Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Luce Lawliet    02/09/2011    18 recensioni
Il mio nome è Lyanne Stoinich e questa è la mia storia.
A sedici anni sono stata rinchiusa in un istituto, con altri pazienti, molto...speciali.
Già, perchè il Wammy's Hospital è un luogo molto particolare, decisamente non adatto a voi se non sapete sopportarne la tensione.
Il Wammy's Hospital è un Ospedale psichiatrico.
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, Mello, Misa Amane, Near, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

 

               
                                                        11.


                                    Delitto al chiaro di luna.

 

<< Temi la morte, Lyanne?>>

Il suo palmo intriso di sangue nero alla luce della luna andò sollevandosi, portandosi all'altezza della spalla, la punta della scaglia rivolta verso di me.

<< Rispondimi, cazzo!>>, sbraitò, agitando convulsamente le braccia.

Delle strane gocce calde raggiunsero il mio braccio destro, fomentandomi ad abbassare appena le palpebre e bastò quel poco di sangue a farmi provare una tremenda sensazione di vomito, mentre le mie narici bruciavano a causa dell'odore pungente e metallico.
Sono sicura di aver provato a parlare; ricordo benissimo di aver aperto le labbra per dire qualcosa, anche senza senso... mi bastava solo risentire il suono familiare e confortevole della mia voce.

Ma non ci riuscii.

Misa singhiozzava violentemente, i suoi occhi cerulei ormai arrossati e gonfi mi guardavano con aria accusatoria e allo stesso tempo implorante, il suo corpo tremava, come se il freddo si fosse fatto strada dentro di lei.
Sbirciai appena alla mia sinistra, verso l'edificio, forse nella folle speranza che qualcuno si fosse accorto di cosa stava succedendo, ma l'oscurità non aveva pietà e ricopriva con un alone infinito di ombre qualsiasi cosa distasse più di cinque metri da noi.

<< Non lo so. Immagino che una persona possa scoprirlo solo quando quest'ultima si presenterà a reclamarne l'anima>>, bisbigliai, come se stessi cercando di non destare qualcuno dal sonno.

<< Già, certo. Tempo fa la pensavo proprio come te>>, deglutì, facendo un passo avanti. << Vogliamo verificare, allora?>>

<< Misa, metti giù quel frammento.>>

La vidi piegare il braccio, indirizzando lo specchio rotto verso il suo polso sinistro, appoggiando la fredda lama cristallina sulla pelle, incidendola. Quasi come ad un richiamo, il sangue apparve quasi subito, scendendo lungo il suo braccio sotto forma di lacrime nere e calde.

<< Mettilo giù, ti prego>>, ripetei, mentre le mie mani iniziavano a tremare.

La ragazza indugiò un momento, per poi riprendere, affondando con più decisione la scheggia nella pelle, arrivando a recidersi metà polso.

<< Sei pazza, perchè fai una cosa del genere, ora smettila!!!>>, gridai con voce strozzata, portandomi le mani ai lati del viso, con l'intenzione di coprirmi gli occhi per non assistere a una scena tanto crudele.

Pregai che qualcuno mi avesse sentita.
Misa si fermò.

<< Perchè, mi chiedi?>>, sussurrò con un'espressione quasi incredula. << Perchè mi sto tagliuzzando o perchè sono così debole? Spiacente, piccola, domandami qualcosa di meno generico!>>

Il mio respiro non ci mise molto ad affannarsi, la mia testa riprese ad urlare.

<< Pe... perchè dici...dici di essere debole?>>, ansimai.

