Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Meme06    01/09/2011    2 recensioni
Cosa succederebbe se dopo aver trovato la quinta mew mew ne scoprissero una sesta? E se questa nasconde un'infanzia oscura perfino per gli alieni? La mia prima ffc, spero che vi piaccia.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano seduti intorno al tavolo al caffè Mew Mew da più di mezz'ora ormai. Zoe teneva lo sguardo basso, fissando le proprie mani che si contorcevano nervose.

Tutti la fissavano, ma nessuno osava parlare e neanche mutare l'espressione del viso.

La corvina intanto era come diventata muta e sorda al tempo stesso. Dopo che Kisshu se n'era andato il suo sguardo era diventato come perso nel vuoto, nelle sue orecchie rimbombava solo un'amara consapevolezza …Mi hanno scoperta…, le sue labbra si erano come sigillate e non riuscivano più neanche a socchiudersi. L'avevano portata al caffè, lei non se ne era neanche accorta tanto era stupita.

D'altro canto le sue compagne di squadra, le Mew Mew, erano più confuse e stupite di lei. Anche nelle loro teste rimbombavano tantissime domande. Innanzi tutto come faceva a sapere Kisshu che lei avesse gli occhi rossi, poi perché la ragazza lo aveva nascosto loro ed infine, chi è Zoe? Tutte fremevano dalla voglia di chiederlo, ma avevano paura di prendere il momento sbagliato o di offenderla magari, dopo tutto non è bello sentirsi chiedere 'chi sei tu?' . Per questo se ne stavano lì zitte ad aspettare che fosse la corvina a prendere la parola, senza sapere però che nella testa della ragazza passavano anche i pensieri più assurdi meno che quello.

Però ora basta, avevano aspettato anche troppo.

- Zoe… - la richiamò Ryan facendo ricadere l'attenzione su di lui da parte di tutti i presenti, tranne la sottoscritta. - Zoe rispondi.

Niente, non riusciva ad emettere neanche un gemito. Loro non sapevano e non dovevano sapere, non sarebbero mai dovuti venire a conoscenza di questa cosa. Ora che cosa avrebbe fatto? Non poteva restare in silenzio per sempre, ma sarebbe stato peggio se avesse iniziato a parlare. Molto peggio.

- Zoe guardami… - la voce del biondo era vicino al suo orecchio. Probabilmente si era avvicinato senza che lui se ne accorgesse. La ragazza non mosse un muscolo. Il ragazza la prese delicatamente per il mento voltandola verso di se. Lei non oppose resistenza, ma chiuse gli occhi. - Ti ho detto di guardarmi…

La ragazza non lo ascoltava.

- Zoe maledizione apri gli occhi! - esclamò, non arrabbiato, solo stanco di quella situazione. La corvina piano socchiuse gli occhi andando a fissare Ryan dritto in quegli specchi azzurri. - Visto, non accade niente di male sai?

- Ehm… ecco… - iniziò a dire Ichigo incerta.

Tutti si voltarono verso di lei.

- Cosa c'è Ichigo? - chiese Kyle.

- Io… Noi… vorremo sapere, si beh… ecco…

- Vorremo sapere chi è Zoe. - completò la frase Zakuro per lei.

La corvina abbassò di nuovo lo sguardo.

- Ragazze credo che lei… - cercò di dire Ryan, ma venne bloccato.

- No, non ho bisogno di tempo. - disse Zoe voltandosi verso le ragazze e Kyle. - Vi devo delle spiegazioni, giusto?

Domanda retorica. Tutte annuirono attendendo che la ragazza riprendesse a parlare. Zoe prese un respiro profondo, ora dovevano sapere per forza che era lei. Per questo dopo aver posato lo sguardo color sangue sui presenti iniziò il suo racconto.


Dovete sapere che gli alieni erano già decisi a conquistare la terra anche quattordici anni fa. L'unico problema era che prima di fare mosse avventate dovevano organizzare bene bene la cosa.

Per questo Krofos, il capo degli alieni prima di Profondo Blu, spedì sulla terra tre alieni. Rayes, una ragazza con occhi magenta e capelli ebano, era una grande guerriera e inoltre sapeva ottenere quello che voleva, visto che aveva lottato per far parte della spedizione.

Vared, un ragazzo alto con i capelli azzurri e gli occhi di un nero pece. Esso era l'addetto pilota all'astronave.

In fine c'era Flibis, capelli bianco sporco e occhi rosso sangue. Era il più impulsivo dei tre, lo sapevano tutti, ma era talmente forte che era quasi un obbligo metterlo nel gruppo.

Non che ce ne fosse realmente bisogno, non erano scesi sulla terra per conquistarla, semplicemente per un controllo, per vedere in che condizioni era e per poter preparare meglio il loro attacco che non sapevano sarebbe avvenuto così tardi dopo quella volta.

Restarono sulla terra sei giorni, ad esplorarla da cima a fondo e a scegliere bene il luogo del loro primo attacco. Inizialmente doveva essere New York, poi cambiarono con Tokyo. Era stato per questo cambiamento che a New York trovarono un chimero che uccise poi i genitori di Ryan.

