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Autore: jennybrava    30/08/2011    3 recensioni
"Ed erano quelli i momenti in cui Sasuke si chiedeva cosa
sarebbe stato, cosa sarebbe successo, se invece di abbandonarla l'avesse portata con se."

Cinquanta prompt, cinquanta brevi flashfic.
{SasuSaku+TeamSeven.}
Spero vi piaccia,
jennybrava.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Just Us. 50 Prompt Nda: A quelle che seguono Non è la solita commedia scolastica avevo promesso una one-shot, ma non avevo parlato di che tipo di one-shot xD
In ogni caso, sabato scorso avevo voglia di scrivere ma non sapevo su cosa, così sono andata in cerca di prompt su internet e ho trovato questi quarantanove, sì quarantanove. L'ultimo è di testa mia (e infatti fa schifo.)
Che dire? Sono brevi flashfic, alcune più lunghe altre più corte, essenzialmente fluff, ma ce ne sono anche alcune con accenni angst o roba simile.
Le prime ventisei sono state scritte in un pomeriggio, le restanti in altri tre giorni. Il titolo fa un po' schifo in effetti, ma non mi veniva in mente altro.
Oltre al SasuSaku e a un po' di Team Seven abbiamo anche due accenni NaruHina, due ShikaIno, uno NejiTen e uno SuiKa. Che volete farci? La mia voglia di accoppiare tutti non si estingue mai xD
A fondo capitolo troverete alcune note per le flash con l'asterisco che sarebbe meglio leggeste ;)
Spero gradiate!
Buona lettura! ^^


Just Us.








#1: Rosa.

Se chiedevano a Sasuke cosa associasse al rosa, lui avrebbe risposto lei.
Lei aveva i capelli di un assurdo colore rosa, troppo acceso e vistoso per i suoi gusti; lei portava abiti di svariate sfumature rosa, e lui, ovviamente, mai mancava di rimbeccarle come il loro armadio straripasse di abiti di nauseante color confetto.
Era altresì vero che Sasuke avrebbe potuto riconoscerla fra mille, per strada, ed era altresì vero che solo lui poteva vantarsi a tutti gli effetti di aver fatto di lei la prima matriarca Uchiha con i capelli rosa.

#2: Cioccolato.

<< Sas'ke-kun >> la voce timida di una bambina gli arrivò alle orecchie, facendolo distrarre dalle sue mansioni.
<< E-Ecco.. questo è per te. >> gli porse un pacchetto, sapientemente incartato da una vivace carta da regalo. Un nastro rosso arricciato troneggiava su di esso. << E' cioccolato. B-Buon San Valentino. >>
Sasuke Uchiha scoccò un'occhiata indispettita prima al pacchetto poi alla bambina dai buffi capelli rosa che glielo stava porgendo con evidente trepidazione sul volto.
<< Non mi piacciono i dolci. >> proferì, asciutto.
Gli occhi verdi della bambina si dilatarono, scioccati. << M-Ma.. >>
<< Smettila. >> aggiunse, quasi con petulanza, raccogliendo le sue matite e alzandosi in piedi. << Sei noioisa. >>
E la lasciò lì, gli occhi verdi colmi di lacrime e il pacchetto abbandonato ai suoi piedi.

#3: Strada.

Buio.
Luce.
Cosa sceglierai Sasuke?
Sangue, odore di morte, lacrime.
Cosa?
Sorriso abbagliante, vecchi libri sgualciti, luminosi e gentili occhi verdi.
Quale strada?
Sasuke chiuse gli occhi; chiuse gli occhi ai sorrisi, alle parole comprensive, agli sguardi dolci.
Chiuse gli occhi e scelse il buio.

#4: Casa.


<< Sas'ke-teme. >> la voce divertita di Naruto gli giunse roca alle orecchie. Faticava a tenere gli occhi aperti, ora come ora. << Sei proprio un bastardo. >>
Sasuke sghignazzò, sentendo le costole pregare pietà a ogni scossa del suo martoriato corpo.
<< Non ti preoccupare. >> aggiunse Naruto, gemendo di dolore non appena si azzardò a spostare una gamba.
<< Sakura-chan ti rimetterà in sesto in un batter d'occhio. >> disse. << E' diventata fortissima. >>
Occhi verdi, sorrisi luminosi, vecchi libri sgualciti.
A Sasuke non parve più così pessima l'idea di tornare a casa.

#5: Vento.

Sasuke mai avrebbe voluto ammetterlo, ma quando percorreva quelle lande deserte assieme al suo nuovo Team, e il vento gli soffiava in faccia, era a lui che pensava. A loro.
Ricacciava indietro quei pensieri, indentro nella sua mente, ma ecco che il vento tornava a sferzargli in faccia, ed ecco che i ricordi di un passato che sembrava troppo lontano tornavano a tormentarlo.

#6: Neve.

