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Autore: Apple90    02/09/2011    6 recensioni
[One shot tratta da "Anima Nera", Fan Fiction in fase di prossima pubblicazione]
Cantico Auror, ambientato nell'ipotetico ottavo anno di Hogwarts. Il trio protagonista sarà alle prese con i M.A.G.O. e una sontuosa cerimonia organizzata in onore dell'Eroe del Mondo Magico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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"Il ballo dei Rinascenti"

One shot tratta da "Anima Nera" - Long Fiction attualmente in fase di scrittura.

Rating: Verde








“Il miglior scrittore sarà colui che ha vergogna di essere un letterato.”

                                                                                                  (Nietzsche)

 

Il Ballo dei Rinascenti, in onore dell’eroe che aveva sconfitto il Signore Oscuro, era stato organizzato dalla Preside McGranitt ad un anno esatto alla scomparsa di Voldemort.

Hogwarts aveva subito massicce opere di ristrutturazione: abili maghi costruttori avevano lavorato incessantemente, appesi ai torrioni più alti, ripristinando gran parte dei fregi architettonici, degli archi, dei tetti spioventi e delle torrette che da secoli contraddistinguevano il profilo della scuola. Gli ultimi ponteggi erano stati smontati dalla Sala Grande e dalla Classe di Astronomia verso fine maggio, quando le lezioni erano ormai terminate e gli studenti trascorrevano la maggior parte del loro tempo a studiare per gli esami.

Hermione, quel pomeriggio, non aveva alcuna voglia di studiare.

Reclinò la testa all’indietro, appoggiandosi al tronco d’albero in riva al lago Nero, assaporando la quiete silente del panorama. La danza ritmica e silenziosa dei fiori mossi dal vento generava un rumore attutito, simile ad un flebile fischio, che Hermione non aveva mai udito in vita sua. Raramente si era concessa una pausa, durante gli studi per i M.A.G.O. L’idea di aver saltato la Lezione di Trasfigurazione a causa dei lavori di restauro di solito le avrebbe creato un allarmante nodo allo stomaco. E invece no. Si sentiva libera, rilassata, come se restarsene lì sdraiata nel fosse l’unica cosa giusta.

Non era da lei. E lo sapeva perfettamente.

Fece ritorno al castello un’ora più tardi. Il corridoio che conduceva alla scalinata principale era affollato di operai. Un paio di loro, ammonticchiati in cima ad un traballante ponteggio, stavano minuziosamente ripristinando i bassorilievi del soffitto.

Hermione si sentì afferrare da dietro. Una mano le strinse forte l’avambraccio, costringendola a cambiare direzione. Compì un mezzo giro su se stessa, il cuore in gola per lo spavento. Poi il viso sorridente di Harry le illuminò la giornata.

<< Buongiorno, Collega.>> E le strizzò l’occhio, guardandola come solo Harry la guardava: con gli occhi verdi colmi di gioia ed ironico divertimento.

Proprio come suo padre, James, nelle vecchie foto esposte nella Sala dei Trofei.

<< Sono quasi le sei, ed è ora della Lezione Giornaliera di Trasfigurazione Avanzata della Professoressa Granger.>>

<< La Professoressa non è del giusto umore per studiare, oggi.>>

L’espressione di Harry divenne contrariata. Le sbarrò la strada e l’afferrò per le spalle, scuotendola delicatamente. << Dov’è finita Hermione? Se è ancora lì, da qualche parte, dille che ho un disperato bisogno di lei.>>

<< Quanto “disperato”?>>

<< Troppo disperato.>>

Hermione sorrise. Dopo tutto, essere indispensabile per colui che aveva sbaragliato il Signore Oscuro, era una sensazione piacevole.

<< La McGranitt deve essere impazzita.>> commentò Hermione, mentre salivano le scale diretti alla Sala Comune. << Ha intenzione di organizzare una cerimonia in grande stile. Il Ballo dei Rinascenti. Tutti i riflettori saranno puntati sull’Eroe del Mondo Magico.>>

Harry si passò una mano nei capelli. << E’ esattamente ciò che speravo di evitare.>>

<< Credo che il resto degli studenti non la pensi esattamente come te.>>

Sul pianerottolo del terzo piano si era radunato un capannello di Serpeverde. La maggior parte di essi erano del Secondo Anno. Stavano confabulando sottovoce qualcosa a proposito del “Direttore della Casa” e “Compagno per il Ballo”, e fecero molta attenzione a non essere uditi da Harry e Hermione. Al loro passaggio, un silenzio irreale avvolse le scale. Parecchie paia di occhi scrutarono di sottecchi il Ragazzo Sopravvissuto.

