I suoi occhi sono magnifici,magnetici,ipnotici.
Riesco a captare le emozioni che passano attraverso i muscoli sotto la pelle,riesco a sentire il suo respiro sul mio collo gelato.
Passo una mano fra i suoi capelli, cercando più contatto,tracciando una linea leggera e dolce sullo strato di lentiggini sotto i suoi occhi,il suo sorriso si amplia,le labbra si dischiudono,rivelando un bellissimo sorriso.
Quel sorriso che per troppo,troppo tempo mi era stato negato da lui,quel respiro debole e leggero che mi soffia sulle labbra rosate e bagnate per l’umidità,le lenzuola lacerate,accanto ai nostri corpi. Desidero coprirmi,desidero mascherare quella parte di me che gli avevo seppur già rivelato troppe volte,troppe volte mi ero sentita in imbarazzo,perfino ora,che mi trovavo a pochi centimetri dal suo volto pacifico e rilassato,con le mani sulle mie,incrociando le dita.
Due delle sue dita mi costringono a girare il viso che non mi ero nemmeno ricordata di aver voltato,per cercare quella parte di me che gli sto negando così assiduamente,mi sento nuda sotto i suoi occhi,rivestita solo della fredda pelle e del cuore che pompa sotto di essa,sotto la carne spessa e dura del petto.
Sbatte le ciglia degl’occhi di un patetico color nocciola sul corvino ramato,mentre cerco in tutti i modi una via di fuga,cerco in tutti i modi di scappare da lui,anche se so che mi troverà sempre,dovunque io mi possa nascondere.
Quando improvvisamente i suoi occhi si chiudono,riversando le palpebre ormai rese pesanti dalla fatica quasi sussulto,come se il mondo mi avesse chiuso del tutto fuori da quelle porte,come se la chiave invece che stare sotto lo zerbino,fosse stata ingoiata da un ciclope azzurro.
Prima di protestare gli prendo il viso tra le mani,ed ecco che quel campanello viene suonato,mentre mi scruta allegro,con un sorriso misto tra lo stupore e il divertimento,tenendo le mani sui miei fianchi pallidi.
Lascio che i nostri sguardi si fondano per un breve istanti,mentre cado nel pozzo reso sempre più profondo nella mia caduta,atterro pesantemente sentendo il cuore in gola,mentre la pozza di sangue va allargandosi sotto il mio corpo,e lui sta sul bordo,pronto a gettarsi nell’oblio insieme a me,pronto a precipitare insieme a me.
La voce mi si rompe in gola,non riesco a chiedergli aiuto,ma non lo voglio nemmeno fare,a dir la verità,voglio che si salvi,voglio che non salti con me in questo buco buio.
Improvvisamente il tempo si ferma,scorrendo al contrario,e mi ritrovo come prima,seduta sul suo petto bronzeo e muscoloso,mentre lui sposta docilmente lo sguardo,lasciando il tempo di risalire le mattonelle di marmo,prima di inchiodare i suoi occhi e farmi cadere nuovamente.
Quando vedo nuovamente il suo volto all’entrata mi sento libera,mi sento di nuovo la vecchia me,mi sento realmente me stessa,senza aver paura di sprofondare in quegl’occhi castani color delle nocciole.