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Autore: JoJo    01/09/2011    2 recensioni
Si trova un corpo, si raccolgono le prove e, in base a quelle, si trova il colpevole fra una lista di sospetti. È così che funziona. Cosa faranno Horatio Caine e il suo team quando si troveranno di fronte il colpevole ancora prima di conoscere il crimine?In un caso in cui tutti sembrano nascondere la verità, le prove diventano l'unica ancora a cui appigliarsi.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Horatio Caine, Ryan Wolfe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Calleigh Duquesne uscì con passo svelto dal laboratorio di balistica, il suo regno. Aveva analizzato attentamente la pistola che Wolfe le aveva portato quella mattina, la possibile arma del delitto.
Una Glock, calibro 45: un modello piuttosto compatto ma i cui grossi proiettili suggerivano che in realtà fosse qualcosa di più rispetto a una semplice arma da difesa. L'aveva analizzata attentamente, con il proprio occhio esperto, sparando qualche colpo di prova che poi aveva confrontato con il proiettile che il dottor Loman aveva estratto dal corpo della vittima ancora sconosciuta.
Calliegh allungò il passo quando riconobbe una figura familiare camminare in uno dei luminosi corridoi del laboratorio.
“La pistola che ha trovato Ryan non è quella che ha sparato alla nostra vittima.” annunciò la bionda, affiancandosi ad Eric che stava camminando svelto, probabilmente diretto da Benton per scoprire qualcosa sui nastri di registrazione dell'albergo.
Delko aggrottò le sopracciglia, sorpreso “Ne sei sicura?”
“Sì.- confermò la donna scostandosi dal volto una lunga ciocca di capelli biondi- Quell'arma non spara un colpo da diverso tempo. E, oltretutto, sulla bocca non sono presenti  residui di alcun tipo.”
“All'uomo è stato sparato a bruciapelo, se quella fosse davvero l'arma che cerchiamo dovrebbe avere del tessuto e delle fibre.” concluse quindi il Csi di origine cubane, aggrottando la fronte pensieroso.
“Lo so.- annuì di nuovo Calleigh, mentre additava una porta di vetro alla propria destra- Sto andando proprio ora a vedere se invece sono riusciti a trovare qualcosa sui vestiti.”
Eric le fece un cenno di saluto, mentre la vide entrare con passo aggraziato nel laboratorio tracce.
La stanza era piuttosto piccola rispetto all'ampio spazio in cui svolgeva le proprie analisi balistiche, ma era ben arieggiata e, soprattutto, piena di strumenti in grado di aiutare nell'identificazione di quasi ogni tipo di campione di origine animale o sintetica. Un sorriso cordiale le si allargò sul volto mentre si avvicinava al grande tavolo illuminato intorno al quale due uomini stavano lavorando indaffarati.
“Hey, Walter!- disse la bionda esperta di balistica salutando il grosso e bonario CSI di colore- Hai trovato qualcosa sui vestiti della Robinson?”
Simmons scosse la testa, sul volto una smorfia obliqua rendeva palese la propria frustrazione “Niente di niente. A quanto pare non mentiva quando ha detto che li ha rubati dalla lavanderia dell'albergo dopo aver abbandonato i propri sporchi di sangue che abbiamo trovato sulla scena. Ho mandato dei campioni a Valera per il DNA, ma per quanto mi riguarda non ho trovato né fibre né altre sostanze particolari.”
“Io ho analizzato le sue scarpe: sulle suole c'è il sangue della vittima.” aggiunse Travers alzando gli occhi dalle suddette calzature, il proprio accento inglese che si faceva largo prepotentemente nella frase.
“Quindi significa che l'ha calpestato dopo che l'ha ucciso.- ricapitolò Calleigh- Però non capisco, non dovrebbero esserci delle macchie anche sopra?”
Walter incrociò le braccia al petto “Forse quando ha compiuto l'omicidio non le indossava. Il tacco è piuttosto alto, forse le ha tolte durante la colluttazione per non rischiare di rimanere svantaggiata nello scontro.”
La bionda CSI annuì concorde “Hai ragione. Hai trovato tracce di polvere da sparo sui vestiti che la Robinson indossava durante l'omicidio?”
“Nessun residuo.- rispose Walter scuotendo piano la testa- Anche il test fatto da Delko sulla pelle non ha portato a nessun risultato, ma la ragazza ha ammesso di essersi pulita per eliminare ogni traccia, quindi può averli cancellati lei stessa.”
“Non capisco.- borbottò Calleigh aggrottando la fronte- Si è cambiata e lavata, ha nascosto le prove chiave per la sua incriminazione ed è scappata dalla scena del crimine, eppure subito dopo è venuta qua a confessare, non ha voluto né chiamare un avvocato né avere un difensore d'ufficio e ci ha dato il via libera per qualunque test senza nemmeno obbligarci a richiedere un mandato.”
Simmons puntò sulla donna i propri occhi scuri e ugualmente perplessi “Hai ragione. È piuttosto strano.”
“Forse da quando ha lasciato l'hotel a quando ha parlato con Horatio qualcuno le ha fatto cambiare idea.” concluse quindi la CSI, con una nuova luce determinata nello sguardo smeraldino.