<< Poteva sceglierla più carina.>> commentò uno di loro, che venne zittito con una poderosa gomitata da una compagna.

<< Stai zitto, Oliver, maledizione.>> squittì con tono acido, ed Hermione non riuscì a trattenere una risata. Quell’atteggiamento reverenziale nei confronti di Harry la divertiva.

Harry, al contrario, si rifiutò di abbracciare la strada diplomatica. I suoi occhi verdi s’illuminarono di un bagliore ardente, e si voltò di scatto all’udire le parole sarcastiche del Serpeverde.

<< Che cos’hai detto?>> ruggì, bloccandosi sul posto come un segugio.

Hermione lo agguantò per un braccio, ma fu come tentare di spostare un masso di granito.

<< Harry, è solo un ragazzino. Lascialo perdere.>>

<< Non è solo un ragazzino, Hermione.>> Lui si divincolò dalla sua presa con uno strattone. Prima di incamminarsi verso la Sala Comune, regalò al Serpeverde uno sguardo rabbioso e colmo di disgusto. Poi, in silenzio, la seguì. Nessuno dei due parlò per il resto del tragitto. Harry sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.

<< Liquerizie Bollenti.>> disse Hermione, ed il ritratto della Signora Grassa si spostò per consentire loro il passaggio.

 << Hermione, amica mia, luce dei miei occhi.>> Ron, il cui volto lentigginoso fino a quel momento era affondato su una pila di Libri, levò in alto la testa e la osservò con l’aria di chi aveva assistito ad un Miracolo, o quantomeno ad un’apparizione religiosa.

Al suo fianco c’erano Neville e Seamus, anch’essi intontiti e visibilmente depressi.

<< Avverto nelle tue parole un sottile strato di adulazione, Ronald.>> commentò Hermione, accigliata. << Eppure, dopo pranzo, sembravi molto convinto delle tue capacità. Hai perfino azzardato di riuscire a strappare un’Eccezionale alla McGranitt.>>

<< Mi arrendo, Hermione.>> mugugnò lui, come un bambino ferito. E si prostrò ai suoi piedi, inscenando teatralmente una supplica con le mani giunte, finché Hermione – imbarazzata dalle occhiate divertite degli altri Grifondoro – non mise fine a quel penoso teatrino e decise di aiutarlo.

<< Ti adoro, sei la strega Numero Uno, sei una meraviglia terrestre della Trasfigurazione Moderna.>> continuò Ron, che sembrava credere veramente ad ogni parola. << Io devo riuscire ad avere un Eccezionale. Ad ogni costo. Altrimenti non verrò accettato all’Addestramento per diventare Auror. E trascorrerò il resto della mia vita a pulire i pavimenti dei Tiri Vispi.>>

<< Non sarebbe una cattiva idea.>> commentò Ginny, seduta su una poltrona vicino al caminetto spento, il cui volto fece capolino da “Il Quidditch attraverso i Secoli”.

<< Oh, stai zitta, tu.>> sbottò Ron. << C’è spazio per un solo Auror in famiglia.>>

<< Accomodati pure.>> fece eco lei, con tono di scherno, sollevando le risatine di alcune giovanissime Grifondoro immerse nei pettegolezzi sul grosso divano color porpora.

Hermione prese posto sull’unica sedia vuota. Si fece un po’ da parte, sistemandosi sul margine esterno, e lanciò uno sguardo a Harry. << La professoressa Granger è pronta per la lezione.>> scherzò, battendo la mano sullo spazio libero.

<< Devo andare in Biblioteca.>> disse Harry. Aveva un’aria seria, distaccata. Nei suoi occhi aleggiava un’ombra oscura. << Mi dispiace, me ne sono completamente dimenticato. Ho promesso a Cho che le avrei dato ripetizioni di Difesa.>> Diede un’occhiata fugace all’orologio, imprecò sottovoce, poi sparì attraverso il buco del ritratto.

