Ciao a tutti!
Seconda puntata con la Famiglia Weasley al
completo!
Allora…è estate. Una calda e afosa estate.
E sono le tre di mattina.
E nell’ordine :
Ginny ha due anni.
Ron ne ha tre.
Fred e George ne hanno cinque.
Percy ne ha sette.
Charlie ne ha undici.
Bill ne ha tredici,
Tutto chiaro? Bene :D
Vi lascio a questa afosa nottata
(mattinata) in camera da letto dei
Signori Weasley! Baci!
Famiglia Weasley : Ma come, i gemelli
hanno anche gli incubi sincronizzati? E perché invece di due figli nel letto ne
trovo sette? E soprattutto, perché il mio letto sta affondando??
Molly Weasley
scalciò le lenzuola, con un sospiro esasperato. Non ce la faceva più. Faceva
caldo, era pieno luglio e non era servito a nulla il “ventilacoso” che aveva
montato suo marito.
Certo, Arthur si
era messo a fissare con aria estatica le prese, era ovvio che non fosse
riuscito a infilare la spina per farlo accendere.
E così il caldo
aveva preso possesso della loro camera da letto.
Arthur però non
sembrava molto preoccupato da questo cambio nella gerarchia sociale degli
elementi. Lui russava.
Molly lo
invidiava tantissimo.
Si girò per l’ennesima
volta nel letto, e voltò il cuscino per cercare un po’ di refrigerio. In quel
momento sentì la porta aprirsi con un leggero cigolio
- Mamma? –
sussurrò una vocina da bambino.
“ No. Questa sera
no.” pensò affranta Molly, mugolando
piano.
- Ronnie? Che è
successo stavolta? Ricordati che la scusa della marmellata sulla testa
dell’amichetto immaginario non funziona più. – borbottò, la testa affondata nel
cuscino.
Ronnie la guardò
inclinando piano la testa.
- Io paula…c’è
buio – disse, indicando fuori dalla finestra.
Molly sospirò,
alzandosi. Prese in braccio Ron, che si allacciò al suo collo, e lo portò nel
lettone. Lì Ron saltellò un po’ ridendo, e si accoccolò vicino al papà, che
borbottò qualcosa.
- E vediamo di
dormire, questa volta – rimproverò al buio Molly, sdraiandosi.
Circa mezz’ora
dopo Molly udì dei passetti che si avvicinavano al letto.
Fortunatamente
dall’altra parte del letto. Magari non l’avrebbero disturbata.
Vane speranze di
una madre ingenua.
- Papà? –
sussurrarono due vocine sottili.
Il papà, da bravo
genitore, li ignorò completamente, continuando a russare con aria pacifica.
- Papà?? –
ripeterono le vocine, scrollando l’uomo leggermente.
Lui mugugnò
qualcosa e si girò dall’altra parte.
- MAMMAAA! PAPA’
NON SI SVEGLIA! –
- Mas che vi
urlate ?? – sussurrò frenetica Mamma Molly, alzandosi in fretta dal letto.
Anche Ronnie si svegliò, e guardò i fratelloni stropicciandosi gli occhi.
Fred e George
guardarono la mamma con il labbruccio tremante.
- Abbiamo fatto
un incubo – disse Fred con aria
convinta.
- Tutti e due? –
chiese la donna scettica.
- Certo, siamo
gemelli! – rispose George indignato.
- Quindi ora ci
infiliamo nel lettone e troviamo il modo di dormire, perché domani ci dobbiamo
svegliare freschi come rose e dobbiamo fare una sana dormita –
- Non ci negherai
questo? –
- N-No…ma…sta già
Ronnie qui –
George guardò il
gemello, con aria sarcastica
- Ecco, ci
mancava il fratellino piccolo che si ruba le attenzioni di mamma –
- Che
disgrazia…mamma, perché non lo hai ridato alla cicogna? –
I due fratellini
guardarono la madre con aria davvero curiosa e interessata. Molly sospirò, per
poi guardarli severa.
- Fred! George!
Ok, filate nel letto, ma non voglio sentire una parola! –
- GRAZIE MAMMINA!
– urlarono i due, scavalcando il corpo
inerte e russante del papà, per poi lanciarsi nel lettone sopra Ronnie, giusto
per dargli fastidio.
- NON URLATE! –
- Hai appena
urlato, mamy – sorrise Fred.
Oh, si, sarebbe
stata una lunga notte.
- Mamma? –
- Si Fred? –
- Io sono Fred,
mamma. – disse la voce pacata dell’altro ragazzino,con aria leggermente offeso. Molly sprofondò nel
cuscino.
- Oh, Scusami
George –
- Ci sei cascata
di nuovo, io sono Fred – ridacchiò il
bambino.
- Oh Merlino!
Cosa volevi dirmi, Fred? –
- Mm…Mi sono
dimenticato –
- Dormi Fred! E
anche tu George! –
- Io dommo, mamy
– disse una vocina soffocata, proveniente dall’altra parte del lettone.
- Ecco il
lecchino che ricomincia – borbottò un gemello a bassa voce.
- Mamma? E’ vero
che vuoi più bene a me? – chiese George.
Molly poté immaginare il suo visetto sorridente, pieno di compiacimento.
- Ovvio che no,
vuole più bene a me! –
- Sicuramente più
che a Ronnie –
- Questo è certo
–
- Ragazzi!
Dormite! –
- Tanto lo so che vuoi più bene a me - borbottò Fred.
- Voglio bene a
tutti in maniera uguale. – disse Molly perentoria.
Passò qualche
secondo di silenzio
- Si, però di più
a me – disse George ghignando.
