16 Capitolo
Se tu sei con me
“Non
toccarla!” Urlò perentorio Cancer, schivando
l'ennesimo
fascio di luce dell'avversario. Era stramazzato al suolo per un
istante: le gambe gli erano cedute per lo sforzo.
Elikonis
stava giocando al gatto col topo e sinceramente lui si stava
stancando di essere braccato da quel pazzo. Il cavaliere difatti gli
lanciava sfere d'energia elettrica ad una velocità
impressionante. Luce che gli impediva di veder il nemico e lasciava
solo un frangente di tempo per cercare di scappare al più
presto dall'obbiettivo. Se
fosse stato al suo posto si sarebbe divertito molto di più.-
Pensò. -Andare in giro ad uccidere la gente avendone persino
la
licenza!* Si
sentiva leggermente irritato, però osservando come aveva
raso
al suolo la vegetazione intorno a lui si rese conto di essere pure un
tantino fortunato. E
proprio cadendo sul terreno si accorse della ragazzina e di come
fosse abilmente stretta in vita da una morsa di ghiaccio. Marie
infatti stava pian piano congelando: cos'era quel freddo tepore che
la circondava? Le sembrava di essere in inverno, ma com'era possibile
questo se erano in piena primavera e le giornate divenivano ogni
giorno sempre più calde? Un
gelo tremendo che le pervadeva le membra e le si infiltrava sin
dentro le ossa. Il battito cardiaco le sembrava incredibilmente
più
fiacco. Cosa le stava accadendo? Come stava il Cavaliere del Cancro? Perché tutto d'un tratto le pesava
persino inghiottire la saliva? La
mente faticava anche solo a pensare, ma tuttavia questo non le
bastò
per non comprendere la verità: Assideramento. Stava perdendo
i
sensi per via di quel gelo che persino il sangue le ghiacciava! Ma...
perché?
Cancer
strinse un pugno a terra, afferrando forte due ciuffi d'erba, si
rialzò immediatamente per contrattaccare gli attacchi di
quella fastidiosa lucciola dalla batteria carica. L'avrebbe
scaricato, altroché. “Ehi
tu!- Lo chiamò. -Dì al tuo amico di farla finita,
perché
ne ho abbastanza sia di lui che dei suoi ghiaccioli. Se vuoi batterti
con me fai pure, ma quella mocciosa lasciala fuori dai
giochi...” Concluse allargando le braccia verso l'esterno e
guardandolo con stizza.
“Cos'é
ci stai dando ordini per caso?- Sorrise l'altro mentre teneva ancora
stretto fra le braccia la ragazza. -Mi dispiace deluderti, ma deve
morire anche lei... dunque secondo dopo, secondo prima... comunque vi
ritroverete all'Inferno.” Decretò con nonchalance
il
giovane, proprio perché la questione in sé non lo
interessava minimamente, compiva solo ed esclusivamente il suo dovere
di Cavaliere.
Egli
aveva lunghi capelli color dello zaffiro, raccolti in una morbida
coda ed occhi neri come il petrolio. Dall'accento che aveva poi si
potevano intuire le sue origini Statunitensi.
“Allora
proprio non ci tengo ad avere un viaggio di sola andata per l'Ade!-
Comunicò con falsa esasperazione Cancer, mettendosi
nuovamente
in posizione d'attacco. -Ma, toglimi una curiosità, tu...
chi
diavolo sei?” Ridacchiò.
I due cavalieri del Destino
si lanciarono uno sguardo perplesso prima di rispondere, sinceramente
stupiti dal comportamento del Cavaliere del Cancro. Non erano dunque
poi così infondate quelle dicerie sul suo conto: cinico e
spietatamente egoista. Con un ego smisurato per di più.
Non
gli importava forse nulla di quella Silver Saint?
