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Autore: Gwendin Luthol    03/09/2011    2 recensioni
“Fabrizio,tutto bene?”.
Ma di chi era quella voce? Ah Carlo,il primo della classe.
Il ragazzo non rispose alla sua stupida domanda ma che forse,allo stesso tempo,era stata una delle più sincere che gli furono mai state fatte in quella stramaledetta scuola.
Fabrizio,con lo sguardo basso preferii che Carlo parlasse un’altra volta prima di cominciare un discorso con lui,ma questo non lo fece. Piuttosto,preferii sedersi sulle scale accanto a lui contemplando la sua rabbia con il silenzio. Ma quel non parlare logorava entrambi così Fabrizio ingoiò le lacrime e domandò con quella ingenuità di un bambino:
“Ma perché il mondo è così crudele con me?”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Mimose appassite
 

Gli avevano sempre detto che i suoi occhi sembravano specchiarsi nel mare più limpido e pure che c’è mentre ora,quel mare era agitato e nervoso.
Non era la prima volta che capitava a Fabrizio. Quella di rimanere a piangere sulle scale dell’entrata del suo liceo. Solo,con le sue lacrime nell’apparente calma e serenità d’inizio marzo.
“Fabrizia ,nessun ragazzo di ha regalato la mimosa?A scusa,sei soltanto un povero gay sfigato”.
Dicevano così i suoi stupidi compagni di scuola. Ma ciononostante il loro pregiudizio cretino e sciocco,Fabrizio riusciva comunque a rovinarsi l’esistenza.
Piangeva,senza asciugarsi le lacrime scure poiché gli piaceva mettersi un filo di matita agli occhi.
“Sei soltanto un frocio di merda. Fabrizio,perché cazzo ti piacciono i ragazzi?” si ripeteva tenendo serrati i denti dal nervoso. Rigirava le mani su e giù facendo sfogare quel rancore dissolubile che portava dentro di sé da 17 anni circa.
“Fabrizio,tutto bene?”.
Ma di chi era quella voce? Ah Carlo,il primo della classe.
Il ragazzo non rispose alla sua stupida domanda ma che forse,allo stesso tempo,era stata una delle più sincere che gli furono mai state fatte in quella stramaledetta scuola.
Fabrizio,con lo sguardo basso preferii che Carlo parlasse un’altra volta prima di cominciare un discorso con lui,ma questo non lo fece. Piuttosto,preferii sedersi sulle scale accanto a lui contemplando la sua rabbia con il silenzio. Ma quel non parlare logorava entrambi così Fabrizio ingoiò le lacrime e domandò con quella ingenuità di un bambino:
“Ma perché il mondo è così crudele con me?”.
“Perché non è alla tua altezza. Si imbarazza tutte le volte che sorridi, arrossisce quando nota la sinuosità della forma del tuo viso sotto la luce del sole e muore d’invidia quando i fiori sembrano farsi più splendenti al tuo passaggio”.
Di colpo le lacrime del ragazzo si fermarono e la rabbia che pulsava forte nel suo cuore parve darsi pace.
Carlo. Ci aveva parlato pochissime volte e sembrava l’unico a prendere sul serio il suo dolore.
Il ragazzo gli porse un appassito ramoscello di mimosa. Fabrizio alzando lo sguardo incrociò gli occhi neri di Carlo. Bellissimi e profondi come le pozzanghere che riflettono le nuvole cariche di pioggia. Esitò un momento prima di prendere il fiore.
“Fabrizio,sei il ragazzo più carino che abbia mai visto” e detto lo accarezzò asciugandogli le lacrime. Si alzò dalle scale,fece due passi fino all’ingresso della scuola e si girò verso il compagno. Gli sorrise e la sua espressione parve dire:
“Alzati,smetti di piangere e seguimi. Rifatti il trucco e sfoggia il tuo migliore sorriso…perchè affronteremo il mondo insieme”.

  
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