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Autore: Faddo    02/09/2011    2 recensioni
"La Vita Secondo Navarro Adam" una storia che racconta semplicemente la storia di un "vecchio" 40enne, dei suoi amici e di molte altre cose che non dirò qui.
Questo libro ha una morale? Si, non vivete come lui, credetemi non è bello.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Massime di Adam:  
Dio creò la terra in sei giorni e il settimo si riposo...pensate che io, come professore, per preparare le lezioni e corrggere i compiti non ho neanche il mio settimo giorno...




CAPITOLO 18: Schegge e Frammenti di Ronald


"???: Devo informarvi che non ci sarà alcuna festa, purtroppo Ronald...è morto ieri notte...arresto cardiaco"
Mentra la donna aveva le lacrime agli occhi pronunciava quella frase lasciandoci tutti di sasso senza saper cosa dire.
Alla fine Eric l'unico che aveva fiato per parlare disse:
"Eric: c...che vuol dire, cos'è successo? come si spiega?!"
Disse Eric con un tono agitato, ma la donna che dimostrava una forza interiore riuscì a rispondere e disse:
"??? I Medici non hanno ancora ben capito come sia successo, ma sembra che la sua cardiopatia congenita abbia fatto il suo lavoro alla fine, soffriva della sindrome di Billowing, praticamente la valvola mitralica subisce un prolasso che permette il reflusso di sangue" disse tornandosene silenziosa a piangere; nessuno di noi aveva ben capito cosa avesse detto, ma all'incirca si era capito che per lo meno non era morto in circostanze misteriose; un giorno mi informai su questa malattia per curiosità e scoprii che era tutto collegato ripensando alle pillole che prendeva e quando quel giorno ritornando dall'ospedale con lui, l'anno scorso, aveva avuto quasi un mancamento o uno svenimento dopo il controllo mensile e a quanto pare pure questi erano giustificati.
Le reazioni nostre furono davvero diverse, c'era Railey che a stento tratteneva le lacrime e fu la prima a scoppiare in lacrime, Lars ed Eric si erano dovuti sedere perchè non riuscivano a stare in piedi, mentre Kirk, Paul e Demetria fecero delle facce assurdamente tristi, infine io e ed Eveline eravamo pietrificati, stavamo in piedi, non piangevamo e ne apparivamo tristi eravamo normali ma non riuscivamo a muove un muscolo dallo stupore.
"???: mi spiace, mi spiace avervelo detto così scusate..."  La donna nonostante le mille lacrime riusciva ancora a parlare anche se si capiva male, fino a quando Eveline che era stata la prima a sciogliersi da quella tristezza si avvicinò alla ragazza e prendendola per mano la accompagno al bancone dicendo:
"Eveline: la prego si fermi dentro, le offro qualcosa"
"???: davvero gentile"
Si poteva sentire come nel tavolo c'erano Lars ed Eric che commentavano il tutto:
"Eric: non riesco a crederci...fino a qualche giorno fa...era...così vivo, come sempre..."
"Lars: e ora...sparito, oh cazzo..."
Finalmente pure io mi sciolsi dalla posizione di statua che avevo preso e subito feci ciò che dovevo fare, anzi ciò che Ronald voleva che facessi e ignorando tutti gli altri, mi avvicinai a Railey per abbracciarla e consolarla; lei era ancora in lacrime ma io che ero forte ed ero riuscito a resistere la stavo rassicurando:
"Adam: su, amore, non fare così, Ronald ci voleva bene e pure noi a lui, andiamo non se n'è andato con un brutto ricordo, riprenditi, Ronald non vorrebbe vedere la Railey cresciuta di adesso fare così"
Railey si riprese un po' ma non volle liberarsi da quell'abbraccio per lei confortante.
In tutto quel tempo intanto la donna che era venuta ad annunciare la notizia della morte di Ronald se ne stava sul bancone in silenzio, ormai senza più lacrime da consumare a bere un caffè per riprendersi, mi venne da pensare ironicamente al momento che non so se la cucina di Eveline potesse esser una buona cosa per una persona triste ed in lacrime, anche se non mi pareva il caso per le mie solite battute.