Una pugnalata nel petto le avrebbe provocato meno dolore. Ma Hermione finse di sorridere, scrollando appena le spalle. Scansare il dolore era diventata un’abitudine.

Cho aveva bisogno di ripetizioni, Harry doveva correre da lei. Intanto la professoressa Granger sarebbe stata sempre lì, pronta ad aiutarlo, ad ascoltare le sue paranoie sulle femmine e i resoconti dei suoi approfonditi studi nella Sezione Proibita. Poi, quando la sua utilità giungeva al termine, veniva risposta in dispensa come una scopa vecchia.

<< Hermione, ti prego, aiutaci.>> la supplicò Neville, che aveva gli occhi rigonfi di sonno di chi aveva trascorso le ultime notti insonne. << Mia nonna mi ucciderà.>>

Sua nonna era orgogliosa di lui. E lo sarebbe stata anche di fronte ad una sua bocciatura ai M.A.G.O. Ma Hermione non glielo disse: si sistemò comodamente sulla sedia ed iniziò ad impartire la sua lezione di recupero sulla Trasfigurazione Avanzata.

 

*°*°*°*°*

 

Quella sera Harry non si presentò a cena. Il suo posto vuoto sulla panca del tavolo dei Grifondoro venne notato dalla maggior parte degli studenti. Un fastidioso brusio di sottofondo divampò a macchia d’olio fra le Quattro Case, e vennero fuori le idee più disparate e bizzarre.

<< L’ha chiamato il Ministero.>> disse Colin Canon, che stava gustando un piatto di rognone ed aveva la bocca impiastricciata di sugo. << Mio padre, che lavora all’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, dice che il Ministro vuole consegnargli una Medaglia al Valore!>>

<< Sciocchezze.>> borbottò acidamente Matilda Serkinks, dal tavolo dei Tassorosso. Era una discreta Cercatrice, ed altrettanto abile pettegola. << Secondo me è in Biblioteca, come sempre. Da quando, chissà perché, la McGranitt gli ha concesso di accedere alla Sezione Proibita, passa lì dentro gran parte del suo tempo.>>

<< Vuole imparare le Arti Oscure.>> le fece eco il compagno di Squadra Roger Davies, robusto battitore del Sesto Anno. << Se fossi in lui ci andrei piano. Conosco gente, troppo curiosa, che è riuscita a sgattaiolare in segreto nel Reparto Proibito e si è vantata di aver appreso oscuri incantesimi con i compagni di classe. Le conseguenze sono state orribili.>>

<< Parli di Freddy Mitchwell e delle sue cinque teste?>> domandò un Corvonero nel tavolo accanto, che balzò sulla panca tutto eccitato.

Ed in breve, la Sala Grande precipitò nel caos.

<< E’ al San Mungo.>> azzardò un Serpeverde del Quinto Anno. Aveva corti capelli color paglia e gli incisivi sporgenti come quelli di un roditore. << Ogni volta che lo incrocio per i corridoi si tocca la cicatrice. Non ha una bella cera, ultimamente. Secondo me è stato portato in gran segreto all’ospedale per delle analisi accurate.>>

Per fortuna, la Professoressa McGranitt intervenne prontamente per sedare la fuga di notizie. Privò le Quattro Case di dieci punti ciascuna, poi batté le mani e tutti i piatti di portata vennero sostituiti con il dessert.

<< Pensate alla vostra cena.>> fu il suo commento, con una punta di rassegnazione nella voce. << L’alimentazione e il riposo sono fondamentali per sostenere gli Esami nel modo migliore. Mi rivolgo, in particolare >> ed il suo sguardo ricadde su Matilda Serkins, che fingeva disinteresse scrutando il proprio piatto di Zuccotti di Zucca. << agli studenti del Settimo Anno, che la prossima settimana saranno impegnati con i M.A.G.O.>>

E tornò al tavolo degli insegnanti per finire la cena.

<< Potrei mangiare anche un’intera cassa di Mollicci Sapientini di George e dormire dodici ore al giorno, ma non otterrò mai un “Eccezionale” della sua materia.>> fu il commento sconsolato Ron.

