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Autore: Rei Hino    30/08/2011    5 recensioni
Spoiler su Miracle Day! -4x07/4x08-
Ti sei illuso e hai pregato affinché il buon Dio ti ascoltasse e ti salvasse, ti conservasse, per lui.
Ma il Signore non ti ha ascoltato, non ti ha mai ascoltato, nonostante le grida soffocate, nonostante gli anni e la fatica, l’impegno, per assolvere te stesso da tutte le colpe.
Il Signore non ha cambiato le leggi del Tempo e ora sei lì, ricurvo sulla schiena, infagottato in una calda giacca che non riesce a ripararti dal gelo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Questo pezzo parla di Torchwood Miracle Day, il POV è quello di un Angelo ormai molto vecchio che continua a seguire e osservare Jack.
Mi è venuto in mente vedendo l'ottavo episodio, dalle frasi che Jack gli dice poco prima di staccargli la spina. E' una scena che mi ha colpito molto e ho voluto provare a buttare giù qualcosa perché il personaggio di Angelo mi è piaciuto moltissimo, credo sia diventato il mio preferito <3
Almeno per quanto si sa finora, se poi ci saranno dei colpi di scena pazienza XD

Wander in the Fog

Cammini lentamente per le vie della baia di Cardiff, appoggiandoti all’elegante bastone da passeggio ad ogni incerto e piccolo passo, le gambe sono malferme e quella leggera brezza fredda ti penetra sotto il pesante cappotto e i vestiti, fin sotto le membra, facendo scricchiolare le tue anziane ossa.
Ti chiedi come debba sembrare la tua figura a tutti i passanti che ti incrociano, che ti lanciano occhiate furtive chiedendosi se ce la farai a fare un altro passo o se cadrai inesorabilmente al suolo, sotto tutto il peso della tua vecchiaia.
Perché alla fine ti ha colpito, è riuscita a raggiungerti nonostante tu vi abbia combattuto come meglio potevi, per tanti anni, con ogni metodo, studiando e ricercando ogni valido appiglio per non cederle.
Ti ha trovato.
Ti ha trovato giorno dopo giorno nella sua folle corsa, ti ha investito e ti ha portato con sé. E sei stato un povero sciocco, ti sei illuso, per anni, ti sei illuso che la scienza e la perseveranza ti avrebbero protetto.
Ti sei illuso e hai pregato affinché il buon Dio ti ascoltasse e ti salvasse, ti conservasse, per lui.
Ma il Signore non ti ha ascoltato, non ti ha mai ascoltato, nonostante le grida soffocate, nonostante gli anni e la fatica, l’impegno, per assolvere te stesso da tutte le colpe. Colpe che forse erano state troppo grandi, imperdonabili, nonostante le preghiere di perdono che celebravi costantemente, nel buio della notte, nella vergogna, anche mentre le commettevi.
Il Signore non ha cambiato le leggi del Tempo e ora sei lì, ricurvo sulla schiena, infagottato in una calda giacca che non riesce a ripararti dal gelo.
 
Ti siedi stancamente su uno dei gradini in pietra e allunghi le magre gambe davanti a te, abbassi lo sguardo e vedi comparire, innanzi ai tuoi stanchi occhi scuri, mille immagini passate, come sempre non appena abbassi le palpebre, sono sempre in agguato ad attenderti.
Un lieve tepore si dipana dal tuo cuore e ti scalda l’animo non appena rivedi i suoi luminosi occhi e il suo sorriso dolce, e riassapori i suoi baci, le sue languide carezze e la sensazione delle sue forti braccia che ti stringono e ti tengono al sicuro. Al sicuro dal mondo intero, e ti fanno sentire speciale. Perché voi lo eravate davvero.
Rivedi i tuoi mille spaventosi errori e ancora rabbrividisci, il suo sangue, le sue grida, le sue preghiere di aiuto mentre ti implorava pietà, ferito, tradito… E rivedi il suo perdono, nonostante tutto il dolore che gli hai causato, rivedi un perdono che non ha tardato a mostrarti. E poi l’abbandono…
Quello che avete condiviso è quanto di più prezioso il mondo potesse offrirti, e al contempo, quanto di più doloroso.
Non hai mai provato nemmeno a voltare pagina, non hai mai neppure pensato di poterlo fare, nonostante ti sia fatto una famiglia, una famiglia che hai sempre molto amato e che ti ha dato tanto, il tuo cuore e la tua anima sono state per sempre, indissolubilmente, legate a lui.
E la cosa che più di tutte ti ha tenuto in vita, facendoti raggiungere quella soglia tanto avanzata, è stata lui.
 
