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Autore: Shu1988    30/04/2006    5 recensioni
I personaggi di Saiyuki alle prese con l'esame di maturità, ispirato all'omonimo film. Cinque diverse visioni del più straziante esame della vita di un adolescente.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Gokugakuji, Kanzeon Bosatsu, Kogaiji, Lirin, Sha Gojio, Son Goku, Yaone
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8. Strade incrociate

 

Goku salutò Homura solo qualche ora più tardi, quando si accorse d’essere in ritardo per la cena. Se non avesse fatto in fretta, Nataku avrebbe cominciato a bombardarlo di chiamate, cosa che Goku avrebbe preferito evitare. Come se non bastasse, doveva ancora passare al supermercato per il latte, che aveva finito lui stesso la mattina prima. Se fosse tornato a casa senza, il suo coinquilino, già più che stressato a causa degli esami, non l’avrebbe presa molto bene. Il tempo, nel frattempo, era notevolmente peggiorato. Nuvole grigie si erano addensate nel cielo sopra di lui, un tantino inquietanti, promettevano pioggia. In contemporanea il vento si era alzato notevolmente, tanto che non sembrava quasi più di essere in estate. Per un momento Goku tornò con la mente a quell’inverno piovoso, a quando poi la pioggia era mutata in neve, e lui e Gojyo, a casa per le vacanze invernali, si erano ritrovati davanti alla scuola la mattina presto, e, scavalcato il cancello (Goku ci aveva messo un po’ di più rispetto all’amico) i due si erano dati alla creazione del loro personale pupazzo di neve, che, in seguito, aveva lentamente assunto, per caso, o forse apposta, le sembianze del prof di matematica. Goku ridacchiò tra se e se a quel pensiero, e pensò di chiamare Gojyo per ricordarlo anche a lui. Entusiasta, fece per estrarre il cellulare dalla borsa, poi se ne ricordò. Lui e Gojyo avevano litigato quel giorno stesso, come aveva potuto dimenticarsene? Certo che, si disse, è proprio vero che quando si va avanti con l’età, si finisce per andare fuori di testa del tutto. Eppure, proprio in quel momento, oltre a sentirsi terribilmente stupido, Goku avvertiva anche qualcos’altro. Un’orrenda sensazione alla bocca dello stomaco, come se gli avessero aperto la pancia e ci avessero infilato un blocco di marmo. Aveva litigato con Gojyo. Con Gojyo. Era quello il motivo, era quello il problema. E Goku sapeva benissimo di non poter andare avanti così. Lo chiamerò una volta a casa, si disse, dopodichè entrò nel supermarket.

 

Nel mentre, Genjo Sanzo camminava, semplicemente, assorto nei suoi pensieri, pensieri che da sempre lo attanagliavano. Era sempre stato, dalla nascita, un tipo piuttosto pensieroso, sempre preso dai ricordi e da i suoi troppi e indimenticabili problemi, che mai, mai, aveva esposto ad anima viva. D’altronde, si diceva, nessuno avrebbe mai potuto capire esattamente quello che aveva passato. Nessuno avrebbe mai potuto aiutarlo a sfuggire agli incubi ricorrenti che di notte lo tormentavano. Nessuno avrebbe mai potuto salvarlo da quella che era la sua vita. Quando aveva cercato di parlarne con Hakkai, una sera, era subito tornato sui suoi passi, ma Hakkai non se l’era presa. Aveva semplicemente detto a Sanzo che lui ci sarebbe sempre stato, nel caso avesse voluto cominciare a parlargliene. Un tipo affidabile Hakkai, e Sanzo sapeva perfettamente che, se gli avesse raccontato il suo passato, il ragazzo non ne avrebbe mai parlato a nessun altro, perché si trattava di un uomo di parola, molto onesto, probabilmente l’unica persona in cui Sanzo avrebbe riposto ciecamente tutta la sua fiducia. Eppure, si disse, accendendo una sigaretta delle tante nel pacchetto appena acquistato, neppure quella volta era riuscito ad aprirsi, nonostante la persona che aveva davanti fosse proprio Hakkai. Sanzo si chiese perché, assaporando il sapore del fumo sulla lingua. Un sapore amico, un sapore di sempre. Anche di quella volta, quando quello sprovveduto aveva osato sfidarlo. E quell’altra, quando le lacrime avevano inumidito la sua camicia. E quell’altra volta ancora, quando il sangue aveva sporcato la neve.

