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Autore: MartynaEchelon    31/08/2011    4 recensioni
Sarah è una ragazza inglese che ha passato tutta la sua vita a sognare LA, il successo e soprattutto, i suoi idoli, quei tre uomini di Marte che le cambieranno la vita in tutti i sensi. Finchè non decide di partire per Los Angeles con la sua migliore amica Alex. Qui,non otterà il successo sperato, ma Jared Leto non sarà più un sogno lontano, ma rimarrà parte concreta della sua vita e qualcosa o qualcuno, legherà i due per sempre. Ma la loro, sarà solo 'una bella bugia', una relazione di quelle che ti rimangono per sempre dentro ma che non possono durare.
Ho in mente questa FF da un bel pò di tempo ma non ho mai avuto il coraggio di cominciare a scriverla anche se le idee nella testa sono molte e una vocina mi diceva sempre "Scrivi! Scrivi!" poi c'è anche la mia cucciola Miky che mi spinegva a scriverla quindi eccomi qui.
La storia prende spunto da un sogno che ho fatto un pò di tempo fa ed è completamente inventata. La protagonista non sono io ma lei rappresenta una sorta di mio "alter-ego" infatti molti aspetti del suo carattere saranno simili al mio.
Nessuno dei personaggi della storia mi appartiene, non li ho mai conosciuti e il modo in cui li descrivo non è reale ma sono descritti così come me li immagino.
Detto questo spero vi piaccia la storia e il mio modo di scrivere. Si accettano anche critiche.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente cominciò come tutti gli altri: sveglia presto la mattina per aprire il ristorante e prepararlo per il caffè della mattina. Fu una mattinata affollata come tutte le altre e Sarah lavorò fino all’ora di pranzo. Staccò alle 16:00 in punto, aveva giusto il tempo di tornare a casa per darsi una lavata veloce e cambiarsi prima di recarsi verso quel luogo ignoto.
Non sapeva cosa indossare, d’altronde, non sapeva nemmeno dove stava andando. Quell’uomo le aveva lasciato solo un biglietto con un indirizzo, “Ti aspetto qui alle 17…” le aveva detto, aggiungendo “…Ci sarà anche lui.”
Non le aveva dato altre spiegazioni, non sapeva chi fosse quell’uomo e perché la volesse lì, non sapeva cosa c’entrasse con Jared questa storia, ma il solo pensiero che lo avrebbe rivisto, il solo pensiero di trovarsi di nuovo di fronte a quegli occhi di ghiaccio, la faceva stare bene e la spingeva a presentarsi a quell’appuntamento.
Non sapeva di cosa si trattasse, ma il solo fatto che Jared fosse lì, le faceva intuire che poteva solo essere qualcosa di positivo, ogni cosa è meravigliosa quando si tratta di lui.
Decise di puntare sulla semplicità, quella vince sempre quando non hai idea di cosa indossare: una maglietta bianca che le scivolava larga addosso e le lasciva fuori una spalla, un paio di jeans e ballerine al piede, borsa alla mano e via, diretta verso l’indirizzo riportato su quel biglietto che le avrebbe cambiato la vita.
Ci mise un po’ ad arrivare con tanto di cinque minuti di ritardo.
Il palazzo enorme che corrispondeva all’indirizzo, si trovava al centro di Hollywood. Era un grattacielo altissimo di chissà quanti piani. La  destinazione di Sarah, però, non era molto in cima. Si diresse verso l’ascensore dritta al dodicesimo piano. Appena le porte dell’ascensore si aprirono, Sarah si trovò davanti tantissime ragazze con dei copioni in mano che non facevano altro che ripetere battute cercando di ricordarle a memoria. Alcune erano nervose, si mangiucchiavano le mani rovinando tutto il manicure fatto il giorno precedente, altre battevano la testa al muro in segno di sconfitta forse non soddisfatte del proprio modo di recitare il copione che avevano in mano, alcune facevano degli esercizi di respirazione, altre erano tranquillissime tanto da farsi quattro risate guardando le colleghe andare in crisi.
Beh, la scena era chiara e faceva pensare solo ad una cosa: un provino.