Hermione, in tutto quel trambusto, fu l’unica a notare un altro posto vuoto fra le file di studenti. Fra Emily Page e Angelica Bullstrode, al tavolo dei Corvonero, dove sedeva civettando ogni giorno, quella sera non comparve Cho Chang.

 

*°*°*°*°*

 

L’indomani mattina, sulla bacheca dell’Ingresso e nelle Sale Comuni, comparve il bando d’invito al Ballo dei Rinascenti. Era una pergamena color argento, poco più grossa della copertina di un libro, così splendente fra gli avvisi di smarrimento e gli opuscoli di Ripasso da attirare in breve l’attenzione di tutti gli Studenti.

All’ora di pranzo tutti erano a conoscenza del Ballo, che si sarebbe svolto la sera che precedeva l’ultimo giorno di scuola, ed era iniziata la caccia per indovinare il nome della fortunata accompagnatrice di Harry Potter.

Per il momento - secondo il ben informato Seamus - il nome più gettonato era quello di Ginny, quotato a tre Galeoni a uno. A ruota la seguivano Cho Chang – quattro galeoni e mezzo – e la bella Terry Lovercraft, con cui si vociferava che Harry si fosse intrattenuto segretamente in Biblioteca – quotata a sei. Hermione scoprì di non essere stata inclusa nelle puntate. Solo un pazzo, d’altronde, avrebbe osato scommettere del denaro sulla Professoressa Granger.

Ginny, in modo spavaldo, scatenando le risate complici delle sue compagne di classe, puntò un Galeone su se stessa. Matilda Serkins, invece, la cui opinione sembrava influenzare gran parte delle scommesse, pagò ben cinque galeoni per Cho Chang.

<< Che la sorte sia con voi!>> strillò il Serpeverde Andy Jones, con i suoi modi melliflui e oleosi, che gestiva il giro delle scommesse.

<< Quei Serpeverde mi fanno venire il voltastomaco.>> commentò acidamente Hermione, nel primo pomeriggio, mentre si avviavano alla loro ultima Lezione di Creature Magiche. << Scommettono su qualsiasi cosa. L’ultima volta Matilda Serkins è riuscita a indovinare quanti punti per i Grifondoro si sarebbe aggiudicato Harry in una settimana.>>

<< Lasciali perdere.>> tagliò corto Ron. << Chi se ne importa. Tra meno di due settimane la mia avventura scolastica sarà finalmente conclusa. Al diavolo i Serpeverde e le loro bische clandestine!>>

Un paio di anni prima, quella maligna frecciata avrebbe colpito l’orgoglio di Draco Malfoy, e i due si sarebbero scambiati reciproci complimenti. Ma Malfoy non era a Hogwarts, quell’anno. Suo padre era stato incarcerato ad Azkaban insieme a gran parte dei membri della casa Malfoy, e Draco aveva scelto di conseguire i M.A.G.O. altrove.

<< Un po’ mi mancherà.>> aveva ammesso Ron, una sera, durante una sessione di studio di Erbologia tenuta dal professor Paciock. << Voglio dire, chi posso prendere in giro adesso?>>

<< C’è sempre Blaise Zabini.>> aveva azzardato Hermione.

<< Impossibile. E’ un mollaccione. Non c’è gusto a insultarlo.>>

Harry si presentò in clamoroso ritardo all’Ultima Lezione di Hagrid, mentre il gigante stava già esponendo con voce rotta dai singhiozzi i possibili utilizzi della bava di Criocorno Urticante, il cui esemplare – simile ad un enorme scarabeo color lavanda – si aggirava placidamente nello steccato al limitare della Foresta Proibita.

<< Scusate.>> mormorò sottovoce a Ron e Hermione. << Ero in Biblioteca. Mi sono dimenticato l’orologio.>>

<<… oltre ad essere un ottimo rimedio per il mal di gola.>> stava dicendo Hagrid. << Lo sterco del Criocorno, infatti, se sapientemente pestato in un mortaio con semi di girasole e Ortensia Verde, è la base di una potente miscela curativa utilizzata al San Mungo.>>

<< Pietà, Merlino.>> sospirò Ron.

