Capitolo 3
博打
Bakuchi (Gioco d’azzardo)
-Avanti, muoviti, sei bellissimo così come
sei- sentenziò Ninomiya, seduto sul divano e intento
a sfogliare una rivista.
Jun si sporse dalla porta del bagno per rivolgergli
un’occhiataccia, poi tornò a guardarsi allo specchio per dare l’ultimo tocco di
gel ai suoi capelli. Che male c’era nell’adoperarsi per uscire di casa al
meglio?
Come
se gli avesse letto nel pensiero, Nino rialzò lo sguardo dalla rivista-
Dobbiamo solo andare a comprare un regalo di compleanno per Sho,
non c’è bisogno di far svenire tutte le ragazze che incontriamo lungo la
strada- disse il ragazzo con un ghigno.
Jun sbuffò. Erano o no affari suoi il modo in cui si
vestiva e acconciava anche solo per andare a prendere un regalo? Lo irritava da
morire sentire qualsiasi allusione al suo essere troppo vanesio. Ok, Nino non
aveva propriamente usato quell’espressione e poteva darsi che lui avesse un po’
la coda di paglia. Ma, al diavolo! E comunque non aveva voglia di discutere,
quindi decise di lasciar perdere.
-Ho finito- lo informò uscendo dal bagno e
dirigendosi verso l’attaccapanni all’ingresso. Prese il suo cappotto nero lungo
fino a mezza coscia e infilò una mano nella tasca destra, per controllare che
vi fossero le chiavi- Non eri tu a dire che dovevamo muoverci?- alzò gli occhi
verso Kazunari, che fissava con sguardo contrito una
pagina del giornale.
-Nino…
L’amico
sventolò una mano facendo segno all’altro di avvicinarsi- Ma questo non sei tu?
Jun drizzò le spalle sull’attenti e si affrettò a
raggiungerlo per verificare di cosa stesse parlando. Gli prese il giornale
dalle mani e la sua attenzione fu catturata da una foto in bianco e nero sul
parte bassa della pagina: un ragazzo e una ragazza camminavano sotto lo stesso
ombrello, lui avvolto in un giubbotto, con il cappuccio della felpa che copriva
praticamente tutta la testa e gli occhiali da sole completavano il
camuffamento. Quel giorno Jun si era coperto talmente
bene che solo un occhio molto attento e che lo conosceva bene come Nino avrebbe
potuto notare che fosse lui. La ragazza invece era chiaramente Suzuki.
Matsumoto lesse rapidamente qualche frase dell’articolo,
che parlava di appuntamenti e uscite romantiche. Niente di rilevante insomma;
la foto era stata scattata per puro caso.
-Chi è quella ragazza?- domandò Ninomiya appoggiando le braccia alla spalliera del divano.
-Nessuno- commentò Jun
lasciando cadere la rivista sul tavolino- Solo una comparsa del mio drama.
-E le tue comparse le accompagni tutte sotto
l’ombrello?- chiese sardonico l’altro. Riprese il giornale e lo avvicinò al
viso, per osservare meglio la fotografia- Molto carina. Adoro le ragazze con i
capelli molto lunghi.
Matsumoto percepì una nota provocatoria nella sua voce, ma
non volendo dare corda all’amico si limitò a posare le mani sui fianchi con
fare impaziente.
-Andiamo?
Evidentemente
non bastava evitare di rispondere per impedire a Nino di proseguire nei suoi
intenti molesti.
-Non mi avevi detto che uscivi con qualcuno.
Jun sospirò- Non ci sto uscendo insieme. Te l’ho detto, è
solo una conoscente.
Kazunari si alzò in piedi, lasciando il giornale sul
divano- Capisco. Quindi non ti dispiace se ci provo io, giusto?
Matsumoto osservò per qualche attimo l’espressione
divertita sul volto del compagno di band, cercando di decidere se mandarlo a
quel paese o no. Ma in fondo cosa importava se Nino ci provava con Suzuki? Di
sicuro a lui non importava proprio nulla.
-Fai pure- sentenziò con tono laconico- Ora
andiamo.
Ninomiya si infilò la sua giacca a vento, l’espressione sul
viso apertamente beffarda- L’hai detto tu eh…
Haruko terminò di passare lo straccio sull’ultimo dei
tavoli quadrati che arredavano il piccolo locale, mentre il signor Yoshida, dietro il bancone, asciugava distrattamente dei bicchieri;
il televisore da 40 pollici, appeso alla parete rivolta verso l’ingresso,
mandava in onda un notiziario.