Sarah non sapeva nemmeno cosa ci faceva lì, non era nervosa, anzi, era divertita dalla scena che le si era aperta davanti.
Ma era anche perplessa.
Perché quell’uomo, l’aveva fatta venire così, di punto in bianco, ad un provino?
Non era agitata, sapeva di avere poche possibilità rispetto a tutte le brave attrici che erano lì. Ma non le importava molto, aveva imparato a cogliere le occasioni che le si presentavano con calma a tranquillità, senza aspirare a troppo, per non rimanere delusa alla fine, come già in passato era successo.
Una porta si aprì e uscì fuori l’uomo del ristorante che subito si accorse di lei.
“Hey. Ciao! Sei venuta, sono contento che tu sia qui.”
“Si beh… Salve. Io, non avevo molto da fare, quindi…”
Disse cercando di fare la preziosa.
“Vieni con me. Devi lasciarmi il tuo nome e cognome completi, così ti metto in lista.”
“Oh, si… Io sono Sarah… Sarah Elisabeth Hamilton.”
“Bel nome.”
“Grazie.”
“Ok, ascolta, cercherò di farti passare avanti perché, sono curioso di scoprire qualcosa in più su di te. Ah,a proposito, io sono Michael, Michael Barrie, ma tu puoi chiamarmi Mike.”
Le fece un occhiolino e tornò dentro chiudendo la porta alle sue spalle.
Sarah si mise a sedere tra tutte quelle aspiranti attrici, e l’unica cosa che aveva in mente, era lui, Jared. L’uomo che le aveva dato la forza per vivere davvero, l’uomo che era sempre stato così lontano da lei e che da ieri, era diventato così vicino, così reale.
Scambiò qualche parola con qualche ragazza e questo la aiutò a pensare di meno.
Dopo circa trenta minuti, quel Michael uscì chiamando il suo nome.
Sarah si alzò di scatto salutando le ragazze che le augurarono buona fortuna, e seguì l’uomo verso una sala piccola, non molto illuminata, dove si trovava un lungo tavolo coperto da una stoffa blu notte, dietro al quale erano sedute alcune persone, e al centro tra queste, c’erano una sedia vuota, e lui.
Michael si andò a sedere vicino a Jared lasciando Sarah lì al centro di quello spazio illuminato, di nuovo indifesa davanti a due occhi blu che ti trapassano il cuore e l’anima.
“Bene, Sarah Elisabeth Hamilton, cominciamo con qualche domanda di routine: Da dove vieni, quanti anni hai, e cosa fai nella vita?”
“Beh, sono nata a cresciuta a Reading, in Regno Unito, ma gli ultimi anni da quando ho finito il liceo li ho trascorsi a Londra tra studio e lavoro, e da circa un mese e mezzo vivo a Los Angeles, faccio la cameriera in un ristorante, come credo lei sappia, Mike. Ho 22 anni e non ho la più pallida idea di cosa ci faccia qui al provino di non so quale film.”
Jared che stava scarabocchiando qualcosa su un quaderno, alzò subito lo sguardo verso di lei lasciandola per un secondo senza battito e senza respiro alla visione di quegli occhi che già in foto o in video facevano male, ancora peggio trovarseli davanti.
Guardò Mike e insieme sorrisero.
“Io sono Michael Barrie come ti ho detto, e sono un regista, forse non uno dei più famosi ma ho fatto molti film e ho lavorato con molti attori famosi. Ma per il mio prossimo film, oltre al qui noto Jared Leto che credo conoscerai, ho deciso di farlo accompagnare da alcuni volti nuovi, quindi stiamo cercando volti non noti. Tu conosci Jared, vero?”
Certo che lo conosco brutto idiota. Lui è il mio eroe, il mio idolo, il mio più grande sogno, la mia ispirazione, la mia fonte di felicità, la mia forza, il mio tutto.
Queste furono le parole di Sarah che disse a se stessa nella sua testa. Ma non quelle che le uscirò dalla bocca.
“Si, beh. Forse l’ho visto in qualche film.”