Lei rimase immobile per una decina di secondi, prima di chiedermi con voce grave: << Perchè stai piangendo per me, Lyanne?>>

<< Io non ho mai...>>, esordii, accennando passi malfermi verso di lei. << ...incontrato una ragazza come te. Non mi vergogno di ammettere che...che all'inizio non mi piacevi molto, anzi, non mi piacevi affatto. Ma non perchè non mi stavi simpatica. Perchè tu eri il perfetto prototipo fisico e caratteriale di ciò che non sono mai stata e che non sarò mai. Hai avuto tutto quello che una ragazza può ricevere dalla vita, non sembra spaventarti nulla, hai la straordinaria capacità di dire quello pensi senza preoccuparti delle conseguenze, qualunque siano le circostanze...>>

Misa perse per un momento l'espressione rancorosa, per rivolgermi un mezzo sorriso.

<< Si chiama " blaterare senza pensare", e non è affatto una capacità straordinaria. E' facile. Basta solo un po' di pratica. Guarda Gossip Girl.>>

Tuttavia, prima che ricominciassi a parlare, mi interruppe. << Però ti sei sbagliata su una cosa.>>

Oddio, ecco di nuovo quel tono. Merda, non sapevo come fare per prendere tempo.
Il terrore che Misa da un momento all'altro potesse fare una grossa pazzia mi faceva tremare perfino le ossa.

<< Fino a poco tempo fa ero convinta di avere tutto ciò che potessi desiderare. Solo perchè mi bastava una parola e una carta di credito perchè il mondo mi cascasse ai piedi. Dio solo sa come abbia fatto ad essere così stupida!!!>>, terminò la frase un ringhio colmo di astio...e pentimento. << Sarebbe facile dar la colpa alla droga. Dopotutto è stato a causa di quella merda che la mia manager è riuscita a convincere il tribunale a risparmiarmi la galera e a farmi tentare con la Comunità. Sai, fino all'anno scorso questo Ospedale si occupava anche di tossico-dipendenti. Avrei dovuto andarmene, magari continuare la mia carriera di modella, trasferendomi a Beverly Hills...è stato il mio sogno fin da bambina. Ma dissi di no. E quando la mia manager obiettò la mandai al diavolo, dicendo che volevo restare qui. Per un paio di volte dovetti anche simulare atteggiamenti violenti per convincere quella testa di cazzo del dottore a tenermi qui.>>

<< Perchè l'hai fatto?>>, sussurrai, l'incredulità perfettamente riconoscibile sul mio volto.

Deglutì, osservandomi con attenzione.

<< E' inutile, anche se ci mettessi tutta me stessa per spiegartelo, non capiresti. E non ci riusciresti, perchè ancora non sai cosa sia l'amore.>>, tacque. << Forse è meglio così. E' meglio nascondersi in un mondo di innocenza, come fai tu. Almeno non sei costretta a sentire ogni giorno il frantumarsi del tuo cuore, sapendo che nessuno potrà mai ricomporlo.>>

<< Non capisco di chi stai parlando!>>, ammisi, osservando l'emorragia venosa che allagava lentamente il suo braccio candido.

<< Sono rimasta rinchiusa qui, perchè volevo restare vicina a Light, Lyanne. Ma tu non riesci a capirlo, vero?>>

Light...

Light.

Lei aveva finto disturbi mentali, restando in quel manicomio...solo per lui.
Mi affannai a cercare una buona spiegazione.

<< Ti ha costretta lui?>>

L'occhiata furiosa e delusa che mi rivolse Misa avrebbe potuto ghiacciare l'Inferno.

<< Non mi stai ascoltando, Lyanne, nessuno mi ha costretto a fare niente!>>

Di colpo, un flashback investì le rive dei miei ricordi...

 

 

[ ...L'infermiere che fa il turno di notte nel tuo reparto si chiama Light e non ti azzardare a toccarlo, perchè se lo venissi a sapere, da me aspettati qualsiasi cosa...]


[ ...Non è arrabbiata. E' offesa...probabilmente non è abituata ai rifiuti...]


[ ...Devo andare. Ne riparliamo in Mensa...]

 

 

Che stupida.

Che stupida ero stata a non accorgermene prima. Solo ora che l'avevo scoperto mi sembrava così spaventosamente ovvio.