La
ragazza prese la pila di menù che aveva posato sopra una sedia e iniziò a posizionarne
uno per tavolo, aprendoli in modo che potessero stare in piedi da soli.
Yoshida distolse lo sguardo dal televisore- Haruko, per favore, metti il cartello “chiuso” sulla porta.
La
ragazza gli rivolse uno sguardo perplesso.
-Abbiamo una festa privata stasera.
-Una festa privata? Da quando facciamo feste
private?- chiese lei andando verso la porta d’ingresso e ruotando il cartello
che vi stava appeso, in modo che la scritta “chiuso” fosse visibile
all’esterno.
-A quanto pare da oggi- rispose l’uomo
facendo spallucce- E’ un favore che mi ha chiesto Matsumoto.
A volte sono decisamente troppo tollerante con quel ragazzo.
Haruko si voltò spalancando gli occhi- Cosa significa che è
un favore per Matsumoto?
-Una festa di compleanno per un suo compagno
di band, da quanto ho capito. Insomma, roba da idol.
Haruko si lasciò sfuggire i menù che teneva ancora in mano
e si chinò a terra per prenderli.
Quella
sera avrebbe visto Matsumoto? Di nuovo? Stava
iniziando a perdere il conto delle volte che lo aveva incontrato in pochi
giorni. E la cosa cominciava anche ad essere un po’ inquietante.
E
poi per chi era la festa di compleanno? Sicuramente per uno degli Arashi. Si
sforzò di cercare di ricordare chi fosse nato a Gennaio, ma proprio le non
veniva in mente.
-Qualche problema?- chiese Yoshida, che probabilmente aveva colto dei segni di
turbamento nella sua cameriera.
Haruko si rimise in piedi, sfoggiando un sorriso
smagliante- Assolutamente. Stasera avremo il locale invaso di idol. Che problema vuoi che ci sia?
Yoshida non capì se la ragazza fosse seria o meno, ma
decise di lasciar perdere.
In
quel momento la porta del locale si aprì, accompagnata dal tintinnio del
campanello, e fece capolino una testa biondo tinto.*
-E’ permesso?- chiese il ragazzo con un
sorriso aperto e solare; indossava una giacca a vento aperta, da sotto la quale
si intravedeva una felpa blu che tuttavia dava l’aria di essere un indumento
troppo leggero per la fine di Gennaio.
Haruko si irrigidì riconoscendo all’instante Aiba Masaki, dietro il quale stavano entrando anche Ohno Satoshi e Ninomiya Kazunari. Il primo, coi
capelli castani e pettinati con il gel, portava un cappotto e una sciarpa che
lo copriva quasi fino al naso; il secondo, anch’egli con una giacca a vento,
portava un cappellino di lana che lasciava spuntare qualche ciuffo di corti
capelli neri.
La
ragazza deglutì a vuoto un paio di volte.
-Benvenuti- disse Yoshida
chinando il capo. Tutti e tre i ragazzi risposero al saluto, chiudendosi la
porta del locale alle spalle.
-Siete i primi ad arrivare- continuò il
proprietario- Accomodatevi pure.
-Molte grazie- rispose Ohno-
Fra poco arriveranno gli altri e il festeggiato. Saremo circa una decina.
-Haruko, per
favore, avvicina quattro tavoli- chiese Yoshida alla sua cameriera.
I
tre idol si voltarono e finalmente notarono Haruko, che per tutto il tempo era rimasta in piedi a
fissarli, ancora con i menù in mano.
-Oh salve!- esclamò Aiba avvicinandosi
sorridente.
La
ragazza raddrizzò subito la schiena, ricomponendosi- Buonasera e benvenuti!
Toglietevi pure i soprabiti.
I
ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, ma mentre Ninomiya
si sfilava la sua giacca, si avvicinò ad Haruko,
osservandola con interesse.
-Mi sembra di averti già vista- borbottò,
mentre Haruko corrugava le sopracciglia, rispondendo
che lo escludeva assolutamente. Un idol persecutore
era già più che sufficiente.
-Ma sì!- esclamò lui alla fine, levandosi il
cappello e scoprendo i capelli spettinati- Sei la ragazza sul giornale.