Era un giorno di neve, quando l'aveva baciata per la prima volta.
Fiocchi di neve erano piovuti addosso a loro, in quel gelido giorno di Dicembre a Konoha, e lui si era ritrovato ad osservarla mentre cercava di riscaldarsi le mani, infreddolite.
Era stato un'attimo, l'aveva presa fra le sue braccia e aveva posato le labbra sulle sue. E lei dopo un'istante di esitazione aveva ricambiato il bacio, con foga.
E la neve cadeva attorno a loro.

#7: Fuoco

Sakura gemette, aggrappandosi alle sue spalle, e trattenendosi dall'urlare mentre lui accarezzava ogni parte del suo corpo.
Si chiese se quello che stava provando fosse normale: se sentire la pelle bruciare ogni volta che lui vi posava sopra le labbra fosse normale, se avvertire la necessità di volerlo più vicino fosse normale.
E lei bruciava, bruciava di desiderio e felicità.
E il fuoco le ardeva dentro.

#8: Nastro*

Lo aveva portato Ino, con un sorriso, e aveva visto sua moglie scoppiare in lacrime e abbracciarla, commossa.
<< Ti piace, papà? >>
Sua figlia gli sorrideva, dondolandosi avanti e indietro, gli occhi verdi che scintillavano di gioia. Era piccola sua figlia, una cosina che arrivava a stento al suo ginocchio.
Mikoto gli sorrideva.
Un nastro rosso avvolto fra le sue chiome scure.
Sasuke annuì seccamente, e Mikoto gli si aggrappò alle gambe, ridendo gioiosamente.
Quello di lei.

#9: Giallo.

<< E' uguale a te. >>
Non era un complimento, no di certo, ma Naruto Uzumaki sembrava averlo presto come tale perchè sorrise ancora più apertamente, per poi chinarsi di nuovo sulla culla e borbottare:
<< Chiii è il piccolino di papààà? Chiii èèè? >>
Sentiva le voci ovattate di sua moglie e della moglie di lui che ridevano dalla cucina; scrosci di risatine che lo fecero sospirare mentre osservava il suo migliore amico proferirsi in una serie di mugugni e lamenti da emerito imbecille davanti alla culla dove riposava il suo neonato figlioletto, Minato.
I geni Hyuuga erano recessivi perchè Minato, oltre che privo di Byakugan, era nato con in testa una folta chioma giallognola.
Gialla.

Di un intenso giallo, uguale a quello di suo padre.
<< Buubuu.. settete! >>
Sasuke, in un moto di disperazione, sperò che il suo di figlio, che riposava ancora allegramente nella pancia di Sakura, nascesse sì con lo Sharingan e privo dei quattro peli color confetto della madre.
Avrebbe fatto qualcunque cosa perchè succedesse.

#10: Calore.


E mentre le braccia di lei lo avvolgevano; e mentre sentiva la voce allegra di lui che blaterava cose senza senso, e mentre sentiva quella ironica dell'altro intrecciarvicisi, Sasuke si chiese quando precisamente avesse iniziato a provare quel calore intenso al petto; alla vista degli occhi verdi, dolci, di lei, al suono della risata di lui, alle parole rassegnate dell'altro.
Quel calore che lo pervadeva.

#11: Bandiera.*

Non si sarebbe tirata indietro.
Mai si sarebbe vergognata di quello che provava, anche innanzi agli sguardi di biasimo che le lanciavano gli abitanti, anche innanzi alle loro accuse.
Mai.
Le bastavano loro. Lui.
Nessuna bandiera bianca, sulla sua porta.

#12: Riflesso

Cosa vedi Sasuke?
Cosa vedi?
Cosa rimane di te?
Solo il riflesso nell'increspatura dell'acqua.

#13: Catena.*

<< Smettila. >>
Sakura si irrigidì al suono di quella voce secca, ma continuò a rilasciare il chakra dalla mano, interperrita e decisa.
<< Ti ho detto di smetterla. >>
Alzò lo sguardo lei, collerico, e lo puntò addosso al volto di lui, scavato, pallido e cosparso da escoriazioni.
Sasuke le restitutì uno sguardo vacuo, illeggibile, ora che i suoi occhi non riuscivano più a scorgere alcuna luce.
<< Smettila, Sakura. >>
Era stanca la sua voce, adesso, resa rauca dallo sforzo anche solo di parlare.
Sakura scosse la testa, sentendo gli occhi inumidirsi e mordendosi le labbra per non scoppiare indegnamente a piangere.
<< No. >> sussurrò con voce rotta, fasciando l'ennesima ferita causata dalle torture inflittegli fino a qualche ora prima.
Ci avrebbe pensato lei, avrebbe pensato lei a guarirlo, a ricucire i brandelli di quel Sasuke che era rimasto, a spezzargli tutte le catene che lo imprigionavano al vecchio se stesso.
Ci avrebbe pensato lei.
Solo lei.

