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Autore: Hishino and Olorin    29/08/2011    0 recensioni
Quando Katia comunica a Emma che dal giorno seguente non avrebbe più condiviso l'appartamento con lei per andare a convivere con il grande amore della sua vita, per la nostra protagonista è l'ennesima mazzata dopo una giornata di catastrofi continue...il pc rotto e l'ennesimo litigio con il proprio ragazzo. Ma quando le speranze di trovare una nuova coinquilina sembrano vane...ecco che appare Elias: nipote dell'anziana proprietaria dell'appartamento in cui Emma vive.
Bellissimo ma altrettanto odioso, Elis stravolgerà tutta la vita della ragazza, a volte trasformandola nel paradiso terreste altre volte rendendogliela un vero e proprio inferno!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II



 

 
Quando avevo aperto la porta ciò che mi trovai davanti non era esattamente ciò che mi aspettavo di vedere.
Insomma; la signora Ferranti era un’adorabile vecchietta ottantenne che aveva passato la maggior parte della sua vita in Inghilterra. Dopo il matrimonio con il signor White, nobil uomo britannico, aveva fatto il suo debutto nell’alta società. Girano persino voci che sia stata, più volte, ospite della regina; ma non saprei affermare con certezza la veridicità di questo pettegolezzo.
Dopo la morte del marito, avvenuta dieci anni fa, aveva deciso di ritornare nella sua terra madre; l’Italia. Ma non aveva mai perso la raffinatezza, l’eleganza e la classe che l’Inghilterra le aveva insegnato. Vestiva sempre in modo impeccabile e con gusto. Era sempre cortese e gentile con tutti, si notava subito che faceva parte di un mondo totalmente diverso da quello della gente normale; ma non faceva mai pesare la cosa; anzi, stare in sua compagnia, era la cosa più bella del mondo; alle cinque di tutti i giorni invitava le vicine per il tradizionale afternoon tea, sfoggiando le sue pregiate e finissime porcellane e deliziando i suoi ospiti con le gustose paste che lei stessa preparava. Insomma era una donna di classe in tutto e per tutto!
Mai mi sarei aspettata di vederla apparire alla mia porta accompagnata da un essere che sembrava appena uscito dal film Underworld.
Davanti a me si stagliava un uomo alto, grande, grosso, peloso e inquietante.
Mi lasciai sfuggire un “Oh cribbio”.
Il primo pensiero che mi venne fu quello di richiudere la porta all’istante e asserragliarmi in casa, aspettando che l’esercito venisse a salvarmi. Ma l’anziana signora parlò prima che potessi fare qualsiasi cosa.
“Buona sera cara, ti disturbiamo per caso?”
Parlava con quella sua voce quieta e gentile che ogni volta m’ipnotizzava.
“N-no di certo signora. Prego, accomodatevi dentro” dissi spostandomi di lato.
I due entrarono e io ne approfittai per scrutare meglio quell’energumeno che aveva messo piede nel mio appartamento.
Per essere alto era alto, direi un buon metro e novanta abbondante; lunghi capelli castano chiaro e leggermente mossi che arrivavano più o meno alle spalle; barba incolta; occhi color ambra; abbigliamento dark dalla testa ai piedi, catenacci dappertutto e bracciali e cintura pieni di borchie. Un tipo decisamente inquietante.
“Posso offrirvi qualcosa da bere?” dissi, reduce degli insegnamenti che mia madre mi aveva inculcato per ciò che riguardava l’accoglienza degli ospiti.
“Per me niente cara, ti ringrazio. Non so se mio nipote voglia qualcosa” disse la donna e entrambe rivolgemmo lo sguardo verso il ragazzo.
Nipote? Com’era possibile che quel…quel coso potesse essere suo nipote? Insomma venivano da due mondi opposti.
“Niente neanche per me, ti ringrazio”
La sua voce era inaspettatamente dolce, un poco roca ma rassicurante. Una di quelle voci che quando sentivo mi facevano venire i brividi tanto era piacevole.
“Oh ma che maleducata, non vi ho neanche presentati” saltò su la signora Ferranti facendomi sussultare
“Emma questo è mio nipote Elias; Elias questa è Emma”.
Ci guardammo per un attimo negli occhi. Aveva uno sguardo da felino; intenso, magnetico…misterioso.
Gli tesi la mano destra “Piacere di conoscerti”.
Lui mi osservò ancora per un attimo poi s’inchinò leggermente, prese delicatamente la mano che avevo teso verso di lui, e la sollevò quanto bastava per avvicinarla alle sue labbra. La sfiorò; un tocco leggero e quasi impercettibile ma che bastò a mozzarmi il respiro in corpo e a darmi il batticuore.
La lasciò subito dopo e si risistemò in posizione eretta “Il piacere è tutto mio, signorina”. Il suono della sua voce mi diede un altro vuoto allo stomaco. Mi sentì completamente sconfitta, nel giro di pochi secondi quello sconosciuto aveva scatenato una vera tempesta in me.
Probabilmente avrei dovuto dire qualcosa, chiedere il motivo della loro visita ma quando aprì bocca per dire qualcosa, non riuscì a proferire alcun suono.
Ancora una volta l’anziana donna venne in mio soccorso.
“Immagino che probabilmente ti chiederai il perché di una nostra visita a una così tarda ora di sera”
Mi limitai ad annuire.
“Sarò diretta…”
La cosa non prometteva per niente bene con questo incipit.
“…vedi, mio nipote Elias è tornato oggi da un viaggio-studio in Inghilterra e adesso avrebbe bisogno di un posto dove stare, poiché ha deciso di iniziare a frequentare il corso di giurisprudenza all’università”
Mi sentì mancare la terra sotto i piedi. Mi stava forse dicendo che dovevo fare i bagagli e andarmene?
Deglutii. “Certo, capisco…e quindi devo lasciare l’appartamento?” chiesi timorosa di sapere la risposta.
La donna sgranò gli occhi come se avessi appena detto una bestemia.
“Oh no no no, cara! Non volevo assolutamente intendere questo!”
Dentro di me tirai un sospiro di sollievo.
Elias prese la parola interrompendo sua nonna con un gesto della mano.
“Io e mia nonna ci chiedevamo se fossi disposta ad accettarmi come tuo coinquilino”

