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Autore: __gryffindor    01/09/2011    1 recensioni
La luna, unica fonte di illuminazione in quella oscura notte, osservava dall’alto un bambino dalla pelle quasi cadaverica che si contorceva nel vecchio letto dell’Orfanotrofio in cui viveva.
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Un piccolo bambino triste e solitario

La luna, unica fonte di illuminazione in quella oscura notte, osservava dall’alto un bambino dalla pelle quasi cadaverica che si contorceva nel vecchio letto dell’Orfanotrofio in cui viveva, aggredito dai suoi stessi incubi, che non lo avrebbero lasciato andare fino all’arrivo dell’alba. Il freddo, sensazione comune in quella nottata di dicembre, accarezzava quasi danzando il volto del giovane e lo faceva rabbrividire, ricordandogli chi era il sovrano dell’oscurità.
Era una creatura senza padre né madre; mai nessuno andava a fargli visita, o gli regalava qualcosa per Natale o per il suo compleanno, per causa di quei crudeli adulti era costretto a rubare oggetti ad altri bambini che, come lui, abitavano in quell’Istituto per Orfani.
Si sentiva solo, aveva paura, ma celava bene i suoi sentimenti sotto la vecchia e lurida camicia che indossava la maggior parte delle volte. Li nascondeva anche a una bambina dai biondi capelli, che ogni tanto bussava alla sua porta e lo invitava a giocare con lei.
Rifiutava, rifiutava sempre.
Giocare non faceva per lui, neppure quando lei lo prendeva per mano e sorrideva dolcemente a quel bambino tanto scorbutico.

« Tom, andiamo a volare come gli angeli tra la neve e non dubitare mai di non esserne in grado, perché puoi, e poi nel momento stesso in cui ne dubiti, cessi anche di esserne in grado ».


Come può un bambino al quale è stato proibito volare, ancor prima della sua nascita, pensare di farlo?
Non può, semplicemente.


La spinse lontano per non vederla più e chiuse la porta con estrema calma, ricordandosi di lei e di quelle parole insensate.

« Tom Riddle, sei tu? »
« Avada Kedavra ».

Lord Voldemort non dimenticava mai il passato e i torti subiti, proprio per questo era andato a far visita a una vecchia amica che tempo addietro aveva proferito tante di quelle parole inutili e seccanti.

Un tempo esisteva un bambino, nel mondo magico, che mai era stato un piccolo Peter Pan. Costretto a diventare un giovane adulto già dalla tenera età, desiderò il potere e lo ambì talmente che morì nella Seconda Guerra Magica, sconfitto da un ragazzo che come lui non era stato mai Peter Pan, ma aveva avuto grandi amici al suo fianco che lo avevano aiutato e voluto bene.

  
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