E’ stata la sua perpetua e continua presenza nel mondo, sapere cosa stesse facendo, in quali fantastiche avventure fosse coinvolto, con chi. Poter vedere ancora il suo splendido e perfetto volto, le sue spoglie immortali, seppur così distanti da te.
E’ stata questa la fonte della tua longevità. E quando hai smesso di sperare che il Signore ti avrebbe permesso di poter essere come lui, di potergli essere compagno nella sua infinita vita, ti sei accontentato di spiarlo da lontano, solo per vederlo, solo per sapere che stesse bene, che nessuno gli facesse del male.
 
Quante volte avresti voluto avvicinarlo, parlargli, anche solo toccarlo o guardarlo di nuovo in quegli occhi magici, che ti hanno incantato dal primo istante che si sono posati su di te, ma non hai mai voluto farlo, non hai mai potuto.
Non sei altro ormai che una pallida ombra di te stesso, un residuo grottesco di ciò che eri, e lui non deve vederti in questo stato. L’immagine che di te vuoi che resti impressa nella sua memoria eterna è quella di un giovane ragazzo intraprendente e un po’ ingenuo, ‘abbastanza bello per fare l’attore’, che lo ha fatto innamorare, e non quella di un povero vecchio patetico, ricurvo su se stesso.
 
“Signore…”
Una calda voce conosciuta e amata ti ridesta
“…si sente bene?”
Senti il respiro accelerare e il tuo infiacchito e vecchio cuore aumentare i suoi battiti, e sorridi, di te stesso, per come, dopo tantissimi anni, troppi anni, ancora la sua sola presenza ti fa arrossire e sentire come un bambino, insicuro e confuso.
Non alzi lo sguardo e annuisci cercando di alzarti, facendo leva sul bastone, subito senti la sua presa, forte e delicata al contempo, sostenerti per il braccio ed aiutarti, gentilmente. Ti permetti di levare gli occhi scuri su di lui e una scarica ti colpisce in pieno petto. Quanti decenni era che non lo avevi così vicino al tuo viso…
Jack…
Bellissimo, sorridente, alto e perfetto, coperto dal suo elegante cappotto militare. Identico, in ogni più piccolo dettaglio che hai sempre gelosamente custodito in te, a come lo rammentavi, a come lo sogni, costantemente, e ti toglie ancora il respiro.
 
“E’ sicuro di stare bene? Posso fare qualcosa?”
Sorridi ancora e un velo di malinconia ti offusca per un attimo la vista
“Non si preoccupi…”
Riesci a mormorare con la tua voce roca e bassa, chini educatamente il capo e ti allontani da lui quanto più in fretta le tue vecchie gambe ti permettono di fare.
“Addio Jack…”
Sussurri, perché non ci saranno altre occasioni di vederlo, di parlargli, perché la tua vita è ormai agli sgoccioli, lo senti, lo sai.
E probabilmente è solo uno scherzo del tuo vetusto e malridotto sguardo, o lo sciocco desiderio di un povero e penoso vecchio, ma lo vedi girarsi verso di te, con la coda dell’occhio. Senti il suo sguardo osservarti con curiosità, con sospetto, come si osserva un’indecifrabile immagine, cercando di afferrarne il ricordo.
Un fantasma del suo passato, è questo quello che sei, nulla più.
 
Dura solo un attimo, un breve istante di Luce prima di immergerti ancora nel vento, nelle nubi, nella nebbia, al posto che ti compete, da dove puoi continuare ad osservarlo, finché il Signore te lo consentirà.
 
 
 
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba…
Nascondimi le cose lontane,
nascondimi quello ch’è morto!
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Nascondi le cose lontane,
involale, al volo
del cuore!*


*Versi di Nebbia- Giovanni Pascoli
   
 
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