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Autore: LovelyHeart    30/08/2011    1 recensioni
"Sentirlo stringermi tra le sue braccia era una sensazione unica. Sentivo un calore che mai nessun abbraccio in quindici anni di vita era riuscito a trasmettermi. Come se le sue braccia fossero fatte appositamente per ospitarmi, come se il suo petto non aspettasse altro che la mia testa vi si poggiasse."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

“Adesso basta!” L’urlo di mia madre riecheggiò nella piccola stanzetta che mi ospitava ormai da giorni, oltrepassò la barriera di coperte e cuscini che mi ero costruita e rimbombò nelle mie orecchie.
Alzai la testa quel poco che mi bastava per fissare gli occhi in quelli di mia madre, giusto in tempo per guardarla mentre iniziava a dire: “Sono giorni che te ne stai chiusa in questa stanzetta, resti rintanata in quel letto alzandoti solo per andare in bagno o mangiare qualcosa quando ti costringo. Finora sono stata paziente e ho aspettato che ti riprendessi o che almeno venissi da me a spiegarmi cosa ti era successo… Ma niente, tu non hai fatto niente. Sono sei giorni che sei in questo stato vegetativo, ora pretendo di sapere cosa ti è successo!”
Io la guardai come se non capissi cosa stesse dicendo, e in parte era così. Non riuscivo a trovare le parole per esprimere quello che sentivo. Lei mi fissò ancora per qualche minuto, sospirò pesantemente e disse: “Aspetterò che sia tu a voler parlare, ma comunque oggi uscirai da questo stato… è l’ultimo giorno che passiamo qui, e stasera c’è la festa di fine estate, e tu ci verrai mia cara, stanne certa!” Detto ciò uscì dalla mia stanza lasciandomi nella certezza che non avrei potuto passare la serata nel mio pacifico lettuccio, a meno che non avessi desiderato finire in guai che al momento non avevo nessuna voglia di sopportare.

Tornai con la testa sotto le coperte abbracciando il mio cuscino che in quei giorni aveva accolto lacrime e pugni senza mai lamentarsi…Forse avrei dovuto dargli un po’ di tregua…
Mi alzai e andai in bagno a sciacquarmi il viso… Cercai di evitare lo specchio, ma era inevitabile fissare il mio riflesso in esso vista la posizione di quest’ultimo. Profonde occhiaie segnavano i contorni dei miei occhi, che erano pieni di venature rosse… Le sopracciglia erano scomposte e i capelli completamente disordinati… Ero stravolta!
Mi rassettai alla meglio, buttai il pigiama in un angolo e mi tuffai sotto la doccia… Il mio strumento rilassante personale! Vi rimasi per molto tempo, poi mi asciugai i miei capelli mossi e andai in camera a cercare qualcosa da mettere… Fissai con astio il mio eterno nemico, che non mi offriva mai ciò che desideravo, quando la voce di mia madre attraversò i muri, arrivando fino a me:
“Chiara, ti stai preparando?? O devo venire io a vestirti come una bambola?” Oddio, tutto ma  non questo! Mia madre sarebbe davvero stata capace di vestirmi come una bambola! Presi un jeans e una maglia a maniche corte bianca, un paio di sandali bassi dello stesso colore e li infilai velocemente, appoggiandomi poi allo stipite della porta, in modo che mia madre vedesse che ero pronta.
“Cara, finalmente, da quanto tempo non ti vedevo così tirata a lucido!” Disse mio padre ridendo sotto i baffi, ma smise subito vedendo che nessuna delle sue donne aveva voglia di ridere.
“Andiamo, e mi raccomando, non facciamoci conoscere combinando disastri” disse mia madre guardandomi con aria da rimprovero. Io non risposi, mi limitai a seguirla fuori in silenzio.

 
Un’ora, un succo e molta noia più tardi mi sentivo talmente a disagio che desideravo con tutto il cuore essere rimasta a casa.
Mia madre era impegnata in una fitta conversazione con altre signore, le quali si vantavano delle loro ricchezze, dei fidanzati delle loro figlie e del loro parentado che faceva invidia a quello di una contessa.
Mio padre invece era in giro con due o tre suoi amici, e tra non molto avrebbe partecipato ad una partita a carte, perciò non potevo contare neanche su di lui per accelerare il trascorrere della serata.
Dissi a mia madre che andavo a fare un giro, lei mi guardò storto, ma non disse nulla, perciò mi incamminai e finii in un punto più tranquillo, dove la gente iniziava a diradarsi e la musica si disperdeva… A un tratto sentii una mano sulla spalla e mi voltai di scatto… Era Marco.

“Ehi, che fine hai fatto in questi giorni? Io e te dovevamo parlare, non ricordi?”  


Angolo dell'Autrice

Visto che era già scritto,ho deciso di pubblicare presto questo nuovo capitolo... Come pensavo, lo scorso capitolo non è piaciuto a molti, poichè in pochi avete recensito,ma quelle poche recensioni mi hanno fatto piacere... Dubito che questo vi piacerà, ma spero,come sempre, che voi mi lasciate la vostra opinione. Un bacio

LovelyHeart
  
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