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Autore: Bethan Flynn    30/08/2011    4 recensioni
-Hoshi, che cos’è?- sussurrò di nuovo il ragazzo, avvicinandosi a lei.
Gli sorrise, ma in quel sorriso non c’era gioia, e neppure odio.
C’erano paura, dolore, disperazione.
-E’ quello che potrei diventare io- mormorò solamente –la Caduta-.
Non tutti gli esperimenti sui non compatibili sono falliti.
Una ragazza è sopravvissuta.
E solo a lei spetta scegliere se la vita che le è rimasta sia la dannazione o la salvezza.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Appoggiò il palmo della mano al legno freddo della porta.
Non sapeva se bussare o meno, vista l’ora e la situazione, ma davvero non sapeva a chi rivolgersi.
Ad un tratto la porta si spalancò improvvisamente, facendola sobbalzare. Si trovò davanti all’unico occhio verde di Lavi che la guardava beffardo.
-Hai intenzione di star lì a meditare ancora per molto?- chiese ridacchiando e spostandosi per farla passare.
-Non volevo disturbare…- sussurrò senza muoversi, sbirciando dentro.
-Il vecchio non c’è- disse lui, intuendo i suoi pensieri –è andato in missione, tornerà domani- Linalee entrò a passo felpato nella stanza stracolma di libri, giornali e fogli fitti di scrittura accatastati dovunque. C’era a malapena lo spazio per camminare.
Si sedette sul letto, sentendo le molle cigolare quando Lavi fece lo stesso.
-Che succede?- chiese lui, semplicemente.
Linalee non sapeva perché fosse capitata proprio da lui. Forse perché era l’unico a sapere, l’unico con cui avesse parlato.
-Non riesco a dormire- mormorò, sentendosi opprimere il petto al pensiero di rievocare un’altra volta tutto quello che sentiva.
Non era mai stata così confusa, così divisa.
Il rosso sospirò –andiamo, forza- la prese per mano, facendola rialzare e forzandola fuori dalla camera.
-Ehi, aspetta! Andiamo dove?- balbettò stupita. Lavi sorrise –non credo questo sia il posto migliore per te, ora. Andiamo a farci un giro- spalancò una finestra e tirò fuori l’innocence, evocandola.
-Ma se mio fratello ci scopre…- iniziò lei, non opponendo però resistenza quando il ragazzo la prese in braccio e salì sul manico del martello.
-Gli dirò che ho evitato che tu impazzissi. Dovrebbe essermi abbastanza grato- sentenziò, partendo a tutta velocità verso il cielo.
-E gli akuma..!- non stavano facendo nulla di male, tecnicamente. L’Ordine non era una prigione. Però era molto pericoloso, dato che lei non poteva neppure usare l’innocence.
-Ci sono io, tranquilla- mormorò Lavi concentrato sulla destinazione.
In un impeto di ribellione, Linalee decise di non preoccuparsi e si appoggiò al petto del ragazzo, godendo del vento freddo della notte che sembrava spazzare via tutti i pensieri che le bruciavano dentro.

Arrivarono in un paese in festa, diverso dal grigiore quotidiano.
Lanterne dai colori allegri erano appese dovunque, lungo la via principale ma anche nei vicoli più nascosti. La luce regnava sovrana, di mille sfumature diverse.
Un delizioso profumo di cibo si spandeva per ogni anfratto, e dovunque era un viavai di gente che rideva e scherzava, incurante del freddo.
-C’è una festa… non lo sapevo- mormorò Linalee, rinfrancata da quella vista. Lavi le mise un braccio attorno alle spalle con un gran sorriso e le indicò la folla –che aspettiamo? Andiamo, avanti!- si immersero nel flusso di persone, per una volta dimentichi del fatto che potessero esservi degli akuma.
Il ragazzo indossava vestiti normali, l’innocence ben nascosta sotto al maglione. Non c’era quel bersaglio sul loro cuore, per una volta, ed entrambi se ne sentirono liberati.
Si sedettero ad un banco dove vendevano dolci, e Lavi intercettò lo sguardo malinconico di Linalee posarsi su tutto quello che Allen mangiava abitualmente a colazione.
“Maledizione. Ma ti piace così tanto?” pensò frustrato, quando gli venne un’idea sentendo i discorsi delle persone dietro di loro.
-A che ora è lo spettacolo pirotecnico?- chiese una ragazza a quella che le stava accanto.
-Fra un’ora, sul ponte! Forza, andiamo a ballare!- corsero via ridendo. Osservò di nuovo Linalee, che non dava segno di averle sentite.
La afferrò per un braccio, trascinandola verso un punto se possibile ancora più zeppo di persone, da cui si sentiva una forte musica allegra.
-Lavi, non credo di…- iniziò lei, ma le appoggiò un dito sulla bocca, zittendola.
-Cerca di non dare spazio a quei pensieri. Non li escludere, semplicemente pensa ad altro- mormorò sorridendo.
Ballarono assieme, il viso della ragazza che andava sempre di più distendendosi, poi ad un tratto Lavi guardò la torre dell’orologio: c’erano quasi.
-Andiamo- le sussurrò in un orecchio, avvicinandosi a lei –ti porto a vedere una cosa!- Linalee lo seguì senza fiatare.

