Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Meme06    02/09/2011    2 recensioni
Cosa succederebbe se dopo aver trovato la quinta mew mew ne scoprissero una sesta? E se questa nasconde un'infanzia oscura perfino per gli alieni? La mia prima ffc, spero che vi piaccia.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Attenzione!

Questo capitolo parlerò di tutte le ragazze singolarmente, c'è il rischio che sia un po' OOC.

Inoltre in questo capitolo si scopriranno leggermente di più il carattere e i pensieri di Zoe.


Quella notte nessuna delle ragazze era riuscita a chiudere occhio, ognuna aveva i suoi pensieri per la testa.


Ichigo si girava e rigirava nel letto nervosamente. La verità sulla loro compagnia di squadra l'aveva a dir poco sconvolta. Non avrebbe mai immaginato che una persona potesse subire tanti 'colpi di frusta' in soli tredici anni. Per di più quella ragazza non doveva sentire solo il peso della sua vita, ma anche del passato della madre sulle proprie spalle.

Se lei fosse stata al posto di Zoe probabilmente non sarebbe stata così forte a resistere a quella situazione. Chissà come deve aver sofferto… si disse mentre si girava di nuovo fra le lenzuola candide del suo letto.

- Accidenti! Sta notte non chiuderò occhio me lo sento! - sbottò ichigo prendendo a pugni il cuscino che portava ricami di fragoline rosa e verdi ai lati.

- Mannaggia la miseria! - esclamò di nuovo, però a voce bassa per non tentare di svegliare nessuno. Dopo di che si alzò. ormai erano due ore che tentava di dormire, sarebbe stato inutile, quindi perché continuare a fare inutili tentativi. - Vorrà dire che per domani si preannunciano occhiaie da urlo…

Disse senza entusiasmo, anzi parecchio scocciata da quella situazione.

Andò alla finestra e uscì fuori sul balcone. Forse l'aria le avrebbe trascinato via i cattivi pensieri. Che cosa stupida, l'aria in quel momento poteva solo rinfrescarle un po' il viso. E per quanto lei volesse pensare ad altro niente riusciva a distrarla, neanche pensare al suo adorato Mark era servito. Il giorno dopo avrebbero avuto un appuntamento e lei fino a qualche ora prima era felice di questo e non si toglieva dalla testa questo grande avvenimento ( -.-' nda), poiché era da tanto che non uscivano insieme. lei aveva dovuto combattere molto spesso e lo aveva trascurato. Il giorno dopo avrebbe dovuto migliorare. Ma con questi pensieri con che faccia sarebbe andata ad incontrarlo?

- Accidentaccio, Accidentaccio e ancora accidentaccio! - gridò, anche se dopo si tappò subito la bocca, accortasi che erano le due del mattino e che la gente normale dormiva. Già, dormiva, quello che avrebbe dovuto fare anche lei.

- E va bene… - si disse rientrando e stendendosi sul letto. - Riproviamo a dormire…

Continuò. Dopo qualche minuto fece un sonoro sbadiglio e si abbandonò fra le braccia di Morfeo.


Mina se ne stava seduta sula poltrona della sua grande camera a fissare il vuoto. Era rannicchiata lì da ore senza sapere che fare a parte ripensare alla storia di Zoe. Non se lo sarebbe proprio immaginato. Certo aveva capito che era una ragazza un po' strana. E aveva avvertito che c'era qualcosa di diverso in lei. Però una storia del genere era troppo anche per le sue orecchie.

Quel pomeriggio al caffè si era alzata ed era andata a casa come uno zombie. Neanche avesse appena visto un fantasma. Cosa sicuramente migliore di quello che era accaduto a Zoe.

Si riscosse un attimo e andò a fissare il letto. Le coperte erano riposte con una precisione quasi irreale, grazie alle domestiche. Lei quella sera non ci aveva neanche provato a dormire. Già lo sapeva che non avrebbe dormito, si conosceva bene e per questo si era messa nella poltrona e si era rannicchiata lasciando che la sua mente vagasse per i fatti propri. Era ovvio anche che avrebbe pensato per tutta la notte al pomeriggio al caffè. Quindi secondo lei era inutile anche solo provare a cambiare i suoi pensieri.

- In questo momento vorrei davvero tanto poter non avere una mente per pensare e ricordare… - si disse sconsolata rannicchiandosi di più nella coperta sulla poltrona. La serata era fresca e Minto era sempre stato un tipo freddoloso. Continuò i suoi pensieri di prima fino a che le palpebre non le si fecero pesanti e lei fu costretta ad addormentarsi.