Avevo sentito bene?
Oddio. Disposta ad avere lui come coinquilino? Vivere sotto lo stesso tetto con un soggetto inquietante e probabilmente pericoloso come quello che mi stava di fronte? Non c’era una domanda di riserva?
Mi ritrovai due paia d’occhi puntati addosso in attesa di una risposta. Preferibilmente positiva.
Deglutii più volte e iniziai a passare lo sguardo dalla Signora Ferranti a suo nipote.
Cosa dovevo fare? Cosa dovevo dire? Certo non potevo permettermi di dire di no; dopotutto era il nipote della proprietaria dell’appartamento in cui vivevo.
Ma non me la sentivo neanche di dire di sì. Se mi si fosse presentato davanti un ragazzo vestito in giacca e cravatta o anche solo in jeans e maglietta; insomma una persona normale, avrei potuto pensarci su un attimo; ma uno che sembrava il fratello segreto di Brandon Lee ne “Il Corvo” avrebbe dovuto come minimo prostrarsi ai miei piedi o salvarmi la vita da morte certa per ottenere una risposta affermativa.
Beh ma Corvo o non Corvo, quel tale rimaneva sempre il nipote della signora Ferranti. Era una guerra persa fin dall’inizio; mi ritrovavo con le spalle al muro e priva di qualsiasi via di fuga.
“Ecco io…” cominciai a parlare senza la minima idea su cosa avrei mai potuto dire “Io…”
“Forse ti stiamo mettendo un po’ troppa fretta” intervenne in mio soccorso il ragazzo.
Mi guardò con quei suoi occhi da gatto, quasi come se volesse scrutare ciò che avevo dentro; i miei pensieri; le mie fantasie; le mie idee. Sentì un brivido lungo la schiena.
“Perché tu ed Elias, non scambiate due parole? Così potreste conoscervi un po’ meglio e tu, Emma, puoi farti un’idea si com’è mio nipote” disse la nonna di Elias “e poi in base all’idea che ti sei fatta, puoi scegliere!”
Che idea meravigliosa! Almeno avrei avuto più tempo per pensare.
“Mi sembra un’ottima proposta”
“Oh bene, allora è deciso! Elias, tesoro, ti lascio le chiavi di casa; così quando avete finito di parlare, puoi tornare in casa senza suonare il campanello”
La signora Ferranti diede il mazzo di chiavi al nipote e si avviò verso la porta. “Allora io vado, buona chiaccherata!”
Uscì richiudendo dolcemente l’uscio di casa.
 