In tutto ciò mi restava un solo dubbio, come a molti ovviamente, ovvero chi fosse quella donna, così allentando un po' l'abbraccio con Railey e guardando la signora al bancone che mi dava le spalle chiesi:
"Adam: ma lei...chi è?..."
La ragazza si era appena girata per guardarmi in faccia ci fu qualche rapido scambio di occhiate, quando notai due cose: i capelli biondi ramati e gli occhi verdi
"Adam: aspetta ma tu sei..."
"???: la figlia di Ronald, piacere a tutti voi, mi chiamo...Layla Seanfield"
Tutti noi rimanemmo stupiti nel vedere per la prima volta la famigerata figlia di Ronald.
Layla era una donna di 41 anni, divorziata da 11 anni, ha avuto una vita molto separata dal padre visto che pure Ronald aveva divorziato; Layla era nata da un amore che ha avuto Ronald quando era tornato dal suo lavoro come militare, un amore che ha raggiunto il matrimonio, ma dopo un solo anno Ronald fu chiamato come cuoco lasciando sola la donna ad acccudire la figlia.
Al ritorno di Ronald erano tutti felici, e sembrava che ora si potesse cominciare a vivere come una vera famiglia, ma il destino volle che dopo meno di due anni la coppia divorzio, lasciando la figlia nelle mani della moglie di Seanfield, e quindi ebbe pochi incontri per vedere la figlia, e solo quando lei cominciò a fare una vita a parte e non c'era più sua madre a dargli conforto in quanto ormai già deceduta, arrivò il vecchietto tutto pimpante e pronto ad aiutare la figlia, ma fu molto spesso respinto dalla figlia per via dei problemi familiari di cui  Layla ne soffriva ancora; anche se alla fine Ronald e lei si son messi il cuore in pace.
Per il resto di Layla si può dire che caratterialmente era uguale precisa a Ronald, diciamo più che altro un Ronald femminile.
"Layla: beh, ragazzi, grazie di tutto...io ora...devo andare, grazie ancora di tutto"
Stava per uscirsene quando decisi di inseguirla per dirle una cosa, così appena fuori dalla porta dissi:
"Adam: Layla!"
Subito lei si girò e io continuai:
"Adam: ogni tanto...passa da noi, per un caffè o un tramezzino, la cucina non è il massimo, ma la compagnia è assicurata"
Layla stette un po' in silenzio fino a quando non disse:
"Layla: sembrate tutti simpatici" concluse ridendo esattamente come faceva Ronald.
Sembrava che per il momento la tristezza per la morte improvvisa di Ronald fosse svanita, d'altronde non c'era motivo di esser tristi mi venne da pensare, in fondo è morto senza rimpianti e in maniera serena e felice, anche se ha lasciato una sedia vuota al Rinos, so che verrà presto riempita da una persona altrettanto squisita come quel vecchio, e so che ovunque sarà finito starà ridendo come faceva sempre.
Appena tornai dentro il Bar subito notai che i tristi, i lacrimosi e gli impietriti si erano tutti calmati e avevano ripreso a starsene a bere e a chiacchierare nel bar.
"Paul: e insomma gli ho detto che se voleva imparare seriamente a suonare la chitarra doveva cominciare a prendere un attaggiamento più serio, non serviva a niente chiedere ad uno già esperto dei consigli pratici, più pratico di così non sapevo che dire"
"Kirk: hai fatto bene, non sopporto i marmocchi che ti riconoscono come chitarrista e ti chiedono delle lezioni"
"Lars: s...s...sapete, io da piccolo sapevo su...suon...suona...suonare il violino, non ero molto portato ma ho avuto un ma...m...maestro fantastico che mi ha ins...insegnato molto e mi ha fatto superare ogni...li....lim...limite che avevo"
"Kirk: non ti ci vedo col violino sai?" disse Kirk ridendo
"Lars: ne....nemmeno mia madre" disse Lars anche lui ridendo.
Railey stava prendendo un tè e parlava insieme a Eric ed Eveline, mentre Demetria se n'era già andata per fare delle commissioni.