Stava mentendo a loro, a lui e anche a se stessa.
Perché lo faceva?
Pensava ai suoi sogni, ai suoi desideri, al suo futuro.
Si ricordò di quando doveva iscriversi all’Università, dei mille dubbi che aveva in quel periodo, di quando suo padre le chiese “Cosa ti piacerebbe diventare da grande?” e lei, senza pensarci troppo rispose: “Io vorrei diventare un regista.”
Si ricordò la risata di suo padre dopo la sua risposta alla domanda,e della sua affermazione “Non puoi vivere solo di sogni Sarah, per una volta, ragiona con i piedi per terra.”
Suo padre non era cattivo,anzi, avrebbe fatto di tutto per le sue figlie, semplicemente, era un uomo coi piedi sempre a terra.
Ma quella, poteva essere la sua occasione per dimostrargli che lei poteva farcela, poteva realizzare quei sogni.
Quella poteva essere la sua occasione per sfondare ad Hollywood.
Poteva cominciare con quel film e poi magari, qualcuno si sarebbe accorto del suo talento nel montare video, si sarebbe accorto della sua passione, e le avrebbe dato un'occasione.
Tutto questo girovagò nella sua mente in meno di cinque secondi.
E fu per questo che decise che, per il momento, non avrebbe rivelato quello che realmente era, un Echelon, qualcuno che vive per la musica di quell’uomo e di quegli altri due matti.
Avrebbe avuto occasione di dire tutto a Jared, di ringraziarlo, di abbracciarlo.
Ma per il momento, si sarebbe tenuta tutto dentro.
Può una rivendicazione personale farti rinunciare ad un sogno?
Poteva lei, rinunciare a un sogno solo per dimostrare a qualcuno che poteva farcela?

In realtà Sarah, non stava rinunciando ai suoi sogni, anzi, quello era solo l’inizio di un sogno.
Il provino andò avanti per circa tre quarti d’ora, le fu spiegata la trama del film: era la storia di un musicista fallito che si innamora di una prostituta, una storia d’amore triste che non ha lieto fine.
Lei era in gara per la parte di quella prostituta.
In gara per recitare nel ruolo dell'amante di Jared Leto.
Jared che all’inizio sembrava assente, cominciò ad interessarsi a lei, anche se, non aveva aperto bocca per tutto il tempo. Ma lui, riusciva a vedere in quello spirito qualcosa di grande, vedeva davanti a lui una ragazza piena di sogni e delusioni lasciate alle spalle, che le ricordava tanto il ragazzino che era lui un tempo.
“Grazie mille. Ti faremo sapere.”
Così la congedò una donna che era lì.
“Certo.”
Fu l’unica cosa che rispose.
Andò via salutando tutti con un sorriso appena accennato.
Arrivata a casa si sentiva felice, sapeva di aver fatto colpo grazie anche al suo umorismo, aveva visto Jared ridere alle sue battute idiote, era felice, per una volta, era stata lei la ragione del suo sorriso.
Raccontò tutto ad Alex, esaltata.
“Oddio. Oddio. Tu sarai famosa. Vedo già il tuo nome ovunque. La MIA AMICA. Lei è la MIA AMICA e sta per diventare famosa in tutto il mondo al fianco del suo più grande idolo.”
“Alex, calma.  Non c’è motivo di festeggiare così. Non sono ancora stata presa per la parte.”
“Ma di sicuro ti prenderanno. Tu li hai colpiti, me lo sento, non puoi non averli colpiti.”
Continuava a saltellare sul letto.
“Si ok, basta adesso però! Sai che ci rimango malissimo poi, quindi evitiamo di farci mille film in testa.”
“No mia cara, il film lo farai tu, e non in testa, ma a Hollywood.”
Alex era incredibile, metteva gioia ovunque, Sarah non riusciva a fermarla e non riusciva a smettere di ridere insieme a lei. Continuarono a ridere e a saltare sul letto per un po’, finché non le interruppe un messaggio di Adam.


Ti va di vederci tra un’ora alla spiaggia?
Non accetto rifiuti.
Ti aspetto alla scogliera
.