 
Quella che all’inizio avevo reputato una splendida idea per prendere tempo, subito dopo la rivalutai come assolutamente pessima. Mi ritrovavo a casa davanti  ad un soggetto sconosciuto e tenebroso. Mi ero scavata la fossa da sola.
Che caspita avrei dovuto fare o dire adesso?
Non mi veniva in mente niente per rompere il ghiaccio. Cos’è che mia madre mi diceva sempre per ciò che riguardava l’accoglienza di un ospite?
Non riuscivo a ricordarmelo. Avevo la testa vuota, che mi girava; riuscivo solo a vedere i suoi occhi che mi fissavano.
“Hai paura di me?” disse improvvisamente Elias, facendomi sussultare.
“Paura? N-no, no…io…io non ho paura, figurati…” iniziai a blaterare.
Il suo sguardo si fece più sottile e sentì un altro brivido corrermi lungo tutto il corpo. “Io non…non credo di avere paura di te…forse un pochino…ma…”
I suoi occhi divennero delle fessure. “io non…forse si…si…sono terrorizzata da te”
Mi portai immediatamente la mano alla bocca e mi stramaledissi per quello che avevo appena detto.
Elias scoppiò in una sonora risata. Limpida, cristallina…eppure io percepivo una vena crudele in fondo ad essa; era forse soddisfatto del fatto che mi facesse così paura?
“Mi dispiace, non volevo dire quello che ho detto!” bisbigliai.
Lui si ricompose all’istante. “No, hai fatto bene a dirmelo…sei stata sincera; più o meno; e io apprezzo la sincerità! Se dovremo vivere assieme; non mi dovrai mai mentire! Io odio i bugiardi, non vorrei dover disprezzare la mia coinquilina.”
“Io non dico mai bugie!” mentì.
“E invece si! Ce l’hai la faccia da bugiarda!”
Sentì un colpo al cuore e subito iniziò a battere all’impazzata.
“C-come scusa?”
Ancora una volta lui scoppio a ridere “Ah ah ah ah, oddio, dovresti vedere la tua faccia! Sei sbiancata come un lenzuolo! Ah ah ah ah, io stavo solo scherzando.” Si piegava in due dalle risate tanto si stava divertendo.
“Non c’è nulla di divertente!” gridai acida.
Lui torno serio.
“Scusami, hai ragione! Non volevo ridere alle tue spalle. Perdonami ti prego. Volevo solo rompere un po’ il ghiaccio” disse lui avvicinandosi a me.
Ancora una volta i suoi occhi si posarono su di me e io non potei fare a meno di guardarli. Erano bellissimi. Ogni ombra di crudeltà era sparita, adesso erano semplicemente un mare di miele. E io ero la mosca che stava volando dritta dritta verso quella dolce trappola.
“N-non fa niente!” balbettai probabilmente con un’espressione da ebete dipinta in volto.
“Allora, Emma, perché non mi racconti un po’ di te?” disse lui avviandosi verso il divano, sedendosi e facendomi cenno di seguirlo.
Che stupida, non gli avevo neanche offerto di accomodarsi. Che gran bella figura avevo fatto.
Mi sedetti sul divano bianco anche io, tenendomi però a debita distanza da lui. Avevo notato che iniziava a farmi un brutto effetto stargli troppo vicino.
“Bhe, mi chiamo Emma, ho venti anni e a dicembre ne faccio ventuno. Sono originaria di un paese in provincia di Bergamo e frequento il secondo anno di giurisprudenza”
Cribbio, che presentazione patetica! Sembravo la scolaretta al primo giorno di scuola che si presenta ai suoi compagni.
“Come mai hai scelto di frequentare a Milano invece che Bergamo?” chiese lui.
“Bhe…ecco, diciamo che…”
“Che l’hai fatto per amore, giusto?”
Aveva uno strano sorriso sulla faccia, come per dirmi che ero un libro aperto per lui. Ero trasparente come cristallo.
“Bhe…si”
“Aiaiai! Che grosso errore! Mai fare qualcosa per amore. L’amore è subdolo, crea casini e basta”
Sacra verità!
“Già…”
“Fammi indovinare: vi siete lasciati e adesso ti stramaledici per aver ascoltato il cuore”
“Beh non esattamente, non ci siamo lasciati…siamo in pausa di riflessione!” confidai senza rendermi manco conto che stavo parlando della mia vita con un estraneo.
“Pausa di riflessione? Ma scherzi? Quando una storia va male bisogna troncare all’istante, le pause di riflessione non servono a niente, confondono solo le idee! Non c’è niente di più stupido che trascinarsi sempre dietro una storia bella che finita!”
“Dopo anni che stai assieme a una persona, non puoi buttare via tutto senza pensarci” replicai.
“Se le cose vanno male, vanno male. Che importanza ha se stai insieme a una persona da un giorno o se ci stai da trent’anni? Rimuginare sul passato è solo un gran casino e una perdita di tempo! Morto un papa se ne fa un altro”
“Parli come uno che ha ricevuto solo mazzate dall’amore” azzardai sperando di non aver toccato qualche ferita ancora aperta.
Lui mi guardò e sorridendo sentenziò: “Io non ho mai cercato l’amore e l’amore non ha mai cercato me! Sono allergico a quel sentimento”