Era incredibile come tutti avessero appreso le nozioni di Ronald, sembrava che avesse lasciato qualcosa dentro di noi, e si vedeva come ci erano rimaste tanto impresse, bastava vedere come la tristezza era volata via.
Alla fine di quella mattinata io e Railey tornammo a casa per il pranzo, voleva cucinare lei.
Arrivati a casa, io subito mi distendetti sul divano e cominciai a leggere il giornale che avevo fregato al Rinos quando Eveline non era attenta, mentre lo sfogliavo leggevo notizie di ogni genere per passare il tempo, la cosa ironica era che in quel giorno quando morì Ronald non c'era nemmeno una notizia tragica o triste sul giornale, sembrava una malattia dell'allegria, una specie di "Seanfilide dell'allegria" o per farla breve, il vecchio era morto in un giorno sereno e felice, come ogni persona vorrebbe.
Appena Railey aveva scolato la pasta e fatte le porzioni di carbonara, mi chiamò a tavola dove sembrava fosse nervosa e voleva chiedermi una cosa.
"Railey: Adam, c'è una cosa che volevo chiederti da quel giorno della visita a Ronald"
"Adam: sarebbe?" dissi mettendomi in bocca una bella forchettata di spaghetti
"Railey: cosa ti ha detto Ronald quel giorno?"
Io indeciso su cosa dire, ma in principio se rispondere o meno, dissi dopo una breve riflessione sfruttando il boccone in bocca per temporeggiare:
"Adam: beh, Ronald mi ha detto molte cose, ma per farla breve ha detto che a volte devo togliermi il broncio e ridere come faceva lui"
"Railey: capisco"
"Adam: a te invece?"
Pure Railey sfruttò il boccone che stava mangiando come scusa per temporeggiare e pensare a cosa rispondere
"Railey: principalmente mi ha detto che devo seguire i miei sogni ad ogni costo"
"Adam: capisco"
Quel pomeriggio feci un salto al Bar perchè mi ero accorto di essermi dimenticato là il cellulare, poi mi toccava andare a fare la spesa.
Appena arrivato al Rinos trovai solo Kirk, Lars ed Eveline; appena l'ultima mi vide, subito mi salutò sopresa nel vedermi in pieno pomeriggio là al bar
"Eveline: ciao Adam, cosa ti porta da queste parti?"
"Adam: non trovo il mio telefono, credo di averlo lasciato qui, mi sarà caduto forse"
"Eveline: Sai me lo son sempre chiesto cosa te ne facessi di un cellulare"
Subito in maniera scorbutica come sempre risposi:
"Adam: che domanda davvero stupido, ci faccio un sacco di cose"
"Eveline: del tipo?"
Si creò un grande silenzio, fino a quando non mi decisi a rispondere in maniera davvero distaccata:
"Adam: non sono affari, tuoi, sto telefono allora è qui o no? l'hai visto?"
"Eveline: no"
"Adam: voi due?"
"Kirk: no"
"Lars: n...no!"
A quel punto accendendomi un cigarillos dal nervoso dissi:
"Adam: fantastico mi tocca cercarlo da me..."
Subito girai in largo e in lungo alla ricerca del cellulare, nel frattempo gli altri stavano parlando ancora di Ronald, si stavano raccontando degli aneddoti simpatici su di lui, come per esempio quando entro al Bar dopo aver vinto alle macchinette in una tabaccheria ben 200 euro e li spese interamente per bere alcolici di ogni genere al Rinos, oppure quella volta che Ronald entrò al bar e non trovando Eveline dietro al bancone, fece il giro e si preparò da solo il caffè e lasciando un euro sulla cassa senza far finta di niente come fossa cosa  da tutti i giorni, il mio preferito però resterà quando entrò dentro il bar con una pila di riviste pornografiche e disse:
"Ronald: pensate che culo, oggi mi hanno tamponato la macchina e come riscatto invece che farmi pagare ho accettato una collezione di una rivista pornografica settimanale per un totale di quattro anni di rivista...tanta pornografia, potrebbe nuocere anche al più robusto vecchietto ma non a me" concluse ridendo come un pazzo, quella volta aveva ancora la macchina, era uno dei primi anni che lo incontrai al Rinos.
