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Autore: _Nat_91    01/09/2011    7 recensioni
Un tuffo nei ricordi dell'estate 2010.
Un'estate calda e piena di imprevisti. Un'estate durante la quale Tom incontrerà finalmente una persona in grado di tenergli testa e di umiliarlo.
Una vendetta che si accenderà e lo porterà a scoprire in lei una persona che non è assolutamente come sembra e nasconde un segreto...
Una piccola storia su Tom e su come uno scontro estivo possa cambiare la vita...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon giorno a tutte e tanti auguri ai nostri due gemellini Bill e Tom!
Eccomi con l'undicesimo capitolo di questa piccola Fanfiction.
Vi ringrazio immensamente per i commenti al capitolo precedente e per tutto il resto. Ma adesso voglio ringraziare di cuore:
- _MINA_, Layla, Nobody Is Perfect per aver commentato il precedente capitolo;
- Niky95 per aver commentato il sesto, settimo ed ottavo capitolo;
- tomyth e tinky tinky per aver inserito la storia tra le seguite.
Grazie davvero a tutte quante; spero che anche questo capitolo vi piaccia...
Buona lettura a tutte...
Il prossimo capitolo arriverà sabato...
Un bacione a tutte
Nat
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Capitolo 11

Come se quelle parole fossero state ripetute in quel momento, Leyla arrossì di nuovo mentre il suo cuore iniziò a martellarle con forza. Ogni singola emozione che aveva provato quella notte la avvolse anche in quell'instante come se il tempo non avesse cancellato niente.
Le parole di Derek l'avevano fatta riflettere e l'avevano fatta soffrire perché le avevano fatta prendere coscienza di essere caduta in quella trappola in cui, si era ripromessa, non sarebbe più ricaduta. Ma ormai era troppo tardi per provare a tornare indietro, il suo cuore aveva già deciso per lei abbattendo l'ostinazione della ragione.

- Dannato chitarrista combina guai -sussurrò Leyla divertita da ciò che le era appena passato per la testa.
Ancora con il sorriso sulle labbra, voltò pagina e cominciò a rivivere una nuova e calda giornata estiva.
 
"                                      Maldive, 22 agosto 2010 
Dopo cinque lunghi giorni in cui sono stata costretta 
da 'mammina' Zoe a stare a casa, sono finalmente    
potuta uscire. Dover stare a casa quando si è in        
vacanza è una vera tortura.                                     
Come prima cosa stamattina sono andata a correre   
un pò con Zoe e nel frattempo le ho chiesto come     
vanno le cose con Bill. Inutile dire che i suoi occhi    
hanno iniziato a brillare mentre mi raccontava di       
quanto lui fosse dolce e di quanto lei stesse bene       
ogni volta che stavano insieme. Ormai la mia cara e   
dolce amica ha imboccato la tangenziale dell'amore..."
 
 

Leyla continuò a guardarsi allo specchio facendo smorfie contrariate; si era sempre piaciuta così com'era, con la sua linea e le sue curve ma in quel momento non era proprio felice di ciò che vedeva allo specchio. Aveva perso un paio di chili in quei giorni e questo bastava a farle stare larghi i vestiti ma, soprattutto, bastava a farla star male con se stessa.

- Zoe -disse la mora non appena vide l'amica al suo fianco- In questi giorni mi abbufferò come un maiale per ritornare come prima. Tu mi aiuterai con i tuoi manicaretti?

La rossa rise di fronte quegli occhioni grigio verdi ed annuì con enfasi.

- Se mio padre mi dovesse vedere così gli verrebbe un infarto -continuò la mora- E mi giocherei altre vacanze.

- Tranquilla stupidina -disse allora l'amica poggiandole una mano sulla spalla- Riprenderai subito il peso perso dato che ti è ritornato l'appetito. Ed io direi di andare subito a fare colazione al bar -aggiunse prendendo la sua borsa- Ho una fame.

- Ed un ragazzo che ti aspetta -continuò Leyla allusiva facendola arrossire- Dai andiamo che il mio stomaco brontola.
Entrambe risero poi uscirono e raggiunsero il bar sulla spiaggia.