“Seth
questo il mio nome, Cavaliere del Destino decretato. -Rispose quello
turbato lasciando la presa su Pyxis. -Possibile non t'interessi la
sorte di questa ragazza?” I
polsi e le gambe di Marie erano paralizzati dalla temperatura
glaciale che l'attanagliava, ma che per ora si stava fortunatamente
stabilizzando. DeathMask
digrignò i denti ancora una volta, mentre lottava corpo a
corpo con il Cavaliere dai biondi capelli. La scintillante Cloth
d'Oro si mischiava con quella rubino del suo avversario. Si
lanciò in picchiata su di lui, atterrandolo, per poi
continuare con una raffica di pugni ben assestati: ora lo doveva
stare a sentire. “Non
è che non me ne importa... Il fatto è che... -Lo
scaraventò lontano con un buon gioco di gambe che gli
permise
di far lui la prima mossa. -Anf... Non è con dei sporchi
trucchi come questi che mi annienterete. Siate più leali, la
slealtà sarà pur una cosa che m'appartiene no?
Fantasia, ingegno ragazzi!” E detto questo osservò
ancora una volta quel ghiaccio che intrepido si stava insinuando
sempre più sulla pelle di Pyxis.
Poi
un sorrisetto divertito gli dipinse le labbra: “Mocciosa, non
volevi forse vivere?- Le urlò con quanto fiato gli rimaneva.
-Cos'è il tuo tom tom* s'è perso? Guarda che
quella non
è la via giusta per restare in vita.” Non aveva
intenzione di preoccuparsi per quella ragazza, era un'allieva di
Shura dopotutto. Anzi,
quello che gli premeva adesso era il non rimetterci le penne: doveva
stare all'erta e non farsi prendere dalla foga, ma voleva anche
dargliene di santa ragione dopotutto. Perché unire l'utile
col dilettevole non era mica proibito e lui si era sempre divertito un
mondo a far guerriglia.
Alzò un attimo lo sguardo e percepì
forte e chiaro altri cinque cosmi che avevano infranto e oltrepassato
la
divina barriera posta sul Santuario.
Sette?
Sette dunque erano i Cavalieri del Destino?
Un
dolore acuto s'insidiò pericoloso sul corpo del Cancro
riportandolo alla realtà. Come un accecante raggio che gli
perforava e dilaniava la schiena sino alle spalle.
“Pensi
per caso che abbia un solo colpo in canna? Ti converrà usare
i
tuoi attacchi migliori, Cancer!”
“E
rovinarmi così tutto il divertimento? Aspetta, dai... Per
chi mi hai
preso? Sai da quant'era che non venivo più alle
mani!” Lo sbeffeggiò il diretto interessato
cercando di fermare
l'emorragia di sangue che aveva a causa del colpo subito.
Sputò
il sangue che gli colmava la gola, sino a far divenire scarlatte le
proprie labbra. Gli occhi gli brillavano, come se da anni non avesse
aspettato altro che il nemico perfetto.
“Ma
sì, fai pure come vuoi, tanto il tuo destino è di
marcire in questi luoghi.” Gli rispose Elikonis per poi
tornare
alla carica.
✾
Nel
frattempo, alle mura del primo tempio, si stava per consumare un altro
scontro di quella guerra che sembrava così
irrealistica dal potersi considerare ancora una bazzecola.
Mu,
cavaliere d'Oro dell'Ariete, osservò con attenzione la
scalinata davanti a sé, dalla quale sopraggiungevano cinque
ragazzi delle Moire cavalieri e di questo soltanto si stupì.
Difatti
due erano i cosmi che aveva percepito non molto lontano dalle dodici
case, cinque della stessa potente energia si apprestavano a
venirgli incontro. Se i calcoli non v'erano errati, i sensi non lo
avevano tratto in inganno e la vista neppure dunque sette erano i
Cavalieri fedeli alle Divinità del Destino. D'impareggiabile
qualità però, che potevano addirittura esser
comparati
ad un cavaliere d'Oro se non quasi ad un Giudice degli Inferi.
L'ordine
di Atena però era stato quello di pregare i suoi Saints
di non fare inutili spargimenti di sangue e che, soprattutto, qualunque
cavaliere del Destino che avesse aperto gli occhi o si fosse
arreso avrebbe avuto salva la vita. La
Dea Atena del resto non tollerava gli spargimenti di sangue, se non erano essi strettamente
necessari per intenzioni e fini devoti all'umanità.
Però,
come poteva lasciar sì che morissero per volontà
del
Fato uomini macchiati dell'unica colpa d'esser morti per lei? No, non
l'avrebbe permesso, dunque era pronta alla battaglia, seppur
a
malincuore. Sarebbe
stata una guerra rapida, dodici ore, come dodici i cavalieri dello
zodiaco. Dodici uomini che avrebbero combattuto per non far
soccombere loro o i propri compagni d'armi; i loro amici.
