless? [Samcedes] [Kurtcedes]
3. Cheating? [St.Berry] [Puckleberry] [Hummelberry] [Finchel]
4. Mother? [UnholyTrinity] [Faberry] [Quick]
Dal Primo capitolo.
Buongiorno Liceo McKinley e buon inizio settimana! Qui è il vostro GB che vi parla, con uno scoop sensazionale. Avvistata, nelle vicinanze della bacheca degli annunci, sguardo fiero da leonessa, la nostra S. pronta a divorare chiunque si possa presentare davanti al suo provino per entrare nelle Cheerios. Sì, sì, avete capito bene, la stessa S. che un anno fa ha lasciato la squadra insieme alle sue fidate Q. e B. alla vigilia delle gare più importanti dell'anno. Posso giurare con i miei occhi di averla vista porre una firma sul foglio dei provini seguita dalle sue bionde preferite. O forse è solo una la sua bionda preferita?
Insomma, amoreggiare davanti agli armadietti non è molto professionale, cara S.! Opps, ho detto amoreggiare? Intendevo parlare. Sì, perchè, dopotutto, non c'è nessuna più etero di lei, no?
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Finn/Rachel, Mercedes/Sam, Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Mother?

In questa tiepido inizio di primavera, il vostro amato GossipB vi propone un sondaggio alla quale dovrete rispondere più che sinceramente.
Quanti di voi stamattina hanno litigato con la propria madre? Quanti le hanno detto che era una rompiscatole, che doveva farsi gli affari propri e l'hanno bellamente mandata a quel paese?
Su, non siate timidi. Tanto lo so.
La mamma sarà anche decisamente insopportabile, ma è sempre la mamma!
E qualunque cosa possiate dire a vostra madre, sapete sempre che sarà lì quando vi sbuccierete un ginocchio o avrete il cuore infranto.
Giusto? Beh, almeno, di solito è così che una madre dovrebbe comportarsi. Poi ovviamente ci sono anche quelle madri che si dimenticano di tutto ciò, si dimenticano di avere avuto una figlia. Fanno semplicemente finta di niente, visto che ormai non ne sono più responsabili.
Sì, fa strano parlare di una madre al liceo, ma dopotutto ce l'abbiamo anche noi una super-mamma qui, che gira nella sua uniforme dei Cheerios con lo sguardo fiero e altezzoso.
Q., questa domanda è per te. Che fine ha fatto la tua bambina?

 

A Quinn piaceva stare sugli spalti del campo da football. Dal gradone più alto si potevano vedere tutti i terreni della scuola: dove si allenavano le Cheerios, l'entrata della palestra, il parcheggio con tutte le macchine che brillavano alla luce del sole, il cortile, il campo da football con l'entrata nello spogliatoio, e se c'era bel tempo si riusciva anche a intravedere la mensa attraverso quei grandi finestroni trasparenti.

Amava stare in mezzo alla folla, ammirata e corteggiata da tutti, ma spesso preferiva stare da sola seduta da qualche parte, lontana da occhi indiscreti che avrebbero potuto giudicarla aspramente dopo averle fatto un commento più che ipocrita sul suo nuovo taglio di capelli.

Non aveva più voluto tenerli lunghi. Dopo le nazionali a New York dello scorso anno, aveva deciso di cambiare completamente tutto, a partire dai lunghi capelli biondi che le cadevano sulle spalle.

Appena diventavano troppo lunghi per i suoi gusti da ricordarle certi momenti, prendeva sempre la solita drastica decisione di darci un taglio.

Come se tagliando via i capelli avrebbe tagliato via anche i problemi.

A Quinn piaceva stare da sola un po' troppo spesso ultimamente, le piaceva il silenzio, la calma e il potersi rifugiare nei propri pensieri senza essere giudicata stramba da chi le stava intorno.

Sua madre diceva che ultimamente pensava troppo. Si preoccupava di cose che non erano reali, di cose che non esistevano se non nella sua mente. Ma sua madre si sbagliava. Non erano solo frutto della sua fantasia, non erano sogni sciocchi di una ragazzina.

Beth era reale.