-Quale ragazza sul giornale?- chiese Aiba
incuriosito, spostando lo sguardo da Nino ad Haruko.
Anche Ohno si era avvicinato per ascoltare.
-Non capisco…- mormorò la ragazza spostando
lo sguardo da un idol all’altro.
Ninomiya sorrise beffardo- Oggi ho visto una foto di
giornale in cui hanno casualmente immortalato Jun e
questa ragazza, insieme sotto un ombrello. Jun era
ben camuffato però, l’ho riconosciuto per pura fortuna.
Haruko spalancò gli occhi, vagamente allarmata- Ci hanno
fotografato?
-Tranquilla, non era un articolo di gossip,
non si sono accorti che era lui- rispose il ragazzo rivolgendosi a lei- Non
immaginavo che tu lavorassi qui. Ecco perché Jun era
così restio a portarci in questo locale.
-Anche io ti ho già visto!- esclamò Aiba
battendosi una mano sulla fronte- Quel giorno allo zoo!
Haruko iniziava a sentirsi confusa, per non dire
perseguitata. Perché tutti sembravano averla già vista da qualche parte? E
perché sempre con Matsumoto?
-Mi sa che la state spaventando…- intervenne
Ohno pacatamente, che fino a quel momento aveva
ascoltato lo scambio di battute in silenzio. Ninomiya
agitò una mano, rispondendo che non era vero, ma Aiba invece assunse
un’espressione molto seria in viso.
-Oh, mi dispiace moltissimo- affermò con
tono grave, rivolto ad Haruko.
La
ragazza lo fissò impassibile per una manciata di secondi, poi senza il minimo
preavviso si mise a ridere, provocando lo sguardo confuso di Masaki e quelli divertiti degli altri due.
-Ahahahah, mi
dispiace!- esclamò- Ma la tua espressione era così divertente!
A
quel punto anche Aiba rise, dimostrando di non essersela presa.
-Mi dispiace interrompere questo quadretto
così carino…- commentò Yoshida dal bancone- Ma sono
arrivati altri ospiti.
La
porta si stava infatti aprendo con il suo tipico scampanellio e coloro che
stavano varcando la soglia era alcuni fra i ragazzi più popolari del Giappone.
Il primo, non particolarmente alto, aveva capelli neri e una sguardo
profondamente irritato: avvolto nel suo cappotto nero, si stava lamentando del
freddo con il ragazzo che lo seguiva, appena più alto di lui, dai capelli
castani e lisci e dai lineamenti del viso così fini da essere quasi femminei.
Nishikido Ryo e Tegoshi Yuya fecero il loro
ingresso nel locale, seguiti subito da quello che Haruko
riconobbe all’istante come Yamashita Tomohisa, alto,
bello e infreddolito. Anche se seguiva da poco tempo i News, la ragazza doveva
ammettere che era difficile restare indifferenti al fascino che il leader del
gruppo emanava, e alcuni altri membri non erano da meno. Un intero turno di
lavoro dedita a servire bellissimi idol; molte
ragazze avrebbero ucciso per essere al suo posto.
Prendendo
un profondo respiro, Haruko si preparò alla lunga
serata che l’aspettava.
Sakurai Sho sollevò in alto il
suo bicchiere traboccante di birra dorata e propose un brindisi, ringraziando
tutti i presenti a quel piccolo party per il suo compleanno. Anche gli altri
sollevarono i loro bicchieri, alcuni pieni di vino, altri di bibite analcoliche.
Nel
locale riecheggiò un vivace “KANPAI”.*
La
cameriera portò al tavolo l’ennesimo vassoio colmo di cibo e i commensali si
affrettarono a raccogliere quelli da già pieni da porgerle, per facilitarle il
lavoro, naturalmente senza mancare di ringraziarla.
-Ehi non male la ragazza- commentò un
ragazzo quando lei si fu allontanata; era un amico di Sho
dei tempi dell’università e lui, insieme ad un altro, erano gli unici presenti
a non essere idol.
-Potrei decidere di venire più spesso qui-
aggiunse allegro, prima di bere un sorso dal suo bicchiere.
-Hai proprio ragione Kimura!-
asserì Nishikido, le guance arrossate dall’alcool e
gli occhi lucidi- Chi ha proposto questo locale? Matsumoto-kun?
L’interpellato
sollevò la testa dal suo piatto, annuendo con poca convinzione e sguardo
eccessivamente serio viste le circostanze. Ninomiya
non mancò di notare quel piccolo particolare.