La lezione si concluse alle quattro del pomeriggio. La maggior parte degli studenti sciamò verso il castello per gli ultimi ripassi in vista degli esami. Alcuni di essi decisero di rimandare lo studio per rilassarsi in riva al Lago.

Harry, Ron e Hermione, come ai vecchi tempi, si fermarono con Hagrid e lo aiutarono a rimettere a posto tutti gli utensili utilizzati per la lezione. Il gigante sembrava sull’orlo di un pianto disperato. Si soffiò il naso con un enorme fazzoletto, simile ad una tovaglia, ma non riuscì a trattenere i singhiozzi.

<< Mi mancherete, voialtri.>> riuscì a mormorare, visibilmente commosso. << Otto anni. Sono passati in un baleno. Ma gliela farete vedere, a quelli là della commissione. Voi tre siete piccoli eroi, altro che baggianate che si leggono su giornali!>>

<< Quali baggianate?>> domandò Harry, scuro in volto.

<< Oh, ecco.>> Hagrid si ammutolì. << Cose così, sapete com’è. Niente di importante. Dicono che Harry sia stato fortunato, ecco tutto. E bla bla bla, solite storie di Rita Skeeter e dei suoi leccapiedi del Profeta.>>

Harry, per l’ennesima volta, non reagì. In altre occasioni, prima dello scontro con Voldemort, si sarebbe fatto una risata e avrebbe commentato con qualche poco elegante commento rivolto al Profeta. Nient’altro. Invece, quel pomeriggio, sembrava assorto nei suoi pensieri, come se la sua mente aleggiasse in un’altra dimensione.

<< Capisco.>> aveva sussurrato, con aria frettolosa. Poi i suoi occhi verdi erano caduti di sull’orologio da polso, che aveva detto di essersi dimenticato. << Che sbadato. Le lezioni con Cho. Credo sia l’ultima, o almeno spero.>> Si era portato una mano nei capelli, poi aveva abbracciato Hagrid e si era avviato a grandi passi verso il castello.

<< Dove se ne va sempre così di fretta?>> domandò Hagrid.

Ron scrollò le spalle, poi lanciò a Hermione uno sguardo complice. << Insegna Difesa a Cho Chang, in un modo o nell’altro.>>

Hermione abbozzò ad un sorriso di circostanza, senza degnarsi di cambiare lo sguardo di Ron, ma dentro di sé si sentì perduta.

 

*°*°*°*°*

 

 

Venne il tempo degli Esami, e la mattina che precedeva la Prima Prova Teorica dei M.A.G.O. Ron, Neville e Seamus avevano il medesimo aspetto di un ignaro babbano morso da uno Schiopodo Sparacoda.

Harry rimase in disparte, punzecchiando il suo porridge con il cucchiaio, lo sguardo rivolto altrove. Non aveva ancora domandato a nessuna, a quanto si sapeva, di andare al Ballo dei Rinascenti con lui. Le scommesse che ruotavano attorno alla sua scelta erano pressoché triplicate, e i cinque Serpeverde che si occupavano di incassare le puntate si aggiravano per i corridoi con i sorrisi smaglianti e le tasche rigonfie.

<< Punto due Galeoni su Ginny Weasley.>> annunciò Seamus, che non resistette all’impulso di sfidare la fortuna. E s’alzò d’impeto dalla panca, raggiungendo il tavolo dei Serpeverde con le mani piene di Falci e Zellini.

<< Che la sorte sia con voi!>> esclamò Andy Jones, mellifluo.

Ron lo osservò torvo, per poi tornare a concentrarsi su “Trasfigurazione Avanzata. Volume Terzo”, che non aveva smesso di consultare dalla sera precedente. << Babbeo.>> commentò, in un sussurro, cercando di farsi udire da Hermione.

Ginny, invece, era estasiata dall’attenzione che quell’assurdo gioco al rialzo le aveva riservato. Come un pavone che mostrava la coda variopinta, era solita aggirarsi per i corridoi e rivolgere sorrisi e saluti a chiunque. Ovviamente, aveva precisato più volte di aver rifiutato categoricamente ogni invito pervenutole da parte di altri studenti. Lei aspettava il SUO, e tutti quanti lo sapevano fin troppo bene.