Beth e i suoi occhi chiari come il cielo dopo la tempesta, le manine piccole e delicate che le avevano sfiorato dolcemente il viso nell'unico momento in cui era riuscita a tenerla in braccio, il suo sorriso mentre riposava tranquilla che era davvero troppo simile a quello del padre.

Beth. Semplicemente lei. Un nome che le rimbombava nella testa giorno e notte, che la faceva pensare, la faceva sorridere, ma soprattutto la faceva piangere.

Perchè Beth non era lì con lei. Era lontana, chissà dove, tra le braccia di qualcun altro. A chiamare mamma qualcun altro.

Era stata una sua decisione quella di non volerla crescere, ma questo non voleva dire che faceva male. Faceva dannatamente male. Aveva provato a nascondere tutto ciò, tutto il dolore e la sofferenza che aveva addosso. Ci aveva provato per più di un anno. Aveva cercato di dimenticare, di farsene una ragione, di fare finta non fosse successo nulla. La teneva lontana durante il giorno per poi rifugiarsi un quella mezzora che aveva potuto stringerla tra le braccia tutte le notti.

Per un anno e mezzo aveva fatto così, finchè quel dannatissima blog non le aveva ricordato che razza di persona era. Che razza di madre era.

E anche solo al ricordo della morsa che le aveva preso lo stomaco quando aveva letto quelle parole sullo schermo del suo cellulare, le lacrime tornarono a scendere copiose sulle sue guance.

Ehi Fabray, finalmente ti abbiamo trovata! La Sylvester ti cerca da mezzora, siamo in ritardo per l'allenamento!”

Quinn alzò la testa, gli occhi pieni di lacrime e la bocca asciutta, mentre guardava Santana e Brittany che si avvicinavano. Scorse un'espressione confusa sui loro visi prima di cominciare a singhiozzare e tremare.

Quinn, cosa ti succede? Non c'è bisogno di piangere perchè sei in ritardo. La Coach non ti dirà niente.”

Brittany si sedette al suo fianco e le prese una mano con il suo solito fare ingenuo e protettivo, mentre Santana, in piedi di fronte a lei, la guardava. Non si sedette di fianco alla bionda per cercare di confortarla come stava facendo Brittany, la guardava e basta.

Quinn pianse mentre Brittany le stringeva la mano e Santana la confortava con lo sguardo. Pianse come piangeva quando i sogni che faceva la notte diventavano troppo vividi e si sentiva tremendamente sola nel suo letto.

Senti Quinn, se è per quello stupido blog, non farci caso, non ne vale la pena, noi sappiamo-”

Ma Santana non riuscì a finire la frase, che Quinn si alzò in piedi a esattamente due centimetri dal suo viso e la guardò dritta negli occhi.

Tu non sai niente. Niente, hai capito?” Il suo tono era gelido e tagliente. Ferito.

Nessuna di voi lo sa. Nessuno può capire quello che provo, quindi fatemi il favore di lasciarmi stare.”

Ma Quinn-” Brittany si era alzata in piedi e aveva provato a metterle una mano sulla spalla, facendola allontanare ancora di più.

Quinn le guardò, mentre le lacrime tornavano a rigarle le guance e si metteva una mano sullo stomaco.

Non voglio avervi intorno. Voi e i vostri stupidi problemi. Non potrete mai capirmi. Lasciatemi stare.”

Consapevole di essere stata tremendamente cattiva con due delle persone più care che aveva, due persone che volevano solo aiutarla, corse via.

Fuggì. Perchè in quel momento la fuga sembrava la cosa migliore da fare.

Perchè fuggire era semplice.

 

Ma dove scappa la nostra mammina? Oh, è così che ci si comporta con zia S. e zia B.? Ma che maleducazione, magari volevano solo offrirsi da babysitter per la tua piccola B.. Oh già, ora ricordo. La tua piccola B. non ha bisogno che due stupide cheerleader la tengano buona. Perchè la tua B. ha sicuramente qualcuno che le vuole bene e che a lei tiene molto più di quanto potresti fare tu. Q., te lo chiedo di nuovo. Che fine ha fatto la tua bambina?

 

 

Quinn aveva saltato già due lezioni del Glee quella settimana, e pure gli allenamenti delle Cheerios.