Decise di andare. Era felice e le avrebbe fatto piacere vedere Adam e raccontargli tutto, lui la faceva stare bene.
“Io vado Alex, mi vedo con Adam.”
“Ma ha detto tra un’ora, la spiaggia è qua vicino.”
“Lo so, ma… Stasera c’è un bel tramonto, voglio scattare qualche foto.”
“Ok. Ci vediamo stasera ‘Amica quasi famosa’.”
Le sorrise, prese la borsa e si diresse verso la spiaggia.
Le piaceva stare da sola. Soprattutto quando aveva voglia di riflettere, e c’era molto su cui riflettere quel giorno.
Erano successe tante cose che lei ancora non era riuscita a realizzare.
Ancora doveva rendersi conto che, se avesse passato quel provino, avrebbe recitato insieme al suo sogno più grande.
Come ci si sente ad essere ad un passo dal tuo sogno?
Non sapeva nemmeno lei come si sentisse.
Era felice, ma ancora doveva realizzare quello che stava succedendo.
Qualche mese fa, era solo una stupida ragazzina che sognava in continuazione a ritmo della musica di tre uomini straordinari; una ragazza che passava tutte le sue giornate a guardare video e foto dei concerti, a parlare con la sua famiglia di Echelon, a sperare in un nuovo concerto.
Quella grande famiglia che loro avevano creato, i suoi fratelli e le sue sorelle, milioni di persone in tutto il mondo uniti dalla loro musica, quelle persone speciali che riescono a raggiungere Marte in 30 secondi.
Cosa le avrebbero detto adesso loro? Cosa le avrebbero detto se avessero saputo che lei, si era trovata sotto la luce di quegli occhi di ghiaccio?
Forse, le avrebbero dato dell'idiota per non essersi tuffata tra le braccia del suo idolo, per non avergli rivelato subito di essere un membro di quella grande famiglia; fai tanti progetti nella vita, tanti sogni e tante speranze, e quando poi ti ritrovi davanti ad un sogno, no reagisci come pensavi di fare
Los Angeles le stava cambiando la vita, e lei, ancora doveva rendersene completamente conto.
Mentre pensava a tutto questo, scattava due foto alla spiaggia, al tramonto, alle persone, con la sua digitale da quattro soldi che non faceva foto di altissima qualità, ma quello che racchiude una foto, che sia di alta qualità o meno, è qualcosa di straordinario.
Immersa nei suoi pensieri, tra uno scatto e l’altro, senza nemmeno volerlo, facendo una foto al sole che scompariva nell’oceano, il suo obbiettivo catturò un uomo che correva incappucciato sulla spiaggia, e lui se ne accorse prima di lei.
Si fermò, la guardò da lontano, e si avvicinò a lei, che rimase imbarazzata a vederlo arrivare.
Si sedette sulla sabbia vicino a lei.
“Hey, posso vedere quella foto?”
“Io… Ehm… S-scusa. M-Mi dispiace, non ti ho preso apposta. V-volevo solo fare una foto al tramonto e tu… Tu sei passato. Mi dispiace.”
“La smetti di scusarti?..” -Le disse prendendo la digitale dalle mani della ragazza- “E’ bella, molto artistica, guarda…”
Gliela porse di nuovo mentre lei lo fissava incantata mentre si toglieva il cappuccio dalla testa, lasciando uscire fuori quei capelli castani che erano abbassati sulla fronte come solo in poche foto si erano visti.
Distolse subito lo sguardo intimidita.
“Oh beh, si… E’ carina.”
“Puoi tenerla se vuoi.”
“Oh, grazie.”
“Sei la ragazza del provino vero? Quella raccomandata da Mike.”
“Si beh, più o meno. Lui mi ha vista al ristorante, non so cosa lo abbia colpito così tanto in me.”
Cercava di guardarlo il meno possibile in faccia, non voleva sentirsi di nuovo morire di fronte a quel viso angelico.
“Forse la tua energia.”
“Energia?”
“Si, insomma, la forza che emani. Si sente che c’è qualcosa in te, come un grande potenziale che sta cercando di uscire fuori.”