#14: Favola

<< E il principe sposa la principessa! >> sorriso dolcissimo, luminosi occhi verdi. << E vivono per sempre tutti e felici e contenti! >>
Sasuke osservò con aperto interesse la buffa bambina che gli sedeva davanti, i capelli rosa adornati da un nastro rosso, in mano una vecchia bambola di pezza.
<< Io troverò il mio principe azzurro, un giorno! >> cinguettò lei. << Ne sono sicura, Ino-chan me lo ha detto! >>
Poi la bambina gli puntò addosso i suoi grandi occhi verdi. << E tu ci credi nelle favole, Sas'ke-kun? >>
Sasuke non rispose, ma continuò ad osservarla mentre giocava alle principesse e ai castelli fatati, e pensò che forse forse alle favole avrebbe potuto cominciare a crederci.

#15: Cane.

<< Voglio un cane. >>
<< No. >>
Mikoto arricciò il labbro, indispettita, scrutando con sguardo duro il padre dall'altra parte del tavolo. << Perchè no? >>
Sasuke, mentre stoico osservava il piccolo Kakashi allungare insofferente il braccino cercando di raggiungere il tanto agognato bicchiere, rispose semplicemente: << Perchè gli Uchiha non hanno un cane. >>
Mikoto posò la forchetta, sbuffando.
<< Allooora io.. >> sbottò poi e Sakura, in piedi vicino ai fornelli mentre finiva di condire l'insalata, faticò a celare un sorriso. << ..posso pensare che tu voglia più bene ad Itachi che a me! >>
Sasuke agrottò la fronte, seccato. << Ma non dire fesserie, Mikoto. >>
Kakashi nel frattempo aveva trovato interessante inventare un nuovo gioco con le patate nel piatto. << La settimana scorsa gli hai comperato un nuovo set di kunai. >> pigolò la bambina, petulante, per poi rivolgersi al fratellino minore, dolcemente. << Dì, Shi-chan. A te non piacerebbe avere un cane? >>
Shi-chan, dal basso dei suoi quasi due anni, sorrise, le mani impiatricciate di patate. << Bane. >>
Sasuke storse le labbra in una smorfia, irrigidendosi.
<< Allora, chi vuole l'insalata? >>

#16: Gatto.

<< Cos'è quel coso? >>
Era un giorno di pioggia quando Itachi era tornato a casa imbracciando una palla di pelo nera, dietro di lui sua sorella che sorrideva luminosamente.
<< Un gatto. >> rispose limpidamente il bambino.
<< Lo sò, questo. >> la ruga sulla sua fronte aveva assunto dimensioni preoccupanti. << Cosa ci fa qui? >>
<< Lo abbiamo trovato mentre tornavamo dall'Accademia. >> ridacchiò Itachi. << Non è carino, Pà? >>
<< Non voglio vedere quel mostriciattolo un secondo di più. >> proferì Sasuke, secco, osservando sua figlia e il suo ultimogenito rotolarsi sul pavimento del salotto assieme al gatto. << Abbiamo già quel sacco di pulci in giro per casa. >>
<< Pà..? >>
...
...
<< Meow! >>
...
...
<< Non credo tu piaccia al gatto, Pà. >>

#17: Pastelli.

I suoi pastelli, quando aveva sette anni, sparivano.
Ne comprava di nuovi, ed ecco che sparivano.
Puff.
Undici anni dopo.
<< ..Prima mi accontentavo anche solo di rubarti i pastelli! >> Sakura urlava, le lacrime agli occhi. << Ma adesso non mi basta più, Sas'ke! >>
Oh.
Mano sulle labbra, sguardo perplesso.
<< Eri tu? >>

#18: Cielo.*

Siamo sotto lo stesso cielo.
Finchè guarderemo le stesse stelle, le stesse nuvole; finchè cammineremo sotto la stessa pioggia, sotto la stessa neve.
Finchè guarderemo lo stesso cielo.
Ti sentirò vicino.


#19: Letto.

Era di notte che la sua maschera si allentava, cadeva, e Sasuke permetteva alle emozioni di fare capolino dentro di lui. Permetteva a lei di abbracciarlo e sussurargli all'orecchio parole che di giorno mai si sarebbe sognato di ascoltare, permetteva alla mente di allentarsi e cadere nelle braccia del sonno, sdraitato su quel letto.

<< Sas'ke? >>
<< Mh? >>
<< Buonanotte. >>

#20: Luce.

Sasuke chiudeva gli occhi, mentre procedeva lungo il sentiero verso la morte.
Chiudeva gli occhi e ignorava la luce che li acceccava.
Occhi verdi, sorriso abbagliante, libri sgualciti.
Perchè se li avrebbe riaperti sarebbe apparsa una luce troppo forte da sopportare.

#21: Sogno.