Ma la cosa che più di tutte mi faceva star male...

<< Sei tu, Misa!>>, sbottai, avvicinandomi, senza badare all'acqua gelata del lago che mi bagnava le ballerine. << Sei tu quella che non capisce! Non...posso credere che tu abbia fatto...e per cosa, poi? Solo per stare accanto ad una persona impegnata a squadrarti dalla mattina alla sera perchè teme improvvisi sbalzi mentali, che per di più nemmeno ti corrisponde?>>

<< Perchè credi che faccia tanto la puttana con Mello?!>>, a quel punto alzò la voce anche lei. << Con Alex, e Simon, e con tutti quelli che mi capitano a tiro?! Eh? Pensi che mi diverta a comportarmi da sgualdrina, sapendo che ai suoi occhi non otterrò mai uno sguardo di gelosia, tutt'al più di disgusto? Perchè ho cercato di lasciarmelo alle spalle, Lyanne!

Ma tutte le volte che mi veniva presentata la lettera allegata ai documenti da firmare per poter uscire di qui, la stracciavo e ricominciavo tutto daccapo!>>

<< Questa non può neppure venir considerata una valida scusa per giustificare...>>, il mio sguardo tornò sul pezzo di vetro. << ...ciò che stavi per fare.>>

La mano di Misa serrò la presa e vidi altre gocce di sangue colare dal palmo.
Si stava affettando la carne, ma sembrava che la cosa neanche la preoccupasse...come se non stesse sentendo il dolore.

<< E dire che...>>, sussurrò. << ...per un secondo mi sono illusa che almeno tu riuscissi a comprendermi. Ma tu non ti sforzi minimamente...eppure, ho visto come guardi Beyond Birthday.>>

Non riuscii a ribattere. Ormai mi sembrava che tutto ciò che dicevo non servisse a nulla.

<< E ho visto come Light guarda te.>>

Ed ecco che le mie tempie ripresero ad urlare inconsciamente, malgrado i miei tentativi di ignorare il dolore.
Il discorso stava prendendo un'orribile piega, Misa si era convinta di un fatto non vero.

Sollevai le mani, intimandole il silenzio. << Guarda che ti stai sbagliando. Vedi cose che non esistono, io e Light a malapena ci parliamo! E poi non lo vedo quasi mai...>>

<< Non prendermi in giro, sta sempre nel tuo reparto!>>, ringhiò lei, avanzando di un passo.

<< Butta via quel pezzo di vetro. Per favore.>>

<< E' così gentile con te, vero? Lo era anche con me, tempo addietro...>>, continuò, ignorandomi.

<< Misa, per favore.>>

<< Vada all'Inferno. Lui e questo posto, lui e tutti gli altri!>>, improvvisamente i suoi occhi liquidi, più luminosi a causa del riverbero della luna sull'acqua, si riempirono di lacrime, che sgorgarono, solcando il suo volto, come sottili linee di cristallo.

Non ce la facevo a vederla così.

<< Ho fatto una cosa deplorevole l'anno scorso...non sono mai riuscita a lasciarmela alle spalle>>, sibilò, incapace di mantenere la voce ferma a causa dei singhiozzi.

Fui tentata dall'idea di bloccarla; una parte di me non voleva sapere di cosa si trattasse, una parte di me voleva correre via, il più lontano possibile da lei e dalla sua pazzia, lasciando che qualcun altro fosse in grado di occuparsene.

Ma non c'era nessun altro. Solo io.

<< E sento che è meglio farla finita, perchè... forse, se dimostro di essermi pentita...>>, sollevò nuovamente il braccio ferito, riavvicinando la scheggia. << Se a questo mondo esiste un dio... lui mi perdonerà, se lo faccio.>>

<< No, Misa. Dio non perdona chi sceglie di rinunciare alla vita che egli stesso gli ha donato. Il settimo Cerchio dell'Inferno è riservato ai suicidi.>>, sibilai. << Di qualsiasi cosa si tratti, si può sempre fare ammenda.>>

Scosse la testa. Non avevo mai visto in una persona un'espressione così devastata.
E le urla della mia emicrania si sovrapponevano alle folate improvvise che piegavano le cime degli alberi verso di noi, increspando lo specchio d'acqua.

