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Autore: Eileen_Zero    03/09/2011    1 recensioni
E' periodo di G.U.F.O ad Hogwarts. Lily Evans affronta la mattinata sostenendo l'esame di Pozioni, ma non è affatto serena. Il giorno prima era stata duramente insultata da quello che lei pensava un buon amico. Con Severus Snape trascorreva molto del suo tempo, anche per studiare insieme. Ma il litigio che era seguito e le parole delle sue amiche e del professore Slughorn, l'avevano convinta a chiudere il rapporto. Perchè doveva desiderare la compagnia di chi l'aveva disprezzata a causa delle sue origini babbane?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Horace Lumacorno, Lily Evans | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Se posso scegliere, non voglio subire

 

«Lily, Lily! Alzati!» Le urla di Mary non impiegarono molto a far svegliare la ragazza che dormiva nel letto affianco al suo. «Immagino che le altre siano già in sala comune a ripassare» Aggiunse Mary mentre si sistemava la camicia e controllava allo specchio la condizione dei suoi capelli, velocemente acconciati in una lunga treccia nera. Era quasi pronta e, per esserlo lei, significava che avevano a disposizione a malapena dieci minuti per scendere a fare colazione in Sala Grande.
«Credo di non aver dormito molto bene» Disse poi Lily, come a voler giustificare il fatto di non essersi alzata per prima, come suo solito, per svegliare le altre. Le piaceva essere pronta per tempo, soprattutto quando le aspettava una mattinata d’esame come quella. Invece, era ancora seduta sul letto, con i lunghi capelli rossi arruffati e una smorfia disegnata sul volto, e fissava il vuoto.
«Lo credo! Non hai fatto che rigirarti nel letto» Le rispose Mary.
«Devo aver fatto qualche brutto sogno… può succedere»
E certo che poteva succedere. Quella mattina aveva l’esame per il G.U.F.O. di Pozioni e non sarebbe mai stata tanto tranquilla e sicura di quello che sapeva se non avesse passato più ore del solito a studiare con la stessa persona con la quale aveva pesantemente litigato il giorno prima.
«Andiamo, Lily, o devo vestirti io? » La voce di Mary interruppe bruscamente i suoi pensieri e la convinse all’istante a darsi una mossa.

Quando poco dopo scesero nella Sala comune, si resero conto che le altre compagne già si erano recate nella Sala Grande per la colazione, fecero altrettanto. Attraversando il ritratto della Signora Grassa, però, Lily si fermò sulla soglia. Una morsa allo stomaco l’aveva presa alla sprovvista. Le era sembrato di vedere per un momento la sagoma di Severus in piedi di fronte a lei, dopo aver passato, come aveva minacciato di fare, un’intera notte lì fuori aspettando  che lei si decidesse ad ascoltarlo.
L'aveva implorata di poter essere ascoltato. Ma lei aveva dimostrato che non c’era alcun modo per trapassare quello strato di amarezza, delusione, scoraggiamento che la circondava. Non che non fosse solitamente una ragazza che agiva con determinazione e convinzione,  ma quella volta il suo atteggiamento non aveva lasciato spazio all’eventualità di un ripensamento. Lei stessa, forse, era stata spiazzata da tanta fermezza. Davvero era stata capace di chiudere ogni porta alla comprensione in quella maniera?

Ma prima che Mary, che aveva proseguito a camminare avanti a lei, si accorgesse della sua esitazione, si affrettò a raggiungerla a passo svelto. Quello che desiderava di meno in quel momento era darle un pretesto per ricominciare a ripeterle con ostinazione le sue opinioni sul conto di Severus, come era successo il giorno prima.

