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Autore: usagi_    30/08/2011    3 recensioni
Una storia che racconta di Ace e della sua avventura da ragazzo.
Come ha costruito la sua vita da pirata, subito dopo aver lasciato Rufy per seguire il suo sogno.
Con compagni strani e avventure al limite del normale.
Avverto: non sarà la solita storia -Ace incontra la perfettissima ‘b’ si innamorano e vivono felici e contenti-.
La trama gira principalmente sull’avventura!
I nuovi personaggi sono i Pirati della ciurma di Ace inventati da me.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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..E dopo cinque giorni eccomi, con tempi per me record ad aggiornare! Questo capitolo pensavo di scriverlo con più difficoltà, ma quando l’ispirazione viene, meglio prenderla prima che voli via!
Capitolo come sempre enorme in cui vi levo qualche mistero dal precedente (forse sono stata troppo misteriosa eh?) inoltre sto pensando di alzare il rating della storia dal verde al giallo per quelle parolacce che ogni tanto servono, e quel po’ di violenza che cerco di trattenere ma non sempre fa. Che mi consigliate, voi più esperti di me?

Intanto come sempre vi ringrazio perché siete davvero tanti a leggere questa mia prima fanfiction! anche se non commentate, vedere quel numerino al lato dei capitoli mi gasa!
Spero che il capitolo vi piaccia, alla prossima ^^

____

Uno strano odore risvegliò Isabel, che aprendo gli occhi si trovò nuovamente spaesata.
Per fortuna non stava più in quella stanza tutta rosa, ma si trovava sopra una strana poltrona bianca dove due donne le sbattevano strani batuffoli nel volto, senza capire bene il perché.
“ehi che fate? Mi state soffocando con qualche sostanza velenosa?” gridò lei scattando in piedi e guadandosi intorno.
Era in una piccola stanza, tutto di un tranquillo color crema con dei mobiletti in legno su cui erano poggiate delle scatolette con pennelli, strane bottigliette, boccette e colori, dedusse così che probabilmente si trattava di trucco.
“signorina la prego stia ferma abbiamo quasi finito!” rispose allarmata una delle due donne cercando di mettere al riparo tutto ciò che Isabel stava facendo cadere in preda alla rabbia.
“perché ho le unghia smaltate? Perché mi state truccando? Perché indosso ancora questo orrendo abito, e perché ho questa acconciatura ridicola?”.
Era nel più totale panico, mentre su un enorme specchio si osservava senza parole.
Aveva i capelli raccolti da tanti fermagli con perle luccicanti e fiorellini bianchi, era truccata tanto da non riconoscersi, la sua pelle era più lucida del normale con le guance rosa e due ciglia lunghissime, la sua espressione era quella di una persona disgustata.
“signorina si calmi, il matrimonio è tra due ore e se non è pronta verremo mandate nel livello uno!” pregò l’altra donna prendendo per le spalle Isabel inferocita, che sembrava contornata dalle fiamme come Ace.
“io non mi sposo con nessuno, lo volete capire? Levatemi queste cose dei capelli!” protestò lei tirandosi via le varie decorazioni che ornavano i suoi capelli.
Le due donne così, sotto gli ordini del loro capo furono costrette a spruzzare sul volto di Isabel una strana bomboletta che la fece cadere al suolo incosciente.
“mi dispiace per questa ragazza, ma se rovina il trucco e l’acconciatura il signore non ci perdonerà” ammise una delle due donne, rimettendo Isabel sopra la poltrona.
_____