Andava a lezione, faceva finta di stare attenta, rispondeva alle domande dei professori, evitava le amiche, si rifugiava nei bagni nei cambi d'ora. Passava la mattina a dare una certa immagine di se, la solita Quinn altezzosa nella sua divisa dei Cheerios, con i suoi capelli legati a malapena in una coda, con lo sguardo che avrebbe potuto immobilizzare chiunque.

Ma quando veniva il momento di doversi confrontare con gli altri, scappava. Fuggiva in auditorium e piangeva. Piangeva sempre troppo spesso ultimamente. Non ce la faceva più, non riusciva più a sopportare quegli sguardi che la accusavano, le voci nei corridoi, il dolore che provava per non essere in grado di reagire. Piangeva, perchè piangere era semplice, era qualcosa che riusciva a fare. Non la faceva stare meglio, ma almeno era qualcosa che non la faceva sentire in colpa.

Si sedeva sullo sgabello del pianoforte e subito i tasti neri e quelli bianchi si confondevano tra di loro, la vista le si annebbiava e si sentiva il dorso delle mani umide. Rimaneva lì, sola. Incapace di trovare un rimedio al dolore che le stava distruggendo il cuore e la mente.

Anche quel pomeriggio era lì da sola, tirava su con il naso e si asciugava ogni lacrima che le scendeva lungo la guancia. Cercava di non pensare, occupava la mente con pensieri stupidi, ma quelle parole tornavano sempre a galla. Che fine ha fatto la tua bambina?

Avrebbe voluto avere una risposta a quella domanda, avrebbe voluto scriverlo a quel dannatissimo GossipB. Avrebbe voluto far capire a tutti cosa stava passando.

Ma non poteva. Non ci riusciva. Perchè quella domanda la faceva tremare e le faceva male. Troppo male.

Ad un certo punto sentì qualcuno che apriva la porta dell'auditorium e una voce familiare chiamarla per nome.

Quinn, sei qui?”

La bionda non rispose, continuò a fissare i tasti del pianoforte di fronte a lei, finchè non sentì dei passi raggiungere la sua postazione al lato del palco.

Hey, Quinn, posso-”

Vattene Berry. Non ho bisogno di te, la tua petulante presenza mi innervosisce e basta. Lasciami sola.”

Quinn sperò di essere stata abbastanza cattiva con Rachel, così cattiva da farla scappare via. Non le importava di ferire le persone, ferire gli altri la faceva stare meglio con se stessa, sentiva meno dolore, seppur per pochissimo tempo, poi se ne pentiva, e stava di nuovo male. Era un circolo vizioso ormai, dal quale purtroppo non riusciva ad uscire.

Ma Rachel non se ne andò, le si sedette addirittura di fianco sullo sgabello, facendo sbuffare la bionda. Quinn fece per alzarsi e andarsene quando sentì la mano di Rachel posarsi sulla sua.

Devo parlarti, per favore non scappare.”

Non ne ho bisogno. Non ho bisogno di sentire-”

E invece dovresti, perchè io non voglio farti del male. Non voglio giudicarti. Voglio aiutarti. Per favore ascoltami.”

Quinn rimase in silenzio a guardare dritta davanti a se, sentendosi gli occhi di Rachel sul collo che aspettavano il suo consenso. La bionda annuì lievemente e rilassò la schiena, senza smettere di fissare i ghirigori presenti sul leggio del pianoforte.

Volevo darti questo.” Rachel le mise un foglio di carta piegato in due davanti.

Quinn lo guardò, ma non lo prese in mano. “Che cos'è?” il suo tono di voce era scocciato, annoiato.

Rachel non rispose, ma la incoraggiò a prenderlo in mano ed aprirlo, cosa che fece un po' titubante quando capì che la risposta di Rachel non sarebbe mai arrivata.

Aprì i due lembi del foglio molto lentamente, per poi leggere un numero di telefono ed un indirizzo.

Rachel la precedette prima che potesse chiederle cosa fossero.

Indirizzo e numero di telefono della mia mamma. So che stai passando un brutto periodo e che in teoria non dovrei farlo, ma ho pensato potesse esserti utile. Vedo quello che stai diventando Quinn, le occhiaie sul tuo viso sono una prova più che sufficiente per dimostrare quanto tu stia male.”