Appena aveva riferito alle sue amiche dell’infelice uscita di Severus nel parco, infatti, senza aver avuto ancora modo di digerire, o perlomeno mandare giù, quanto avvenuto, era stata letteralmente accerchiata dalle compagne e scortata nei dormitori. Non esattamente lucida, si lasciò guidare nella sua stanza dove venne assalita da frasi , che probabilmente facevano parte di una convinta opera di persuasione, che non ammetteva molte repliche…
«Ma lo vuoi capire che siete troppo diversi, Lily? »
«Hai visto che modo ha di ricambiarti? E le persone non cambiano mai.. »
«Ma come fai a frequentarlo come se fosse un tuo amico! Significherebbe porti allo stesso livello di Mulciber! »
«Mi devi spiegare cos’è che ti spinge a mandare avanti un rapporto che ti riduce in questo stato! » sbottò Mary quando scorse una lacrima che si faceva spazio lungo le sue rosee guance. «Ci tieni così tanto a sprecarti per salvare quel Snape[1] dal diventare Mangiamorte?O forse vuoi aiutarlo contro James e gli altri Malandrini? Abbiamo notato quanto gradisce il tuo interessamento, difatti! E, fammi dire adesso, che si merita quello che gli combinano!» Fece una pausa per riprendere fiato e continuò  «James…James, piuttosto…»
Al suono delle ultime parole Lily si voltò quasi sconvolta verso Mary, che non continuò la sua frase. I suoi occhi, ormai, erano gonfi di lacrime. E senza che riuscì a dire nulla, si alzò di colpo e uscì velocemente dalla stanza, dando la chiara impressione di non voler essere seguita. Le sue amiche non seppero se interpretarlo come un gesto di dissenso o meno. Quello di cui erano certe era che voleva stare da sola.

L’argomento non era stato più ripreso fino a quella mattina a colazione. Della discussione avvenuta la sera precedente, Lily non aveva fatto parola, ma le sue compagne erano a conoscenza di quanto si erano detti, poiché le loro voci avevano attraversato facilmente il buco del ritratto fino alla silenziosa Sala Comune.
«Non starai mica ripensando a quello lì, vero?Hai fatto benissimo! Tu non meriti certi trattamenti, mettitelo bene in testa! » La scrollò Mary, quando si accorse che era immersa nei suoi pensieri. Alle sue parole, Lily forzò un sorriso e s’inserì nella conversazione con le altre.

Finito di mangiare, raggiunsero l’aula di Pozioni. I Grifondoro erano i primi a sostenere l’esame quella mattina. A seguire sarebbe stato il turno degli studenti Serpeverde e, nel pomeriggio, Tassorosso e Corvonero.
Quando il professore di Pozioni, Slughorn, aprì la porta dell’aula, mostrando la sua imponente mole, li invitò ad entrare con un gesto accomodante del braccio che mise alla dura prova la resistenza dei bottoni della sua giaccia di velluto.
 Ogni studente prese posto di fronte ad un calderone. Erano propriamente distanziati l’uno dall’altro per evitare illecite collaborazioni tra studenti. Lily cominciò a percepire un po’ di tensione, tanto che ignorò l’invito di Mary a prendere il posto a lei adiacente.
«Se siete pronti, cari ragazzi, l’esame può avere inizio. Avete novanta minuti a disposizione» Disse il professor Slughorn, rivolgendo a Lily un sorriso d’incoraggiamento, mentre con un colpo di bacchetta fece comparire sulla lavagna il nome della Pozione richiesta e sui banchi gli ingredienti necessari più alcuni superflui.