Che frase da spaccone.
“Non mi dirai che non sei mai stato innamorato in tutta la tua vita?” chiesi leggermente divertita.
Il suo sorriso si trasformò in un ghigno “Non è l’amore che cerco in una donna” disse e i suoi occhi tornarono ad essere felini.
“E cos’è che vuoi da una donna?” chiesi timorosa della risposta.
“Possederla!”
Quando disse quella parola ebbi un fremito. Mi sentì annullata e spaventata. Avevo la sensazione di starmi per cacciare in un grosso pasticcio.
…Ma si può sapere cosa ti prende Emma? Mica ti aggredisce da un momento all’altro…
Elias continuò imperterrito sulla sua strada, senza curarsi dell’effetto che le sue parole avevano su di me: “Io cerco solo l’attrazione fisica; del sano e puro sesso. Non mi interessa altro”
Grandioso. Il mio probabile nuovo coinquilino era un mandrillo. Che notizia fantastica. C’era qualcos’altro che dovevo sapere?
“Non mi guardare così! Non ti salto mica addosso, tranquilla!” disse lui leggermente divertito.
Era il caso di riprendere un po’ il controllo di me stessa e tirare fuori le unghie. Mica potevo fare la figura della donnicciola.
“Non ti stò guardando in nessuno modo!” dissi più per convincere me stessa che lui.
“Ah davvero? A me sembra che tu sia alquanto spaventata! Ma te l’ho detto, non ti salto addosso” continuò lui, leggermente divertito “non sta sera almeno, per quanto quello sguardo da topolino in trappola, sia dannatamente provocante…ho troppo bisogno di un posto dove dormire in questa casa!”
Sgranai gli occhi e lo fissai incredula. Avevo sentito bene?
“Scusami? Puoi ripetere?”
“Ah ah ah! Adesso più che spaventata, direi che sei terrorizzata” disse lui partendo di nuovo a ridere “ma dai che credulona che sei! Stavo scherzando! Non sono così sesso-dipendente da aver bisogno di portarmi a letto tutte le ragazze che incontro.”
Le sue parole non mi tranquillizzarono per niente. Stavamo parlando da circa cinque minuti e lui si era già giocato tutte le sue carte. Non avevo alcuna intenzione di accettarlo in quella casa; neanche se mi avessero dato tutto l’oro del mondo.
Cercai una scusa per mandarlo fuori da quelle mura.
“Scusami Elias, non vorrei essere scortese ma oggi è stata una giornata un po’ stressante per me e vorrei andare a riposarmi; anche perché mi è venuto il mal di testa” dissi tutto d’un fiato sperando che capisse.
“Ho capito il messaggio, topolina: levo il disturbo” dicendo ciò si alzò dal divano e mi tese la mano per aiutarmi ad alzare. Avrei voluto evitare di doverla afferrare ma sarebbe stato scortese. Accettai il suo aiuto. Aveva una presa forte e decisa e l’impeto che mise nel farmi alzare fece si che, una volta in piedi, mi ritrovassi a pochi centimetri dal suo petto. Il batticuore fu assicurato.
“Allora buona notte Emma” mi sussurrò abbassando il volto verso il mio. Inspirai le sue parole e il suo respiro.
Ancora una volta mi sfiorò il dorso della mano con le labbra e mi regalò un altro dolce assaggio dei suoi occhi color miele. Quegli occhi che non avrebbero mai più abbandonato i miei sogni e i miei pensieri.
Lo accompagnai alla porta e lo salutai “Allora buona notte Elias…ci…ci vediamo domani!”.
“A domani” e detto questo scese velocemente le scale.
Richiusi la porta e girai la chiave nella toppa, tirando un sospiro di sollievo. Era stata decisamente una giornata stressante, piena di colpi di scena.
Optai per una bella doccia bollente per poi infilarmi sotto le coperte e farmi una bella dormita. Il giorno seguente avrei pensato al problema Elias.
Quando andai in camera, buttai un occhio al cellulare per vedere se qualche anima pia si fosse ricordata che al mondo c’ero anche io.
1 Nuovo Messaggio.
Presi il cellulare e guardai chi fosse.
Mattia
Lo aprì.
Ciao Erika, la mia ragazza mi ha mollato! Ti va di passare una serata insieme, solo io e te? Ho proprio voglia di stare un po’ insieme, ho bisogno di distarmi. Ti aspetto a casa mia alle 9. Matty






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Eccomi qui, con il capitolo 2.
Finalmente ecco Elias, spero di aver reso l'idea di che tipo di ragazzo sia, se volete scrivermi che impressione vi ha fatto il mio personaggio, vi sarei grata così mi faccio un idea se sono riuscita a  creare esatttamente ciò che volevo.
Grazie mille a tutti coloro che leggeranno e tutti coloro che commenteranno!
Grazie a tutti quelli che mi seguono!
Vi riscrivo sempre le mie solite richieste. Eventuali segnalazioni di errori o discordanze dei tempi!
Grazie grazie grazie
Alla prossima
Anna 

 
  
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