Quell’uomo faceva certi discorsi così assurdi.
“Oh, ti ringrazio. Ma io non ci vedo proprio niente di speciale in me.”
Lui la guardò mente lei continuava a scattare foto al panorama.
"Tu, vieni spesso qui? Mi sembra di averti già visto."
"Si, mi piace venire a correre sulla spiaggia in determinate ore della giornata. Perché fai tutte queste foto?”
“Mi piace prendere prospettive diverse. Poi decido quale è quella migliore."
"Migliore per cosa?"
"Da riprodurre in un disegno."
“Scatti le foto e poi ridisegni quello che hai scattato?”
“Già.”
Non sapeva come riuscisse a stare calma con quella splendida voce che ogni tanto le faceva domande da così vicino.
“E non sarebbe più semplice e veloce se tu venissi qui, con foglio e matita e disegnassi direttamente dal vivo ciò che vedi?”
“No. Perché, visto così, il mondo sembra immenso, e difficile da riprodurre su un foglio A4. In foto, è tutto più piccolo, e non ti senti così impotente e inutile di fronte a tanta meraviglia.”
Rimase sbalordito da quella risposta.
Gli sembrava assurdo, non aveva mai conosciuto nessuno che avesse un modo di pensare assurdo e geniale allo stesso tempo almeno quanto il suo.
Si accorse che tremava, tirava un bel vento fresco quella sera. Si tolse la felpa lasciando su quel magnifico corpo, solo una canottiera bianca che gli evidenziava le forme. Gliela posò sulle spalle mentre lei era distratta a guadare le sue foto.
“Tieni, non vorrai mica ammalarti per fare queste foto.”
Un tonfo al cuore, appena quella felpa si posò sulla sua pelle.
Quel profumo. Perfetto, come lo aveva sempre immaginato.
“Allora, ci vediamo presto, Sarah.”
Riprese a correre e andò via.
Lei guardò la sua splendida schiena, le sue spalle andare via, allontanarsi sempre di più.
Ancora incredula per quella conversazione.
Ancora incredula per quella visione.
Lui ricordava il suo nome, che non era mai stato così bello come pronunciato da quella voce.
Sta volta, non era come in uno di quei sogni in cui lei gli parlava, uno di quei sogni fatti la notte che sembravano così reali da potersi confondere con la realtà, quei sogni che, quando ti svegli, rimani delusa perché speravi fosse vero.
Sta volta, era tutto reale.
Aveva gli occhi pieni di lacrime di gioia.
“Hey, tutto ok?”
Adam era arrivato.
“Hey, si, è solo un po’ di allergia.” Ormai era diventata la sua scusa tipica per mascherare quelle lacrime.
“Ma sono in ritardo per caso?”
“No, no. Io sono arrivata prima, per scattare un po’ di foto.”
Gli disse sorridendo.
“Capisco. E questa, di chi è?” Si riferiva alla felpa che Jared le aveva lasciato.
“Questa? Oh, beh… Di un amico.”
 


Oddio vi chiedo scusa ufficialmente, so che non aggiornavo da settimane. Prima il viaggio a Londra che è un sogno *_*
Poi tornata qui, non mi sentivo ispirata e non ero dell'umore giusto per scrivere. Oggi finalmente mi sono decisa e ho scritto un capitolo forse anche più lungo del solito XD
Però, su questo capitolo devo precisarvi alcune cose che non ho detto all'inizio:
La storia si svolge alla fine del 2008 quando Jared sta girando questo film, che naturlamnete non è mai esistito, me lo sono inventata, ma sta anche cominciando a scrivere i testi per "This Is War", quindi avete bene incentrato il periodo, no? E' il periodo delle continue lotte con la casa discografica e i debiti con la EMI.
Michael Barrie, non esiste realmente, me lo sono inventata.
C'è ancora poco di Tomo e zero di Shannon per ora, lo so XD Ma vi assicuro che anche loro saranno protagonisti attivi della storia.
Spero solo che vi piace come stanno andando le cose e che continuiate a leggere la FF :)
Un bacio.
-Marty

 

  
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