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Autore: namedemme    30/08/2011    8 recensioni
Cosa può succedere se un'adolescente finisce dentro al suo videogioco
preferito proprio mentre ci sta giocando?
E come farà a tornare nel mondo reale?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sim
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dentro al gioco - capitolo 2 dove sono ?? Non so dire per quanto tempo rimasi così.
Ricordo che mi svegliai e percepii freddo sotto di me, aprii gli occhi e vidi un cielo azzurrino.
Rimasi per un'altro po' intontita. Poi mi ripresi all'improvviso e ricordai cos'era successo precedentemente.
Guardai la superficie sulla quale ero appoggiata e sgranai gli occhi.
Era un marciapiede, un marciapiede che conoscevo FIN TROPPO BENE.
Ma che diavolo è successo? Pensai.
Mi alzai e mi guardai intorno. Vidi una palestra da lontano, più vicino un piccolo centro commerciale che comprendeva due negozi: uno di vestiti
e uno di alimentari. Poi case, case che aveva già visto. Ero emozionata ma anche molto impaurita.
Iniziai a camminare; inizialmente sembrava un paese deserto, poi però una voce che proveniva dalle mie spalle mi fece immobilizzare.
«Ciao!», mi voltai per vedere chi mi stava parlando e vidi un ragazzo di colore della mia età,
vestito casual con dei rasta neri e profondi occhi scuri.
Vide la mia faccia terrorizzata, allora sorrise.
«Scusa, non volevo spaventarti, sono Jacob Maggi, piacere».
Jacob Maggi? Ma certo che mi ricordavo di lui!
«Il piacere è tutto mio, io mi chiamo Martina».
«Martina? Che bel nome!», arrossii.
«Sul serio? A me non è mai piaciuto molto; anche il tuo è molto bello».
«Oh, ehm, grazie mille. Sei nuova da queste parti?»
«Sì, sono arrivata qualche ora fa», mentii.
«Vieni, ti faccio fare un giro del quartiere».
«Grazie, sei davvero molto gentile».
«Di niente Marty, ops... posso chiamarti così?»
«Sì, certamente».
Iniziammo a camminare. Un sacco di pensieri si affollarono nella mia testa.
Come avevo fatto a finire lì dentro? Come farò a tornare indietro?
E soprattutto, come faccio a mantenermi finché non troverò un modo per tornare a casa?
La risposta a queste domande, per ora, era un bel boh che volteggiava nella mia testa.
«Allora, questa è casa mia, ci vivo con mio padre Salomone che ora è al lavoro
».

Annuii, poi proseguimmo. Poco più avanti c'era una curva che svoltava a sinsitra, la percorremmo e mi mostrò altri posti.
Mi indicò una villa alla mia destra.
«Qui abita la famiglia Fortuna, composta da Fiona e sua figlia Maura».

Quando pronunciò il nome di Maura sospirò e io feci un sorrisetto senza farmi vedere da lui,
infatti era merito mio se quei due stavano insieme.
Subito dopo indicò una casa alla mia sinistra.
«Lì vivono i Loschi, una coppia di coniugi».

Annuii nuovamente. Il giro del paese non durò moltissimo, e poco dopo io e Jacob ci salutammo.
«Beh questo è tutto, spero che Monteverde ti sia piaciuta».

«Sì, molto, grazie ancora per il giro, dissi con un sorriso.
«Allora ci vediamo domani a scuola, giusto?»

«Certo! Aspetta un secondo... che ore sono?»
«Le 12.30, perché?»
«Non dovresti essere a scuola a quest'ora?»
«Come fai a saperlo?»
« Io... ehm... uhm...», fantastico, mi ero fregata da sola.
Improvvisamente mi venne un lampo di genio.
«In tutte le scuole che ho frequentato si finiva alle 13.00!»
«Ah, sì, è vero. Ecco... ho marinato la scuola».

«Cosa? E perché?!?»
«Perché è agosto, dannazione, e ci costringono ad andare a scuola! Ma il motivo principale è che volevo incontrare Maura... un momento,
come fai a sapere che qui si va a scuola anche in agosto?
»

«Cosa?»
«Sì, questo è uno dei pochissimi paesi al mondo in cui si va a scuola tutto l'anno, ed è strano che tu lo sappia già».
Finsi di essere indignata ed esclamai,
«mi sono informata prima di venire, sai?»

«Oh, scusami», rispose a disagio.
«Tranquillo, non è nulla», sorrisi per fargli capire che non me l'ero presa. Lui ne fu subito sollevato.
«Va bene, allora, tornando al discorso di prima, ci vediamo domani a scuola?», chiese ancora.
«Certamente, ciao!»
«Ciao!»
Lui si allontanò salutandomi ancora con un cenno della mano e io rimasi lì da sola.
Cosa potevo fare in quel momento?
Improvvisamente mi ricordai che, il giorno prima, avevo creato una casa per la mia famiglia.
Allora mi avviai nella direzione in cui ricordavo di averla collocata, sperando che la memoria non mi giocasse brutti scherzi.
Fortunatamente la trovai, credetti di trovare la porta chiusa dal momento che era ancora disabitata e invece trovai tutto pronto e aperto.
Com'era possibile? In quell'istante mi venne in mente una cosa: io ero la giocatrice! Io ero quella che, con il pc, decideva le loro sorti e manipolava le loro vite! Per questo potevo fare quello che volevo, anche perché leggi in quel paese fatto di pixel non ne esistevano.
Entrai e vidi tutto l'arredamento che avevo disposto nella casa precedentemente.
Che bello poterlo toccare!
Mi sedetti sul divano pensierosa, dubbiosa sul da farsi.
Poi andai in bagno e mi fermai a guardare allo specchio la mia versione sim.
Ero quasi come nella realtà, mi trovai a pensare, a parte qualche chilo in meno.
Mi misi a giocare a SSX3 con la console dei videogiochi, molto simile a una playstation.
Il tempo passò in fretta e si fece sera. Cenai con qualche panino, vista la mia scarsa abilità culinaria, poi
feci una doccia. Finalmente mi coricai, rimasi a fantasticare un po' e finalmente mi addormentai.




   
 
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