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Autore: HermyBlack    29/08/2011    1 recensioni
Immaginate di abitare in una grande città,in appartamento con un finestra sulla strada.Avreste la possibilità di vedere molte vite passare,vite sconosciute ma non per questo meno interessanti.
Soprattutto quando all'orizzonte c'è una catastrofe che si avvicina non troppo lentamente.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dalla finestra del mio appartamento vedo la gente che corre per le strade.
Vedo mamme che abbracciano i figli,vedo donne che cercano disperatamente i lori uomini.
Vedo le espressioni di sollievo dipingersi sui loro volti quando arriva la certezza che i loro cari sono al sicuro.

Dalla finestra del mio appartamento vedo gente di ogni tipo correre,ci sono quelli "chic", vestiti bene (tailleur o smoking),che cercano di apparire imperturbabili;parlano al telefono e,intanto,cercano di richiamare l'attenzione di un taxi.

Illusi!

Quale tassista si preoccuperebbe di “scarrozzare” al sicuro estranei invece che i suoi cari o semplicemente se stesso?
Dalla finestra del mio appartamento vedo che in mezzo ai chic si mescola un’altra categoria:i casual.
Sono molti,a New York, i casual.
Si differenziano dagli chic perché tentano di salvarsi mandano a quel paese l’apparenza.

Illusi!

È nella natura dei Newyorkesi preservare l’apparenza,chi siete voi?Come fate a essere diversi da uello che la vostra natura vi comanda di fare?
C’è una terza categoria;è una categoria difficile da etichettare:è il suo pregio.
C’è chi parla di “piccoli”,chi di “infanti”,”innocenti”...la più banale? “BAMBINI”.
Questa è l’unica categoria che comprende persone e non gente.
Sono persone perché non hanno paura di mostrare i loro sentimenti. Sono lo specchio delle anime che li circondano.
Si sentono al sicuro quanto chi li abbraccia lo è;se li guardi impaurito,avranno paura anche loro...
Adoro i bambini,sono così onesti e puri!
Dalla finestra del mio appartamento apprezzo la loro semplicità che,unita al loro candore,li fa essere più intelligenti e saggio di quelli che noi chiamiamo “ADULTI”.
Mi sento vicina a questa categoria anche se faccio parte di una piuttosto ristretta. Solo io.

Sono davanti alla finestra de mio appartamento,perché non posso mettermi in salvo.
Tra poche ora l’Uragano Irene si abbatterà sulla mia città,sulla mia New York.
IO?Io non posso scappare.

È buffo che questo uragano si stato chiamato come la donna che mi ha impedito di salvarmi. Che gusto amaro ha il destino.
Se,tre mesi fa, Irene Donovan avesse prestato attenzione alla strada e non a un messaggio di qualche sua amica,avrebbe visto il segnale di stop. Si sarebbe fermata e quella,per me,sarebbe stata una serata come le altre.
Invece,non guardando la strada,non ha visto lo stop e ha proseguito.
In quel momento passava la macchina di mio padre:a bordo c’era tutta la nostra famiglia.
Ricordo ancora il rumore dell’impatto,ricordo anche il suono delle sirene e dei medici.
In particolare mi ricordo il timbro maschile che mi spiegò l’incidente,non si incrinò mai;neanche quando mi disse che i miei genitori e mia sorella di appena sei anni erano morti nell’impatto.
Non si incrinò nemmeno quando mi mise al corrente del mio destino:avrei dovuto passare tutta la mia vita su una sedia a rotelle.
Se solo quella donna avesse guardato la strada!

Riemergo dal profondo mare dei ricordi tristi.

Non poso mettermi in salvo. Sono bloccata all’ultimo piano di un condominio delle zone povere. Non conosco nessuno. Ci eravamo trasferiti da due settimane quando è successo l’incidente;dopo,mi sono chiusa qui,vivendo alla bene e meglio.

Non sono triste al pensiero di quello che mi aspetta.
Presto raggiungerò le tre persone che più mi stanno a cuore.

Dalla finestra del mio appartamento guardò fuori e vedo quella che mi sembra l’apocalisse.

Mamma,Papà,Agata....arrivo da voi!

Senza aspettare un altro minuto,chiudo gli occhi,lasciando che si compia il mio destino.

  
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