-Appena in tempo!- esclamò Lavi, sbucando sull’argine del fiume nell’esatto istante in cui un enorme fuoco d’artificio color arancione esplodeva sopra di loro.
-Wow! I fuochi d’artificio! Li adoro!- Linalee si sentì rinascere a quella vista. Le ricordava la sua infanzia in Cina, quando ogni festa si concludeva sempre con uno spettacolo scintillante.
Era grata a Lavi per averla portata lì, consentendo alla sua mente di concentrarsi su cose più piacevoli. Non le aveva chiesto niente, e gli era riconoscente anche per questo: in fondo, la cosa che meno voleva fare era parlarne.
Avrebbe voluto dimenticare tutto ciò che aveva provato ed essere semplicemente contenta per i suoi compagni, ma qualcosa in lei non ci riusciva. Ricordò la freddezza di Hoshi quando aveva affrontato l’argomento, probabilmente dovuta al disagio, e si sentì stupida per essere andata a piangere da lei in quel modo.
Come se volesse rinfacciarle la sua felicità. Ma chi si credeva di essere?
-Ci pensi ancora?- la voce del ragazzo la riscosse dai suoi pensieri, mentre altre figure brillavano fra le stelle, colorandole.
Fece un sorriso mesto –sembra che non possa farne a meno- sussurrò –non so cosa fare- sentì la voce iniziare a tremare e si impose di controllarsi. Non voleva crollare come l’ultima volta, ma Lavi la abbracciò, stringendole le braccia attorno alla schiena.
-Sfogati pure. Nessuno verrà a sapere di stasera- mormorò.
Quelle parole ebbero l’effetto di farla sciogliere del tutto. Iniziò a singhiozzare, prima piano, poi sempre più forte, il suono del suo pianto che si mescolava con lo scoppiettare dei fuochi.
Lavi non sapeva che fare. Era la prima volta in vita sua che si trovava totalmente preso alla sprovvista a quel modo.
La missione nell’arca lo aveva messo davanti ad un crocevia drammatico, e il Sogno di Road aveva evidenziato come giusta la strada peggiore.
Cosa doveva fare?
Strinse le braccia attorno al corpo di Linalee, sentendola tremare contro il suo petto. Sospirò: in quel momento non poteva fare davvero niente, e non solo per via della propria situazione delicata.
Dubitava che la ragazza sarebbe stata in grado di rispondergli in maniera decisa, qualora lui avesse… scosse violentemente la testa, sforzandosi di scacciare immediatamente quel pensiero.
Lui non doveva fare niente. Essere lì in quelle circostanze era già un rischio abbastanza grosso.
Non poteva andare oltre, quello era il confine che non doveva in nessun modo oltrepassare.
Rimasero lì ancora, Lavi si limitò a stringere a sé la ragazza piangente. Il rumore dei suoi singhiozzi si mescolava all’esplosione del fuoco.

