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Autore: HarryJo    03/09/2011    10 recensioni
Breve shot per descrivere il rapporto tra Remus e il cioccolato... Quanto importante era per lui?
Remus odiava quella situazione, aveva capito che ormai non c’era modo di rimediare. Era solo un bambino e le era stata negata anche l’infanzia.
« Il professor Silente dice che puoi andare a Hogwarts comunque, se vuoi » mormorò sua madre.
« E cosa succederà se attacco un altro studente? » domandò cercando di trattenere le lacrime.
« Non succederà, Remus » cercò di confortarlo lei, stringendolo a sé. Quando si staccò gli porse un pezzetto di cioccolata: « Ricordati, quando sei giù, di mangiarne sempre un po’. Aiuta ».
Lui aveva sorriso e aveva dato un morso alla stecca di cioccolato, sentendosi subito meglio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Remus Lupin, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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« Aiuta »

 
« Remus ».
Sua madre lo guardava avvilita, la voce le tremava ed era piuttosto pallida in volto.
« Remus » lo richiamò, vedendo che suo figlio non accennava a rispondere.
Si era seduto in un angolino della camera e guardava la finestra fuori, cercando di ignorare il dolore al collo.
Era passata solo una settimana da quando Greyback l’aveva morso, rovinando tutta la sua vita.
Aveva sentito i suoi genitori parlarne in cucina una sera. Non aveva voluto origliare, ma non riusciva a prendere sonno, e quelle due voci lo raggiungevano anche se lui faceva di tutto pur di non starle a sentire.
 
« Non riuscirà nemmeno a trovare un buon lavoro » aveva detto sua madre. « Guardano malissimo i licantropi, è inutile mentire ». Stava di sicuro piangendo, perché le sue parole risuonavano come un singhiozzo.
« Spero solo che trovi qualcuno che lo ami » aveva risposto suo padre. « Che vada oltre al pregiudizio e che possa risollevargli la vita, che di sicuro non sarà semplice ».
 
Remus odiava quella situazione, aveva capito che ormai non c’era modo di rimediare. Era solo un bambino e le era stata negata anche l’infanzia.
« Il professor Silente dice che puoi andare a Hogwarts comunque, se vuoi » mormorò sua madre.
« E cosa succederà se attacco un altro studente? » domandò cercando di trattenere le lacrime.
« Non succederà, Remus » cercò di confortarlo lei, stringendolo a sé. Quando si staccò gli porse un pezzetto di cioccolata: « Ricordati, quando sei giù, di mangiarne sempre un po’. Aiuta ».
Lui aveva sorriso e aveva dato un morso alla stecca di cioccolato, sentendosi subito meglio.
 
***
 
« Cioccolatoallatte? »
Remus, Sirius, James e Peter stavano cercando di trovare i loro soprannomi da Malandrini.
Remus non riusciva a credere di esser riuscito ad entrare nella loro compagnia, ma ne era felicissimo. Sentiva di essere voluto bene, nonostante il suo “piccolo problema peloso” ed era sicuro che avrebbe sempre potuto contare su di loro.
« Perché mi vuoi chiamare così? » chiese sbalordito a James, che aveva proposto quell’assurdo soprannome.
« Vai sempre in giro con del cioccolato in tasca, credo ti rappresenti abbastanza » alzò le spalle lui, come se fosse ovvio.
« Aiuta » spiegò, esattamente come aveva fatto sua madre qualche anno prima.
« Di certo non alla dieta » lo schernì James.
« Non che lui goda di certi problemi » costatò Sirius. « È quello più in forma qui ».
Peter in quel momento era arrossito, facendosi piccolo piccolo e nascondendo il pezzo di cioccolato che teneva in mano.
« Ci sono! » esclamò James. « Lo chiameremo Cioccoluna! »
« Ma così sembro una Cioccorana! » si sdegnò Remus, ridendo.
« Sì, beh, il senso era quello » ammise James. « Ma non ti va mai bene niente! »
« Lunastorta » intervenne Sirius, improvvisamente. « Il cioccolato è troppo banale. Chiamiamolo Lunastorta ».
Remus gli sorrise, felice. Gli piaceva. Lunastorta.
***
 