Quinn era rimasta scioccata. Non riusciva a dire una parola, non riusciva a pensare ad altro che non fosse Beth. Le lacrime tornarono a scorrerle sul viso mentre con una mano cercava di asciugarsi le guance.

Rachel le mise un braccio intorno alle spalle, aspettandosi che Quinn la mandasse via, ma incredibilmente, non successe nulla. La bionda si adagiò sulla sua spalla e continuò a singhiozzare, facendosi stringere da Rachel.

Rimase tra le sue braccia per un paio di minuti, sempre tenendo in mano il foglio che le aveva appena dato, aveva paura di mollare la presa, aveva paura volasse via, si smaterializzasse da qualche parte, e questo non poteva davvero permetterselo.

Si alzò goffamente dalla spalle di Rachele cominciò ad asciugarsi le guance e ricomporsi, mentre la mora la guardava con un sorriso, quasi come se fosse orgogliosa.

Grazie. Non capisco perchè tu sei sempre così carina con me nonostante io mi comporti sempre da stronza.”

Perchè vedo che sei sola. E nessuno dovrebbe esserlo. Soprattutto una persona coraggiosa come te. Non badare a quello che dice la gente, perchè nessuno può capire quello che hai passato.”

Quinn ridacchiò sarcastica, asciugandosi le ultime lacrime dal viso. “Coraggiosa? Io? Ma andiamo, ultimamente scappo da qualunque cosa.”

Scappi perchè non riesci ad accettarti”. Il tono di Rachel era dolce come il miele, persuasivo. Emanava sicurezza. “Non hai fatto un torto a nessuno Quinn, hai fatto una scelta difficile, ma non devi permettere che questa scelta ti distrugga. Quando ti accetterai per la persona meravigliosa che sei non scapperai più, e ti sentirai a posto con la tua coscienza.”

Quinn rimase in silenzio e senza accorgersene si aggrappò alla mano di Rachel.

Non si dissero più nulla quel pomeriggio, rimasero insieme ancora qualche ora nell'auditorium, Quinn aggrappata a Rachel come se stesse per cadere e con il foglietto più prezioso della sua vita nell'altra mano. Rachel non la lasciò andare neanche per un attimo, le rimase accanto miracolosamente in silenzio, decisa ad esserci per quella ragazza spaventata e ultimamente troppo spesso in fuga.

Ma quel pomeriggio Quinn non fuggì. Non sarebbe più fuggita dalla persona che era.

Non sarebbe più fuggita da Beth.

 

 

Ehi Q., hai finito di nasconderti in auditorium? Dovresti essere contenta, tra un paio di settimane è la festa della mamma, chissà cosa ti regalerà la tua bambina. Non sei eccitata? O forse sarà la sorellastra di tua figlia a farti un bel regalo? Oh andiamo, come mai giri sempre con quel foglietto di carta?
Ci sarà mica scritto cosa fare per sentirti meno in colpa? Chissà quanto resisterai ancora prima di scappare di nuovo in lacrime. Guardati intorno Lucy. GossipB ha occhi dappertutto!

 

 

Quella mattina Quinn entrò a scuola con un sorriso, con la testa alta, i capelli biondi sciolti sulle saplle e le mani appoggiate sui fianchi. Si sentiva forte, la decisione che aveva preso il giorno prima grazie a Rachel l'aveva resa più sicura di se stessa. Mentre passava per i corridoi sentiva la gente bisbigliare, poteva vedersi indicare da giocatori di football e matricole, ma lei continuava a camminare, fiera.

Non poteva scappare, doveva essere abbastanza forte da riuscire a fregarsene di quello che pensavano gli altri. GossipB poteva anche avere occhi dappertutto, ma questa volta era abbastanza forte per rimanere salda sulla decisione che aveva preso, decisione che si delineava sempre di più nella sua mente ogni volta che pensava a quell'indirizzo scritto sul foglietto con il quale aveva dormito al notte prima.

