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Autore: maryjanepotter    01/09/2011    1 recensioni
Lullaby è una ragazza di diciassette anni, figlia di genitori Purosangue da generazioni, viziata dalla sua domestica, ribelle, trasgressiva, piena di ambizione e d'intelligenza. E' una Serpeverde.
MJ è una ragazza di diciassette anni, una SangueSporco nata da genitori Babbani, povera e timida, impacciata, ligia alle regole e studiosa. E' una Grifondoro.
Le due non potrebbero essere più diverse eppure, fin dal loro primo incontro al binario 9 e tre quarti, diventano migliori amiche.
Legate da un affetto indissolubile e sincero, equilibrate l'una dall'altra e pronte a tutto pur di divertirsi, vivranno un'avventura senza precedenti tra le mura magiche e misteriose di Hogwarts, accanto ad un sentimento del tutto nuovo e sconosciuto: l'Amore. E non un amore qualsiasi, ma quello per i gemelli Banningh, due malandrini scapestrati e straordinariamente popolari tra gli studenti.
E' una storia di pura fantasia, scritta per divertimento e a tempo perso... nonostante tutto, però, le recensioni sono sempre BEN GRADITE :D
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La splendida e spaziosa villa Cole era illuminata da un sole allegro e luminoso, quella mattina.
Era ormai decisamente giorno e le lancette di un grosso orologio a cucù attaccato alla parete segnarono un orario preciso e pericoloso.
Lullaby, mugugnando, aprì svogliatamente un occhio nella penombra della sua stanza, il viso ancora affondato tra le coperte e i capelli lunghissimi e scuri sparsi come onde di cioccolato fondente sul cuscino.
Un istante di silenzio ancora, l’aria vibrò di attesa, poi si udì un sibilo e uno sonoro schiocco.
Istintivamente, la ragazza fece per coprirsi le orecchie con le mani.
- SVEGLIAAA!!!- il portoncino intagliato nel suddetto orologio di legno si spalancò di botto e spuntò fuori dal suo interno una sorta di corvo in miniatura, un corvo impagliato e dall’aria irascibile, che prese a gracchiare il proprio disappunto: – SVEGLIAAAAA!!-
Lullaby si coprì la testa col cuscino, piagnucolando qualcosa in protesta e un istante dopo sentì qualcuno zompettare accanto a lei e toglierle di dosso le lenzuola con un gesto gentile ma deciso.
- Padrona Lullaby deve alzarsi, signora!- Jackie l’elfa domestica di casa Cole la guardava con i suoi sporgenti occhi marroni grandi come palle da tennis. Lullaby ringhiò e si mise a sedere, tutta scarmigliata. Che ore sono? pensò, passandosi una mano incerta tra i capelli impazziti e trovandoli arruffati e pieni di nodi.
- Ancora un minuto, Jackie...- supplicò Lullaby, sbadigliando fragorosamente e stiracchiandosi.
- La signora Cole ha detto adesso, padrona!- spiegò Jackie, intenerita, battendo delicatamente sul suo ginocchio con aria comprensiva. – Padrona sa che non è bene farla arrabbiare!-
Intanto il corvo continuava a strillare facendo la propria comparsa, ad intervalli regolari, fuori dall’orologio a cucù stregato e aumentando progressivamente il volume delle proprie grida. Lullaby non avrebbe mai perdonato sua madre per quell’acquisto fastidioso e inutile che ‘animava’ le tutte le sue mattine capricciose.
- SVEEEEEEEEEEEEEGLIA!!- Lullaby lanciò all’animale schiamazzante un’occhiata torva mentre Jackie le porgeva una mano per aiutarla a scendere dal letto e le sistemava le comode pantofole ai piedi.
L’elfa si era cambiata per l’occasione, indossava un grembiulino ordinato e una simpatica cuffietta che copriva a metà le enormi orecchie da pipistrello. Jackie era un’elfa libera ma aveva scelto di continuare a servire nella famiglia dei suoi antenati, con una devozione che nessun’altra governante avrebbe mai adoperato. Lullaby non voleva metterla nei guai a causa della propria pigrizia.
- Oh e va bene...- borbottò la ragazza spostò le coltri ricamate del suo baldacchino e si alzò di malavoglia, stropicciandosi teneramente le palpebre con i pugni chiusi, come i bambini, mentre l’elfa trotterellava al suo fianco e le sistemava una sedia davanti al grande specchio ovale e intagliato della stanza. Lullaby vi si sedette e rimase a fissarsi sulla superficie riflettente, tutta seria e con un sopracciglio inarcato.
- SVEEEEEEEEEEEEEEEEGLIAAAAAAAAA!!- cantò il corvo, assordante e infuriato più che mai e finalmente Lullaby parve accorgersi della sua presenza. I suoi occhi si ridussero a fessure.
- Sta zitto, ridicolo idiota piumato!- gridò, stringendo i denti in una smorfia di rabbia.