Era ormai l’alba quando Ace, Shin e Taichi uscirono fuori dalla foresta.
I due fratelli avrebbero aspettato anche tutta la notte prima di partire, ma dopo un tentativo di fuga da parte di Ace, i due si arresero all’idea di dormire e iniziarono a darsi il cambio per guidare il veicolo che li avrebbe portati in città.
“ancora non mi è del tutto chiaro il perché lo stiamo aiutando!” si domandò Shin mentre osservava Ace durante la sua colazione a base di coniglio preso durante il viaggio.
“vi farei entrare nella mia ciurma ma se venite poi Isabel se ne va!” rispose Ace senza far caso ai due che non parlavano proprio in maniera positiva di lui, figurarsi entrare nella sua ciurma di pirati.
“parli della dolce donzella che oggi salverò? Perché non vuole restare se veniamo anche noi?” domandò Taichi che aveva chi occhi illuminati alla sola idea di stare tutto il giorno con una bella ragazza, immersi nel pericolo in cui lui avrebbe potuto sguazzare per irrobustire il suo dubbio fascino su di lei.
“lei mi sta accompagnando fino a che non troverò qualcun altro che stia attento a quello che combino” spiegò lui buttando per terra i resti di quel coniglio, ovvero le ossa rosicchiate.
Si rimise il cappello che aveva poggiato vicino a lui per non farsi ombra, mentre le luci mattutine iniziavano ad irradiare la foresta.
“ora andremo verso il retro della villa che è proprio alla fine di questa foresta verso est. Dobbiamo essere cauti perché la tua compagna potrebbe essere ovunque e se facciamo troppo baccano rischiamo di essere battuti!” spiegò Taichi indicando la villa che iniziava a farsi vedere tra gli alberi.
Era altissima ed il tetto di colore rosa lampeggiava tra le foglie.
“ma dove mi state portando?” Ace era impietrito con lo sguardo rivolto a tutto quel rosa che non gli dava per nulla l’aria di una temutissima villa abitata da gente pericolosa.
“lo so, è un po’ bizzarra, ma essendo una donna a capo di tutto questo si può anche capire tutto questo rosa” rispose Shin scendendo dalla piccola vettura che si era appena fermata.
Fece un gesto ad Ace per seguirlo, anche se lui era impensierito.
Non sapeva che le donna potessero usare tutto quel rosa senza risultare delle pazze, non aveva mai visto una donna vestire di rosa in vita sua e sperava che questa fosse stata l’ultima volta che i suoi occhi incontrassero tale colore lampeggiante.
I tre si nascosero dietro un cespuglio osservando la villa da vicino.
Stranamente fuori non c’era nessuno e non si udiva il ben che minimo rumore se non quello degli uccelli che ogni tanto volavano accanto a loro, così decisero di uscire allo scoperto, ogni minuto era prezioso.
“non c’è davvero nessuno! Che qualcuno si sia infiltrato prima di noi, e stia attirano l’attenzione?” ipotizzò Taichi andando verso il portone seguito dagli altri due.
Con una mano di ognuno poggiata sulla porta, la spinsero fino ad aprirla e trovarsi davanti una strana stanza.
Era enorme e non sembrava avere scale né altro, era solo contornata da tappeti rosa, muri d’orati e tre porte alla fine della stanza, ognuna delle quali aveva stampato un numero da uno a tre lampeggiante.
“ma siamo sicuri di non essere finiti dentro ad un casinò?” domandò Shin tenendo Ace per la sua collana fermando il suo tentativo di fuga furtiva verso le porte luminose.
“probabilmente ogni porta conduce ad un piano, non sapendo dove si trova la ragazza dovremmo dividerci, dato che siamo in tre è perfetto!” rispose Taichi dandosi una sistemata ai capelli castani, mentre aveva il presentimento che la ragazza l’avrebbe salvata lui.
“Ace com’è questa ragazza? Così se la trova uno di noi due la riconosce!” continuò lui agitando Ace che ancora tentava di correre strozzato dalla presa di Shin.
“E’ piccola, ha i capelli corti e scuri, e appena le farete notare che è bassa vi tirerà una scarpa su per la bocca fino a strozzarvi” descrivete Ace ricordando il primo incontro, e poi abbassando la testa liberandosi dalla collana e quindi dalla presa di Shin.
Arrivò con velocità davanti alle tre porte, in cui al centro vi era un bottone rosso.
Ace lo premette, e le tre porte si aprirono automaticamente buttando una grossa quantità di fumo in tutta la stanza.
“sei un pazzo!” urlò Shin iniziando a strozzare Ace che era già stordito dal fumo, mentre suo fratello cercava di staccargli le mani dal collo ripetendogli che ormai il disastro era stato fatto.
“Shin non è ora per le tue crisi d’ira, fermati” cercò di calmarlo il fratello.
Avevano un difetto molto simile, Taichi soffriva di strani tic che si attivavano alla vista di belle ragazze e che lo facevano svenire, mentre Shin nei momenti critici finiva per avere crisi violente e picchiare la persona più vicina a lui.

“sarebbe stato meglio aspettarli a fine scalinata, ma poi ci saremo persi il matrimonio” delle basse parole fecero largo nella stanza, mentre il rumore di passi si faceva sempre più forte.

“e questo non va affatto bene” rispose un altro uomo che era alla stessa distanza dall’altro.

“cercate di non sporcare il posto, non intendo pulire un’altra volta!” un terzo uomo fece la sua comparsa, e per primo sbucò dalla porta numero uno.

Dopo di lui uscirono altri due uomini dalle porte rimanenti.

