03/09/2011
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Last day in Hell
Mentre lo scrutava, Itachi pensò che si adattava perfettamente al suo umore. Ormai non era più in grado di provare felicità da molto, troppo tempo.
Sospirò, voltandosi verso il suo compagno.
- Kisame. – mormorò.
- Sono pronto. – l’uomo annuì con decisione.
- Assicurati che sia solo. – Il ragazzo si girò e fece per andarsene, fermandosi subito dopo. Esitò, per un attimo, indeciso se parlare o meno.
- Itachi-san, se prendi troppo freddo ti farai venire un altro attacco. – Kisame interruppe i suoi pensieri.
Itachi sorrise amaramente. – Ormai non è più importante. – disse cupamente.
A quel punto lasciò solo l’uomo con uno scatto fulmineo. Stava male, si sentiva debole, ma doveva resistere. Sarebbe finito tutto entro qualche ora. Doveva solo avere pazienza e resistere.
Aveva aspettato per anni quel momento, calcolando ogni cosa nei minimi dettagli, ormai doveva solo avere pazienza.
Socchiuse gli occhi, il vento che gli colpiva il viso pallido lo infastidiva e lo faceva lacrimare.
Arrivò davanti a una grande costruzione, si avvicinò al portone, sopra vi era inciso lo stemma del clan Uchiha. Lo spinse ed entrò nella grande sala spoglia. Era priva di mobili, a parte un grande trono in pietra all’altro lato della stanza. Lo raggiunse a grandi passi e vi si accomodò, con un sospiro.
Il suo malessere si attenuò appena, mentre si rilassava. Ma sentiva comunque il bisogno della medicina. Non l’avrebbe presa, doveva solo aspettare un altro po’, poi sarebbe stato libero, sarebbe morto, per la prima volta veramente.
Si era sentito morire innumerevoli volte negli ultimi anni, ma finalmente sarebbe successo sul serio. Dal giorno dello sterminio portava dentro di se quel senso di marcio e morte, di cui non si era mai liberato. Quella sensazione aumentava sempre di più ogni volta che le sue mani si sporcavano di sangue non suo. Ormai si sentiva marcio dentro. Era buffo, lui, che aveva soppresso ogni sentimento ed emozione, non era riuscito a liberarsi di quella sensazione. Quella fastidiosa sensazione, che attentava al suo autocontrollo ogni maledetto giorno.
Itachi odiava la sua vita. Aveva iniziato a odiarla quando era ancora solo un bambino e crescendo quell’odio era aumentato maggiormente. Si odiava per quello che aveva fatto al suo clan, per aver condannato suo fratello a quell’esistenza, si odiava per ciò che gli ordinavano di fare dall’Akatsuki, si odiava in ogni momento, per questo desiderava morire più di ogni atra cosa, voleva morire per mano di suo fratello.
Chiuse gli occhi, assaporando gli ultimi istanti della sua maledetta vita. Presto sarebbe morto, sarebbe accaduto per davvero.
Sasuke stava arrivando. La Morte stava arrivando.
Itachi sorrise, aprendo nuovamente gli occhi. La sua attesa era finita, Sasuke era lì, davanti a lui.
Lo guardava con rabbia, con quegli occhi rosso sangue, non adatti ad un ragazzino, quale era.
Itachi ricambiò lo sguardo del fratello con un’occhiata arrogante. – Fin dove riesci a vedere col tuo Sharingan?
Sasuke strinse gli occhi a due fessure. – Ti vedo morto. – sibilò minaccioso.
Per la prima volta dopo tanto tempo, Itachi provò un moto di sollievo e gratitudine. Sarebbe morto di lì a poco.
* * *
Uno semplice sclero venuto fuori solo perchè avevo in mente una canzone. ^^"
Non è niente di che, ma se dovesse piacere a qualcuno direi che un commentino non mi darebbe alcun fastidio. XD
Adesso la finisco di rompere e vi lascio in pace. Grazie per aver letto fino a qui. :)
Black Drop