Tra tutti quei discorsi sul vecchio mi venne spontanea una domanda da fare a tutti gli altri.
"Adam: ditemi una cosa, anche a voi Ronald ha fatto un discorso?"
"Eveline: sì, da quanto ho capito a tutti noi"
"Kirk: confermo"
"Lars: i...i..idem"
Subito finendo il cigarillos che si era consumato tutto mentre cercavo il cellulare chiesi:
"Adam: ma a voi cosa vi ha detto?"
Il più aperto fu Kirk che disse:
"Kirk: a me ha detto che non devo preoccuparmi di niente, che anche se ho un lavoro indecente e sono sottopagato non ho ancora raggiunto la vetta della mia vita e ciò che mi riserva e che quindi devo impegnarmi al massimo"
Eveline con il suo solito modo di fare, solo perchè ero io ovviamente, disse:
"Eveline: e a te che ti interessa"
"Adam: son solo curioso, anche a me ha fatto un bel discorso, su eliminare la tristezza, ridere di più e altre cose"
"Eveline: beh, a me ha solo detto, che mio padre sarebbe orgoglioso di vedere come sto mandando avanti il bar come suo volere, ma che non è quello che voglio realmente io e dovrei smetterla di infliggermi questa punizione solo perchè non andai a trovare mio padre prima che morì"
Lars superando ognuna delle sue solite barriere emotive decise di aprirsi e dire:
"Lars: a...a me ha detto che devo an...anda...andare all'università e studiare, e che s...sono il più gio...g...gio....gi...giovane e quindi ho ancora molte poss...poss...possibilità, inoltre mi ha detto di smetterla di ess...essere sempre cos...c..c..così riservato e chiuso".
"Adam: ah...capisco"
Uscito dal Bar rassegnandomi per il mio telefono, mi venne da pensare come Ronald in una settimana ci avesse aperto gli occhi per migliorare la nostra vita e come ci abbia solo arricchito con le sue parole nonostante sia scomparso.
Arrivato al supermercato di Gaetano fui accolto da un silenzio spaventoso, pure loro erano venuti a sapere che Ronald era morto, infatti, il meridionale e Robert non erano tanto in vena di chiacchiere si limitarono a darmi quello che mi serviva e a farmi pagare per uscire, ma all'uscita almeno fui salutato in maniera quasi allegra:
"Gaetano: signor.Navarre, torni presto, passi una buona giornata vabbuò?"
"Adam: si dice Navarro..."
Appena fuori incontrai anche quel giorno Gerrinton con la custodia del basso sulle spalle e un cigarillos acceso.
Gerrinton quest'anno era cambiato in tutti i sensi non solo caratterialmente, pure i suoi voti ne risentivano, se dovessi dargli un soprannome ora non sarebbe più faccia ottusa nonostante quella faccia sia rimasta, lo chiamerei probabilmente Grand'uomo per il suo atteggiamento così adulto nonostante l'età.
Appena mi vide subito togliendosi il cigarillos dalla bocca disse:
"Gerrinton: oh, salve prof, vedo che ha fatto la spesa, come vanno le cose?"
Notando il suo cigarillos in bocca mi venne voglia pure a me di accendermene uno e mentre lo feci dissi:
"Adam: tutto sommato, bene"
Subito Gerrinton squadrandomi in pochi secondi disse:
"Gerrinton: falso, non serve esser laureati in psicologia per capire che sta mentendo"
"Adam: vedo che sei diventato perspicace, in verità...è morto un mio caro amico durante la notte e sono tra l'allegro e il giù morale"
Gerrinton mise giù il basso e si sedette sulla panchina dove a volte ci fermavamo a chiacchierare dopo aver fatto la spesa.
Sedendomici pure io sulla panchina dissi:
"Adam: era vecchio, ma per me è sempre stato come un vero amico, quasi come il mio miglior amico"
"Gerrinton: non mi è mai morta una persona cara come un vero amico, non credo di poter capire come ci si senta, ma se la può aiutare la sostengo"
"Adam: e per cosa?"
"Gerrinton: perchè riesce a esser se stesso comunque"
A quel punto ridendo dissi:
"Adam: me stesso? no credimi, non sono me stesso ora come ora" conclusi ridendo, esattamente come Ronald mi ha insegnato.