Shin mollò la presa da Ace che continuava a tossire affaticato, ed i tre anche se con un po’ di fatica dovuta alla scarsa visibilità data da quello strano fumo, si divisero uno davanti ad ogni porta dove era piazzato un uomo.
“io sono il giardiniere” si presentò il primo uomo mostrando a Taichi davanti a lui delle enormi e aguzze forbici da potatura.
“io sono il cuoco” continuò il secondo, mostrando in una mano una pentola ed in un altro una frusta elettrica più grande del normale. Shin davanti a lui lo guardò a bocca aperta affamato, la notte scorsa Ace non gli aveva lasciato neanche un osso e lo stomaco non ragionava più.
“io sono il maggiordomo” finì il terzo di fronte ad Ace con uno strano attrezzo sulle spalle ed una pompa tra le mani.
“andate a lavorare, noi siamo in missione segreta!” esclamò Ace avvicinandosi ancora di più alla porta numero tre.
Aveva perso fin troppo tempo e non aveva intenzione ti sprecarne altro con tre damerini.
“che ragazzino maleducato!” affermò il maggiordomo attivando quello strano attrezzo che aveva tra le spalle e puntando la pompa davanti Ace la cui testa venne risucchiata dal tubo, come un aspirapolvere.
“Ace” esclamarono i due fratelli che non appena cercarono di andare ad aiutarlo, furono fermati dal giardiniere e dal cuoco.
Shin cercò di colpire con un pugno deciso il cuoco che con agilità mise a proteggersi la pentola, che però venne bucata dal pugno che finì nel suo volto.
“levatevi o vi uccido!” intimò il ragazzo prendendo per il colletto il cuoco disteso a terra con il naso colante di sangue, probabilmente la crisi violenta non gli era ancora del tutto passata, visto che iniziò a picchiare in testa al nemico la pentola che poco prima aveva bucato.
Intanto, Taichi con un graffio sul volto cercava di evitare il giardiniere, che sicuramente non era solo un lavoratore dei giardini.
I suoi passi erano veloci quanto i suoi, e le sue braccia muovevano quell’attrezzo con una forza spaventosa.
“tu non sei un giardiniere!” dedusse lui schivando l’ennesima lama che cercava di colpirlo alla base dello stomaco.
“io ed i miei colleghi abbiamo un piccolo passato da pirata!” confermò l’uomo ridacchiando per aver preso per la seconda volta il ragazzo la cui maglia venne leggermente tagliata.
“Shin smettila di uccidere quell’uomo e vienimi ad aiutare prima che Ace muoia soffocato da quell’aspiratutto!” urlò Taichi riuscendo finalmente a far perdere l’equilibrio del suo nemico, facendolo cadere al suolo e dandogli qualche secondo per guardare che stava facendo il fratello.
Shin era intrappolato con i capelli nell’enorme frusta del cuoco, che lo faceva girare con una velocità spaventosa.
Taichi capendo che non c’era più tempo da sprecare, con un piede fermò il polso del giardiniere, rubandogli il potatore e staccando le due parti combacianti.
Con la prima lama puntata sul volto del giardiniere costretto alla resa, usò la seconda per tagliare di netto i capelli di Shin che vennero liberati dalla frusta elettrica.
“ehi mi hai tagliato i capelli! Se mi hai fatto calvo ti uccido!” sbraitò Shin tirando un pugno verso il cuoco che finì per sbattere al muro molto distante da lui.
Ace intanto per salvarsi si trasformò interamente in fuoco, ustionando il maggiordomo ma non la pompa, che probabilmente era fatta di un materiale resistente alle fiamme.
“sei tu l’esperto con le lame!” affermò Taichi passando una lama della forbice da potatura al fratello, che con un lancio preciso colpì la pompa tagliandola proprio nel punto in cui Ace era incastrato.
I due si avvicinarono al ragazzo che non più infiammato, era però con l’intera testa dentro quel pezzo di tubo tagliato, così i fratelli dovettero tirarlo via con la forza per diversi minuti, prima di liberare Ace dalla stretta del tubo che modificò persino la forma dei suoi capelli, che erano sparati in aria come il pelo di un porcospino.
Shin prese la lama restante tirandola contro il giardiniere che li stava per prendere di sorpresa da dietro, appendendolo con la lama conficcata nel muro sulla sua giacca.
“stiamo cercando una ragazza bassa dai capelli scuri ed un po’ violenta, questa notte è stata portata via da uno degli strani esseri che mandate nella foresta, dicci dove si trova e non ti farò del male” asserì Shin prendendo in mano la padella bucata del cuoco KO.
Il giardiniere li guardò prima contrari, ma non appena il ragazzo gli si avvicinò con occhi diabolici aprì la bocca spaventato, dicendo l’unica cosa che sapeva.
“ora c’è un matrimonio, probabilmente la ragazza si trova lì! È alla fine della terza porta. Io non so altro, giuro!” sostenne il giardiniere dimenandosi per cercare di liberarsi, senza riuscirci.
I tre ragazzi si incamminarono velocemente verso la terza porta, l’orologio segnava le 10:43 quindi probabilmente il tempo a loro disposizione era sempre meno.
“e se qualcuno volesse sposare la mia dolce Isabel?” esclamò Taichi scuotendo la testa disperato.
“smettila di dire cazzate, non la conosci neanche!” urlò di rimando Shin, colpendo con la pentola il fratello, mentre Ace si faceva spazio tra i due per arrivare il prima possibile, dentro si sentiva crescere sempre più enormemente, un cattivo presentimento.
____