Mani che tracciavano i contorni delle sue labbra, labbra.. labbra che si cercavano a vicenda, sospiri concatenati, gemiti, parole sconnesse appena udibili.
Il desiderio che prendeva possesso di lei, che la spingeva a cercare di più, a volere dare di più.
E occhi rossi. Intensi occhi rossi su di se.
Sakura si svegliò di soprassalto, ansimando.
Era stato solo un sogno.

#22: Nuvola.*

<< Ehi ehi.. quella è o non è una ciotola di ramen? >>
Sakura scoppiò a ridere, gettando la testa dietro, la risata argentina che si disperdeva lungo le fronde degli alberi sotto le quali ombre si erano riparati, in quella afosa giornata estiva.
<< E.. oh.. un'anatra! >> Naruto strepitava ogni due per tre, indicando nuvole a caso a attribuendo loro forme e nomi del tutto campati per aria. << Sakura-chan! E' un anatra o no? >>
<< A me sembra più il sedere di un'anatra.. >> commentò lei, assorta, per poi accigliare lo sguardo. << No.. aspetta.. ma, sono i capelli di Sas'ke-kun! >>
Sakura si rese solo conto in quel momento di ciò che aveva appena detto, e si tappò la bocca con le mani, esterrefatta.
E mentre Sasuke si drizzava a sedere, rosso di vergogna e rabbia, e Naruto scoppiava a ridere, la nuvola a forma di anatra scomparì nel cielo azzurro di quella giornata estiva.

#23: The.

<< Vuoi del the freddo, Sas'ke-kun? >>
Sakura sorrideva e Sasuke alzò lo sguardo dal rapporto che stava esaminando, posandolo sul volto della sua fidanzata.
<< E' dolce? >>
<< E' un sì? >>
<< Ti ho chiesto se è dolce o meno, Sakura. >>
<< Allora lo prendo come un sì. >>
E trotterellò in cucina, continuando a sorridere, mentre Sasuke sbuffava e tornava a rivolgere la propria attenzione al rapporto.

#24: Profumo.

La porta del bagno si aprì e un effluvio di creme e fiori gli pizzicò il naso, prima che lei si manifestasse nella sua solita tenuta da camera, frizionandosi i capelli con un asciugamano.
E Sasuke mai l'avrebbe ammesso, ma sentire il profumo che emanava lei dopo la doccia, una volta che gli si stendeva accanto, era fra le cose che più riusciva ad apprezzare.

#25: Alcool.

Si sarebbe dovuto trattare di un party tranquillo per festeggiare la nomina di Naruto come nuovo Hokage, finalmente, peccato che dopo due ore più o meno tutti i presenti si fossero ritrovati dosi talmente alte di alcool nel sangue da far impallidire gli Anziani del consiglio.
Così Suigetsu e Karin si erano ritrovati a limonare sul tappeto del salotto di Villa Hyuuga, Lee e Kiba ridevano come idioti chini sull'album di famiglia dove le foto di Neji-bebè facevano gratuito sfoggio di se e la padrona di casa di era accasciata sul grembo del neo Hokage.
E lui stava trascinando Sakura verso il primo ripostiglio vicino, superando Neji e Tenten che dopo l'ennesima discussione si erano premurati di spiaccicarsi l'uno addosso all'altro, seguendo l'esempio dei cari Suigetsu e Karin.
Chiuse la porta a doppia mandata e si voltò verso la sua ragazza.
<< Sas'ke-kun. >> sussurrò lei, aggrappandosi alle sue spalle. << E se venisse qualcuno? >>
Sogghignò Sasuke, elettrizzato. << Non verrà nessuno. >>
E spense la luce.

#26: Sabbia.*

Il suo dito aveva tracciato linee invisibili, cerchi e ghirighori, mentre attorno a se le urla e gli schiamazzi dei suoi amici l'avevano invitata a tornare da loro.
E poi lei si era rialzata, e con amarezza aveva visto un'onda abbattersi sulla battigia che stava percorrendo, cancellando quelle traccie e lasciando dietro di se solo l'umido sulla sabbia.
Aveva sospirato ed era tornata indietro.
Anni dopo era tornata su quella spiaggia e aveva scritto di nuovo i loro nomi sulla sabbia, ma stavolta non era sola e neanche si era resa conto di cosa era successo: un'onda li aveva appena cancellati.
Ma Sakura sorrideva, ripetendosi che non le importava.
Avrebbe continuato a riscriverli all'infinito.

#27: Cravatta.