Ad un tavolo trovarono già Bill e Gustav seduti che parlavano tra di loro ma il vocalist si alzò subito non appena vide Zoe avvicinarsi a loro e la baciò vicino all'angolo della bocca. Lei sorrise poi si sedette accanto a lui seguita dall'amica; il batterista le chiese subito come si sentisse ora e la mora gli disse di sentirsi finalmente bene.

Un cameriere si avvicinò al loro tavolo con un vassoio dentro cui era posto un piccolo block notes dove annotò le ordinazioni dei ragazzi.
- Arrivano subito -disse gentile il cameriere pronto a rientrare.

Ma quando si voltò, si scontrò con Tom e fece involontariamente cadere a terra il vassoio.
- Mi dispiace signore, non l'avevo vista -disse mortificato l'uomo abbassandosi per prendere ciò che gli era caduto.

- Ma cazzo, non puoi stare attento quando cammini eh? -sbraitò adirato il chitarrista- Devi tenere aperti quei maledetti occhi o potresti uccidere un cliente.

- Mi scusi ancora -disse mortificato il cameriere dileguandosi subito dopo a testa bassa.

- Incompetente! -borbottò il ragazzo sedendosi al tavolo.

Bill e gli altri avevano guardato la scena inermi e increduli; non riuscivano a capire il perché lo avesse aggredito in quel modo così violento.
- Tom -lo chiamò il fratello alla fine- Non ti sembra di avere esagerato?

- Senti Bill, adesso non venire a rompere le palle anche tu ok? -gli urlò in risposta trucidandolo con lo sguardo- Io faccio quello che mi pare e di sicuro non mi interessa cosa pensano gli altri. E ora sai che ti dico? -continuò alzandosi di scatto dalla sedia- Io torno a casa, mi è passata la fame.
Si allontanò dal gruppo lanciando un ultimo glaciale sguardo verso Leyla.

I ragazzi erano sgomenti, non riuscivano a credere alle proprie orecchie; continuavano a guardarsi l'un l'altro come a cercare una qualche spiegazione che nessuno sapeva darsi.

Il vocalist si passò una mano sui capelli, esasperato.
- Io non lo capisco -mormorò stanco.

- Ma si può sapere cosa è preso a quella zucca vuota di tuo fratello? -chiese la mora ancora scossa da ciò a cui aveva assistito.

- Non lo so Leyla -rispose il ragazzo guardandola- Sono giorni che è strano; è intrattabile e, come hai visto, scatta ad ogni minima sciocchezza. È nervoso e sembra avercela con il mondo intero -concluse gesticolando.

- È vero -intervenne Georg preoccupato- E figurati che, quando ho provato a chiedergli cosa fosse successo, mi ha sbranato vivo. All'inizio ho pensato che qualcuno lo avesse respinto, ma in quel caso dopo una dormita ed un pò di divertimento gli passa. Questa volta niente; va avanti così da giorni ormai -spiegò il bassista guardando le due ragazze.

Entrambe si guardarono confuse e preoccupate senza trovare una spiegazione logica ma, anche se si fossero impegnate, non sarebbero arrivate a niente di concreto, in fondo lo conoscevano da circa un mese e mezzo.

All'improvviso a Leyla venne in mente lo sguardo freddo che Tom le aveva rivolto prima di andarsene; che fosse lei la causa di quel comportamento impetuoso?

Lo squillo del suo cellulare la riportò alla realtà, si alzò dal tavolo allontanandosi ed affrettandosi a rispondere.
- Pronto papà -disse lei allegra sentendo la sua voce- Sto bene grazie. Tu, Tess e le mie due piccole pesti invece?
La mora sorrise alla sua risposta e continuò a parlare con lui camminando lentamente.
 

Tom era ancora furioso nonostante fossero passati dei giorni; non era riuscito a mandare giù che lei avesse fatto entrare quel ragazzo nella sua stanza mentre a lui lo aveva buttato subito fuori.
Ma il chitarrista sapeva che non era solo quello ad averlo infastidito, era qualcos'altro che gli bruciava dentro e lo costringeva ad essere acido e scontroso con tutti. Il non sapere cosa fosse successo in quella stanza lo stava facendo impazzire.