“Orso.”
Ryan Wolfe sbatté le palpebre più volte, confuso, mentre fissava Maxine Valera alzare lo sguardo dal suo microscopio per fissarlo con sguardo vivace.
“Scusa?” riuscì quindi a ribattere, alzando un sopracciglio con perplessità.
La tecnica di laboratorio strizzò un occhio in sua direzione, divertita dalla sua reazione “Quello che mi hai portato stamattina, che hai trovato appiccicato a quel terriccio sotto le scarpe della vittima.- specificò quindi- Non sono capelli, ma peli. Di orso.”
Ryan aggrottò la fronte “Che cosa ci facevano dei peli di orso là sotto?”
“Non chiederlo a me, sei tu l'investigatore, io sono solo un topo di laboratorio.” ribatté la donna alzando le mani in segno di resa, assolutamente incapace di trovare uno scenario di qualsiasi tipo per cui un pelo d'orso possa essere finito nella suite di uno dei più rinomati alberghi di Miami.
“Forse la cosa potrebbe aiutarci a scoprire l'identità della vittima.- meditò Wolfe, passandosi una mano sotto il mento- Chi ha a che fare con gli orsi?”
Valera increspò le labbra mentre pensava ad ogni opzione “Uhm...Ranger?Guardie forestali?Cacciatori?Imbalsamatori?Appassionati di pic-nic all'aperto?”
“O, veterinari.- concluse il giovane CSI con un sorriso soddisfatto- Juliet Robinson è una veterinaria, giusto?”
Maxine alzò le sopracciglia, leggermente divertita dalla conclusione cui erano arrivati “Anche il mio vicino di casa è un veterinario, ma credo che l'animale più esotico con cui abbia avuto a che fare sia stata una tartaruga di terra.”
“Vale la pena provare, no?- ribatté Ryan mentre muoveva passi veloci verso la porta del laboratorio di analisi del DNA- Chiamo Walter: dici che avrà voglia di fare un giro allo zoo?”


“Juliet Robinson è la donna del mistero.- dichiarò Frank Tripp mentre sfogliava il proprio taccuino di fronte a una incuriosita Natalia- La madre è morta quando lei aveva poco più di un anno e suo padre è un ufficiale dell'esercito, hanno vissuto insieme a Seattle, dove lei è stata spedita a una scuola militare non appena ha avuto l'età adatta, poi se ne è andata al college. Si è laureata in medicina veterinaria e si è specializzata nei grandi predatori, dopodiché ha aperto uno studio proprio e ha iniziato a collaborare con zoo, parchi naturali e allevamenti di animali esotici nella zona.”
“Grandi predatori?- ripeté Boa Vista mentre lo sguardo gli si illuminava- Come gli orsi. Questo la collega alla nostra vittima: Valera ha identificato il pelo trovato sotto le sue scarpe come un pelo d'orso.”
“Già.- annuì il grosso detective texano- Wolfe e Simmons sono già andati allo zoo per fare qualche domanda e cercare di identificare il nostro uomo senza testa.”
“E dopo?- domandò di nuovo la bella CSI- Come è arrivata a Miami?”
“Non ne ho assolutamente idea.- ammise suo malgrado Tripp- Quello che so è che è praticamente scomparsa per due anni per poi ricomparire qui a Miami dove, in ogni caso, non c'è nessuna proprietà registrata a suo nome. Nessuna prenotazione in alberghi o motel, nessun noleggio di auto, nessun contratto di affitto, nessun contratto di lavoro. Niente di niente. È qui, ma è come se fosse invisibile.”
Natalia rifletté per qualche secondo su quanto aveva appreso negli ultimi minuti sulla loro sospettata primaria “La receptionist ti ha detto che pagava la stanza in contanti, giusto?”
“Esatto, perché?” confermò Frank, per poi domandarsi cosa passasse per la testa dell'investigatrice della scientifica.
“Ci servono quei soldi, mi è venuta un'idea.” annunciò quindi la donna con tono determinato.