<< Vuoi stare fermo!? >>
Sasuke si agitò ancora più sul posto, ignorando la voce scorbutica e seccata di Ino Yamanaka, che per una volta stava finalmente realizzando il suo sogno proibito: strozzarlo.
In realtà non lo stava proprio strozzando, o per meglio dire, non a mani nude.
Una risatina partì dalla loro destra e Sasuke si premurò di incendiare con lo sguardo chiunque dei quattro uomini che popolavano la stanza si fosse permesso di proferirla.
<< Oho! >> Naruto, il suo testimone, ridacchiò apertamente mentre accanto a lui Shikamaru sospirava, grattandosi distrattamente una guancia e scoccando un'occhiata annoiata alla sua di fidanzata bionda. << Teme.. avanti, non fare il capriccioso! >>
Sasuke assottigliò lo sguardo, pronto a replicare freddamente, ma la voce stridula della Yamanaka lo riportò alla realtà. << Sas'ke, un'altra mossa e sei morto, capito?! >> strillò. << Vuoi per caso fare la figura del barbone al tuo matrimonio!? >>
Sasuke roteò gli occhi in aria, condiscendente. << Non si suppone che la damigella d'onore della sposa.. >> proferì, con voce strascicata. <<.. debba stare con la sposa? >>
Gli occhi di Ino lanciarono fuoco e fiamme. << Ti sto facendo un favore, io. >> replicò lei, sostenuta. << Frontespaziosa è in buone mani. >> disse. << E adesso sta fermo e fatti aggiustare quella cravatta, prima che decida di strapparti il tuo coso e tu possa dire addio alla tua focosa luna di miele con la nuova Signora Uchiha! >>

#28: Computer.

Per Sakura era sempre scioccante dover costatare che suo marito era del tutto negato nell'utilizzo delle ultime tecnologie.
Da quando tutto l'archivio missioni del Quartier Generale era stato computerizzato Sasuke Uchiha tornava a casa ancora più frustrato del solito, sbatacchiando documenti qua e là e osservando incarognito il piccolo portatile che il Quartiere gli aveva dato per svolgere i suoi lavori di ufficio.
Non lo voleva ammettere lui, oh certo che no, ma la realtà era che quell'orso di suo marito aveva proprio bisogno di un'aiuto.
<< Ecco. >> proferì affabilmente, tornando a drizzare la schiena. << E' così che si accende, Sas'ke. >>
Sasuke non rispose nè disse niente, anzi, mantenne la sua solita aria sostenuta, scoccandole un'occhiata di traverso. << Lo sapevo perfettamente. >> borbottò sdegnoso, ma il rossore sulle guancie lo tradiva e Sakura ridacchiò, tornando in cucina.

#29: Zucchero.

<< Non la vuoi nemmeno assaggiare? >> pigolò lei, sospingendogli contro il piattino. Accanto a lui Naruto si era già sbafato tre fette della torta che Sakura aveva preparato per il suo compleanno.
Sasuke scosse la testa.
Accettava i regali, una serata assieme a loro, un suo bacio in pubblico per l'amor del cielo, ma non quello. No.
<< Sakura, sai benissimo che non ingerisco niente che abbia anche una minima quantità di zucchero. >> rispose asciutto, allontanando il piattino.
<< 'eme.. è 'puonittima! 'Akura-phan è spata 'avissima! >> Sasuke scoccò poi un'occhiata di puro disgusto al suo migliore amico, e alla sua faccia coperta da crema pasticciera, per tornare a rivolgere lo sguardo al visino deluso e avvilito della sua fidanzata.
Sospirò allora, e stoicamente afferrò il cucchiaino e si cacciò in bocca una briciola di torta.
Due minuti dopo era corso in bagno a sputare tutto, mentre Naruto sghignazzava come un povero idiota e Sakura sospirava, non riuscendo però a trattenere un sorriso.

#30: Cerotto.

Hinata era quel tipo di ragazza.
Sakura la osservò mentre tirava fuori dalla tasca un cerotto e lo applicava con delicatezza sul taglio che Naruto si era procurato nell'ennesimo litigio con Sasuke.
E dire che era lei il medico.
Sakura storse le labbra in una smorfia, facendo vagare lo sguardo sul volto tumefatto del suo di ragazzo, avvilita.
<< Fa niente. >> mormorò lui, tutto d'un tratto, quasi avesse colto quello che stava pensando.
Non potè non buttargli le braccia al collo, scoppiando a ridere come una sciocca.

#31: Divano.

Un nuovo e fantastico divano troneggiava nel salotto di casa Uchiha, facendo bella mostra di se e della sua bellezza.
<< Sembra comodo. >> buttò lì Sakura, chiudendo la porta dopo che gli adetti per il trasporto erano andati via.
Sasuke studiava il divano con aperto interesse. Era bordeux, molto spazioso e grande, con una comoda e lunga penisola.
<< Mh. >>
<< Che ne dici di provarlo? >> esordì lei, sorridendogli.
Sentì poi le sue braccia avvolgerla in una stretta impetuosa e buttarla letteralmente sopra il divano, per poi sovrastarla con un sorrisetto. << Credo siano differenti i nostri concetti di provarlo, Sakura. >> le sussurrò all'orecchio, e Sakura rise rise e rise.

#32: Rasoio.