<< Non mi importa più. Nella situazione in cui mi trovo, mi andrebbe bene anche questo...perchè ho la sensazione che per quello che ho fatto non potrei accedere né al Paradiso, né all'Inferno.>>, neanche il tempo di riflettere sul significato di quelle parole, che Misa affondò nuovamente il frammento nella pelle.

Senza pensarci, mi fiondai su di lei, afferrandole con entrambe le mani il polso, e torcendoglielo, nel tentativo di farle perdere la presa.

<< Lasciami! Tu non capisci, Lawliet è morto per colpa mia!>>

Finalmente, il pezzo di vetro cadde in acqua, senza fare il minimo rumore. Ma io crollai in ginocchio, le dita che mi artigliavano i capelli, le mani rigide e agonizzanti, mentre qualcosa nella mia testa prendeva a pulsare violentemente, come se qualcuno la stesse colpendo dall'interno.
Puntai le braccia a terra, stringendo i pugni nel fango del lago e gridando dal dolore.

<< ...Lyanne? Che succede?>>

La voce di Misa risuonò ovattata, distante; non la avvertii quando si inginocchiò a sua volta, sbarrando gli occhi. << Stai sanguinando!>>

Era vero. Vedevo molteplici gocce di sangue scendere dal mio naso, andando a mischiarsi nell'acqua. << ... Vado a chiamare qualcuno!>>, disse, facendo per alzarsi in piedi. Pur essendo piegata in due dal dolore, qualcosa attirò la mia attenzione, alle sue spalle.

<< Misa...!!>>

Il mio avvertimento giunse troppo tardi, nel preciso istante in cui qualcuno la aggredì. Riuscii a distinguere solo un'informe massa nera sovrastare la ragazza, prima che entrambi cadessero nel lago, squarciando il velo dell'acqua nera.

Alzati, pensai con tutta l'intensità possibile. Alzati in piedi!

Mi morsi con forza il labbro inferiore, mentre le mie ginocchia tremanti si sollevavano. Voltai lo sguardo verso la superficie increspata. Misa riemerse, i capelli incollati al volto e un'espressione terrorizzata.

<< Lyanne...!>>, mi chiamò. Tossì con foga, cercando di rimettersi in piedi. L'acqua le arrivava appena oltre i fianchi. Il suo sguardo confuso e spaventato incrociò il mio. Non mi ero ancora mossa dalla riva. << Ma cosa...>>

Accadde in un attimo.

Vidi chiaramente qualcuno afferrarla per le spalle, facendole perdere l'equilibrio e tirandola con violenza giù.
E il mio cuore perse un battito, quando finalmente riuscii a vedere quella persona.
Era la stessa di quella sera, la stessa che se ne stava accovacciata a guardare il corpo morto e penzolante di Sean...e con tutta probabilità, che l'aveva ucciso. Pur agonizzante, tuttavia, la mia mente era lucida abbastanza da capire che lui stava cercando di affogarla.
Sentii una paura e un furore soffocarmi ogni centimetro di pelle, dove i tremori si accatastavano, indebolendomi.
Avevo visto un cadavere.
Non ero disposta a vederne un altro. Prima ancora che riuscissi a rendermene conto, mi ero tuffata in acqua, raggiungendolo. Le mie dita artigliarono le sue braccia, poi le sue spalle, nel tentativo di fargli perdere la presa.

<< Basta, la stai uccidendo!!>>, urlai fuori di me. Usai tutto il fiato che mi era rimasto in gola, pregando che qualcuno mi udisse.