-Sapete ragazzi- iniziò allora quest’ultimo-
Quando sono arrivato ho chiacchierato un po’ con lei! È molto simpatica e si chiama
Haruko. Penso proprio che potrei invitarla a uscire.
Si
diffuse un mormorio misto fra approvazione e dispiacere, mentre Kazunari rivolgeva un sorriso sornione alla sua destra,
dove Jun lo fissava con la bocca semi-aperta e le
bacchette a mezz’aria.
-Qualcosa non và, Matsujun?- chiese allargando sempre di più il suo sorriso;
buttò lo sguardo verso il bancone del locale, dove Haruko
trafficava con piatti e bicchieri sporchi, poi si alzò dal suo posto, chiedendo
a Ohno di farlo passare.
-Dove stai andando?- chiese Jun spostando lo sguardo da lui al bancone.
-Solo in bagno, non essere così nervoso-
rispose il compagno senza smettere di sorridere.
Matsumoto lo osservò con sguardo truce mentre camminava
verso il fondo del locale, passava accanto alla ragazza, salutandola con un
cenno del capo, ed entrava nella toilette.
-Che accidenti ti prende?- domandò Sho, che sedeva alla tua destra- Guardavi Nino in modo
strano, ti ha fatto uno dei suoi soliti scherzi di cattivo gusto?
-Spero di no…- fu l’enigmatica risposta.
Sakurai sbatté le palpebre perplesso, poi seguì con lo
sguardo la direzione verso cui erano puntati gli occhi dell’amico, che
fissavano il punto del locale dove Haruko era
impegnata a preparare drink.
Quando
la porta del bagno si aprì Haruko lanciò
distrattamente un’occhiata al ragazzo che ne stava uscendo, per poi tornare ad
asciugare i bicchieri. Fu colta alla sprovvista quando Ninomiya
non passò oltre per tornare al tavolo, ma invece fece il giro del bancone,
posizionandosi di fronte a lei.
-Ti stiamo facendo lavorare molto stasera?-
chiese affabile, poggiando i gomiti sul bancone lucido.
Haruko scosse la testa- Solo un pochino. In realtà non è
diverso da un venerdì o un sabato sera. Essendo giovedì c’è più movimento del
solito.
-Il proprietario del locale è già andato
via?
-Si, di solito il giovedì sera chiudo io.
Ninomiya spostò il peso da una gamba all’altra- Allora
prendi una pausa e bevi qualcosa con noi.
Sfoggiò
un sorriso radioso, con un pizzico di innocenza, che fece sorridere Haruko, al punto che quasi si mise a ridere.
-Non credo sia il caso.
-Su dai! Prometto che ti aiuterò a
riordinare tutto!
Haruko lo guardò di sottecchi, ponderando l’idea di
accettare- D’accordo, ma niente alcolici.
Il
sorriso di Ninomiya si allargò ancora di più, si
affrettò a correre verso il tavolo dove tutti gozzovigliavano e afferrò un
bicchiere di coca-cola ancora intatto. Tornò verso Haruko,
che nel frattempo era uscita da dietro il bancone, e quando le borse la bevanda
lei non poté fare a meno di ridere.
Si
sedettero a uno dei tavoli vicino a quello principale e Nino si presentò con il
suo nome intero; quando Haruko gli disse che in
realtà sapeva esattamente chi era, come d’altronde conosceva l’identità di
tutte le persone famose presenti nel locale, lui ne rimase molto compiaciuto,
iniziando a domandarle da quanto tempo seguisse gli Arashi.
Haruko iniziò a raccontare la storia di come avesse
iniziato ad ascoltare la loro musica e nel frattempo lanciava brevi occhiate al
tavolo principale, dove il numero delle persone ubriache iniziava a superare
quello delle persone sobrie. Più volte aveva avuto l’impressione che Matsumoto guardasse nella loro direzione, con uno sguardo
che non avrebbe saputo definire, ma si convinse che era solo un caso.
Piuttosto, avrebbe dovuto ricordarsi di farsi fare un autografo da Ninomiya, dato che una sua amica lo adorava.
-Attendo con ansia che esca il vostro nuovo
album- disse Haruko a un certo punto, sorseggiando la
coca-cola ormai un po’ sgasata.