Sei
avrebbero combattuto per non morire, altri sei avrebbero
combattuto contro quel destino tiranno.
In
più, Lady Saori sapeva che quei poveri guerrieri erano stati
soggiogati dalla Divina Atropo, quindi non erano realmente sotto i
comandi delle tre Divinità sorelle come ben pensavano, ma al
contrario solo di quest'ultima. La faccenda era sin troppo
complicata e per ora l'unica cosa da fare era quella di sperare che
tutto andasse per il meglio e di richiedere un'intercessione proprio
con Cloto e Lachesi.
Sicuramente
se avessero ascoltato le sue parole, non avrebbero appoggiato la loro
sorella. Ma il tempo le era nemico e la fiammella della prima ora
stava or consumandosi per poi sparire allo scoccare della seconda.
Non
che fossero sordi i cuori delle due divinità della nascita e
dello scorrere della vita, però era cosciente che l'anziana
Atropo le aveva plasmate per averle al proprio fianco. Muovendosi
insieme e dichiarando guerra a nome del Destino infatti, poteva non
sembrare un suo interesse personale, ma un intenzione divina. Cosa
che non era e lo sapeva, Atena, molto bene.
Però
le sarebbe costato tempo e fatica, riuscir a far risplendere l'antica
fiamma della ragione nelle due sorelle e pregava affinché i
suoi cavalieri riuscissero prima in quel miracoloso intento. Del
resto il cuore umano così tante volte aveva paralizzato lo
spirito di un Dio, perché così ricco e colmo di
sentimenti e gesta.
Mu
li scrutò ancora: cinque ragazzi soggiogati dal volere di un
altro. Per un attimo gli sembrò di ritornare indietro nel
tempo e rivivere quasi in prima persona ciò che era successo
lì al Santuario con Arles. Sussultò quel poco,
per poi
soffermarsi a rimirare quelle sgargianti armature color cremisi.
Stavolta
però, non avrebbe ceduto il passo, né quelle
Cloth
avrebbero avuto un trattamento prima di poter proseguire. Avrebbe
lottato e, come detentore della prima casa, avrebbero dovuto batterlo
prima di passare oltre. Fece
due passi avanti, uscendo dall'ombra del suo tempio, per poi
indirizzare il suo sguardo su di loro: “Giungete sin qui pur
sapendo cosa vi aspetta cavalieri, venite qui per portare morte,
sangue e rancore. Chi vi dice che voi siate nel giusto?”
Comunicò con voce pacata, quasi con naturale franchezza.
“Sciocco.- Sibilò
Helene. – Il Destino non deve essere giusto
per
poter essere eseguito. Il destino è legge. Che sia una legge
di giustizia non l'ha mai detto nessuno.”
“Fa
silenzio Helene, dobbiamo proseguire senza creare ulteriori problemi.
Non farti nemico chi invece puoi risparmiare. Trattieni il fiato per
qualcosa di più utile.” Decretò Menas
alzando una
mano verso destra per far tacere la ragazza.
Rimasero
sull'attenti solo pochi istanti, per poi superare in corsa il Saint
dell'Ariete che era rimasto inerme sulla soglia della prima casa. Non
una smorfia sul viso diafano del ragazzo. Neppure un leggero sguardo.
Li fece passare senza battere ciglio. Una leggera brezza di vento gli
mosse piano i capelli violacei, poiché egli teneva l'elmo
nel
braccio sinistro.
“Superarlo
è stato proprio un gioco da ragaz- Non
completò
però quella frase, il cavaliere del Destino irrisolto,
poiché
finì per sbattere contro un qualcosa di invisibile.
Therapon
scattò di qualche passo indietro, Menas guardò
immediatamente l'artefice di quella parete trasparente.
“Non
vi ho concesso il passaggio, cavalieri delle Moire” Disse Mu in
un
flebile, quanto sicuro, sospiro socchiudendo leggermente gli
occhi. Poi
un fascio luminoso colpì i presenti: l'Ariete aveva
attaccato.
“Non
uno di voi passerà la mia dimora.- Dichiarò
perentorio.