Eravamo lontane, ma a questo punto qualcuno avrebbe dovuto sentirmi per forza...
Lo colpivo alla cieca, il terrore che ormai mi pervadeva completamente, accumulando in me la spaventosa consapevolezza che non sarei riuscita a salvarla.

D'un tratto, lui mi guardò.
Vidi riflessa nei suoi occhi una collera che scorreva come una corrente infuocata, un odio malcelato che si accaniva su di me, spogliandomi di ogni forma di coraggio, finchè non rimase solo impotenza.

Poi vidi una delle sue mani uscire dall'acqua, abbattersi sul mio volto.

Il colpo fu così forte da sbilanciarmi all'indietro, facendomi finire sott'acqua. Avevo sentito il dolore bruciante al viso, e le sue unghie graffiarmi con crudeltà la guancia e il collo.

Aiuto.

Restai prigioniera per pochi istanti nell'abbraccio ghiacciato del lago, incapace di liberarmene. Come una culla dalla quale non percepivo più alcun suono, come una stanza isolata da tutto il resto...

Dovevo chiamare aiuto.

Riuscii a raggiungere la riva, trascinandomi verso il margine fangoso, finchè non vidi una figuretta immobile e bianca, a pochi metri da me.
Near guardava un punto del lago dietro di me, senza muovere un muscolo. I suoi occhi, di solito imperscrutabili e vuoti, erano sbarrati e il suo petto si alzava e si abbassava ritmicamente.

<< Corri!!>>, gridai. << Allontanati di qui!!>>

Fece un paio di passi indietro, tremando visibilmente.
Mi rialzai e cominciai a correre, prendendolo per una mano e incitandolo a muoversi. Gli alberi, neri come ombre notturne, sembravano sfrecciarci come macchie indistinte, mentre la luna, unica testimone di ciò che stava accadendo nel lago, illuminava la strada vuota davanti a noi.
Notai Light e altri due infermieri scendere frettolosamente il portico e venirci incontro. Mi misi a urlare, incitandoli più volte ad andare al lago.

Ma stranamente loro non lo fecero.

Si limitarono a squadrarmi allarmati, in particolare Light.

<< Lyanne...!! Cosa...>>, esclamò, osservando il mio volto.

<< Aiutatela, per favore! C'è Misa laggiù, lui...>>, ansimai, il cuore che mi rimbalzava furiosamente nel petto, minacciando di spaccarmi la cassa toracica da un momento all'altro.

<< Lyanne, lascialo andare.>>, disse ancora Light.

Sapevo che stavo ancora tenendo Near, sapevo che lo stavo stringendo con forza a me. Ma loro non capivano.

<< Lascialo, subito!>>

Delle mani forti e robuste staccarono rigidamente, ma senza violenza il piccolo da me. Light mi sfiorò il collo. << Chi ti ha fatto questo? Cosa è successo?>>

<< Misa!!>>, a quel punto crollai, mettendomi ad urlare con tanta forza, che la mia voce riecheggiò tra gli alberi. << La sta uccidendo!>>

La mano di Light si bloccò. << Cosa...? Chi?>>

<< Nel l-lago...>>, sussurrai.

Non caddi a terra, perchè uno degli infermieri mi sorresse. Non avevo più neanche la forza di tenere gli occhi aperti, perciò riuscii solamente ad udire la voce di Light ordinare all'infermiere di accompagnarmi in infermeria; successivamente udii gli altri seguirlo e capii che stavano correndo verso il lago.

Pur non avendo ormai neppure la forza di pensare, pregai Dio che arrivassero in tempo.

 

   
                                                                                                            ***

 

<< No!!! Ti prego, sto dicendo la verità!!>>, gridai, contorcendomi come una belva che cercava di sfuggire al suo predatore.

Purtroppo i miei sforzi di ribellarmi si rivelarono per la seconda volta inutili a confronto con Light. Le sue braccia imprigionarono le mie dietro la schiena, mentre mi sbatteva contro il muro.

