- Nonna, perchè noi due non siamo identici ?
L'estate
era appena iniziata, tutto
stava prendendo colore.
Le foglie degli alberi che si trovavano
intorno alla Tana erano di un verde smeraldo che brillava a contatto
con la luce giallognola proveniente dal sole, la combinazione
di questi due colori rallegrava le giornate rendendole diverse da
quelle invernali
fredde e buie.
Quel pomeriggio di Giugno era uno dei tanti che i
nipoti di Molly Weasley passavano alla Tana per farle compagnia.
C'erano
proprio tutti.
Hugo, Albus, Louis e James giocavano a Quidditch talmente vicini alla
casa che le loro urla potevano sentirsi perfettamente all'interno.
Rose rimaneva costantemente chiusa in camera a leggere, proprio come
sua madre.
Roxanne, Dominique e Victorie cucinavano dolci in cucina e
contemporaneamente sparlavano dei loro rispettivi ragazzi.
In fine FredJr e Lily Luna erano seduti
sul divano a fissare il vuoto, due bambini di appena 6 anni fermi
immobili con le facce cupe ed un espressione triste negli occhi.
Non era nel loro carattere comportarsi così,
solitamente erano l'anima della festa, allegri, divertenti e spiritosi
con mille scherzi nelle maniche pronti da rifilare ai loro cugini o
ai rispettivi fratelli e sorelle, nessuno si sarebbe annoiato in loro
compagnia, ma i due non parlavano con nessuno in quel momento
si limitavano soltanto a tenersi per mano.
«Bambini
miei che avete oggi?»
chiese nonna Molly avvicinandosi a loro.
«Che
vi è successo? I
vostri cugini non vi fanno giocare, ditelo alla nonna così ci penso
io a quei mascalzoni»
voltò leggermente la testa urlando con
aria minacciosa per farsi sentire dagli altri ragazzi che
continuavano a correre sulle loro scope entrando ogni tanto dalle
finestre per cercare il boccino o semplicemente per rincorrersi fra di
loro.
Lily prese un po' di coraggio e alzò
lo sguardo «No
nonna non è questo...»
disse riabbassandolo
subito dopo.
«Allora
che avete piccoli miei,
non mi piace vedervi così, è per caso successo qualcosa che non
volete dirmi?»
«Tranquilla
nonna non è successo
niente di grave»
rispose questa volta FredJr per poi ritornare
in silenzio.
Visto che non era
riuscita a concludere
niente, Molly decise di lasciarli da soli e andarsene in cucina a
sistemare tutto per la cena continuando ugualmente a tenerli d'occhio
da lontano.
Era troppo preoccupata per i due bambini, ma non poteva
di certo costringerli a parlare.
Dopo qualche minuto Lily e Fred si
alzarono dal divando e camminarono l'uno affianco all'altra in
direzione della cucina, sembravano in perfetta simbiosi riuscivano
persino ad alzare i piedi contemporaneamente come se fossero dei
soldati impegnati in una marcia, ma al contrario dei soldati a loro
veniva naturale.
«Nonna
possiamo farti una
domanda?»
chiese la piccola Lily dolcemente.
«Certo
miei cari chiedete pure»
disse facendo cenno di si con la testa e chinandosi verso le loro
testoline per guardarli dritti negli occhi.
«Perché
io e Freddie non
siamo...»
«...uguali?»
concluse FredJr
rivolgendo alla nonna uno sguardo interrogativo.
Quando li sentì parlare così Molly
ebbe una piccola stretta al cuore seguita da un attimo di silenzio.
Non sapeva come reagire ad una situazione del genere, era abituata in
passato a domande poste dai
suoi gemelli con lo stesso tono di voce di Lily e FredJr sul perché
fossero identici, non aveva mai dovuto spiegare a qualcuno il perché
fosse diverso da qualcun altro, così decise di sottolineare i punti
che accomunavano i due bambini.
«Ma
certo che siete uguali!
Appartenete alla stessa famiglia. Vedete, avete tutti e due i capelli
rossi tipici dei Weasley!»
disse alzando una ciocca da ciascuno
dei ragazzi.
Se non fosse stato per i capelli
sarebbe stato difficile per chiunque riconoscerli: Lily li portava
lunghi perché sua madre non aveva mai avuto il coraggio di
accorciarglieli, erano talmente belli con quei boccoli che le si
formavano nelle punte che sembrava un vero peccato tagliarli; mentre
FredJr li aveva corti come tutti i maschietti della sua età.
Ovviamente l'intera famiglia sapeva che
da grandi i due sarebbero diventati anche fisicamente differenti
essendo maschio e femmina, ma in quel momento della loro vita erano
praticamente identici, avevano tutti e due lo stesso corpicino
mingherlino e le stesse lentiggini che gli coprivano tutto il viso.