-Starlight
Extiction!” E, enunciato il
colpo, li teletrasportò nuovamente di fronte a
lui, all'interno del tempio.
“E
soprattutto non così facilmente.”
I
cinque si guardarono in prodigioso silenzio, poi un sussurro:
“È
stato lui.”
“Siamo
di nuovo al punto di partenza." Mormorò un altro, a bassa
voce, stringendo i pugni. Il
quarto cavaliere invece sorrise saltando velocemente in alto:
“Ma
non per molto: Silvery Dust!” Restando
sospeso in alto, generò dalle sue mani una potente polvere
argentata, che al tatto sembravan come milioni e milioni di granelli
di sabbia, ma dall'insolito color dell'argento. Una
grande bufera si scatenò all'interno della prima casa,
indirizzata proprio contro il proprietario del tempio che si
parò
con l'ennesimo Crystal Wall.
Il
ragazzo dalla curiosa somiglianza con Mime di Asgard, ma dagli
splendidi occhi azzurri e dai capelli color della terra d'Oriente,
approfondì l'attacco mentre un sorrisetto di vittoria gli
incorniciò il bel volto. Appena
finito il polverone -che si era venuto a creare per il grande impatto
contro la parete invisibile- l'unico cavaliere che si
ritrovò
dinanzi a sé Aries, fu il cavaliere che aveva procurato
quella
gran tormenta.
I
due rimasero inermi l'uno a contemplare gli occhi dell'altro,
entrambi ancora con le mani protratte a formare il loro attacco*:“E
così hai fatto fuggire i tuoi compagni permettendo con
questo
tuo attacco che io non li raggiungessi.” Affermò
Mu con un tono
leggermente alto, comprendendo immediatamente la situazione.
Infatti
a causa del colpo inflittogli il cavaliere dell'Ariete aveva dovuto
innalzare la sua tipica difesa di Cristallo e lasciar così
privo di barriere il passaggio per uscire fuori dal suo tempio. Non
che fosse durato un'eternità quell'attacco, ma in quei pochi
istanti gli altri guerrieri delle Moire ne avevano approfittato per
aggiudicarsi l'uscita.
“L'acume non ti manca, vedo. Ma sii
onesto e combatti contro il tuo avversario. Non teletrasportarti
altrove per scappare.” Lo schernì quanto
raccomandò
il cavaliere dai capelli castani.
“Non lo farò. Ma
permettimi un'osservazione: prima di riuscir a superare la seconda
casa Tauros fermerà i tuoi compagni, stanne certo.”
Le nuvole bianche in cielo divennero grigiastre, il sole fortunatamente era sorto ormai da un bel po', altrimenti avrebbe avuto l'amaro colore del sangue.*
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*licenza: sì, sì mi sono basata nel dire quella specie di “battuta” sul fatto del film “007, Licenza d'uccidere” eh il caro James Bond ù_ù
*tom tom: mia licenza poetica questa invece. Diciamo che ce lo vedevo troppo DeathMask a urlarle contro ricordando tra l'altro che lei è il Cavaliere d'Argento della BUSSOLA. (Bussola=via= tom tom= indicazioni insomma) ughh. Me la potevo risparmiare. Forse.
*attacco: tipico, ma fa così tanto di scena LoL. Nel senso: Mu è ancora con le mani in avanti anche se ora non ha più la sua difesa e il cavaliere che ha generato quella tormenta di polvere ha ancora le mani a formare il suo attacco anche se finito.
*sangue: Io mi rifaccio ad una frase piuttosto nota, comunque è abbastanza 'conosciuto' il fatto che si dica che quando l'alba è colore del sangue è per i caduti che sono morti entro la notte. -o il giorno prima-
Salve! Allora intanto qui si scoprono alcune cose ed altre le ci
accennano -ovviamente le mazzate continuano?-
PS:
Mu non è fesso. (Ma del resto fra cavaliere è usuale l'uno contro uno,
ecco).
Ultima cosa, sicuramente sarà difficile ricordarvi il nome di un cavaliere del Destino o anche di cosa ha (luce, ghiaccio, polvere etc) o anche solo di quale destino è protettore, dunque dal prossimo metterò una piccola scheda per ogni cavaliere, spero vi aiuti a capire meglio :)