<< Naomi!>>, il suo tono autoritario sottointendeva un ordine, al quale l'infermiera si apprestò ad obbedire, andando ad aprire un armadietto, in cerca di una siringa.

<< Se non ti calmi ti faccio smettere io! Ora dimmi perchè l'hai fatto!!>>

<< Io non ho fatto niente!!! Non sono stata io!!!>>, gridai, sentendo le mie lacrime bollenti scorrere lungo le guance.

Avevano portato il cadavere di Misa fuori dall'acqua, lontano dalla riva del lago. Dalla finestra dell'infermeria ero riuscita a scorgere la sagoma confusa di Light cercare di rianimarla, mentre da qualche parte, oltre la recinzione, si prolungava la sirena dell'ambulanza.
Pochi minuti dopo Light era entrato in infermeria, accusandomi di averla uccisa.

Era convinto che i graffi sul volto me li avesse fatti lei.

No, non è andata così!

Avevano frainteso tutto.

Io volevo aiutarla!

Infine lui era riuscito ad uccidere lei e ad incastrare me.

<< Naomi! Dammi quella maledetta morfina!!>>, gridò con impazienza, sforzandosi di controllare i miei tentativi di liberarmi.

Lo vidi afferrare la siringa. Gridavo ancora quando sentii l'ago sulla mia pelle.

<< Non è stata lei!!!>>

Una via d'uscita in una trappola di inganni...così apparve la voce di Near alla mia mente.
Light e Naomi si voltarono entrambi verso di lui, i loro sguardi increduli.

Non dissero una parola, mentre il bambino dalla pelle color della neve si stringeva le braccia, guardandomi come se stesse per scoppiare in lacrime. << Un'altra persona...l'ha uccisa.>>, sussurrò.

Naomi e Light si scambiarono un'occhiata reciprocamente vuota. Avvertii chiaramente le mani di Light allentare la presa sui miei polsi.

Naomi gli si avvicinò. << Near! Tu...?>>, dovette fermarsi, perchè la voce le si incrinò. << Hai visto chi è stato?>>

Gli occhi di Near tornarono su di me. Vidi le sue labbra tremare appena, mentre faceva un impercettibile cenno con la testa.
Light mi lasciò andare, allontanandosi di un passo.

<< Chi è stato, allora?>>, gli chiese.

Lasciai vagare il mio sguardo assente sul pavimento. Il bianco acceso che le luci al neon proiettavano sul pavimento plastificato dell'infermeria fomentava le mie palpebre ad abbassarsi.
Un po' come quando si guarda un cielo troppo azzurro.
Solo che l'azzurro era scomparso; ora era rimasto solo il nero.

Alla risposta mancante di Near, Light fece un cenno a Naomi, la quale si inginocchiò di fronte a lui. << Per favore, piccolo>>, esordì. << E' importantissimo. Era uno dei pazienti? Chi è stato?>>

Near non aveva mai parlato con nessuno, eccetto me, in tutto l'Istituto, e forse, anche fuori di esso.
Il pensiero che avesse trovato la forza di fare un'eccezione, per una volta, solo per me, mi fece scorrere un'ultima lacrima. Questa però non era amara come le altre.

Grazie, Near.

<< Su, diccelo! Preferisci scriverlo? Avanti...per favore!>>

C'era una fotocopiatrice funzionante, sulla scrivania di fianco a me. Mentre Naomi e Light prestavano la loro attenzione solo su Near, la macchina ricevette un fax. Sollevai di poco lo sguardo, giusto quel tanto che bastava per vedere il foglio.
Era un semplice indirizzo.

Mail Jeevas, 303 Place Vendôme, Parigi.

Jeevas, mi era familiare quel nome.

<< L'ho visto anch'io>>, dissi con voce scialba, senza staccare gli occhi dalla fotocopiatrice, interrompendo in questo modo le pressioni dei due infermieri su Near.