Prima di andarmene decisi di dire una cosa a Gerrinton che avrei dovuto forse dirgli molto tempo prima
"Adam: hey, Adam"
Gerrinton Adam girandosì con uno davvero serio mentre stava per incamminarsi verso casa mi disse:
"Gerrinton: sì prof?"
"Adam: levati questo tuo modo di fare adulto, sei giovane per esser come me ne devi ancora passare di anni e di brutte storie, vedi di goderti la tua giovane età prima che qualcuno o qualcosa te la porti via all'improvviso"
"Gerrinton: come vuole lei prof, ma io mi sento a mio agio così"
"Adam: lo so, ma per i giovani le cose cambiano fin troppo in fretta" dissi ridendo.
Tornanto a casa Railey era uscita e decisi di prendermi avanti io e prepararmi la cena e tra tutte quelle cose successe oggi c'era ancora una grande domanda che mi restava in testa e che mi avrebbe tormentato fino a quando non avrei trovato una risposta vera e finalizzata:
"Adam: ma dove cazzo ho messo il mio cellulare, accidenti!".
La mattina seguente raggiunsi il Bar da Rinos per fare colazioni, Railey era già andata a scuola e a grande sorpresa vidi che il posto nel bancone più a sinistra, ovvero quello di Ronald era occupato da Layla.
"Eveline: Heila Adam"
"Paul: ciao Adam"
"Demetria: sempre in orario eh?"
"Layla: Adam, ciao!"
Subito andandomi a sedere su una delle sedie dissi:
"Adam: ciao ragazzi, oh guarda c'è anche Layla, non avrei mai creduto che mi avresti preso alla lettera quando parlavo di venire qua a mangiare qualche volta, devi esser pazza se ti fidi delle mani di Eveline"
"Eveline: ti faccio da mangiare da anni, porta un po' di rispetto"
"Adam: si e in tutti questi anni non ti ho mai fatto i complimenti in effetti...oh beh, speriamo che la prossima volta sia quella buona, no Eveline?"
"Eveline: solito stronzo insensibile"
"Adam: si, ma io ti pago per il caffè, te non mi paghi per le perle di saggezza che ti offro ogni giorno"
La discussione si tirò avanti per le lunghe e tra una parola e l'altra notai che Layla aveva uno strano sorriso sul volto e ci guradava davvero allegra.
"Paul: Layla, sai, mi chiedevo una cosa, ma come mai ti chiami così? c'entra qualcosa la canzone di Eric Clapton?"
Layla un po' imbarazzata alla domanda disse:
"Layla: beh...mia madre mi ha raccontato che quando lei e Ronald...diciamo la notte in cui sono stata concepita ascoltavano quella canzone e allora decisero che se fosse stata femmina l'avrebbero chiamata Layla e quindi..."
"Paul: oh capisco, è un bel nome"
"Layla: grazie"
"Demetria: non l'ho mai sentita questa canzone".
Io ed Eveline continuavamo a urlarci dietro ogni tipo di insulto e ogni constatazione che ci offendesse nel morale, ma dietro tutto questo alla fine c'erano gli insegnamenti di Ronald? non credo proprio, la verità è che certe cose non cambieranno mai nelle persone, al massimo in piccole dosi.

Due giorni dopo ci fu il funerale di Ronald Seanfield. Dopo la solita messa in chiesa e il "pellegrinaggio" fino al cimitero ci fu la sepoltura della bara preceduta dalla chiusura definitiva.
In quello stesso momento, tutte le persone attorno si ammutiliorno.
In quel giorno erano presenti, vecchi amici di Ronald, suoi parenti, quelli della Sunflower e quelli del Rinos.
So cosa vi starete chiedendo, cosa invece avesse detto Ronald a Paul, Eric e Demetria; per dirvela in breve diciamo che disse a tutti di tre cosa stavano sbagliando nella vita e cosa dovevano fare migliorare, e per quanto possa sembrare strano sentirsi certi rimproveri quando si è adulti, le parole di Ronald da quanto capii furono molto veritiere e oneste nei confronti di tutti noi, avevo ragione sin dal principio, lui ci conosceva fin troppo bene!