Retasu strinse forte a se il suo peluche verde bosco. Era un orsetto davvero molto simpatico che aveva cucito da sola. Cucire. Lei adorava cucire e lo faceva spesso. Inoltre le piacevano un sacco i peluche, perché le infondevano sicurezza, una sicurezza che lei non aveva e non avrebbe mai avuto. Fin da quando era piccola portava i peluche con se, prima dappertutto poi con il fatto che era cresciuta aveva abbandonato questa abitudine riprendendola solo di sera prima di andare a letto. Già, il letto. Erano ore che vi era seduta sopra senza riuscire a chiudere occhio, stringendo tra le sue candide braccia sempre più forte il peluche che aveva creato solo qualche settimana fa.

- Oh, Johnny… - fece, era il nome che aveva dato a quell'orsetto verde. ( -.-' nda ). - Come faccio adesso a prendere sonno…

Si chiese, come tutte le altre ripensava a quel pomeriggio. Quella ragazza le aveva sempre messo dentro una certa angoscia. Era triste il suo passato, quello era vero, ma Zoe aveva un animo cattivo. La mewverde lo avvertiva questo e la spaventava. Le ultime parole della ragazza, quelle dette con quel sorriso sadico dipinto sul volto. Solo ripensarci le faceva venire i brividi. Ed ora i sentimenti che provava per quella ragazza erano tutti sentimenti brutti mischiati insieme. Paura, pena, tristezza, angoscia, timore… e altri mille aggettivi e sinonimi di essi che potevano dire quello che Retasu stava provando in questo momento e che la faceva tremare, portandola a soffocare quel povero orsetto di peluche.

Si portò le ginocchia al petto stringendo tra di esse e il petto Johnny. Poi circondò le gambe con le braccia e affondò la testa fra le ginocchia.

Probabilmente era l'unica delle ragazze ad avere mai avuto paura di una sua compagna di squadra.


Cinque bambini e una bambina dormivano beati tra le lenzuola celesti dei loro lettini. Avevano uno sguardo così sereno che Purin per un attimo li invidiò. Che bello essere così piccoli e non capire la gravità di certe situazione, potendo così riuscire a dormire serenamente e magari, chi lo sa… facendo bei sogni.

Carezzò piano la testolina di uno dei suoi fratellini, stando attenta a non svegliarlo. Che bello, ora non avevano preoccupazioni e non avevano niente di simile a quello che aveva lei sulla testa. Aveva provato a dimenticare quella notizia giocando con i suoi fratellini: a rincorrersi, a nascondino, alla campana, ma non era riuscita a farsi passare dalla mente neanche il più piccolo dettaglio. Aveva anche provato a scacciare quel pensiero cucinando, giocando con la sorellina alle bambole e persino mettendosi a disegnare insieme a tutti i suoi fratelli. Cosa che lei non avrebbe mai fatto, preferiva mille volte fare le acrobazie, anche se a casa era più difficile farle visto che non c'era molto spazio. Quindi doveva essere proprio un caso disperato il suo.

Dopo tutto aveva solo dieci anni e ancora possedeva un lato ingenuo, per questo ci era rimasta davvero male quando Zoe aveva raccontato la sua nascita, non si sarebbe mai immaginata neanche dagli alieni una cosa del genere. Non sapeva proprio che pensare di quell'avvenimento. Al caffè non aveva fatto niente, si era tenuta tutto dentro, cosa strana per lei che di solito mostra tutte le sue emozioni e dice tutto quello che pensa. Ma la sua mente improvvisamente si era come svuotata e la lingua aveva perso capacità di movimento. Tornata a casa aveva fatto come se non fosse successo niente, per non far preoccupare i suoi fratellini si intende. Loro odiavano vederla triste e lei lo sapeva, per questo mostrava loro sempre il suo lato allegro e spensierato, il lato infantile che i suoi fratellini adoravano vedere.

Sospirò, proprio il sonno non ne voleva sapere di arrivare. Erano le tre del mattino e lei ancora non riusciva a prendere sonno.

- Che cavolo… - disse sbuffando. Lei aveva energia da vendere, questo era certo, ma una notte passata in bianco non giovava a nessuno. Volle tentare a prendere sonno, così si diresse nella sua stanza e si infilò sotto le coperte chiudendo gli occhi.


- Signorina è tardi, se vuole può riposare, le dirò io quando siamo arrivati. - annunciò l'autista a Zakuro Fujiwara che guardava con sguardo perso il panorama che le passava veloce davanti agli occhi.

- Non si preoccupi, non ho sonno. - rispose la giovane con fare automatica sempre immersa nei suoi pensieri.