Jackie squittì come per rimproverarsi di non aver subito dato ascolto al fastidio della propria padrona e si affrettò ad arrampicarsi sullo scaffale che reggeva l’orologio, spingendoci dentro il corvo con una certa difficoltà mentre quello continuava a trillare, eccitato. Lullaby alzò gli occhi al soffitto, irritata, quando l’elfa, finalmente, riuscì a chiudere il portoncino dell’orologio e a far finire quel baccano.
Jackie rotolò giù col fiatone dovuto allo sforzo e, con un sorriso imbarazzato, e prese una spazzola da un cassetto vicino, avvicinandosi di nuovo a Lullaby.
La ragazza si fissò nello specchio notando il perfetto ovale del proprio viso pallido come la luna, teso in una perenne e dolce espressione imbronciata, le proprie sopracciglia fini ed eleganti e gli occhi scuri e profondi come dei cieli stellati senza traccia nuvole.
Il suo sguardo accigliato si soffermò una volta ancora sull’orologio indesiderato che sua madre aveva posto nella stanza per costringerla a svegliarsi presto la mattina, come si addiceva ad una brava, ricca signorina Purosangue come lei. Scosse la testa, divertita.
- Perché così presto, stamattina? E' ancora vacanza! La divertente colazione preparata dalla servitù è stata anticipata, per caso?- chiese Lullaby, con un lieve sarcasmo nella voce. Jackie scosse con energia il capo, facendo sbatacchiare le orecchie qua e là.
- Oggi padrona va a Hogwarts, ha dimenticato, signora?- disse, con tono perentorio.
Lullaby spalancò la bocca all’improvviso, allucinata.
Che diavolo...?
I suoi occhi schizzarono alla velocità della luce nei pressi di un enorme e pregiato calendario al lato del letto: tutti i giorni erano stati crociati con cura da una piuma ad inchiostro verde smeraldo e ne rimaneva solo uno, una data semplicemente impossibile da dimenticare. Come aveva potuto farlo?
- OGGI E’ IL PRIMO DI SETTEMBRE!- urlò Lullaby, saltando in piedi e rovesciando lo sgabello sul quale Jackie si era issata per poter arrivare al livello della sua testa da seduta. Jackie atterrò sul pavimento con un pettine ancora in mano e infiniti fermagli brillanti nell’altra, letteralmente sbalordita.
Lullaby sentiva ogni fibra del suo essere fremere dalla gioia e dall’impazienza.
Sì, ora era perfettamente sveglia.
E di lì a poco sarebbe tornata a casa, la sua vera, unica casa. Il castello di Hogwarts. .
- Ma che ore sono?- chiese con il viso infervorato alla domestica, misurando a grandi passi la sua enorme e lussuosa stanza.
- Le undici meno un quarto, signora.- bisbigliò Jackie, terrorizzata. Attese l’esplosione.
- MA IL TRENO PARTE ALLE UNDICI IN PUNTO!! E’ TARDIIIIIII!!!- Lullaby si mise le mani tra i capelli in un gesto depresso e li mise di nuovo tutti in subbuglio. Ma non le importava, se avesse perso il treno, avrebbe commesso una strage e quello sarebbe stato molto più grave di un’acconciatura rovinata. Decisamente!
- JACKIEEEE! PRENDI IL MIO BAULE, O.R.AAAAA!- sibilò la ragazza, strappandosi di dosso la vestaglia e cercando alla rinfusa e precipitosamente qualcosa da mettersi. Dove diavolo aveva messo il biglietto per King’s Cross? E il suo manico di scopa era ancora in giardino? Perché accidenti non si era svegliata in tempo?
- Eccolo signora, subito signora!- ansimò Jackie, trasportando il grosso baule di legno lucido e nobile fin davanti a lei e spalancandolo con un gesto precipitoso.
Lullaby, frettolosamente, afferrò la propria bacchetta e la agitò nell’aria, come una frusta. Migliaia di oggetti contemporaneamente cominciarono a volare, a piegarsi, a stirarsi, a rimpicciolirsi e a finire nel bagaglio, senza un ordine preciso ma abbastanza in fretta.
Lullaby sentì un leggero tonfo e capì che un libro di testo, forse quello di Incantesimi, le era finito sulla testa durante il suo percorso. Lei si massaggiò il capo, imprecando ad alta voce, mentre Jackie lucidava un calderone in peltro e raccoglieva calzini spaiati e piume tutt’intorno.
Nel frastuono più totale, il corvo si sentì autorizzato a spuntare di nuovo fuori dal suo nascondiglio nel cucù e a riprendere con il suo esasperante concerto.
Lullaby, mezza sepolta da abiti e divise e intenta a lottare con la propria cravatta, abbandonato ogni ritegno, lanciava contemporaneamente maledizioni dall’altro capo della stanza nella speranza vana di zittirlo.
Ottimo inizio  
   
 
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