Perchè adesso sapeva rispondere a quella domanda. Sapeva che fine aveva fatto la sua bambina. Sapeva che era al sicuro, con qualcuno che l'avrebbe sempre amata e le avrebbe insegnato ad essere una persona forte. Come lo era stata lei.

Doveva essere forte per la sua Beth, glielo doveva in fondo.

Anche se era davvero difficile essere forte con tutti quegli sguardi addosso. Quinn sapeva di essere forte, ma forse non così tanto.

Si fermò davanti al suo armadietto, cercando di ignorare la pressione che quegli sguardi le mettevano sulla sua divisa rossa, voleva andarsene, ma non poteva distruggere tutti i buoni propositi che si era creata. Non potevano manipolarla a quella maniera.

Poi una voce alle sue spalle la fece destare, alzò lo sguardo da pavimento e si voltò con un mezzo sorriso e le sopracciglia corrugate.

Beh? Cosa avete da guardare? Volete una foto della madre di mia figlia? Smammate.”

Quinn si scostò i capelli dagli occhi e lo guardò confusa. “Cosa diavolo stai facendo Puckerman?”

Lui non le rispose, le si avvicinò, le cinse il fianco con un braccio e la condusse in una classe vuota. “Sono giorni che ti cerco in giro per scuola, si può sapere dove sei finita?”

A Quinn non piaceva quel contatto troppo ravvicinato e il fatto che fossero soli in quella classe avvolta nella penombra. Provò ad allontanarsi, ma le braccia forti di Puck la tennero ferma di fianco a lui.

Puck, cosa diavolo vuoi? Levami queste manacce di dosso.” Provò ancora a dimenarsi, ma poi si sentì avvolgere in un caldo abbraccio. Sentì la fronte di Puck appoggiarsi alla sua spalla e il suo respiro sul collo, mentre una mano le carezzava dolcemente la schiena. Smise di divincolarsi e sentì un brivido percorrerle la spina dorsale. Appoggiò il viso al petto di Puck e chiuse gli occhi.

Voglio starti vicino. E voglio che tu stia vicino a me.” disse lui all'improvviso.

Quinn rimase pietrificata. Mai avrebbe pensato di sentirgli dire quelle parole. Il respiro le si fece più pesante e non rispose, rimase incatenata in quell'abbraccio.

Non mi piace come ti hanno presa di mira questa settimana, non penso di poterlo sopportare ancora. Perchè quelle parole hanno fatto male anche a me. Io non- cioè, cazzo. Non volevo dire quello. Insomma, hai capito. Io sono pur sempre Puckzilla. E Puckzilla non può permettersi di stare male per certe cose.”

Quinn sorrise. Sapeva che non avrebbe ottenuto di più da Puck, ma quell'abbraccio caldo e rassicurante valeva più di mille parole.

Aveva pensato tanto a loro due, anche dopo che lui e Lauren si erano lasciati, ma non avevano mai parlato di quello che era successo, semplicemente perchè il sorriso sul volto di Puck le ricordava il primo sorriso che aveva visto sul volto della sua bambina.

Ma era scappata da quei ricordi per troppo tempo ormai. Non aveva più la forza di voltargli le spalle.

Ti ricordi cosa mi hai chiesto quella volta in ospedale?”

Ti ho chiesto se mi amavi.”

E io cosa ti ho risposto?”

A Quinn morirono le parole in gola. Ricordava perfettamente quella conversazione, non avrebbe mai potuto dimenticarla.

Mi hai detto di sì. Soprattutto in quel momento mentre stavamo-” Ma non riuscì a finire al frase, perchè in quel momento le sue labbra furono catturate in un lieve bacio da quelle di Puck. Non fu un bacio affamato, pieno di desiderio o disperato. Fu un bacio dolce, romantico e perfettamente consono alla situazione.

Quando si separarono, lui le prese il mento tra il pollice e l'indice, mentre con l'altra mano le carezzava dolcemente la guancia.

Non ho mai smesso. Sono stato un coglione, perchè io sono un coglione. Ma non ho mai smesso di provare quel sentimento per te.”

Quinn gli sorrise. Aveva finalmente trovato chi potesse aiutarla a non scappare.

Ho anche preso una cosa per te. Volevo dartelo l'anno scorso, prima di partire per le nazionali, ma non ho avuto il coraggio.”