Allo scadere del tempo, Lily fu tra le ultime a consegnare la fialetta con il suo elaborato, che fu riposta accuratamente in una valigetta insieme alle altre. Stava uscendo dall’aula per raggiungere le sue compagne, quando la bloccò il professore Slughorn, dedicandole a bassa voce e con tono amichevole parole rassicuranti.
«Non dovrei certo dirti nulla, ma a colpo d’occhio è quasi sicuramente un Eccezionale» Per poi aggiungere, di fronte ad una mancata risposta di Lily «…sicuramente meritato. Sorprendente, come sempre. Davvero sorprendente! » Il volto della ragazza non assunse la solita espressione di finto compiacimento nell’ascoltare le lodi del professore, bensì un’espressione quasi seccata.
«E come mai crede che sia così sorprendente, signore?» Disse Lily bruscamente con un tono di voce piuttosto alto, che attirò l’attenzione dei ragazzi Serpeverde nel corridoio che aspettavano di affrontare l’esame. «È sorprendente per una che è di origini Babbane, non è così, signore? »
Era lampante la sorpresa sul volto del professore Slughorn, stupito da quell’inaspettata reazione di una solitamente mansueta Lily.
Non essendo neanche lei abituata a rivolgersi così ad un insegnante, si voltò e si allontanò rapidamente, non prima di aver lanciato una celere occhiataccia al gruppo di ragazzi che alla pronuncia della parola “Babbane” aveva iniziato a sghignazzare. Tra loro le era sembrato  di scorgere un ragazzo magrolino, dai lunghi capelli corvini, ma corse via senza  indugiare ancora.

Il tempo di fare qualche passo che si era già pentita del comportamento assunto con il professore, ma quella non era la prima volta che questi mostrava la sua curiosità nello scoprire le sue capacità di pozionista non ereditate da genitori maghi.

Era una delle prime lezioni di Pozioni del primo anno e condivideva il banco con un piccolo Severus. Si erano appena cimentati nella preparazione di una Pozione piuttosto semplice, quando lo stesso paffuto professor Slughorn camminava tra i banchi per giudicare il lavoro di ognuno. Quando la sua attenzione si rivolse al contenuto dei loro calderoni, con grande soddisfazione si complimentò con loro
«Praticamente impeccabile. Ottima l’idea di aggiungere una fogliolina di Artemisia. Sarai un Serpeverde coi fiocchi, ragazzo»
Severus rispose con un accenno di sorriso, carico di appagamento.
«Bene, molto bene anche tu, ragazza. Il tuo nome è Evans…Lily, se non sbaglio»
«Sì, signore» rispose Lily timidamente.
«Non credo di ricordare, ma i tuoi genitori hanno studiato in questa scuola? Il tuo talento deriva da loro, immagino»
«Veramente no» Rispose Lily imbarazzata e confusa «I miei genitori non hanno studiato qui, perché loro sono…» Esitò un momento per poi concludere «babbani».
Ascoltata la sua risposta Slughorn mutò la sua espressione da entusiasta a leggermente delusa, chiaramente preso in contropiede.
«Oh, certo, certo» Concluse brevemente per poi passare oltre.
Assistendo a quel comportamento, Lily non poté fare a meno di voltarsi verso Severus, che la stava guardando a sua volta con un’espressione al limite tra il dispiaciuto e l’interrogativo. Lei non parlò, ma sembrò impegnarsi al massimo per volergli trasmettere con uno sguardo tutto il suo disappunto. Lui l’aveva rassicurata sul fatto che le sue origini non avrebbero costituito un presupposto a sentirsi diversi.

E invece per alcuni era diverso, lo era eccome. Se ne rese conto in quell’episodio: sarebbe sempre stato così.

Le parole di Slughorn di fine esame, inevitabilmente le riportarono alla mente l’insulto ricevuto il giorno prima. E non poteva sostenere ancora quei riferimenti. Non quella mattina.
Sanguesporco” Le era stato urlato contro.

Era stanca. Finché si prospettava di passare sopra a qualche nota di amarezza nei commenti di un professore, avrebbe potuto sopportarlo. Ma per quale motivo avrebbe dovuto minimamente desiderare di riallacciare un rapporto con chi le sputava in faccia simili ingiurie?



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[1]Qui come di seguito, ho scelto di non tradurre i nomi di Severus Snape e di Horace Slughorn; inoltre, ho preferito la traduzione letterale, a mio parere più adeguata, dell'inglese "mudblood".



Non sono esattamente soddisfatta di questa one-shot, ma ormai l'ho scritta e sono curiosa di sapere cosa ne pensate :)

Un saluto a tutti,
Eileen

  
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