Aprii la bocca per confidare il nome, quando dalla porta emerse un'altra figura.
Beyond Birthday ci scrutò uno per uno con quegli occhi iniettati di sangue, che si soffermarono su di me.

<< Ehi, ragazzina... ti è esplosa una sacca di sangue in faccia, per caso?>>, domandò divertito, ma anche un po' turbato.

<< Allora, Lyanne? Chi è stato?>>, riprese Light, ignorando il commento di B.

I volti dei due infermieri divennero improvvisamente allarmati, quello di B tradiva un'assoluta perplessità, quando puntai un dito tremante verso di lui.

<< Faccia al muro>>, sibilò immediatamente Light, rivolgendosi a Beyond.

<< Che succede?>>, domandò l'infermiere del reparto numero 2, esitando sulla porta.

<< Ehi, calma Yagami, io non...>>, iniziò a dire Beyond, ma Light afferrò il manganello di legno che teneva allacciato alla cintura, puntandoglielo contro. << E' la seconda volta che ripeto " faccia al muro". Non azzarderei la terza>>

Gli occhi di Beyond assunsero la forma di profondi laghi nei quali scorreva una rabbia purpurea, mentre lui non accennava a muoversi.

<< Di qualunque cosa si tratti, non sono stato io. Sono rimasto nella Mensa Comune fino a cinque minuti fa, l'infermiere può confermarlo.>>, concluse, con un cenno verso l'uomo che se ne stava sulla porta.

<< E' vero...>>, mormorò l'infermiere, facendo vagare lo sguardo da lui a Light, il quale si voltò verso di me.

<< Lyanne?>>, anche se non lo guardavo, sapevo che il suo volto mi chiedeva spiegazioni che non potevo offrirgli. Ero certa di aver visto lui.

Era stato lui.

<< Ma... ma io l'ho visto!>>, balbettai. Beyond tornò a fissarmi, socchiudendo le palpebre. << ...Lui! Ho visto... credevo...>>

Naomi si lasciò sfuggire un sospiro esasperato, mentre Light si passava le mani sul viso, poi tra i capelli, nel tentativo di decidere cosa fare.

<< Ve lo giuro, io...>>, insistetti. << se non era lui, ci assomigliava davvero tanto!!>>

Light mi guardò di sottecchi e per una decina di secondi nessuno disse una parola.

<< D'accordo.>>, sussurrò infine. << Portiamo tutti i pazienti nelle loro camere, che nessuno esca stanotte. Dobbiamo raddoppiare la sorveglianza; finchè la scientifica non ci dirà qualcosa di più riguardo alla morte di Amane, teniamoci bene a mente che c'è un assassino tra di noi, di conseguenza sarà opportuna la massima cautela.>>

<< Lyanne, prendi queste.>>, Naomi mi porse delle salviette. << Ti ho disinfettato tutti i graffi, ora cerca di pulirti dal sangue. E' comprensibile che ora tu sia confusa, proveremo a riparlarne domani. Con calma>>, aggiunse, ignorando l'occhiata di Light. << Accompagnali tutti alle loro stanze>>, disse, rivolgendosi all'infermiere.

Non appena uscimmo, la porta venne chiusa con un tonfo dietro di noi. Probabilmente Light era furioso, poichè non sapeva cosa pensare. Il primo a venire chiuso nella stanza fu Near. Mi guardò dalla sottile finestrella della porta, prima che l'infermiere ci conducesse verso le scale.
Tutt'intorno a noi, il personale si stava dando un gran daffare per portare i pazienti nelle loro stanze il più celermente possibile.
Notai che alcuni di loro mi lanciavano occhiate scioccate e incuriosite e istintivamente mi ricordai del sangue.
Iniziai a strofinarmi la faccia e scoprii con orrore che ce l'avevo dappertutto: tra i capelli, sulle guance, sul collo, sotto il naso, sulle labbra...ne avvertivo il sapore, sulla lingua.