Naruto non si premurava neanche di nasconderlo: rideva, disteso sul divano in preda agli spasmi, con le lacrime agli occhi.
Sakura era stata molto più discreta, aveva tossito per mascherare la risatina che prepotentemente le era salita alle labbra e si era avvicinata al suo da poco ragazzo, rosso e incarognito, con espressione gentile sul volto. Gli aveva accarezzato la guancia cosparsa da tagliettini con un dito.
<< Sas'ke-kun. >> pigolò, sentendo le labbra curvarsi in un principio di risata. << Potevi anche dirlo che non sapevi farti la barba. >>

#33: Foto.

Sakura sorrideva, avvolta nel suo completo rosso e molto femminile, e chissà perchè non trovava affatto strano vedere Naruto e Sasuke che si punzecchiavano a vicenda, in un modo diplomatico che anni prima l'avrebbe lasciata perplessa.
Kakashi-sensei assisteva alla scena con rassegnazione, sospirando di tanto e tanto e rivolgendo scuse sillabate al fotografo che attendeva impaziente il momento dello scatto.
E quella volta i sorrisi non furono più solo due.

#34: Denaro.

<< Sei pieno di soldi, Teme. >> sbottò Naruto, adorabilmente imbronciato. << Che ti costa portarci fuori a cena tutti? Almeno una volta..mh? >>
Sasuke alzò appena lo sguardo, puntandolo addosso al migliore amico. Si strinse nelle spalle. << Ti ho detto di no. >> replicò, laconico.
Naruto fece per impuntarsi ma la porta dell'ambulatorio scelse di aprirsi proprio in quel momento, rivelando la figura snella e ben proporzionata della Dottoressa Haruno, col il camice da medico addosso e un sorriso scintillante sulle labbra.
Afferrò lo stetoscopio da un ripiano vicino e si avvicinò, pronta per svolgere il regolare check-in medico.
<< Sas'ke. >> cinguettò lei, invitando Naruto a slacciarsi la casacca. << Allora per stasera è tutto programmato, vero? >>
Sasuke si irrigidì, storse le labbra in una smorfia e fece per replicare ma gli occhi verdissimi di Sakura gli si piantarono addosso, e l'unica cosa che potè dire fu: << Mh. >>

#35: Gelato.

Sakura si adoperò, da brava mamma qual'era, a pulire le traccie di gelato che i suoi due figli, da bravi piccoli piantagrane qual'erano, si erano premurati di spalmarsi addosso a tutto il viso.
<< Itachi ha preso il mio gelato, mamma. >> piagnucolò Mikoto, strattonando lievemente la sua mano.
Sakura sospirò, adocchiando il primogenito qualche metro in là, assieme a Minato. << Non ti preoccupare Mi-chan.. >> disse, abbassandosi alla sua altezza. << Adesso papà va a comperartene un'altro.. vero Sas'- >>
Ma Sasuke era sparito nella folla, dilenguandosi più in fretta di un'ombra.

#36: Muro.

Sakura ci aveva provato, svariate volte anche.
Aveva provato a parlargli, ad andare a fargli visita con qualche scusa, a portargli il pranzo. Ma Sasuke continuava ad estranearla dal suo mondo, anche a due mesi dal suo ritorno a Konoha.
Vacillava Sakura, in alcuni momenti, vacillava e temeva di cadere e di non riuscire a farcela. Ma la grinta, la forza, tornavano a darle la carica e a farla sorridere, speranzosa.
E anche in quell'istante, asciugate le lacrime dopo l'ennesima porta in faccia, Sakura si disse che avrebbe continuato a provarci. Insistente, avrebbe continuato a battere sul muro che Sasuke si era costruito attorno, fino a farlo sgretolare.
Avrebbe continuato.

#37 Tocco.

Le mani di Sakura erano piccole e longilinee, dalle dita affosulate.
Sasuke avrebbe saputo distinguerne il tocco fra mille.
Le sue mani gli accarezzavano i capelli, il volto, le labbra. Lo trattenevano per un braccio, o spesso lo prendevano a pugni.
Le mani di Sakura erano forti quando lo medicava, e il chakra leniva le sue ferite assieme ai suoi occhi; erano dolci quando durante certe notti cancellavano con i loro polpatrelli traccie di lacrime invisibili, prima di stringerlo a se e cullarlo.

#38: Lacrime.

<< Congratulazioni, Signori Uchiha. >> cinguettò Ino Nara, facendo capolino nella stanza fra le urla e gli schiamazzi di tutti i loro amici. << E' un bellissimo bambino. >>
E Sakura piangeva, piangeva e piangeva, imbracciando il il fagottino e stringendoselo al seno.
Piangeva lacrime di gioia.

#39: Dieta.

