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Autore: thequeenofdrama    02/09/2011    5 recensioni
“Perché piangi, Barbie? Ken ti ha lasciata?” Il sarcasmo velenoso la fa girare di scatto e gli fa guadagnare un altro sguardo assassino. Caroline raddrizza le spalle in un moto di fierezza che Damon trova quasi invidiabile. “Io non sto piangendo.” Gli dice con una voce più sicura di quanto non si aspettasse.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Nuova fic scritta per il TVG!Fest :) Il prompt è: Caroline/Damon - "Perché piangi Barbie? Ken ti ha lasciata?" Parlando parlando di Daroline in questi giorni e di quello che vorrei vedere nella season 3 mi è venuta quest'idea quando mi sono ricordata del prompt, così stamattina appena sveglia mi è venuta l'ispirazione e l'ho buttata giù. E' ambientata più o meno durante la prossima stagione, quando Stefan ancora non è tornato. Solo una storia d'amicizia. Perchè ci stava bene così. Commenti, critiche, annotazioni, tutto sempre ben accetto ;)


I COULD SURE USE A FRIEND

Cause when it all comes down to the end
I could sure use a friend


Una sera come tante. Il copione che si ripete. Damon ne ha bisogno. Ha bisogno di dedicare quelle due ore solo a se stesso. E al suo whiskey invecchiato. Per distrarsi. Rilassarsi. Liberarsi del peso di quelle giornate che diventano sempre più pesanti e che gravano tutte sulle sue spalle, ormai.
 
Lo distrae il movimento subitaneo dello sgabello accanto al suo che si muove, lunghi capelli biondi e un corpo sinuoso che si accascia stanco sul bancone. “Barbie.” La saluta lui, sollevando appena il bicchiere nella sua direzione. Lei gli lancia solo un’occhiataccia fulminea, prima di far cenno al barman di servirla della stessa bevanda alcolica di Damon.
 
Gli occhi rossi tradiscono l’aria apparentemente rilassata di Caroline, ore di pianto che una meticolosa sessione di ottimo make up non sono riusciti completamente a cancellare. Si intravedono ancora al di sotto degli innumerevoli strati di mascara ed ombretto nero che incupiscono maggiormente quello sguardo di solito così solare.
 
Damon non lo sa perché decide di cominciare quella conversazione. Forse perché gli serve una distrazione. Forse perché il chiacchiericcio ininterrotto della Barbie vampira potrebbe servire a fargli dimenticare per una sera tutti i problemi a cui non vuole proprio pensare.
 
“Perché piangi, Barbie? Ken ti ha lasciata?” Il sarcasmo velenoso la fa girare di scatto e gli fa guadagnare un altro sguardo assassino. Caroline raddrizza le spalle in un moto di fierezza che Damon trova quasi invidiabile. “Io non sto piangendo.” Gli dice con una voce più sicura di quanto non si aspettasse.
 
“Ma hai pianto.” Replica lui, sollevando appena le spalle, in un gesto di sottile noncuranza. Caroline questa volta non risponde, si mordicchia piano il labbro inferiore e poi tira giù un altro sorso di liquido ambrato. Rimangono un altro po’ in silenzio, posando distratti gli sguardi oltre il bancone, sulle innumerevoli file di bottiglie in bella mostra.
 
“Non è che Tyler assomigli poi tanto a Ken.” Riprende lei ad un tratto, il tono serio, tornando a guardarlo negli occhi. Damon solleva un sopracciglio, bevendo ancora un po’. “No, in effetti, no. Più un Big Jim.” Le risponde con altrettanta serietà.
 
Caroline, inconsapevolmente, scoppia a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca. “È vero!” E non riesce a fermare la sua risata. Damon si ritrova a sorridere lui stesso all’idea di quell’associazione. Come gli è venuta fuori? Una strana sensazione si fa strada dentro di lui, nel vedere Caroline meno depressa di prima. Quella sensazione che lo pervade ogni volta che fa qualcosa non nelle sue corde. Qualcosa di buono.
 
“Ken è più un soprannome da…” “Stefan.” Finisce lui. Non sa perché ha tirato in mezzo suo fratello. Sarà che, ogni volta che l’ha visto accanto a Caroline, gli ricordavano inesorabilmente Barbie e Ken ed un’improbabile vita perfetta. Caroline annuisce, i suoi occhi si rabbuiano di nuovo. “Sai…” Inizia la ragazza, ma Damon solleva una mano per farla tacere. “Ti manca. Si, lo so. Manca a tutti.”
 
C’è un leggero moto di stizza nella sua voce, e Caroline sa benissimo a cosa, o meglio, a chi è dovuto. A quale persona si sta riferendo. La ragazza decide di cambiare argomento, l’ultima cosa di cui ha bisogno è di passare la serata con qualcuno più malinconico di lei.
 
“Andiamo da un’altra parte.” Lo stupore dell’espressione di lui le provoca un’altra risata. “Non riesco a distrarmi qui dentro, troppe facce conosciute, troppi ricordi. Cambiamo aria!” Damon ci pensa solo un attimo, ma un secondo dopo ha già abbandonato qualche banconota sul bancone e trascinato Caroline nella sua Camaro.
 
Diverse bottiglie vuote sparse sul pavimento. Un paio ancora piene nelle mani di entrambi. Il tetto di un bar fuori città. Loro due, semi sdraiati, seduti a terra con le schiene poggiate al parapetto. Il racconto di Caroline che sembra interminabile. Madri inferocite, coprifuochi, divieti di vedere qualcuno e, oh no, ha davvero paragonato lei e Big Jim a Romeo e Giulietta?
 
Damon rotea gli occhi al cielo e tracanna altro whiskey. “E questo è tutto.” Quasi non può credere alle sue orecchie. “Ok.” È la sua risposta. Caroline lo guarda scioccata, gli occhi sono di nuovo rossi e un po’ di mascara le è colato sulle guance. “Ok? Parlo da ore e mi sai dire solo ok?” La voce di lei sale di diverse ottave e Damon non è sicuro di riuscire a sostenerlo con la testa che quasi gli scoppia.
 
Scrolla le spalle. “Non sono il fratello buono.” Caroline si asciuga le lacrime col dorso della mano, macchiandoselo di nero e poi, inaspettatamente, poggia la testa sul petto di Damon, con una mano gli circonda la vita, in una richiesta silenziosa di affetto. “Lo so.”
 
E quelle due parole probabilmente sottintendono anche un ringraziamento. Per essere lì. Per averla ascoltata. Per averla fatta sfogare quando Caroline lo sa che Damon vorrebbe essere ovunque tranne che lì con lei. Eppure c’è. Gli si stringe ancora di più accanto.
 
Damon se ne resta immobile per qualche altro minuto. Finisce il contenuto della bottiglia che ha tra le mani e lo fa volare dal tetto. Il rumore dei vetri che s’infrangono non scuote minimamente Caroline. Lui si china a guardarla e si accorge che si è addormentata. È solo allora che Damon se lo concede. Un gesto di affetto così raro nei suoi modi di fare.
 
Circonda col suo braccio quella vita sottile e la stringe un altro po’, poggiando la testa sul muretto dietro di sé. Caroline non si muove, resta con gli occhi chiusi, ma le sue parole risuonano chiare nel silenzio della notte. “Non sei male nemmeno tu, fratello cattivo.”

   
 
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