Il matrimonio era iniziato da ormai quarantacinque minuti e stava per concludersi.
Isabel pregava perché a qualcuno -compresa lei- venisse un infarto così da sospendere la cerimonia.
Seduta su una sedia con braccia legate da una corda,caviglie ammanettate, con un enorme cerotto sulle labbra e gli occhi infuocati la ragazza cercava di liberarsi dalla presa per uccidere quello che davanti a lui aveva preso le sembianze di Ace, senza aver capito ancora come e perchè stava per sposare.
Il prete dell’occasione era parecchio goffo ed imbarazzante, tanto da non ricordarsi neanche le preghiere ed i riti dell’occasione che si era disordinatamente appuntato in un foglietto.

Aspetta che mi libero e ve le faccio fare io le preghiere


L’unica cosa positiva della cerimonia era il suo vestito bianco enorme dalla gonna piena di veli e la scollatura che all’incirca avrebbe pagato le riserve di cibo per un anno di Ace mentre con i gioielli e le scarpe avrebbe potuto comprare tre dozzine di navi pirata.
La cerimonia per lei era solo un modo di farsi due calcoli su cosa avrebbe potuto rubare da quella villa anche perché, trovava fosse il minimo derubarli dopo questo rapimento in piena regola.
“beh, ora posso pronunciare la famosissima frase che conclude tutti i matrimoni, anche se sono sicuro che nessuno avrà da ridire su ciò” iniziò il prete ridacchiando fastidiosamente, probabilmente sapeva già che nessuno avrebbe detto una parola.
“se in questa sala c’è qualcuno che si oppone al matrimonio parli ora o taccia per sempre” terminò la frase riponendo il foglio dentro le vesti dove probabilmente indossava un orrendo pantalone.
Nessuno fiatava o forse neanche respirava dentro quella sala, le persone sembravano quasi terrorizzate all’idea di far sentire un minimo cenno di rumore.
“obbiezione!” esclamò una voce lontana dalla sala, che aveva appena aperto l’enorme portone della stanza.
Con lui c’erano altre due persone, una delle quali cadde a terra grondante di sangue al naso.
“maledetto Taichi, ti sembra il momento giusto di svenire solo alla vista della sposa che è lontana anni luce? E tu Ace, obbiezione si dice durante i processi, non i matrimoni!” spiegò Shin incamminandosi verso in centro della sala trascinando con una mano il fratello.
“Qua non c’è Isabel, non la vedo!” disse Ace alzando un po’ il cappello come a voler migliorare la visuale.
Guardò attentamente tutti i presenti compresa la sposa legata che si muoveva nervosamente, fino a cadere con la sedia a testa in giù mostrando le mutande a tutti gli invitati sconcertati ed a un Taichi appena rispeso che svenne di nuovo.
La sposa con uno slancio di fianchi ribaltò un po’ la sedia coprendosi e tirando un calcio con le gambe ammanettate, verso Ace che cadde qualche metro più in là.
Il ragazzo si rialzò avvicinandosi alla sposa e levandole il cerotto dalla bocca, quei calci gli erano famigliari.
“brutto scemo non lo vedi che sono io? Perché non sei venuto prima? Sai che stavo per sposarmi con un maniaco? Chissà cosa mi avrebbe fatto! E invece tu, ammettilo ti stavi facendo un pisolino da qualche parte con i tuoi nuovi amichetti, per fortuna che te li sei trovati così posso andarmene da qualche parte con i soldi che mi farò rivendendo questo abito e bruciando queste mutande e queste calze fastidiose come la carta vetrata!” urlò Isabel aggiungendo ogni tanto delle parolacce per accentuare la rabbia.
Gli invitati rimasero tutti a bocca aperta scattando fotografie alla sposa furiosa.
“calmati cara, ora mi libero di questi barbari e passiamo a terminare le nozze” rispose l’uomo che stava per sposare Isabel, avvicinandosi col prete a Shin, Ace e Taichi ancora svenuto.
Il prete si levò con noncuranza la tunica mostrando i due enormi fucili che teneva sulle spalle, e che senza preavviso azionò sparando contro i tre ragazzi.
