Happy Ending: Cap. 1
Quartiere
generale degli Auror, Londra.
-
Signorina Granger, ha inviato una pattuglia per la
perquisizione a Nocturn Alley?- domandò dalla fine
del corridoio Kingsley, dirigendosi a grandi passi verso il suo ufficio.
-
Certo, signore…è tutto a posto, Magie Sinister è già
stata perquisita.- rispose Hermione in tono
professionale, facendo capolino dalla sua scrivania.
Dopo
la guerra contro Voldemort era entrata subito a far
parte degli Auror, senza nemmeno finire gli studi ad Hogwarts. La professoressa McGrannit,
nuova preside della scuola, aveva ritenuto inopportuno che frequentasse il
settimo anno e vista la sua bravura, aveva dovuto sostenere solo l’esame finale
dei M.A.G.O., uscendone a pieni voti. Sul suo viso non c’era più traccia della
guerra, né di tutto il dolore che aveva provato nel veder seppellire Fred, Tonks e Lupin. Ora era una giovane donna che a soli
diciotto anni si trovava a capo di un’intera divisione di Auror.
I suoi buoni voti alla fine erano serviti a qualcosa.
Gettò
uno sguardo all’orologio, erano quasi le nove di sera. Lavorava senza sosta e
lì al quartiere generale c’era sempre un via vai di personalità importanti
nell’ultimo periodo. Finì di sorseggiare il suo caffé
e si diresse verso l’uscita del grande palazzo con Harry.
-
Come sta Ginny?- chiese subito all’amico, mentre
salivano nell’ascensore. In quel periodo la sorella minore di Ron si stava rivelando più ribelle del consentito, la
settimana scorsa aveva alzato troppo il gomito ed era finita sulla Gazzetta del
Profeta per aver quasi incendiato il dormitorio femminile di Grifondoro.
-
Ora sta meglio, ma Madama Chips la tiene sotto controllo... ha ingerito così
tanto alcol che ha vomitato per tre giorni di seguito.- rispose amaramente
Harry, senza staccare lo sguardo dalle sue scarpe. – Ma cosa le sta
succedendo..?- mormorò poi tra se.
Hermione scosse
la testa. “Se quella ragazza non la smette subito, non oso immaginare in che
guai potrebbe cacciarsi.” pensò.
Hogwarts,
dormitorio femminile del settimo anno.
Ginny era
andata a dormire presto quella sera, non voleva sorbirsi le attenzioni morbose
di Madama Chips. Si era infilata sotto le pesanti coperte color rubino, aveva
chiuso il baldacchino e aveva preso a guardare il soffitto.
-
Perché te ne sei andata, Hermione?- sussurrò, mentre
una lacrima le solcava la guancia sinistra. Le scappò un singhiozzo e si coprì
la bocca con una mano per non attirare l’attenzione delle altre compagne di
stanza. – Perché mi hai lasciata sola con i fantasmi del mio passato?-
No,
non avrebbe passato di nuovo la notte a piangere. Si rigirò violentemente sotto
le lenzuola e cercò di addormentarsi.
-
Devo andarmene, Ginny. E’ giusto così… non c’è nient’altro
che mi trattiene in questo posto. – Hermione aveva un
viso impassibile, non voleva lasciar trapelare nemmeno una goccia di tutto il
dolore che provava nel ritornare sul campo di battaglia. E il risentimento di
dover lasciare sola una delle persone più importanti della sua vita.
-
Hermione… dopo tutto ciò che è successo?- sussurrò
l’altra, soffocando a stento le lacrime - Non mi hai dato nemmeno il tempo di…-
Ginny si
svegliò di colpo, erano le due del mattino. Ancora quel sogno, non ne poteva
più. Si alzò e controllò che tutte le altre stessero dormendo. Scese dal letto
e tirò fuori dal baule una bottiglia di Whisky Incendiario. Il suo rimedio
contro Hermione.
-
Non mi hai dato nemmeno il tempo di dirti ciò che provo per te.- bisbigliò nel
buio, per poi cadere nelle spira infuocate dell’alcol.