Sasuke osservò perplesso il foglio che stava lei stava scrutando, mordicchiandosi un pollice e passandosi a caso una mano fra i capelli.
<< Cos'è quello? >> chiese poi, vinto dalla curiosità.
Sakura alzò lo sguardo. << La dieta che Ino mi ha consigliato di seguire. >> rispose lei, crucciando lo sguardo.
Sasuke alzò le sopracciglia, in un educata espressione di perplessità. << Dieta? >>
Annuì lei. << Due giorni fa mi sono pesata. >> aggiunse. << Ho sgarrato di tre chili. >> si rabbuiò.
<< Di questo passo finirò per diventare un bisonte. >> concluse tetra, storcendo le labbra in una smorfia.
Sasuke sospirò, seccato, prima di allungare il braccio e stracciare via il foglio, buttandolo dietro a sè. << Ma non dire sciocchezze.>> proferì, atono.
Sakura lo osservò, sorpresa e lusingata, prima di riprendere in mano la sua tazza e nascondere un sorriso dietro essa.

#40: Gonna.

Gesticolava apertamente lei, mentre accanto Inuzuka Kiba l'ascoltava, commentando di tanto in tanto con la sua voce rauca. Poi la vide scoppiare a ridere, gettando all'indietro la testa, e Kiba puntò il suo sguardo di animale non sul suo bel viso, ma sulle sue gambe lasciate scoperte da quella gonna aderente e corta, troppo corta per i suoi gusti.
<< Da quando Sakura-chan e Kiba escono assieme? >> proferì limpidamente Naruto, un poco perplesso.
La mascella di Sasuke scricchiolò sinistramente.
Di certo non da adesso.
Partì in quarta lui, rigido, e dopo due strilli e uno spintone era tornato con l'impronta di una mano stampata in faccia e un mezzo sorriso sulle labbra, dovuto a quelle di Sakura che poco prima si erano posate sulle sue.

#41: Campagna.

Mentre i suoi figli si divertivano ad azzuffarsi con quelli del suo migliore amico, Sasuke non poteva fare a meno di pensare che quella gita fuori Konoha, lungo la campagna che la circondava, si stesse rivelando può rilassante di quanto si fosse aspettato.
Sakura e Hinata avevano tirato fuori i pranzi, e Naruto aveva preso ad ingozzarsi come al solito.
E sdraiato su quel prato Sasuke, ascoltando i chiacchericci di sua moglie, i mugugni del dobe, gli schiamazzi dei bambini, alzò lo sguardo al cielo limpido e sorrise.

#42: Fragole.

<< Sembra la scena di un film porno. >> sentenziò Naruto sghignazzando, mentre osservavano Karin tendere una fragola rosso sangue con le labbra, avvicinandosi languidamente alla bocca di Suigetsu.
<< Ti riferisci alla fragola.. >> disse Sakura, ridacchiando. << .. o all'espressione di Suigetsu? >>
<< A tutti e due! >> e scoppiarono a ridere senza alcun apparente motivo.
Sasuke sbuffò. << Ne vuoi una, Sas'ke-kun? >> Sakura sorrise dolcemente, tendendogli una fragola. Lui retrocesse, quasi inorridito. << O, andiamo.. non è neanche tanto dolce! >> insistette lei. << Vuoi per caso che te la dia direttamente in bocca come Karin? >> cinguettò, maliziosa, e Sasuke, mentre Naruto scoppiava a ridere di nuovo, si sentì stranamente arrossire prime che le strappasse dalle mani quella fragola, e berciasse in tono secco: << Sta zitta. >>

#43: Capelli.

Sakura mostrava con aria minacciosa quel paio di forbici, sorridendo affabilmente sia a lui che al suo migliore amico.
<< Sakura-chan, non vuoi mica ucciderci, vero? >> rantolò Naruto, torturandosi il colletto della maglia. << Vero? >>
<< Ma come ti salta in mente? >> rispose candidamente lei, aggirandoli e piombando dietro le loro spalle. Sasuke sudò freddo. << Sei sicura di saper manovrare quegli arnesi? >> le chiese, osservando con sguardo tetro le lame che danzavano davanti ai suoi occhi.
<< Ma certo. >> cinguettò lei, annodando un telo attorno al loro collo. << E poi siete stati voi a dirmi di non voler spendere soldi per andare dal barbiere. >> disse, prima di elargirsi in un sorriso quasi inquietante. << Perciò.. cominciamo! >>

#44: Legame.

Le giornate trascorrevano veloci per lei che non faceva che allenarsi e studiare. E anche gli anni passavano, senza che nemmeno se ne rendesse conto.
E lei cresceva, maturava, diventava sempre più forte e niente sembrava più spaventarla.
E ogni notte, dopo aver finito di studiare, si sedeva sul letto e prendeva in mano quella fotografia e sospirava, accarezzando in segreto quel viso e osservando il cielo.
Non le importava qualunque cosa fosse successa, o qualunque cosa sarebbe successa, lei sapeva che c'era ancora quel filo che li teneva uniti, pur se tanto distanti.
C'era ancora quel legame.

#45: Anello.

