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Autore: Diana924    31/08/2011    0 recensioni
Alla morte del suo terzo amrito, il re Enrico VIII, Caterina Parr, sua sesta e ultima molgie, fa un bilancio della sua vita
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Regine e Amanti-Inghilterra'
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Sono libera. Sono salva. Vorrei poterlo gridare al mondo intero, vorrei davvero gridarlo ma non posso. Devo fingere di essere addolorata per la mia perdita e anche se in parte lo sono la felicità è mille volte più grande del dolore.

Sono libera di amare chi voglio, ho la facoltà di sposare chi desiderio, è così bello e così inebriante.

Non posso crederci, a volta mi sembra un sogno, ma non lo è e io, Caterina Parr, sono vedova. Sono una regina vedova, ma prima di tutto sono una donna non più giovane ma ancora capace di fremere sotto i baci di un uomo.

Sono la moglie di Sua Maestà il re d’Inghilterra Enrico VII, la sua ultima moglie. Mai quando ero bambina, la piccola orfana di lord Thomas Parr di Kendall, e mia madre si occupava di e di mio fratello e di mia sorella, avrei pensato a un risultato simile. Sposata al re d’Inghilterra, anche se quando è successo il re mio marito era un vecchio grasso che dal bel cavaliere si era tramutato in un folle sanguinario.

A diciassette anni mi sposai per la prima volta, quello con Sua Maestà Enrico VIII è stato infatti il mio terzo matrimonio ma non sarà l’ultimo, il prescelto era lord Borough e come ogni brava ragazza lo accettai come marito.

Ci trasferimmo nelle sue terre nel Linclolshire ma due anni dopo un lutto turbò al nostra felicità.

Mia madre era infatti deceduta e sia io che mio fratello ne fummo rattristati enormemente. Un anno dopo anche mio marito lasciò questo mondo, un anno prima della nascita della mia adorata figliastra Elisabetta che ora ha quattordici anni. Mi prenderò cura di lei e la educherò come protestante a differenza di sua sorella Maria, l’altra mia figliastra.

Non era previsto che rimanessi vedova così presto perché sarei stata un peso, sia per la famiglia di mio fratello che per quella di mio marito così mi dovetti risposare. Questa volta sposai lord Neville, che aveva circa vent’anni più di me, era vedovo e aveva già due figli nati dal precedente matrimonio. Con la mia figliastra mi trovai subito bene e siamo tuttora grandi amiche.

Mio marito, era un uomo buon e mi fu facile volergli bene durante il nostro matrimonio emntre risiedevamo nel suo castello nello Yorkshire.

Lui venne coinvolto nel famigerato pellegrinaggio di grazia voluto dai cattolici e dagli oppositori del re ma mi assicurò e lo confermò in tribunale che vi era stato coinvolto contro la sua volontà. Io e i miei figliastri venimmo presi in ostaggio, chiaro segno che i ribelli non si fidavano di mio marito e volevano avere un’arma per ricattarlo. Mio marito non si sarebbe più ripreso da quei fatti, tanto che morì due anni dopo, lasciandomi di nuovo vedova, discretamente ricca e con i miei figliastri.

Fu allora che ripresi a frequentare la corte, dove m’innamorai per la prima volta dell’uomo che sarà il mio quarto marito, perché ho deciso che lo sposerò: Thomas Seymour, zio del principe di Galles. Stavamo per fidanzarci perché lui corrispondeva i miei sentimenti ma non ci fu possibile farlo e non fu per colpa nostra. Ma ora che tutto è passato forse potremmo tornare a sperare, oh quanto sarebbe bello poter ancora sperare dopo tutto quello che è accaduto!

   
 
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