 

Guardare fuori dalle costose vetrate, e vedere solo le stelle. Le stelle, e l’immenso. Niente di meglio, si disse Kougaiji, sorridendo di se stesso, perché mai nella sua vita avrebbe potuto pensare di divenire così romantico. Ma forse, nei momenti di squilibrio e devastazione interiore, quando tutto ciò che ti circonda sembra fragile come una scultura di ghiaccio in un giorno di afa estiva, ogni uomo diviene improvvisamente fragile e sensibile. E così, probabilmente, doveva essere capitato anche a lui. Con questa nuova consapevolezza in testa, il giovane si abbandonò sul divano bianco nell’enorme camera da letto, così da poter continuare a seguire liberamente quello spettacolo mozzafiato. C’era una stella più grande delle altre, lassù. Chissà, forse la stella polare. Doveva esserlo. Il piccolo carro nella sua integrità splendeva d’innanzi ai suoi occhi, e Kougaiji si chiese come avesse potuto tralasciare la bellezza degli astri sino a quel momento. Forse, di disse, era stato più impegnato ad analizzare e a vivere con tutta l’anima le bellezze terrene. Come lei, la sua Yaone. La sua ragazza, la sua donna, colei che ora sembrava aver ritrovato la fiamma di un tempo. Cho Hakkai. Ancora. Seccato, alzandosi dal divano, Kougaiji raggiunse la sua piccola riserva d’alcool personale, che, a dir la verità, non era molto frequentata dal suo proprietario. Ma quella sera era una sera speciale. La sera che segnava l’inizio di una vera e propria guerra. E Kougaiji brindò a se stesso e alla sua vittoria.

 

Dopo cena, Nataku provò a costringere Goku ad un’ennesima sessione di studio massacrante, ma, in qualche modo, Goku riuscì ad evitarla, andando subito a rinchiudersi nella sua stanza, dove ciò che lo accolse furono il silenzio assoluto e gli innumerevoli peluche, che lo squadravano dall’alto delle mensole, invitandolo silenziosamente a fare ciò che doveva fare. Ciò che era giusto fare. Ciò che Goku fece.

-pronto?-

Ecco, forse non era davvero pronto. O forse si?

-Gojyo.. ehm ,sono io,Goku-

Un sospiro al di là dell’apparecchio. Forse Gojyo si era arrabbiato con lui per come l’aveva trattato.

-Mi chiedevo quando avresti chiamato, stupida scimmia!-

Goku si ritrovò a sorridere al telefono, il cuore a mille di felicità, così rasserenato come non lo era mai stato.

-Allora… Allora non sei arrabbiato con me?- chiese, timido.

-Non potrei mai, scimmia. E anche questa mi sembrava una cosa logica… ma non sai fare domande meno stupide?-

Ancora una volta, Goku sorrise. Non si arrabbiò come avrebbe fatto normalmente, non se la prese. Sapeva che quello era il modo di fare di Gojyo, del suo migliore amico e lo accettava quella sera come non mai.

Niente, niente, si disse, mentre ascoltava Gojyo lanciarsi in una serie di insulti scherzosi a lui rivolti, avrebbe cambiato Gojyo. E niente, rifletté, avrebbe cambiato lui, Goku. Perché niente avrebbe cambiato ciò che erano, e ciò che, da sempre, li legava. Niente avrebbe mai separato le loro strade incrociate.

 

 

 

Ed ecco il nuovo capitolo ^_^

Non voglio far altro se non ringraziare i commentatori del precedente, del settimo capitolo: Didi Black! (immancabile), Black Moody (pure!), Animor, Siz (la cui ff è assolutamente splendida…) e Kialinus. Grazie mille a tutti voi e a coloro che hanno letto senza commentare.

 

Shu.

  
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