Quinn guardò curiosa il pacchettino che Puck aveva tirato fuori dalla giacca di jeans e lo aprì lentamente.

Dentro c'era una catenina d'oro con un piccolo ciondolo a forma di B. Era piccolo ma bellissimo, luccicava nella luce del sole. Quinn si portò una mano sulla bocca, mentre una lacrima le scendeva sulla guancia, prontamente catturata dal pollice di Puck.

Ehi, mica volevo farti diventare una fontana. Vieni, fammi vedere come ti sta.”

Prese goffamente la collanina dalla scatola e gliela allacciò intorno al collo. Mentre faceva quell'operazione, Quinn notò una piccola B argentata che penzolava dal suo polso, appesa ad uno dei tanti braccialetti neri che aveva. Quando Puck ebbe finito di armeggiarle dietro al collo, lasciò cadere il ciondolo proprio all'altezza del cuore, guardandolo soddisfatto.

Grazie.”

Puck le sorrise e la prese per mano. “Dai su, dobbiamo andare alle prove, la Berry ci ammazza se siamo in ritardo. Ah e stasera vai a vedere su GossipB.”

Quinn fece una smorfia mentre si recavano nella choir room. “Per quale motivo? Quel blog mi ha già rovinato abbastanza la vita.”

Tu fidati, stasera B si farà da parte. Gli ho lasciato io un bel messaggino da trasmettere.”

Quinn lo guardò scioccata. “Hai scoperto chi è?”

Ci sto lavorando, nel frattempo gli ho inviato un messaggio.”

E cosa gli hai scritto? Dai dimmelo!”

Puck sorrise, diabolico. “Una cosa degna di Puckzilla.”

 

Edizione straordinaria, miei cari lettori. Stasera vorrei pubblicare cosa mi sono trovato stamattina nella casella di posta. Un messaggio del prode P., accorso per salvare la sua bella, e l'unico finora che è riuscito a scovare il mio indirizzo e-mail. A proposito, i miei complimenti! Ma ci vuole ancora un bel po' di lavoro per scoprire davvero chi sono. Un indizio? Sono molto vicino. In effetti io sono dappertutto!
Risposate finchè potete ragazzi e ragazze del McKinley, perchè lunedì GossipB è di nuovo in azione.
Oh, lo so che mi amate. Inutile negarlo.
KissKiss
GossipB
 
"Non so chi caz*o sei o cosa caz*o vuoi da Q., ma rispondo io alla tua domanda del caz*o. Vuoi sapere che fine ha fatto nostra figlia? Te lo dico io visto che mi sento preso in parte. Nostra figlia è con una persona che la ama e la rispetta, che le può dare una vita e tutte le possibilità che due sedicenni non sarebbero mai riusciti a darle. Ma che nessuno metta mai in dubbio che per noi sia stato facile, che sia stato bello. Non possiamo stare vicini fisicamente, ma mai ci dimenticheremo di lei. E chiuditi quella caz*o di bocca! Giuro che ti troverò, fosse l'ultima cosa che faccio, dovessi finire di nuovo in riformatorio. Aspettami B!"
 

Aaaaah stavolta non mi sono fatta aspettare troppo, contenti? :D Ci ho messo tutto il giorno per scrivere questa roba che sinceramente non mi convince neanche troppo. Boh, giudicate voi.
Mi sa che Quinn è un pò OOC, o.O non lo so, davvero XD ditemi voi se suona strana solo a me XD
Probabilmente è pieno zeppo di errori grammaticali o di battitura, se li trovate fatemeli notare che correggo :)) sono un po' andata al momento e non riesco a correggere nulla XD
E il prossimo dovrebbe essere l'ultimo, e visto che è dedicato alla mia OTP ci devo pensare bene bene, ma spero di non far aspettare molto, anche perchè ho un altro progetto che vorrei iniziare a breve...quindi prometto che non ci sarà da pazientare più del dovuto :) in teoria io dovrei anche studiare, ma fa lo stesso XD facciamo finta di nulla XD
Ok, sì, la pianto di dire cagate. fatemi sapere se vi è piaciuto! :)))
KissKiss
GossipMarti
   
 
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