Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: _Seppia    01/09/2011    0 recensioni
Una risata che esce spontanea dalle labbra a quella parole, borbottate con un latino che lo avrebbe reso riconoscibile a tutti. Il suo piccolo Gallo, che alla fine si era fatto conquistare, cercando di rimanere sé stesso pur cedendo, ogni giorno di più, a quella romanità che tanto riusciva ad allettarlo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



I used to rule the world





Non c’era mai stato silenzio, nella sua domus, come quel pomeriggio.
Ma, oh, come poteva sperare qualcosa di diverso? Era tornato l’esercito, e lui con i soldati. Tutti erano raggruppati sulla via principali solo per veder sfilare il comandante in trionfo. Nulla doveva offuscare la gloria e l’onore per il generale vittorioso, tanto meno lui.
Gli era stato fatto gentilmente notare l’ultima volta, e lui era stato ben felice di passare la mano, per questa volta. Preferiva di gran lunga vestire la toga, piuttosto che la corazza, camminare sui marmi e i mosaici del triclinium, o della biblioteca, piuttosto che sul terreno polveroso e intriso di sangue di qualsiasi campo di battaglia. 
Le guerre erano eccitanti, ti davano la scossa, ma nulla era bello come passeggiare accanto all’impluvium, ringraziando gli dei per l’ennesima giornata di sole e di leggera brezza.
La sua Roma era la sua Roma, tutto l’Impero non poteva eguagliarla. Il suo cuore era sempre e comunque legato a quella città, e a quella cosa chiassosa e sempre più piena. Piena di quei bambini che ora sono tutti fuori, a quel che sente, cercare di farsi spazio tra la folla assiepata ai lati della via, per vedere almeno uno degli scudi dei legionari, magari sfiorarli…

Solo a casa per la prima volta dopo parecchio tempo. Avrebbe preferito aver altra compagnia piuttosto che quella silenziosa dei suoi schiavi. Ma lasciamo divertire i piccoli, per una volta, arriveranno i momenti in cui dovranno fare ben altro.
-Pater..?                                                                   
Una vocina assonnata, la figuretta chiara di uno dei suoi pargoli poggiato ad una delle colonne, il visino assonnato, i capelli scarmigliati di chi ha dormito fino a pochi momenti prima, la tunica sgualcita dal troppo muoversi tra le coperte, una mano a strofinarsi gli occhi color del cielo.
-Francus! Non credevo tu fossi qui.
Un sorriso, aperto, come le sue braccia, tese verso il piccoletto che, tra una smorfietta al sentir pronunciare quel nome e una qualche frase smozzicata, ci si getta a capofitto. Oh, come non si può amare la propria casa quando ci sono certe persone che ti aspettano, eh?
-Non mi chiamo Francus, io.
Una risata che esce spontanea dalle labbra a quella parole, borbottate con un latino che lo avrebbe reso riconoscibile a tutti. Il suo piccolo Gallo, che alla fine si era fatto conquistare, cercando di rimanere sé stesso pur cedendo, ogni giorno di più, a quella romanità che tanto riusciva ad allettarlo.
-Non sei Francus? Oh. Allora devo aver sbagliato casa! Mi toccherà far di nuovo fagotto e andare in cerca della mia domus, con tutti i regali che avevo portato per i miei figli!
Un sospiro sconsolato mentre stacca, con dolcezza, le braccia del’altro dal suo collo, indicando in maniera eloquente la domus, al nominare dei regali. E gli occhi del bambino che si illuminano.
-Regali? Hai portato dei regali? Posso vederli? Per favore! E’ qualche schiavo nuovo? Magari..magari carino?
-Oh, son regali dall’Oriente, mio piccolo bambino senza nome. Ma quei regali sono per Francus o per gli altri miei figli. Sei forse Antonius? O Heracles? O il figlio di Britannia, il piccolo re dalle sopracciglia foltissime? Sei il piccolo figlio del Nilo? Oh, non mi pare proprio! Tu sembri il piccolo Francus, ma dici di non essere lui. Dunque mi toccherà andare altrove…
-Ma pater, sono Francus, non vedi? Non mi riconosci più?
Un sorrisone sdentato da parte del più piccolo, mentre tende le braccine a quell’uomo, a suo padre, che ormai si è alzato in piedi, che lo sta prendendo in braccio, rispondendo allo stesso sorriso che l’altro gli stava regalando.
-Non sei con gli altri?
-Le parate mi annoiano. E tanto lo sapevo che saresti tornato prima, tu. Ed ora voglio il mio regalo!
-Non aspettiamo gli altri?
-Oh, ma gli altri non capirebbero.
E forse non lo capisce nemmeno lui perché la pace gli piaccia così tanto. Forse è perché, quando i piccoletti che ti affollano casa rientrando, tra una risata, un urletto ed una affettuosa occhiataccia della tua Eirene, tu ti senti felice. O, semplicemente, perché hai troppi morti sulla coscienza.
Ma Roma è anche questo, è luce ed ombra. Ed ora non vuole più pensarci.
Sarebbe andato ad accendere gli incensi ai Lari, essendo lui il capo di quella stranissima famiglia, composta di troppe persone che non avrebbero mai visto la morte, forse. Persino loro si sarebbero ricordato di lui, di ciò che era stato, ne era sicuro.
Era in quei momenti, tra quegli occhi speranzosi che lo fissavano fare gesti collaudati più e più volte, che in cuor suo sapeva che non sarebbe durato per sempre. Glielo ripeteva anche suo cugino Costantino, nei pochi momenti di serietà tra una scazzottata e l’altra, e lui in cuor suo lo sapeva. Ma basta pensare a cose infauste. Chiediamo, piuttosto, ad Eirene di cantare qualcosa per loro, delle gesta di quegli eroi che anche loro Romani riconoscevano e avevano imparato ad apprezzare.
“Pane e circo” dicevano, quando dovevano calmare il popolo. "Casa e poesia", avrebbe risposto lui.
E l’Impero è stanco, per ora, fatelo riposare.
Che un altro giorno sta finendo e per lui comincerà presto l’ennesimo giorno. Un giorno di pace, non può lamentarsi.
Almeno stavolta.

 

_Seppia's angle:

Questa cosa l'avevo scritta qualcosa come un secolo fa, e mi tocca mettere i credits un po' a tutto quanto, in effetti.
Dunque, per Eirene ringraziate la mia adorata Ilaria, e la sua mamma Grecia, che sa farmi sorridere ogni volta.
Per Costantino, invece, il copyright va a Sara e a quel personaggio che non usa da un secolo.
Francus è, ovviamente, il caro e conosciuto Francis Bonnefoy.

L'ambientazione e il contenuto viene, da una role fatta da me e la suddetta Sara, sarei quindi grata se non si cercasse di scopiazzare la cosa.

Non gli ho dato nessuna ambientazione specifica nel tempo, spiacente, nonen avevo voglia  e non en ho tutt'ora di farlo.
Peace & pizza
_Seppia

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: _Seppia