Harry, era l’unico a cui quella situazione sembrava essere passata inosservata. Rimase nel suo angolo remoto del tavolo, in compagnia della colazione e del libro di Storia della Magia, sforzandosi di ricordare le date delle Guerre di Secessione dei Vampiri del Diciottesimo Secolo. Hermione sapeva. Conosceva nel profondo ogni suo dubbio. Ma taceva, temendo che ogni gesto nei suoi confronti avrebbe scatenato il caos fra gli studenti. Anche un “ciao” da parte di una sconosciuta Tassorosso avrebbe compromesso irrimediabilmente le intricate variabili economiche delle scommesse.

<< Lavanda si è fatta avanti.>> le aveva confidato Ron, la notte prima, durante gli ultimi ripassi. << Abbiamo sistemato le cose. Ma non ho molta voglia di andare al Ballo con lei. Non sarebbe una mossa intelligente. Mi riderebbero tutti indietro. Voglio dire, l’intera scuola sa che è uscita con cani e porci.>>

<< E con chi avresti voglia di andare?>> gli aveva chiesto Hermione, disinteressata.

<< Con te, per esempio.>> Ron l’aveva guardata con un sorriso smagliante. << Tu sei la mia migliore amica. E sei una brava ragazza. Nessuno avrà da ridire se andassi al Ballo dei Rinascenti con te, mi capisci?>>

<< Chi ti dice che io sia ancora libera, Ronald?>>

Lui era scoppiato a ridere. << Oh, bé, visto che passi tutto il tempo sui libri, e non c’è nessun Victor Krum nei paraggi, sono certo che nessuno ti abbia ancora invitata.>>

<< Quindi io sarei un ripiego.>> aveva sbottato lei, sentendosi ferita nel profondo. Ora era tutto chiaro. Il modo con cui veniva considerata dagli altri studenti le fece capire il motivo delle mancate scommesse sul suo nome. Era un ripiego. Una scopa vecchia dimenticata in soffitta. L’ultima spiaggia di coloro che non avevano trovato ancora una compagna, o che preferivano farsi vedere in pubblico con una brava ragazza.

<< Quindi io sarei Hermione Granger, l’usato garantito?>> aveva tuonato, colma d’ira. << Onestamente, Ronald Weasley, preferisco andarci da sola a quello stupido ballo, piuttosto che in tua compagnia!>>

Ed ora erano lì, l’una di fronte all’altro. Ron, che tentava ad ogni costo farsi perdonare. E lei, l’usato garantito, che stava facendo di tutto per ignorarlo.

In quel momento, Harry Potter abbandonò il libro di Storia della Magia e si alzò dal tavolo. Un profondo silenzio ricadde solenne fra i tavoli delle Quattro Case, ed ognuno degli scommettitori lo osservò attentamente fino a carpirne ogni minimo movimento.

Harry non badò agli sguardi, al brusio di sottofondo né ai commenti sagaci di Matilda Serkins. Fece tintinnare le monete nella tasca dei pantaloni della divisa, e s’avviò sereno verso il tavolo dei Serpeverde.

<< Mi dispiace interrompere i vostri affari.>> disse, con tono affabile. << Ma sono curioso di sapere quando chiuderanno le scommesse.>>

Andy Jones, che capeggiava il gruppo, rispose con una risatina beffarda. << Non puoi impedircelo, Potter. Il Regolamento della Scuola ci permette di indire giochi di società collettivi. Se ti da così fastidio, va a parlare con la tua amica McGranitt.>>

<< Mamma McGranitt.>> cantilenò uno di loro, che fu l’unico a ridere. E si succhiò il pollice, inscenando l’espressione penosa di un neonato.

Harry sfoderò un sorriso cordiale. << Forse mi avete frainteso. Conosco bene il Regolamento della Scuola, e ho avuto modo di leggere di recente anche il Bando Ufficiale delle Scommesse. Non ho la minima intenzione di ostacolarvi.>>

<< E allora che cosa sei venuto a fare qui, Potter?>> ringhiò Jones. << Vuoi una percentuale sui guadagni?>>

Altre risate sguaiate provennero dal Tavolo dei Serpeverde. Tutt’intorno, silenzio tombale.