Eravamo tutti in gruppo durante la sepoltura, noi del Rinos, i primi che cedettero alle tentazione delle lacrime furono Lars, Demetria ed Eveline, mentre per mia sorpresa Railey rimase solo triste, ma in lontananza vidi un'altra persona piangere, Layla e subito decisi di andare da lei per dirle delle cose.
Avvicinatomi a lei subito le misi una mano sulla spalla e appena si girò in maniera molto sorpresa disse:
"Layla: Adam, c...che fai?"
"Adam: ti ho visto piangere e mi son chiesto perchè"
"Layla: io...nonostante non è mai stato un bravo padre per me, gli volevo molto bene, perchè se n'è andato via così?" disse tornando a piangere, ma io subito dissi quella cosa che dovevo dirle.
"Adam: sai, non sarà stato forse un buon padre per te, ma per me oltre che esser un amico è stato forse il vero padre che ho sempre voluto, e credo lo sia stato per tutti noi del Rinos e forse per molte altre persone qui presenti, tuo padre ha fatto solo cose buone in vita, e credo che aver fatto te sia una cosa molto buona, te sei figlia di una delle persone più speciali di questo mondo, non sarà stato un buon padre per te ma...sai, lui una volta in lacrime, mi disse che voleva riaggiustare i legami con te che negli ultimi tempi erano burrascosi, come vedi non ha mai smesso di fare il padre anche se forse tu non lo consideravi tale, è morto e non tornerà vero, ma le sue parole sono l'eredità che ci ha lasciato, dobbiamo portarle avanti, lui mi diceva sempre, hai avuto tanti anni per esser  triste, quando comincerai ad esser felice? e la stessa domanda te la vorrei proporre a te, levati la tristezza dagli occhi, non vale la pena piangere per un uomo che non vuole lacrime come Ronald, no?"
Layla riprendenosi un po' dal tutto, prima che tornassi insieme agli altri mi disse:
"Layla: Adam...grazie"
Io guardandola bene le dissi:
"Adam: è un favore gratuito, tranquilla".
Finto il funerale ognuno tornò a casa sua; quel funerale fu celebrato sotto il sole e non sotto la pioggia o sotto le nuvole, altro segno che di tristezza nella sua morta non doveva essercene segno perchè non ce n'era bisogno.
Tornato a casa e ormai sera, mi accorsi che forse dovevo seriamente cominciare a prendere in considerazione i consigli di Ronald e pensando alla morte dei propri cari mi venne in mente una cosa da fare in quel momento; così presi il telefono di casa e sperando che Railey dormisse ancora, decisi di chiamare una persona, che anche se non rispose, aveva lasciato la segreteria accesa.
"Adam: Pronto? Papà? Sono io, Adam, sai in questo periodo ho avuto molto da fare, è passato un anno dall'ultima volta che ti ho visto e volevo raccontarti cosa mi è successo: la mia lista di amici si è allargata, ho conosciuto gente favolosa, il lavoro va a gonfie vele e ho una classe di ragazzi che mi ammira e mi stima, infine ho pure trovato una ragazza con i controfiocchi, forse te la ricordi, Railey.
Ah e anche se in ritardo, volevo dirti...tanti auguri papà, anche se hai ormai 77 anni, non li dimostri proprio sai?" conclusi ridendo e buttando giù la chiamata, per poi andare in terrazzino e accendermi un cigarillos.
La notte era fredda e guardando la luna piena che illuminava tutta la città mi venne da dire in maniera molto spontanea.
"Adam: ma cosa diavolo hai combinato oggi Ronald?"

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Personaggi Nuovi:  

Layla:

Gerrinton:


"Note dell'Autore: Questo capitolo risulta un po' strano, ma ho fatto fatica a scriverlo, perciò perdonatemi.
Ho voluto smerdare la classica tristezza delle morti delle persone che si vedono spesso nei telefilm e trasformare il tutto in uno scenario un po' più normale e meno malinconico, o almeno spero di avercela fatta; spero che il nuovo personaggio vi interesserà...per almeno i prossimi 2 capitoli... concludo dicendovi -2 "

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