« I Potter sono morti » gli disse Silente, con un tono pacato.
Remus non riuscì a credere alle proprie orecchie. « Come? No, non è possibile, ti sbagli! »
« Vorrei tanto » convenne lui. « Ma purtroppo è così ».
Remus sentì le viscere diventargli più pesanti e il cuore frantumarsi in tanti piccoli pezzi.
« Ma pensavo che ci fosse l’Incanto Fidelius a proteggerli… »
I suoi pensieri correvano alla rinfusa nella sua mente, senza riuscire a trovare una logica. Perché James, Lily e Harry non potevano essere morti.
« Infatti, era così. Ma la famiglia Potter ha riposto la sua fiducia nella persona sbagliata ».
D’un tratto il volto di Sirius che ghignava con una risata simile ad un latrato si fece largo nella sua mente. No, non aveva il benché minimo senso, Sirius non poteva averli traditi.
« Ha ucciso anche Peter » aggiunse Silente. « Di lui è rimasto solo un dito ed ora Sirius è ad Azkaban ».
Quelle parole gli giungevano alle orecchie da molto lontano.
« Ti sbagli » disse, con la voce che tremava. « Non può essere andata così, è un sogno, è un incubo, Sirius amava James… »
La verità si rifiutava di impossessarsi di lui. Perché dopo tutti quegli anni di amicizia non si poteva credere ad un simile voltafaccia, specie da una persona che ti aveva sempre dimostrato di volerti bene. Che senso aveva tutto quello? Perché, perché era successo?
« Prendi del cioccolato, Remus… » lo invitò Silente, ma per la prima volta lui rifiutò.
« No. Devo andare ».
Aveva preso ed era uscito da quella stanza, facendo un salto a Godric’s Hollow.
E, nel buio della notte, in mezzo alle macerie, capì di essere nuovamente solo.
 
***
 
Ed infine aveva scoperto che Peter era il traditore, che Sirius era innocente, che Harry era ancora vivo, che c’era ancora qualcuno disposto ad amarlo. Era riuscito a recuperare un po’ della sua vita, aveva avuto un figlio. Ma tutto era svanito in quella tremenda Battaglia. Insensibile, crudele Battaglia. Non c’era più vita nel corpo disteso a terra.
Teddy Lupin chiedeva spesso al suo padrino di parlargli dei suoi genitori, e Harry non poteva fare a meno di raccontargli di suo padre, più che di sua madre. Aveva ammirato Remus e voleva rendergli onore.
 
« Se ti chiedessi la prima parola che ti viene in mente quando pensi a mia madre, cosa mi risponderesti? » gli aveva chiesto una volta.
Harry era rimasto un po’ titubante a pensare, ma poi rispose con un sorriso.
« Rosa shocking » aveva esclamato. « Adoravo quando aveva i capelli in quel modo, era uno sprazzo di vita, tua madre ».
Teddy aveva riso e i suoi capelli erano diventati all’improvviso dello stesso colore che tanto aveva amato Harry di vedere indosso a Tonks.
« E mio padre? » aveva domandato poi.
Harry non ci aveva pensato due volte; si era alzato dalla poltrona in cui era seduto e si era diretto in cucina. Aveva aperto il frigorifero e tirato fuori una cosa quadrata.
« Cioccolato » aveva detto, porgendogli la stecca.
« Come mai? » aveva domandato Teddy, guardando ciò che gli porgeva Harry, sbalordito.
« La prima volta che l’ho visto mi ha portato del cioccolato » aveva spiegato.
« Perché? »
« Secondo lui aiuta » si era limitato a rispondere.
Teddy afferrò la stecca e la mangiò in due bocconi.
 
Da allora anche lui cominciò a girare intorno con una stecca di cioccolato nei pantaloni, e a chiunque gli chiedesse il perché, diceva: « Aiuta ».
   
 
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