«E
in più, come se non bastasse
l'aspetto, voi avete pure lo stesso carattere. Riuscite sempre a
capirvi e vi completate le frasi a vicenda siete come dei veri e
propri.....gemelli!»
continuò il discorso riuscendo a stento a
pronunciare quell'ultima parola.
Il ricordo dei suoi gemelli le
occupò la mente, in un attimo li vide passare davanti ai suoi occhi,
i suoi adorati figli che camminavano sempre insieme uniti da un
legame più forte di qualsiasi altro.
Erano inseparabili come se
niente avrebbe mai potuto dividerli.
«NON E' VERO»
urlò Lily con
tutta la rabbia che poteva contenere in quel suo esile corpicino
distraendo la nonna dai suoi tristi pensieri.
«NOI
NON SIAMO
UGUALI»
disse salendo di corsa le scale per andare nella sua
camera, la stessa che prima apparteneva alla madre e che ora usava
lei quando andava a trovare i nonni per le vacanze estive.
Chiuse
talmente forte la porta che il rumore echeggiò per tutta la Tana.
La nonna provò a seguirla ma il
piccolo Fred la trattenne prendendole la mano.
«Vado
io
nonna»
disse sorridendo amaramente mentre si precipitò a
seguire la cugina.
****
Fred bussò delicatamente al centro della porta, pochi centimetri più in basso della scritta "Ginny" in rilievo chiedendo il permesso, ma non ricevendo alcuna risposta decise di entrare ugualmente.
Per fortuna sua cugina non chiudeva mai a chiave, aveva troppa paura che si rompesse la serratura o che qualcuno, come suo fratello James, le facesse un brutto scherzo intrappolandola dentro la stanza come era già successo anni prima.
Lily era coricata sopra il letto con la faccia rivolta verso il cuscino, talmente vicina e stretta da impedirle di respirare a pieni polmoni.
Non voleva far vedere che stava piangendo, ma FredJr non aveva bisogno di vedere le lacrime per capirlo.
Si limitò semplicemente a sedersi accanto a lei accarezzandole i lunghi capelli rossi e giocando con quegli stupendi boccoli che lui amava tanto.
Loro sapevano che un'altra coppia di gemelli sarebbe stato un brutto colpo per tutta la famiglia dopo la morte dello zio Fred, l'unico zio che non avevano mai conosciuto, il fratello gemello del padre di FredJr che era morto in battaglia per garantire a tutti loro un futuro migliore.
Queste uniche parole pronunciate a stento erano il solo legame che i piccoli avevano con lo zio.
Nessuno riusciva a parlare con scioltezza dell'accaduto, anche se erano passati anni.
La perdita di una persona importante non si scorda mai e il ricordo della sua scomparsa era ancora vivo in quella casa.
A mantenerlo costate era la sua lancietta nell'orologio di famiglia da prima color oro come quella di tutti gli altri e successivamente divenuta argentea, sempre ferma in bilico tra "Hogwarts" e "Perso".
Ciò nonostante Lily e FredJr volevano ugualmente essere di più che semplici cugini, volevano essere identici, volevano essere scambiati l'uno per l'altra, sentire quell'ebrezza dell'essere legati come i veri gemelli.
Quando finirono definitivamente tutte le lacrime in eccesso Lily sollevò la testa dal cuscino.
«Freddie
faresti una cosa per me?»
gli chiese trascinandolo
davanti ad uno specchio dove rimasero a fissarsi per ore perdendosi
l'uno nel riflesso dell'altra.
****
«La cena è pronta» urlò la nonna su per le scale.
«Rosie posa quel libro e vieni subito a mangiare, James metti giù Hugo, Victorie prendi le posate e aiutami ad apparecchiare. Lily e Fred scendete altrimenti si fredda.»
Mentre stava finendo la frase vide scendere dalle scale la rossa chioma corta di un bambino saltellante.
«Bene Freddie dov'è Lil....»
Il bambino alzò il volto e sorrise di cuore sentendosi chiamare Freddie, mentre al suo fianco spuntò un altro bambino identico con gli stessi capelli corti e rossi ma con occhi tristi quasi lacrimanti e con in mano un grosso paio di forbici.
«Oh per la barba...»
Molly si sentì trasportata indietro nel tempo, le lacrime scesero sul suo volto senza che potesse fermarle.
I suoi bambini erano tornati a casa, Fred e George di nuovo insieme mano nella mano.
«Piccoli miei..» bisbigliò in pieno stato di shock correndogli incontro con gli occhi completamente oscurati dalle lacrime che le impedivano quasi di ritornare a vedere la realtà.
«Che cosa avete combinato?» gli sussurrò affannosamente nelle orecchie mentre i due si guardarono per un secondo negli occhi e risposero all'unisono .