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Autore: Severa Piton    02/09/2011    6 recensioni
Dalla storia: «Sto pensando» rispose «che i genitori dovrebbero insegnare delle cose ai propri figli, dovrebbero amarli e proteggerli. I miei di genitori, non potranno mai fare queste cose. Non mi guarderanno mai come tu e zia Ginny guardate James. Questo un po’ mi dispiace. Forse a loro sarebbe piaciuto farlo» Forse a me sarebbe piaciuto il modo in cui l’avrebbero fatto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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[Revisionata l' 8/10/2012. Essendo questa la mia prima fanfiction, non me la sono sentita di cambiare troppe cose. Così sembra un po' più ordinata e, finalmente, ha un codice HTML decente! xD]






Quella sera era stata fatta un’eccezione alla regola: quella sera erano Teddy e la nonna ad ospitare i Potter e ci sarebbero stati anche Hermione e Ron.
Si dava da fare il piccolo Teddy, metteva a posto la cameretta – per mettere a posto si intende buttare le scarpe sotto il letto facendo finta che fossero al loro posto e lanciare i vestiti dentro l’armadio senza nemmeno curarsi di piegarli – , recuperava fogli e disegni sparsi per tutta la casa e li infilava in un cassetto sotto la scrivania, poi quando la nonna glielo chiese dovette anche apparecchiare.
Certo, non era la prima volta che Harry metteva piede in quella casa, ma quella sera doveva essere tutto perfetto. Perché Teddy lo sentiva, sarebbe successo qualcosa di speciale.
Quando suonò il campanello andò nonna Andromeda ad aprire.
«Oh, cari! È sempre un piacere vedervi! Che bel pancione Ginny! Anche il tuo è cresciuto molto Hermione!»
Hermione sorrise: «Non ci vediamo da tre giorni, Andromeda»
«Be’, io lo vedo cresciuto!»
La nonna fece accomodare gli ospiti nel soggiorno e con un colpo di bacchetta accese i fornelli e mise a cuocere tutte le buone cose che aveva preparato.
Teddy andò a salutare con un grande sorriso stampato in faccia che vacillò un attimo quando vide il piccolo James Sirius in braccio al suo papà.
A volte faceva male sapere che anche il suo, di padre, l’aveva tenuto in braccio e l’aveva guardato a quel modo. Faceva male anche sapere che la sua mamma una volta gli aveva sorriso e l’aveva accarezzato; ma la cosa che feriva di più era che lui quelle cose non le ricordava, poteva solo immaginarle ascoltando i racconti degli altri.
«Teddy!» Chiamò Harry. «Come mai così anonimo, stasera?»
Domanda molto appropriata visto che quella sera, per la prima volta, il piccolo Lupin sfoggiava normalissimi capelli castani e ancora più normali occhi marroni.
«Volevo sembrare serio!» Rispose ridendo, contagiando gli altri con la sua allegria. 
La serata proseguì fra risate, battute e i mugolii di James. 
Quando tutti ebbero finito di mangiare, si spostarono sul bel divano bianco e Ron si accomodò su una poltrona vecchio stile.
Agitando la bacchetta, Andromeda fece muovere le stoviglie che cominciarono a lavarsi da sole.
«Dovrei impararlo questo incantesimo» disse Ron.
«Effettivamente, sarebbe l’ora!» Ribattè Hermione, scatenando altri minuti di risate. 
Teddy non perdeva di  vista Harry nemmeno per un attimo e in quel momento lo osservava ridere.
Osservava quell’uomo felice, felice dei suoi amici, della sua famiglia. Un uomo che era felice nonostante tutte le brutte cose che aveva passato.
Anche Remus Lupin era stato felice dopo la nascita di Teddy. Dopo la sua nascita era veramente felice. Fino in fondo.
Ma era durato poco. A quanto pareva, il suo papà non era stato una persona destinata a essere felice per troppo tempo.
Questi pensieri incupirono lo sguardo del bambino.
Harry lo notò subito e capì a cosa stava pensando. Lo capì perché, nonostante tutto, i ricordì non si cancellano, e Harry Potter ricordava bene i sentimenti che gli attraversavano il cuore quando, da piccolo, pensava ai suoi genitori  e a come avrebbe potuto essere se loro gli fossero stati accanto. A volte ci pensava ancora.
Si avvicinò a Teddy, gli mise un braccio attorno alle spalle.
«A cosa pensi?» Gli chiese. Così, semplicemente.
Quando Teddy alzò lo sguardo si accorse che tutti lo guardavano con occhi pieni di compassione.
Tutti tranne Harry, ovviamente. Quello che provava il bimbo in quel momento poteva essere capito solo dal salvatore del mondo magico. Odiava quando gli altri lo guardavano a quel modo.