Là dove seconda la credenza vi è l'unico legame diretto col cuore.
Sakura aveva le lacrime agli occhi e si aggrappava al suo braccio con una mano, mentre Sasuke cercava di infilare l'anello nell'anulare della ragazza, le dita tremanti.
Poi lei scoppiò definitivamente a piangere, quando lui poggiò le labbra sulle sue.
Sposami.

#46: Cuscino.

Piume svolazzavano lungo tutta la camera da letto, e se Sakura era scoppiata a ridere, se Itachi sghignazzava come un emerito ebete, se Mikoto dietro e se Kakashi si massaggiava un occhio con fare insonnolito, Sasuke Uchiha osservava con sguardo furioso lo schifoso sacco di pulci che si trovava innanzi, e accessoriatamente il cuscino che le sue fauci si stavano premurando di strappazzare.
<< Piccolo botolo pestifero.. >>

#47: Sole.*

Sakura annaffiava le piante, avvolta nel suo abito estivo, e Naruto si stava strozzando con una fetta di cocomero, sputando i semi oltre l'engawa e stiracchiando le gambe ogni tanto.
Il sole quel giorno rendeva l'aria irrespirabile, togliendoti pure la forza di parlare e muoverti, e niente era più piacevole che trascorrere il pomeriggio chiusi in casa, sdraiati su quell'engawa fresco e pulito, ascoltando il rumore dell'acqua che scorreva e il chiacchericcio variegato di lei, sorridente e radiosa come sempre.
Svuotando una bottiglietta d'acqua, Sasuke chiuse gli occhi e sospirò.
 
#48: Droga.*

Si ripeteva di smetterla, di chiudere col passato, di andare avanti, di guardare oltre.
Se lo ripeteva in continuazione.
Eppure, come ogni maledettissima volta, i suoi passi la conducevano oltre le mure di Konoha, nei pressi di quella caverna abbandonata.
E Sakura, sola, al risveglio, dopo una notte trascorsa con lui, fra le lacrime pensava che mai ci sarebbe riuscita. Perchè lui le era entrato dentro, nel sangue.
Come una droga.

#49: Occhi.

Era di notte che il fantasma di un paio di occhi verdi tornava a tormentarlo, impedendogli di dormire.
Ed erano quelli i momenti in cui Sasuke si chiedeva cosa sarebbe stato, cosa sarebbe successo, se invece di abbandonarla l'avesse portata con se.

#50: Nero.

La sua manina gli stringeva il dito, in una presa debole e appena accennata, mentre riposava in un sonno tranquillo.
Sakura sorrise, accarezzandogli la rada peluria sulla piccola nuca e posandovi un bacio sopra.
<< Ha i capelli neri, hai visto? >> sussurrò divertita.
Sasuke assunse un espressione di puro rispetto, quasi altezzosa, ma il sorriso che faticava a celare sul suo volto lo tradiva. << E' ovvio. >> proferì pomposamente. << E' un Uchiha. >>







***
Nda(2): Se siete arrivate a fine capitolo vi ringrazio tanto! ;)
Due note generali:
- Itachi, Mikoto e Kakashi sono l'allegra famigliola felice che ho creato per Sasuke e Sakura, . Ogni Black se ne crea una propria, rassegnatevi anche alla mia di idiozia! E può darsi che in futuro decida di scriverci anche qualcosa di più corposo :3
- Questa nota non serve a niente se non a dirvi che probabilmente in futuro estrapolerò qualcuno di questi prompt e ne farò una vera e propria one-shot.
Due note generali sulle flash:
- #8: Il nastro che Mikoto porta fra i capelli è lo stesso che Ino ha regalato a Sakura e che poi lei le ha restituito.
- #11: Questa flash è liberamente ispirata al testo "White Flag" di Dido. Infatti non ha molto senso.
- #13: Possibile futuro dove Sasuke è prigioniero e subisce torture, e Sakura si reca regolarmente da lui.
- #18: Richiama al motto Black "We're Under The Same Sky" (Onaji sora no shita de). La prima persona è volutamente usata.
- #22: Voluta presa per i fondelli di Sasuke e dei suoi meravigliosi e ingelatinati capelli a culo d'anatra. Per maggiori informazioni visitate pure Sharingan's Force e fatevi un paio di risate.
- #26: Liberamente ispirata alla Ending numero dieci di Naruto Shippuden. Qui, *__*
- #47: Ispirata a questa cover di uno dei capitoli di Naruto. Per chi non lo sapesse l'engawa è il tipico portico delle tradizionali case giapponesi.
- #48: Ambientata in un futuro possibile dove Sasuke rimane un nukenin e lui e Sakura si frequentano di nascosto.
Con questo ho concluso e mi rendo profondamente conto che molte di queste flash non hanno alcun senso xD
In ogni caso, spero abbiate gradito :3
Recensite in tanti!
SHANNARO!









   
 
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