---

-Ehi- il richiamo brusco del cretino del villaggio la fece voltare con un sopracciglio alzato ed un’aria decisamente scocciata stampata in viso.
Se voleva litigare, non aveva che da dirlo. Sarebbe stata la volta buona per levarselo definitivamente dai piedi, ma purtroppo per lei sembrava che le intenzioni di Lavi non fossero quelle di farsi amabilmente scannare.
-Che vuoi?- chiese, caustica come al solito, mentre appoggiava pesantemente il vassoio sulla pila lasciata da Allen.
-Devo parlarti. Adesso- disse il rosso, senza smettere di fissarla un secondo con quell’aria truce.
Hoshi sospirò, girandosi verso Allen che la guardava poco distante. Gli fece cenno di avviarsi con la mano, non sapeva perché ma l’aria di Lavi la rassicurava ben poco.
Lo seguì fino in giardino, lontano da orecchi indiscreti.
-Cosa c’è fra te ed Allen?- chiese lui senza alcun preambolo.
La ragazza sbottò in una risata irritata e sarcastica –scusa? E perché dovrebbe interessarti?- domandò di rimando.
Possibile che non riuscissero in alcun modo a lasciarla in pace?
-Mi interessa perché Lina sta male- rispose Lavi brusco, strappandole un ghigno beffardo.
Allora era davvero andata a piagnucolare da lui, pensò, non senza una punta di delusione. Credeva che Linalee fosse diversa, tutto sommato. L’aveva sopravvalutata.
-Mi dispiace, ma non posso farci niente. Se Allen avesse scelto lei, io mi sarei fatta da parte- disse seccamente, poi mosse due passi verso il castello, girandogli le spalle e dandogli a intendere che la questione per lei era chiusa.
Non avrebbe sprecato una parola di più su quell’argomento, ma prima che potesse allontanarsi a sufficienza sentì il rumore del martello di Lavi che veniva scagliato a tutta forza contro di lei.
Riuscì a schivarlo per un pelo, abbassandosi all’ultimo secondo.
-Baratro- mormorò, gli occhi che nei giorni precedenti avevano mostrato qualche barlume di luce tornati ad essere pozzi senza fondo, famelici, che inghiottivano qualsiasi cosa si parasse davanti a loro con l’intento di ostacolarli.
Lavi frenò l’attacco, evitando lo specchio che minacciava di inghiottire la sua arma.
-Non mi farò problemi, Bookman Junior- disse piano Hoshi, fissandolo –se è la lotta che vuoi, sii pronto a morire- la katana nera le comparve fra le mani, la lama insolitamente lunga –ti concedo di pensare a ciò che hai di importante, poi sappi che se mi attacchi non avrò remore- non distolse nemmeno un istante gli occhi dal suo. Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e assottigliò le palpebre –è per ciò che ho di importante che sto facendo questo. Tu devi sparire! Timbro di fuoco!- piantò il martello a terra, e le fiamme si sprigionarono immediatamente, altissime, in colonne immense.
Hoshi tracciò fulminea un cerchio attorno a sé con la katana –Sesto Riflesso: grembo materno- sussurrò. Una sfera nera come la notte la avvolse completamente, lasciandola per qualche istante immersa in un’oscurità densa e tiepida. Sentì l’energia venire risucchiata piano dal suo corpo da quella nuova tecnica. Era potente, ma esigeva un prezzo alto, constatò, sentendo la carne dei polsi bruciare.
La sciolse appena in tempo per vedere Lavi roteare di nuovo la sua arma, e non perse un istante.
Lo specchio si materializzò al suo fianco, mentre scattava fulminea verso il ragazzo, prevedendo un nuovo timbro di fuoco, ma le fiamme stavolta le si pararono davanti improvvise, circondandola in una cerchia mortale.
-Dannazione- imprecò, tossendo per il fumo e notando con preoccupazione crescente che il cerchio si stringeva sempre di più. Non poteva usare di nuovo il Sesto Riflesso, ne sarebbe andato della sua vita. Ma anche se avesse tentato di usare il Baratro, quelle fiamme avrebbero continuato a rigenerarsi.
Era in trappola.
-Illusione, vento dell’Est!- una voce profonda seguita da una fortissima folata di vento gelido che disperse in un istante le fiamme piombò di fianco a lei.
-Kanda?- Hoshi lo fissò sbigottita: che quello la salvasse era davvero una cosa fuori dal mondo, ancora di più dell’improvvisa pazzia di Lavi.
-Tsk. Vuoi fermare quel pazzo o devo pensarci io?- sbottò acido il giapponese. Hoshi annuì ed evocò la katana.
Non avrebbe voluto ucciderlo, e quello fu un pensiero che stupì lei stessa in primo luogo, ma non le stava dando alternative.
Corse di lato, facendo un cenno d’intesa a Kanda, che annuì ed iniziò ad attaccare Lavi per tenerlo impegnato.
Infilò una mano nello specchio, ne estrasse la polvere argentea e la tenne ben stretta nel palmo della mano. Adesso doveva avvicinarsi al ragazzo abbastanza per lanciargliela in faccia e bloccarlo.
Poteva farlo in un solo modo, constatò, osservando l’ampio raggio che il martello del rosso copriva a terra.
Doveva volare.
Le bruciature facevano urlare ogni suo singolo nervo, assieme alla fatica dell’evocazione.
-Ali- mormorò, spiccando il volo immediatamente.
Con una manovra molto azzardata, riuscì a portarsi velocemente accanto al viso di Lavi, soffiandogli la polvere addosso, ma l’attacco del rosso era già partito, ed il martello si schiantò contro di lei, avvolto dalle fiamme.
Hoshi sentì solo un dolore allucinante, poi tutto si fece buio.






Note dell'Autrice:

Ecco il nuovo capitolo... vi comunico con molta depressione che non so quanto riuscirò ancora ad aggiornare la fanfiction. Spero che aspetterete, sono determinata a portarla fino in fondo visto che ormai ne ho già scritta un bel po', ma sto passando un periodo schifoso e la voglia di scrivere è ancora meno di quella di studiare, il che è tutto dire. Cercherò di postare con regolarità i capitoli che ancora mi rimangono. Mi dispiace se vi farò aspettare.
Grazie a tutti coloro a cui la mia storia piace e che mi aspetteranno comunque.

Baci

Bethan
   
 
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