Il
viso di Kazunari si illuminò- Ti piacerà molto. Ci
sono alcune fra le mie canzoni preferite. Senza contare il mio solo- aggiunse
con aria fiera e compiaciuta.
-Era dall’album One
che non facevate dei solo- esclamò la ragazza interessata.
-Penso che questo piacerà molto. Ha una
prospettiva particolare, te ne renderai conto ascoltandolo.
La
ragazza gli rivolse un’espressione incuriosita ma lui si limitò a sorridere,
senza aggiungere altro. In quel momento videro Matsumoto
passare davanti a loro, diretto probabilmente al bagno, ed Haruko
non poté fare a meno di seguirlo con gli occhi, mentre anche lui ricambiava lo
sguardo. Nino allora prese a cantare sommessamente e la ragazza tornò a
prestargli attenzione, sorpresa.
-“Niji ga kirei
da yo..Iya, omae no hou ga..”*
Haruko lo fissò, aspettandosi altro, ma lui si interruppe,
tornando a sfoggiare un sorriso impenetrabile -Per il resto dovrai aspettare
Luglio.
La
ragazza sbuffò, mentre Jun, dalla porta del bagno,
osservava la scena.
Matsumoto scese dall’auto di Ninomiya,
designato come guidatore per la serata e quindi uno dei pochi ad essere rimasto
sobrio.
-Ci vediamo domani allo studio- disse Kazunari sporgendosi dal finestrino aperto. Nonostante il
freddo invernale, sembrava che l’aria gelida non lo disturbasse.
Jun lo osservò di sottecchi per qualche secondo,
l’espressione corrucciata; Nino non sapeva dire se fosse per il freddo o per
altri sospettabili motivi.
-Cos’hai?- chiese fingendo indifferenza,
spegnendo il motore della macchina.
L’amico
sbuffò- Lo sai. Metterti a cantare un pezzo di “Niji”
proprio mentre stavo passando per attirare l’attenzione su di te. A volte sai
essere veramente pessimo.
Kazunari sorrise- Cosa ti fa pensare che ci fosse bisogno
di distrarre l’attenzione da te? A volte sai essere veramente egocentrico.
Matsumoto spalancò la bocca indignato, mentre l’amico
scoppiava in una fragorosa risata.
-Dovresti vedere la tua faccia in questo
momento.
-Nino, smettila- disse Jun
assumendo un’espressione seria- Qualunque cosa tu stia facendo con Suzuki,
smettila. Ho intenzione di frequentare quel locale ancora per molto e non
voglio una cameriera isterica perché un mio amico l’ha presa in giro.
Kazunari smise di ridere- Ammetto che spesso non sono stato
il ragazzo migliore del mondo, ma mi pare eccessivo accusarmi a priori di avere
intenzioni poco serie. E se posso aggiungere una cosa, trovo ridicola la scusa
del non voler una cameriera isterica nel tuo locale preferito. Haruko ti piace, dovresti semplicemente ammetterlo.
Matsumoto aprì la bocca a vuoto, non emettendo nessun
suono, non sapendo bene cosa dire. Negare veemente l’affermazione del compagno
gli sembrava infantile e falso.
-Ti propongo una scommessa- disse Nino
rimettendo in moto la macchina- A chi conquisterà per primo il cuore di Haruko.
-COSA?- esclamò Jun
strabuzzando gli occhi- E hai il coraggio di affermare che non hai pessime
intenzioni? Questo non è giocare con i sentimenti di qualcuno?
-O ti batti per lei o la lasci nelle mie
grinfie- ribatté Nino sardonico- Buonanotte.
Jun fece appena in tempo ad esclamare “Si d’accordo” prima
che il compagno ingranasse la prima e premesse l’acceleratore.
Fine
capitolo tre
NOTE
*ci tenevo
solo a ricordarvi che al tempo di We can make it, gli Arashi avevano questi capelli XD http://3.bp.blogspot.com/-htEMoqWpIfg/TdFf9A_3XDI/AAAAAAAAAWA/kQXOfq-rp7E/s1600/arashi07dome-sa03.jpg
*kanpai: significa
“brindisi” ed è l’equivalente del nostro “cin cin” o
“alla salute”.
*frammento preso dal solo di Nino “Niji”
sono due frasi dette da due personaggi diversi. Traduzione: L’arcobaleno è bellissimo. No, tu lo sei di
più.
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle persone citate, nè offenderle in alcun modo