Anche lei a quanto pare non aveva pensato ad altro dal pomeriggio in poi. Eppure lei la capiva benissimo a quella ragazza. Anche lei si sarebbe comportava ugualmente se avesse avuto una situazione del genere. Sicuramente era l'unica che pensava questo. Che anche lei era per la vendetta. Le altre Mew Mew cercavano sempre la via più buona e più giusta. Senza rendersi conto che molte volte la via più giusta non è buona. Lei lo sapeva molto bene. Come sapeva molto bene che cosa avesse in mente Zoe. Se le altre lo capissero le altre tenterebbero di fermarla, senza nessun successo ovviamente. Lei però non avrebbe mai provato a fermarla, non perché considerasse giusto il suo modo di fare, semplicemente per il fatto che era abbastanza adulta per decidere da sola quello che era giusto e quello che era sbagliato.

Guardò l'orologio. Le quattro e mezza del mattino, l'autista aveva ragione, era tardi.

Accavallò la gamba con fare sensuale, abitudine di chi è abituato a mettersi in mostra. Poi poggiò il mento sul palmo della mano perdendosi di nuovo in quella confusione di luci e rumori.

Così paso il suo viaggio in macchina verso casa sua. Era appena ritornata da un'intervista, di solito si sentiva a pezzi. Ma non quella sera. La voce dell'autista la riportò alla realtà.

- Signorina Fujiwara siamo arrivata a casa sua. - le disse guardandola dallo specchietto retro visore.

La viola annuì aprendo la portiera ed uscendo dall'auto dirigendosi verso casa sua. Aprì la porta e appena entrata si gettò come un peso morto nel letto tondo della sua stanza, non tanto piccola. Il letto, anche se non aveva sonno era sempre bello provare la sensazione di pace e tranquillità che, a parer della modella, esso ti regalava.

Senza nemmeno spogliarsi si infilò sotto le coperte scarlatte, provando quell'immenso piacere di rilassamento.

- Che bellezza… - disse chiudendo gli occhi. Si addormentò poco dopo sprofondando in un abisso nero, privo di sogni e fantasia.


- Che idiote… - si disse Zoe mentre se ne stava a mangiare dei biscotti sopra il letto della sua stanza. Se sua madre l'avesse vista l'avrebbe ammazzata a suon di scopa, ma in quel momento non le importava più di tanto. - Sono rimaste davvero colpite dalla mia storiella.

Lo aveva detto in un modo come se avesse raccontato una barzelletta. Lei aveva passato tutta la vita con quel passato che le premeva sulle spalle, quindi non la toccava più. Semplicemente non voleva che gli altri ne venissero a conoscenza. Invece si era divertita. Le aveva fatte quasi soffrire raccontando loro la sua nascita. Retasu fra poco sveniva… pensò sogghignando. Quella lì proprio le stava antipatica. Erano l'opposto. Lei dolce, timida, buona e premurosa, sempre a pensare il bene di tutti e a credere che in ognuno di loto ci sia del buono. Baggianate. Ma lasciamola cuocere nel suo brodino di miele, a lei di certo non importava come passava la sua vita quella lattuga. Non sapeva perché ma le dava fastidio il fatto che fosse così dolce. Aveva come l'impressione che con la sua aria innocentina e il suo ' voglio fare del bene' le avrebbe messo i bastoni tra le ruote tranquillamente. Ma lei non si sarebbe fatta fermare di certo da un'insalata. Di questo ne era pienamente convinta.

Chiuse il pacchetto di biscotti, anche se ce n'erano rimasti solo tre, riponendolo sopra il comodino. Può sembrare assurdo, ma quando Zoe non riesce a dormire il suo unico pensiero è mangiare. Inoltre quei biscotti al cioccolato erano davvero squisiti.

- Domani vado a comprare quelli alla vaniglia… - si disse mentre prendeva il suo album ed iniziava a disegnare. - Questo periodo ho voglia di dolce…

Tutte scuse, la verità era che neanche lei riusciva a dormire per il fatto di aver raccontato quelle cose a quelle ragazze. Si era divertita questo era vero, ma aveva pur sempre portato alla luce dei brutti ricordi nella sua mente. Ricordi che avrebbe preferito sigillare in un cassetto gettando la chiave. Non riusciva a farlo però. Come chiudeva quel cassetto a chiave la serratura si rompeva, impedendogli di fermare i suoi ricordi e lasciandoli uscire. Facendoli vagare liberi per la sua mente.

- Al diavolo! - sbottò lanciando la matita in fondo alla stanza. Aver dovuto raccontare tutto era stato uno strazio per lei e l'aveva messa di cattivo umore. Lei che odiava parlare di se stessa guarda cosa si era ridotta a fare. Ma manca molto poco… si disse sorridendo maligna. Si, proprio poco…

Dopo di che anche lei riuscì a prendere sonno, abbandonandosi al dolce silenzio e alla serena pace da cui non desidererebbe mai sottrarsi.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Meme06