Horatio Caine si rigirò gli occhiali da sole fra le dita con fare apparentemente noncurante, mentre un medico dal camice mal stirato gli si avvicinava con passo svelto.
“Dottor Aller?” domandò, gettando un'occhiata fulminea al cognome cucito sulla stoffa bianca.
“Tenente Caine?- gli fece eco l'uomo, sistemando la cartella piena che stringeva fra le mani mentre aspettava un cenno di assenso del capo della scientifica, che non tardò ad arrivare- Mi hanno detto che avrei dovuto parlare con lei delle condizioni della paziente che è stata portata qui stamattina, la giovane sotto custodia con un trauma cranico.”
Horatio confermò di nuovo, con un breve movimento della testa “Che cosa mi dice delle sue condizioni?”
“È stabile ora.- annunciò quindi il canuto medico- Ma quando è arrivata era in preda a una forte crisi di panico. Le abbiamo somministrato dei calmanti e poi l'abbiamo messa sotto anticoagulanti per impedire la formazione di un trombo, ma le condizioni sono un po' particolari...”
Caine inclinò la testa per scrutarlo più a fondo “Che cosa intende, dottor Aller?”
“E' una commozione cerebrale di quinto livello.- specificò quindi Aller con tono grave- C'è un ematoma che comprime il lobo temporale sinistro, ovvero il centro di memoria, linguaggio e pronuncia. E questa emorragia ha causato un'amnesia retrograda a quanto sembra.”
“Mi sta dicendo che quello che ha Juliet Robinson potrebbe compromettere le sue abilità cognitive?” riformulò quindi il tenente, mentre rifletteva sulle possibili implicazioni di quanto appena appreso.
Il dottore si passò le dita sui baffi bianchi e ben curati “Solo per quanto riguarda gli ambiti che ho menzionato. Abbiamo fatto qualche test e a quanto sembra pare che la memoria della paziente abbia subito un serio danneggiamento.”
Horatio fece dondolare leggermente la testa, prima di porre un'altra domanda con tono meditabondo “Dottor Aller, se quello che mi racconta è vero, perché mai la ragazza avrebbe dovuto inventarsi una storia tanto elaborata e dichiararsi colpevole di un omicidio che nemmeno ricorda di avere commesso?”
“La mente umana è molto variabile, tenente Caine.- affermò il medico prima di formulare qualche ipotesi- Forse non ha dimenticato quello che ha fatto. Può darsi che quando si è resa conto dell'atto appena compiuto, abbia semplicemente ricostruito gli eventi della sera precedente usando la logica. Oppure che non abbia dimenticato affatto: la mente umana è un territorio ancora molto enigmatico e imprevedibile. Può darsi che l'omicidio sia avvenuto dopo la perdita di memoria, oppure che non sia stato affatto dimenticato.”
“Quindi quello che mi ha raccontato è vero?” ricapitolò Horatio socchiudendo gli occhi chiari.
“Probabilmente.- confermò Aller annuendo con convinzione- Ho trovato segni di lotta oltre al trauma cranico, quindi una colluttazione c'è stata. Quello che non so dirle è quanto.”
“Non si preoccupi, dottore.- rispose il capo della scientifica infilandosi gli occhiali sul naso- Quello lo scoprirò da solo.”
“Ah, un'altra cosa, tenente Caine.” chiamò di nuovo il medico, poco prima che Caine fosse troppo lontano per sentirlo.
“Sì, dottor Aller?”
“Ho scoperto che la signorina Robinson è già stata ricoverata qui qualche mese fa.” lo informò quindi Aller.
Horatio si bloccò, in attesa di altre informazioni “Per cosa?”
“Un morso al polpaccio.- dichiarò il vecchio dottore sfogliando la cartella medica- lei ha detto che era stato un cane ma credo che stesse mentendo. L'abbiamo sottoposta a una puntura addominale contro la rabbia e tenuta in osservazione un paio di giorni per scongiurare rischi di infezione.”
“Quindi ha altre informazioni su di lei?” domandò di nuovo pur dubitando di una risposta affermativa.
Aller, infatti, scosse la testa in segno di diniego “L'indirizzo che ci ha dato è quello di un albergo e i numeri di telefono sono falsi.”
Horatio fece un breve cenno di saluto, prima di avviarsi verso l'uscita dell'ospedale con passo svelto. Se qualcuno si sforzava così tanto a non far sapere nulla di sé, a sparire per due anni interi per poi ricomparire e non lasciare alcuna traccia della propria permanenza a Miami significava che aveva qualcosa di grosso da nascondere. E lui aveva decisamente intenzione di scoprire cosa.

   
 
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