«Sto pensando» rispose «che i genitori dovrebbero insegnare delle cose ai propri figli, dovrebbero amarli e proteggerli. I miei di genitori, non potranno mai fare queste cose. Non mi guarderanno mai come tu e zia Ginny guardate James. Questo un po’ mi dispiace. Forse a loro sarebbe piaciuto farlo» Forse a me sarebbe piaciuto il modo in cui l’avrebbero fatto. 
Harry sorrise e gli parlò guardandolo negli occhi. In quel momento non esisteva altro che loro due e le parole dello zio.
«Oh, Teddy. Ci sono tante cose che non potrai fare con i tuoi genitori, tante cose che loro non avuto il tempo di fare con te. Ma anche se adesso loro non sono qui, sappi che ti hanno insegnato tantissime cose.»
«Per esempio?»
«Per esempio… Citarle tutte sarebbe veramente faticoso. Ti va bene se te ne dico tre?  Le più importanti di tutte.» Teddy annuì e Harry continuò: «Sai cos’era il tuo papà. Lui era un lupo mannaro. Per questo tutti lo guardavano sospettosi e nessuno era disposto a fidarsi. Certo, Remus non ne era affatto contento, ma aveva imparato a non curarsi di quello che potevano pensare di lui le altre persone. Era un uomo forte, dolce, e riusciva ad amare in un modo che è stato dimenticato dalla maggior parte degli esseri umani. Era un uomo speciale, il tuo papà, ma la gente era accecata dalle sue cicatrici. Questo non ha fatto la differenza, perché le persone veramente importanti, quelle che contavano davvero, hanno saputo vedere al di là. Hanno capito quello che c’era sotto uno sguardo che aveva visto troppe cose in poco tempo. Una di quelle persone era la tua mamma. A lei non importava cosa fosse Remus. Per Dora, lui avrebbe anche potuto trasformarsi in una piovra gigante che le invadeva casa, le disfaceva il tetto e le rubava il cibo dalla dispensa – parole sue! –  Aveva capito che dietro l’uomo che veniva guardato con disprezzo, c’era una persona come tutte le altre che meritava di essere amata proprio come ogni altro. Una persona con… un piccolo problema peloso! Questa è la prima cosa che i tuoi genitori ti hanno insegnato:  mai fermarsi alle apparenze. Tonks non l’ha fatto. Remus non l’ha fatto. Mai giudicare un libro dalla copertina, Teddy, devi leggerlo e conoscerlo per poterne parlare.»  
Teddy Ascoltava rapito, come tutti gli altri nella stanza. Andromeda piangeva senza far rumore, nella sua silenziosa sofferenza.
«Mai arrendersi, Teddy. Questa è la seconda cosa che ti hanno insegnato. Non avere paura di andare avanti, perché se ti fermi vivrai sempre con la domanda “avrei potuto farcela?” Loro non si sono arresi ed è anche grazie a loro se il nostro mondo adesso è tranquillo. Anche loro hanno fatto la differenza. E soprattutto, ricorda, loro non hanno cominciato a combattere nella battaglia ma molto prima. Tuo padre si è mescolato ai lupi mannari. Se i tuoi genitori non ci fossero stati, sarebbe stato più faticoso per l’Ordine. Sai che Dora non si arrese nemmeno quando cercava di conquistare Remus? Si sono battuti per darti un futuro migliore. In questo modo ti hanno protetto nella maniera più coraggiosa.»
        «La terza cosa: ascolta chi ha bisogno. Non abbandonare gli amici. Tua madre aveva sempre del tempo per ascoltare gli altri. Tuo padre aveva sempre tempo per dare un consiglio. Come tante altre persone, Remus aveva sempre dei buoni consigli per chi glieli chiedeva e mai per se stesso. Ma accanto a lui c’era Dora e non aveva più bisogno di consigli quando lei gli era vicino. Remus sarebbe morto per i suoi amici. I tuoi genitori non avrebbero mai tradito nessuno.mI tuoi genitori, Teddy ti hanno insegnato più cose di quante tu possa immaginare. Te ne accorgerai crescendo. Per ora non dimenticare quello che ti ho detto.  Ricorda, le persone che ci hanno amato profondamente non se ne vanno mai davvero, rimangono con noi… Qui dentro…»
Harry posò il palmo aperto sul cuore del suo figlioccio, come tanti anni prima Sirius aveva fatto con lui.
Teddy sorrise con gli occhi umidi di lacrime: aveva capito.
Aveva capito che anche se fossero stati lì, se non fossero stati degli eroi per la comunità magica, lo sarebbero stati per lui. Sempre.
Annuì e i suoi capelli tornarono del solito azzurro di sempre.
  
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