<< E così il fantomatico killer mi somigliava, eh?>>, sussurrò al mio orecchio B, inclinandosi di poco verso di me, mentre salivamo le scale che portavano al reparto numero 5.

Tenni lo sguardo verso il basso. Per tutto il tempo avevo cercato di evitare di guardarlo.
Chissà cosa pensava di me, in quel momento.
Forse mi odiava.
Forse provava il desiderio di uccidermi, per averlo incolpato.

<< So quello che ho visto>>, risposi semplicemente, mentre percorrevamo il corridoio.

<< E io credo di sapere chi hai visto.>>, rispose lui, lasciandomi senza parole. << Sempre che non fosse un'allucinazione, e c'è un buon 94% di probabilità che lo fosse.>>

Ci fermammo a pochi passi dalla sua camera, mentre l'infermiere ci passava davanti, tirando fuori un mazzo di chiavi. Approfittando del fatto che stava cercando la chiave giusta, mi voltai a mio malgrado verso di lui.

<< Che vuoi dire?>>

<< Sai, fino all'anno scorso in quest'Ospedale c'era una sola persona che mi somigliava. Personalmente, non ho mai trovato tutta questa affinità in lui, ma agli occhi degli altri venivamo scambiati quasi per fratelli. Stessa altezza, stesso taglio del viso, stessi capelli...>>, dichiarò, scrutando con attenzione il mio volto. Non avevo la forza di parlare.

<< Non posso crederci>>, sussurrò. << Hai visto davvero L?>>

La mia mente si rifiutava di ragionare. Tutto quello che volevo era chiudere gli occhi e addormentarmi, entrando in un sogno fantastico, per fuggire da questo incubo dolorosamente reale.

<< Poco prima di venire aggredita, Misa ha accennato a L Lawliet. Chi era?>>

La mascella di Beyond si irrigidì.

<< Era colui che tu non puoi aver visto, dato che è morto.>>

<< Lo so che è morto! Ma Misa ha detto che era stata colpa sua! Era un paziente dell'Ospedale! Occupava il reparto numero 7 prima di me, vero? Che gli è successo?>>

Una strana ruga di perplessità mistificò il volto di Beyond. Mi squadrò per un secondo, poi si lasciò sfuggire una risatina. << ...Cosa? Chi ti ha detto che L era un paziente?>>

<< Dentro, B>>, ci interruppe l'infermiere, aprendo la porta. Lui voltò distrattamente il volto verso l'uomo. Fece un passo verso la camera, poi si girò un'ultima volta verso di me. << L non era affatto un paziente. Era l'infermiere che esercitava il turno di notte con Light.>>

 

 

                                                                                                                [ continua]

 

 

Eccomi qui, finalmente!

Aggiornamento: 2 settembre, come promesso ^^

( Oh, noooo T.T direte voi...)


 

Sarete felici di sapere che questo era l'ultimo capitolo vago e pieno di interrogativi. I prossimi capitoli saranno anche gli ultimi, quelli nei quali verrà svelato tutto!

Solo un piccolo N.B. : per motivi di organizzazione, dato che lo svolgimento dei fatti non può essere reso dal punto di vista di Lyanne ( ci ho già provato, e veniva fuori un ingarbuglio terribilmente confusionario), la visione dei fatti passerà a Naomi Misora.

Perciò, tenetevi forte e preparatevi al peggio! ( Non scherzo)


Ah, un'ultima cosa: siccome non ho mai una buona dose di tempo unito per rispondere alle vostre recensioni ho deciso che vi risponderò con un messaggio privato, con calma e tranquillità, per farvi capire quanto ci tenga ai vostri pareri e quanto mi faccia felice sapere che mi seguiate con perseveranza!

Grazie a tutti voi <3 

 

Un bacio, Luce 


Un bacio 


Srete  


 

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Luce Lawliet