Mentre fumava l'ennesima sigaretta, notò Leyla camminare tranquillamente mentre parlava al telefono; non perse tempo e buttò la sigaretta a terra, ignorando di proposito i posaceneri, e si incamminò verso di lei. Adesso era sola e poteva finalmente ottenere le sue risposte.
 

Dopo aver salutato suo padre con un pizzico di malinconia, Leyla posò il cellulare nei jeans ma il suo braccio venne poi afferrato da qualcuno che la strattonò fino ad una zona isolata del corridoio. La mora, all'inizio sorpresa, riconobbe subito i cornows di Tom e cercò invano di liberarsi; alla fine fu lui ad abbandonare la presa ed a sbatterla contro il muro.

- Ma si può sapere cosa ti passa per quella testa bacata che ti trovi? -gli chiese spingendolo lontano da lei- Ti sembra normale un comportamento simile?

Il ragazzo la guardò con intensità degli occhi e fece finta di non sentire quel suo rimprovero.
- Te lo sei portato a letto? -le chiese a bruciapelo.

Leyla, che attendeva una spiegazione da parte sua, tentennò a quella domanda così diretta che l'aveva colta alla sprovvista. Arretrò di qualche passo finché le sue spalle non toccarono il muro; non riusciva a parlare, era completamente allibita da quella domanda.

Tom approfittò di quel momento di incertezza per posare le braccia ai lati della sua testa ed avvicinarsi a lei bloccandola tra il muro ed il suo corpo.
- Te lo ripeto -disse di nuovo avvicinandosi al suo viso- Te lo sei portato a letto?

- Ma...ma che...che stai dicendo? E chi... -chiese lei a sua volta ancora sorpresa dalla sua domanda.

- Derek dannazione! -esclamò arrabbiato interrompendola- L'ho visto entrare nella sua stanza quella sera e voglio sapere se ci hai scopato.

La mora trasalì di nuovo di fronte a quella durezza ma anche per quella nuova scoperta: lui aveva visto Derek entrare in casa. A questo punto le nacquero spontanee delle domande. Cosa ci faceva ancora lui fuori? E cosa gli importava di ciò che era successo tra di loro?

Cominciò a stringere convulsamente il bordo della sua maglietta per la rabbia.
- Ma cosa te ne frega di ciò che è successo tra me e lui eh? -esplose allora la mora- E perché diamine eri ancora davanti il mio appartamento? La mia vita privata o sessuale non ti riguarda.

Il chitarrista deglutì a fatica; era stato così precipitoso di sapere la verità che non aveva minimamente pensato che si sarebbe intrappolato da solo. Era caduto nella sua trappola e non si era neanche accorto di quando questo fosse successo.
- La tua vita privata mi riguarda dal preciso istante in cui ti sei confidata con me -rispose infine cercando una via d'uscita in quel labirinto che aveva costruito da solo.

- Ma questo non ti permette di diventare padrone della mia vita -gli urlò in faccia- Sono io a decidere cosa fare e non devo di certo rendere conto ad un ragazzino smorfioso e prepotente come te.

- Modera le parole -la intimò Tom a denti stretti.

- E tu fatti i cazzi tuoi -replicò aspramente Leyla.

Gli diede uno spintone e riuscì a liberarsi ed a correre via, lontano da lui che non poté far altro che guardarla svanire dietro l'angolo.

Lei era ancora scossa per quell'incontro, per quel suo interessamento alla sua vita; non sapeva come interpretarlo e questo la spaventava molto.

Tom poggiò la fronte e le mani contro il muro chiudendo gli occhi; più volte si chiese il perché del suo subbuglio interiore e di tutto ciò che il solo pensiero di lei gli causava. Ma ormai era troppo tardi per trovare una risposta per qualcosa che era già accaduto; era troppo tardi per tornare indietro.
 

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