Amore Fraterno
Si
presentò da me che era sera, non la rivedevo da quel giorno.
Aveva i
lineamenti induriti e trattenuti, i capelli sciolti e cadenti sul viso. Era
dritta, su se stessa ripiegata.
-
Posso stare qui stasera? - Fu l'unica cosa che disse in tutta la sera, fino
a stamattina. Aveva la voce opaca, calma, trattenuta e spenta. Risposi con un
cenno, le tolsi il cappotto e la invitai a sedersi in tinello. Preparai da
mangiare e mangiammo. Non parlava, il volto era ingessato in una espressione di
vitreo dolore. La radio era accesa, ma con il volume basso. Celestina Warbeck
cantava: un brusio disinteressato e complice di quella solitudine.
Si
sedette sul divano e si rimpicciolì, si annodò su se stessa e poggiò la testa
sul mio petto. Io non pensai, le posai la mano sulla spalla e le baciai la
testa.
Fraterno
affetto, se lei non avesse alzato il capo. Se non mi avesse accarezzato la
guancia con le labbra. Se non le avessi sfiorato il collo con il mio respiro, i
capelli con le dita. Se non le avessi sciolto tutti i nodi del suo corpo. Se
non avesse avvolto in un intimo abbraccio. Se...
un leggero dolore.
Se...
Quando
stamattina mi sono svegliato, ancora sul divano, non me ne sono ricordato
subito. Ne' di lui, ne' di lei. Sembrava una mattina come tante altre, con i
suoi punti saldi, con un solido terreno sotto i piedi...Il pavimento, però, non
c'era...Feci per alzarmi e mi mancò la terra sotto i piedi.
Il
ricordo, come una sensazione ancora vera, mi fece vacillare.
Allora mi
guardai, capii di non aver sognato. Mi rivestii, lentamente: non ero mai stato
con una ragazza, non avrei mai pensato che sarei stato proprio con lei, proprio
dopo quel giorno.
Mi chiesi
dov'era, mi guardai intorno e il suo cappotto era ancora lì. Mi misi a
cercarla, senza avere il coraggio di pensare a qualcosa da dire-da fare. Era
seduta davanti allo stereo, ricordo babbano di casa Dursleys: ascoltava un
vecchio CD con le cuffie. I suoi lineamenti erano tesi a non trattenere più. Mi
sedetti accanto a lei, prima sembrò quasi non accorgersene, poi si mise a
piangere e...
- L'ho
tradito, l'ho tradito! - la sua voce si fece atona, profonda, profusa in
lacrime. - Non perchè l'ho fatto, ma perchè con lui non l'avevo mai voluto
fare! L'ho tradito nel profondo! Nella maniera più bieca! -
Le tolsi
le cuffie e si lasciò abbracciare.
- Avevamo
bisogno d'affetto - lei mi sentì dire - di amore per colmare il dolore.
E' accaduto tra noi proprio perchè siamo amici, proprio perchè io ero il suo
migliore amico e tu la sua ragazza: per racchiudere fra noi tre un legame
profondo e indissolubile. Ora noi tre siamo la stessa cosa. -
Un
profondo amore fraterno. Un eterno amore fraterno ci lega, anche tu non ci sei
più. Non so se saremo ancora amici, se tu approvi. Lo so, ti dirai "l'ho
sempre saputo", ma avrai il coraggio di disapprovare? Ci ha spinto la
solitudine, l'Amore Fraterno: siamo diventati deboli perchè tu non ci sei più.
Ciao!
vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito la mia prima ff! Siete stati fantastici! Vi annuncio che presto ne pubblicherò un altra, ben più lunga...ma che avrà tutt'altro tema.
x Alessiuccia: mi dispiace ma non la continerò. E' stato un raptus di scrittura, un'immagine che mi è venuta in mente così...mentre fingevo di studiare. Non ccredo che si possa aggiungere nulla al loro dolore.
x Sara: si chiama amore fraterno perchè è in realtà il tema del racconto. E' una cosa che può colpire tutti, e la loro amicizia in particolare.