- Merlino…-
Molly si alzò,
alle quattro del mattino, per controllare i primogeniti, più Charlie e la
bambina. Ah, che soddisfazione…loro sì che davano conforto alla loro
madre…pazienti, calmi, tranquilli, coi capelli corti, e nei loro letti.
Solo che quando
aprì la porta di Charlie lui non c’era.
E se non c’era
voleva dire che:
1
Fred e George avevano avuto ragione e quel buffo signore con la barba, un sacco
e tutto vestito di rosso che veniva d’inverno aveva rapito il suo Charlie.
(Improbabile. Era
luglio.)
2
Era andato fuori, aveva preso il Nottetempo ed era arrivato sino a Nocturn
Alley, fino a che non era stato preso disgraziatamente da una strega dai fini
ambigui che lo aveva cucinato flambé.
(Decisamente improbabile. E poi perché proprio flambé?
Magari era buono anche allo spiedo….che fantasia macabra che hanno le madri
dopo il settimo figlio.)
3 Sonnambulo, aveva cavalcato una papera di gomma fino ad
arrivare sulla luna, dove un esercito di alieni aveva fatto di lui il proprio
re.
( Meglio non
commentare ).
Oppure…
Molly andò verso
la propria stanza, le orecchie ben aperte.
Aprì piano la
porta, che fece quel benedetto cigolio.
Ora Fred e George
si sarebbero svegliati e lei non avrebbe più potuto dormire.
Lo sapeva. Ne era
certa.
E invece la sua
famiglia quasi al completo dormiva beata...
Ecco Fred e
George, con un piccolo sorrisetto stampato in faccia persino nel sonno, ed ecco
Ronnie, tutto rannicchiato, e Charlie aperto a stella marina nella sua parte di
let…
Charlie.
Nella SUA parte di letto.
Vabbè, non era
quello l’importante, ma era Charlie! Ed era lì, vivo vegeto e distesa a mo’ di
crocefisso nella sua parte di letto!
Come avesse fatto
ad arrivare fino a lì era ancora un mistero, che non avrebbe tardato a risolversi.
Con un cipiglio
divertito diede una spintarella a Charlie, che si girò di fianco e lasciò il
posto alla Mamma – Sfrattata – Dal – Proprio - Letto - Weasley.
- MAMMA! MAMMA! –
urlò qualcuno da fuori la stanza.
- Ok, questa
notte non si dorme. – sospirò Molly, alzandosi dal letto e cercando di non
svegliare Fred.
Che ovviamente si
svegliò, in contemporanea a George.
- Ma chi è che
urla? Noi cercavamo di dormire qui! – borbottò un gemello.
- Senti chi
parla, voi urlate da quando siete nati,
sembrate sotto l’effetto di un Sonorus perpetuo! – lo riprese Molly
- Mm..Peccy – borbottò Ron
- Hey, Ronnie qui
ha ragione, questa è la voce di Percy! – esclamò George.
Charlie , fedele
ai geni del padre, continuò a russare beatamente.
Molly uscì dalla
camera, tornando dopo qualche minuto con Percy in braccio, a cui scendevano
diversi lacrimoni sulle guance.
Di fronte alle
occhiate curiose che le rivolsero i bambini lei sospirò, esasperata.
- Ha sognato che
non lo ammettevano ad Hogwarts, così non sarebbe potuto diventare Ministro
della Magia e diventare potente e…cos’altro Percy? –
Il bimbo tirò su
col naso
- …e poter
esiliare per sempre Fred e George –
- …e poter
esiliare per sempppPERCY!! - Molly guardò il suo diligente figlioletto con
aria oltraggiata.
- Ah, mamma, stai
urlando un’altra volta – la prese in giro George.
Percy si asciugò
gli occhi e guardò la mamma, con fare sarcastico.
- Non dirmi che
anche tu non vorresti bandirli, spero. –
- Certo che…-
Si.
- …no, Percy!! –
“Riuscirò mai a
dormire?” sospirò Molly, e suo malgrado
sorrise intenerita, guardando i propri figlioletti tutti…(beh, quasi. ) nel
lettone.
Era ormai l’alba,
e lei aveva passato la notte in bianco, e nonostante tutto era felice di
sentire quei corpicini vicino a sé.
Ad un certo punto
sentì un peso in fondo al letto, e prima di ricominaire
a fare congetture aprì gli occhi e si alzò a sedere.
Bill, il suo primogenito, teneva la piccola Ginny
in braccio, e sorrideva con aria furbetta.
- Bill, ma che ci
fai alzato?? –
Lui scrollò le
spalle – Non ho dormito tutta la notte, con le vostre urla e le porte che
sbattono – disse, sempre con quel sorrisino.
- Scusami tesoro,
è stata una nottata difficile, nessuno è riuscito a dormire –
A sottolineare la
sua frase, il russare di Arthur aumentò
di diverse ottave.
- Beh…nessuno è
esagerato – sorrise la donna.
- Mamma, ti va se
ci rinfreschiamo un po’? Fa tanto caldo qui…- disse Bill, passandosi Ginny,
profondamente addormentata, sull’altro braccio.
- Sarebbe
l’ideale – rispose lei senza pensarci.
- Perfetto. –
Il tempo che
Molly vedesse il secchio ricolmo d’acqua sulle loro teste.
Poi ci fu
l’annegamento collettivo
- BILL!! TU E LE
TUE MAGIE “INVOLONTARIE”!!! –
Ok, è finita…
E non avevo idea di come finirla, quindi
scusatemi per questa pazzia :D
Grazie a tutti per aver letto, fatemi
sapere che ne pensate!
Baci!
Dram