<< No, ragazzi. L’articolo 10 del Bando Ufficiale delle Scommesse me lo impedirebbe, in quanto “Solo il responsabile della Scommessa ha diritto a trarne guadagno”.>>

<< Vedo che hai studiato, San Potter.>>

Harry rise, scuotendo il capo. Poi, con un movimento improvviso, fece cadere davanti agli occhi attoniti dei cinque Serpeverde un sacchetto stracolmo di monete.

<< Sono centodieci Galeoni d’Oro.>> disse con noncuranza, mentre cori di trepidazione e stupore riempivano la Sala Grande.

La maggior parte degli studenti nelle file arretrare aveva allungato il collo, spintonandosi selvaggiamente con i vicini, per riuscire a godersi la scena.

<< L’articolo 16 del Regolamento, se non vado errato, cita testualmente che “Eventuali puntate non presenti nel Bando della Scommessa, o quantomeno così folli da non essere prese minimamente in considerazione dagli scommettitori, sono quotate per Legge Dieci Galeoni a Uno”.>>

Il sorriso beffardo e strafottente di Andy Jones, lentamente, scomparve dal suo viso e fu sostituito da una smorfia terrorizzata.

<< Visto e considerato che nessun articolo vieta al Signor Harry Potter di avanzare una scommessa, mi sento in dovere di tentare la sorte.>> Harry sospinse il sacchetto stracolmo di Galeoni in direzione del Serpeverde, la cui penna d’oca era scivolata di mano ed aveva intaccato d’inchiostro il legno laccato del tavolo. << Punto centodieci Galeoni d’Oro su Hermione Granger.>> Il sorriso sul suo volto si fece più ampio. << Che la sorte sia con voi.>>

Poi, in silenzio, senza aggiungere una sola parola, si mise la borsa a tracolla e s’avviò tranquillo verso l’uscita. Non appena Harry Potter scomparve dalla Sala Grande, per la prima volta dal suo arrivo a Hogwarts, tutti gli occhi della scuola furono puntati su di lei.

 

*°*°*°*°*

 

Se Harry aveva intenzione di rovinarle il Primo Esame Teorico dei M.A.G.O., c’era riuscito perfettamente. Hermione non riuscì a completare il suo saggio di Trasfigurazione Avanzata sugli Incantesimi Modificatori di Secondo Livello, e trascorse il resto della mattinata lamentandosi con Neville e Ron delle sue penose diciotto pagine - secondo lei poco approfondite sull’argomento.

<< Io ne ho scritte quattro.>> borbottò Ron, avvilito. << E ho lasciato parecchi spazi.>>

Ginny a pranzo evitò accuratamente di rivolgere loro la parola. Anche lei, quell’anno, avendo frequentato regolarmente Hogwarts durante la Guerra, avrebbe dovuto sostenere i M.A.G.O., ma aveva scelto di approfondire gli studi per recuperare Pozioni e Incantesimi. Il suo obiettivo, come Ron, era l’ammissione all’Addestramento per diventare un Auror, ma ciò richiedeva un “Eccezionale” in tutte le materie.

La smorfia di Cho Chang, che Hermione intravide al tavolo dei Corvonero, era paragonabile a quella di un’arpia ferita.

In tutto quel trambusto, come suo solito, Harry se n’era rimasto in disparte nel suo angolo remoto della tavolata, consumando in silenzio il suo arrosto alla Merlino mentre, con la mano libera, sfogliava Storia della Magia.

Hermione non capiva. Non riusciva a comprendere il motivo di quel gesto così assurdo. Si sentì pervadere d’ira all’idea che Harry, per vendicarsi di quegli stupidi Serpeverde, l’aveva chiamata in causa teatralmente, senza nemmeno preoccuparsi di avvisarla. 

Una scopa vecchia, appunto. Priva di valore.

<< Hermione.>>

La sua voce, nel corridoio, mentre s’avviava di fretta in Sala Comune per studiare.

Stava parlando con lei? Oh, andiamo, quante Hermione esistono in quel castello?

Il suo stomaco ribollì come un calderone incandescente abbandonato sul fuoco. Era la prima volta che le parlava dopo quasi due giorni, e dal suo sguardo innocente e sereno sembrava non aver ben compreso lui stesso del guaio in cui si erano cacciati.

<< Che cosa vuoi?>> ruggì Hermione, con tono acido.