Ace per proteggere tutti dagli enormi proiettili innalzò una barriera di fuoco tra di loro proteggendo così anche Isabel la cui sedia stava però andando a fuoco.
“brucio!” esclamò lei che si dimenava ancora legata.
Shin con una lama rubata ad uno delle guardie sconfitte poco prima tagliò la corda che legava per le braccia e la sedia Isabel liberandola almeno dal pezzo di legno che prese fuoco.
Le caviglie però erano legate da delle manette di un materiale così solido da non farsi neanche un graffio, così Ace se la caricò sulle spalle tentando la fuga per non ferire qualche innocente nella sala.
“stai attento al vestito, con questo diventerò ricca!” spiegò la ragazza battendo qualche colpo sulla schiena di Ace che poco dopo si fermò notando che nessuno parlava.
Tutti guardavano lo sposo con gli occhi a cuoricini, tutti tranne Ace che si chiedeva perché ammirassero tanto quell’uomo.
“come hai fatto a diventare donna ora! E cosa sono quelle sembianze! Sono io versione donna di facili costumi! Togliti subito il mio aspetto!” sbraitò Isabel che si muoveva e contorceva tra le spalle di Ace per guardare meglio l’aspetto orrendo che aveva assunto quel mostro.
“ma che dici, io vedo solo un nano ed un prete con due fucili!” rispose Ace guardando dal basso quello che invece gli altri guardavano col naso all’insù.
“io non sono un nano!” esclamò lei tornando un lui con le sembianze del biondo che inizialmente Isabel aveva visto.
“no io ti vedo nano!” ribatte Ace toccando la testa dell’uomo per accertarsi della misura, anche Isabel con fatica riuscì a notare che Ace stava toccano qualcosa con la mano, anche se sembrava sfiorare il nulla.
“come fai a vedermi, ragazzino! Io sono un uomo allucinogeno, ho il temibile potere del frutto del diavolo, posso farti vedere quello che voglio!” rispose lui iniziando a mostrare ai presenti le molteplici allucinazioni di cui era capace, tra unicorni e dinosauri rosa.
“sei un uomo fungo!” comprese Ace ridendo di gusto davanti all’uomo che puntò il dito contro di lui, facendo capire al prete di sparare ancora.
Ace sollevò un’altra barriera di fuoco emergendone con un pugno infuocato che colpì il presunto prete allo stomaco facendolo sbattere all’altare che iniziò a prendere fuoco.
“io sono il divino Yuu, un ex pirata la cui taglia è di quindici milioni di berry e che tu puoi solo sognare di battere! Grazie alle mie allucinazioni ho schiavizzato guerrieri fortissimi oltre che un intera popolazione, tutti hanno paura solo di avvicinarsi a me! Ora arriveranno senz’altro il giardiniere, il cuoco ed il maggiordomo insieme a tutte le guardie, e la pagherai per l’affronto!” intimò l’uomo ridendo fastidiosamente.
La stanza si fece silenziosa, forse perché tutti gli invitati stavano fuggendo ed anche Isabel ammutolì, non avrebbe avuto scampo contro un uomo con così tanti alleati, e lei era imprigionata e quindi un sacco di patate umano.
“ah quelli? Li abbiamo già sconfitti!” rispose Ace facendo sbiancare il volto di quello che lui vedeva nano, con un naso enorme e spelacchiato.
“Ace fammi scendere e dimmi dove devo mirare!” ordinò Isabel che si fece mettere in piedi a fatica, con le caviglie legate ed una ancora dolorante dalla volata fatta ieri.
“se vuoi farli male mira all’altezza delle tue ginocchia!” spiegò Ace indicano la posizione del nano, che Isabel colpì con un destro potente, mentre alcuni degli invitati facevano ancora fotografie alla sposa.
“spero che le prossime allucinazioni che farai siano all’inferno, porco!” gridò lei rimettendosi con un saltello, sopra la spalla di Ace andando ad aiutare Shin ed il rinvenuto Taichi che evacuavano gli schiavi innocenti dell’uomo-allucinogeno.

   
 
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