Comunque, il quinto giorno, quello prima della loro partenza Flibis decise di andarsi a fare un giro per le strade di Tokyo, di notte, incuriosito da quella gente. Volava sopra di loro osservandoli tutti, dal primo all'ultimo e fu lì che la vide. Una ragazza che avrà avuto massimo quattordici anni. Era veramente bella. Aveva dei capelli lunghi fino a metà schiena, lisci e neri. Mentre gli occhi erano di un verde chiaro profondo e intenso. Erano luminosi quegli occhi ed esprimevano vitalità. Quella ragazza stava tornando a casa da sola, in un vicolo buio e solitario.

Il ragazzo sorrise beffardo. Perché no dopo tutto. Era la sua ultima notte lì, poteva anche divertirsi, tanto non l'avrebbe più rivista. Scese a terra lentamente, alle spalle della ragazza che non si accorse di nulla continuando a camminare canticchiando un motivato che le era rimasto in mente dalla sera prima.

Il ragazzo le arrivò alle spalle stringendole la vita e tappandole la bocca. La mora presa alla sprovvista e impaurita iniziò ad agitarsi provando a divincolarsi da quella presa. L'alieno la teneva saldamente.

- Ssh… non vorrai mica attirare l'attenzione? - le disse su un orecchio. A quelle parole la corvina capì subito agitandosi ancora di più. Gli morse la mano e tentò di fuggire ma, senza sapere come, se lo ritrovò davanti. - Hey piano con i denti piccola, mi hai fatto male.

Disse facendo finta di provare dolore, non gli aveva fatto neanche il solletico. Poi improvvisamente la prese per le spalle tirandola su e attaccandola al muro violentemente.

- Per favore… - mormorò fra le lacrime la quattordicenne.

- Oh andiamo, non dirmi che è la tua prima volta? - le chiese con tono sadico. La ragazza lo guardava solo terrorizzata. - Beh, se così fosse dovresti essere onorata.

Inutile sperare ormai che qualcuno sarebbe venuto ad aiutarla, erano da soli e quel ragazzo non le sembrava neanche umano. Nel buio riusciva a distinguere solo due orecchie lunghe e appuntite e il dettaglio che la spaventò di più di tutte, gli occhi rosso sangue che la guardavano maliziosi e sadici.

L'alieno non aspettò molto prima di strapparle i vestiti di dosso nonostante gli urli e i pianti della ragazza che tentava ancora, anche se era tutto inutile, di liberarsi. Le entrò dentro violentemente, facendo si che aumentassero le urla e il pianto. Inoltre il dolore che provava era talmente forte che per un attimo credette non le sarebbe mai passato.

Finito di fare il suo 'lavoro' l'alieno si alzò, si rivestì e se ne andò senza dire niente.

La ragazza rimase lì per terra, nuda, ancora per qualche minuto prima di trovare le forze per alzarsi e rivestirsi. Tornò a casa barcollando. Entrata nella sua stanza si buttò nel letto piangendo di nuovo a dirotto.

Quando poi riuscì a farsi la doccia gettò i vestiti nella pattumiera e si infilò sotto l'acqua fredda. Restò lì rannicchiata per alleno un'ora, a lavarsi da tutte le parti ripetutamente fissando il suo corpo. Quando uscì dalla doccia non riuscì neanche a specchiarsi, cosa che infatti non riuscì mai più a fare.

Qualche giorno dopo scoprì di essere in cinta. All'inizio voleva abortire, sapere di portare in grembo la creatura di uno stupro la faceva stare malissimo, poi però cambiò idea dicendosi che l'essere che sarebbe nato non avrebbe avuto nessuna colpa, per questo doveva vivere. Alla sua nascita alla ragazza quasi venne un colpo. Aveva i capelli neri e setosi come i suoi, ma gli occhi erano rosso sangue come quelli di lui. Fece uno sforzo enorme ad accettare quella bambina che aveva dato alla luce, ma alla fine le si affezionò, era pur sempre sua figlia. Le mise il nome Zoe, che significa vita. Segno che anche dopo quello che era successo a sua madre lei poteva comunque vivere una vita allegra. Cosa alquanto difficile dati i suoi occhi.

Fin da piccola veniva scansata da tutti perché aveva gli occhi di quel colore. La bambina non capiva perché per lei era una cosa normale. Per questo sua madre, quando lei ebbe dieci anni, le raccontò tutto. In quel preciso momento la vendetta era nata in lei come un fuoco che brucia e brucia e finisce poi per consumarti. Da quel giorno sperò sempre di poter vendicare sua madre, cosa che non era mai riuscita a fare.


Tutte le ragazze fissarono Zoe allibite, Retasu aveva iniziato a piangere già a metà racconto, mentre le altre compresi Kyle e Ryan la guardavano sorpresi e sconvolti. Non si sarebbero mai immaginati una cosa del genere. Ora capivano perché odiava gli alieni e perché aveva quell'atteggiamento così scontroso, freddo e distaccato con tutti. Aveva passato un'infanzia terribile e aveva sempre detestato il modo in cui era nata.

- Purtroppo… - disse Zoe. - Non sono mai riuscita a vendicarla…

Fece abbassando lo sguardo.

- Ti capiamo… - provò a dire Ichigo, ma la corvina parve non sentirla e riprese la frase detta prima.

- Almeno… fino ad ora. - fece sorridendo sadica.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Meme06