Strinse forte i libri al petto, fermandosi sulla scalinata. I Grifondoro del Settimo anno, tranne Ron e Neville, la oltrepassarono borbottando che, se non si davano una mossa, non ci sarebbe stato il tempo per ripassare Incantesimi prima dell’esame.

<< Non devi avere tutte le rotelle al loro posto, Harry.>> commentò ironicamente Ron, che sfoderò una gomitata complice all’amico. << Centodieci Galeoni persi per zittire Andy Jones. Nemmeno Fred arriverebbe a tanto.>>

Neville sorrise e alzò un pollice nella sua direzione, in segno di apprezzamento. Poi, insieme a Ron, s’incamminò verso la Sala Comune.

Harry e Hermione rimasero soli. Tutt’intorno non c’era nessuno, ed il silenzio più profondo ricadde pesantemente nell’aria.

<< Che cosa ti è passato per la testa?>> domandò Hermione, gelida.

Harry sospirò. Nonostante Hermione fosse su uno scalino più alto, i loro sguardi erano alla stessa altezza, e poté intravedere i suoi occhi verde smeraldo scintillare sotto la luce delle candele fluttuanti. Stava fremendo.

<< Io…>> iniziò Harry, che si appoggiò convulsamente al corrimano. << Non lo so, in effetti. Forse ha ragione Ron. Non ho tutte le rotelle a posto.>>

<< Fantastico.>> tuonò Hermione. << Sai benissimo che Ginny, Cho e quell’altra stupida Tassorosso bramano di aprire il Ballo dei Rinascenti al tuo fianco. E’ come una gara, per loro. E tutti gli altri, come capre, non fanno altro che incitarle! E’ una cosa così stupida, in effetti, durante gli Esami. Ma ti considerano un Trofeo da esporre nella loro bacheca delle conquiste.>>

Harry non riuscì a soffocare un sorriso amaro. << Se così fosse, mi dispiace per loro.>> Distolse lo sguardo e scrutò un punto indeterminato del pavimento. Poi i suoi occhi si sollevarono su di lei, osservandola nel profondo, pervadendole l’anima. Erano immensi e sinceri e, d’improvviso, l’impulso di sferrargli un pugno sul naso passò del tutto in secondo piano. Era Harry. E la stava guardando. In quel modo, che Hermione adorava.

<< Vuoi venire al Ballo con me?>> le chiese.

Non era una supplica né un ordine. Era certa che, se lei avesse rifiutato, non gliene sarebbe importato molto dei centodieci galeoni perduti.

Hermione deglutì a fatica. Aveva la bocca arida. Finse di mantenere il suo solito piglio deciso, ma in realtà stava tremando dalla testa ai piedi.

Aveva desiderato così ardentemente quel momento che, quand’era accaduto, le era parso irreale. Rimase lì, in silenzio, a guardarlo con gli occhi spalancati. Non riuscì a dire nulla.

Rispondi, stupida…

Era paralizzata.

“sì, Harry”, non è poi tanto difficile…

Hermione abbandonò ogni consapevolezza dell’amicizia e dell’intenzione di picchiarlo. Lo afferrò, forse un po’ troppo bruscamente, per il bavero della camicia, attirandolo a sé. Harry fu costretto ad avanzare goffamente di uno scalino per non inciampare.

Le loro labbra si incontrarono dolcemente. Fu un attimo. La sensazione più strana e intensa  che avesse mai provato. 

Poi, paonazza in viso, Hermione si voltò frettolosamente e fuggì per le scale.  

 

*°*°*°*°*

 

 `•.¸¸.•´´¯`••._.• NOTE DELL'AUTORE `•.¸¸.•´´¯`••._.•

 Ciò che avete letto, come ho già detto, è un passaggio della FF "Anima Nera". Sarà ovviamente presente nella FF, ma volevo esulare questa parte dal contesto. 
Volevo concentrare una shot di contenuti "auror". E spero di esserci riuscita. Un bacione enorme a tutti i lettori. 

Grazie a Lights per il meraviglioso banner, e alle pazze Auror della pagina Facebook "cercando a chi da la roba alla Rowling". Siete grandi. 

Grazie ad Argentlam, Dalastor e Roxy, e non solo perchè ha stretto la mano al mio Capitano.

   
 
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