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Autore: __MariMalfoy    03/09/2011    10 recensioni
La vita non è proprio facile come tutti pensano. Brittany ha quasi diciannove anni e una vita da vivere, che viene brutalmente spezzata da qualcosa.
Nick è il suo migliore amico. Un migliore amico che ha preferito soldi, musica e fama a lei: Brittany non glielo perdonerà facilmente, è del tutto convinta di averlo dimenticato e con lui tutti i suoi ricordi al riguardo.
Ma se il passato facesse di nuovo capolino?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap ottavo hope

Hopeless

hopeless

Capitolo ottavo

 

“Guarda com’eri brutta, Britt!”

“Joe, avevo tre anni e una frangia che neanche mi arrivava alle sopracciglia… - sospiro, guardando con attenzione l’immagine tra le mie dita, - ero sottoposta alla furia di mia madre”

Nick ridacchia alla vista di una seconda foto, nella quale io e lui sorridevamo in costume. Avevamo solo tre denti, però è poco importante.

Sorrido alla vista di quei vestiti a fiori, di quei capelli biondissimi raccolti in un codino sulla testa, di quei pochi denti, di quell’innocenza che avrei voluto avere di nuovo… di quel morbido peluche che mi portavo sempre dietro (e lo ammetto, ce l’ho ancora).

Joe mi passa un’altra fotografia, molto più recente.

“Qui eravamo a Disney world a Orlando, in Florida” ridacchio, vedendo Kevin, Nick e Joe vestiti da tre moschettieri e io che esibivo orgogliosa il mio vestito rosa da principessa di fronte al castello.

“Eri molto ricercata, Brittany – commenta Nick, divertito, - litigavamo sempre su chi dovesse accompagnarti sulle giostre”

Joe ridacchia, spanciandosi sul divano come se fosse in preda alle convulsioni, quest’uomo comincia seriamente a preoccuparmi.

Pesco una foto a caso da una scatola che aveva portato prima Nick, e ciò che vedo mi mozza il respiro.

In questa foto non ci sono io, bensì un’altra ragazza e si tengono per mano. Giro l’immagine e la data 2006 spicca da una parte: lei è venuta chiaramente dopo di me, subito dopo di me.

“Ah, quella è Miley – spiega Joe, indicandomi la ragazza con un dito, - è stata la ragazza di Nick per due anni, era molto carina ed erano sempre appiccicati…”

Le parole di Joe attraversano la mia testa come un mantra, mentre Nick cerca di fermarlo dal suo farneticare su Miley.

“Erano tanto innamorati…”

Cosa? È così, allora. A quattordici stupidi anni mi ero illusa di poterlo avere un giorno, poi sono cresciuta e a diciassette avevo finalmente detto di essermi “disintossicata”. E poi… poi a diciotto è tornato e mi sono illusa di nuovo grazie a tutte quelle attenzioni che mi rivolge.

Ma non le rivolge a me, ma al cancro, al fatto che potrò morire da un momento all’altro, che probabilmente potrei accasciarmi al suolo uno di questi giorni senza neanche accorgermene.

Sì, sono proprio una senza speranza.

“Britt, tutto okay?”

Distolgo lo sguardo lucido dalla foto ancora tra le mie mani e scuoto la testa, rivolgendomi verso Nick, che osserva preoccupato il mio viso.

Borbotto un “sì” stretto, prima di riporre l’immagine da una parte, lontana dai miei occhi e dal mio cuore.

“Ehi Britt, ma lo sai che voi due sembrate proprio fidanzati? – ridacchia Joe, frugando nella scatola dei ricordi, - poi vi sposerete, avrete bambini…”

Mi irrigidisco immediatamente alla sua affermazione e socchiudo gli occhi, turbata, e Nick si agita subito, desideroso di lanciare qualcosa contro a suo fratello.

“Joe, ho il cancro” mormoro flebile.

Il suo sorriso si spegne immediatamente, mi alzo veloce dal divano per non far vedere le mie lacrime e scorgo Nick che spiega a suo fratello la situazione.

“Brittany, non lo sapevo, mi dispiace – dice Joe dispiaciuto, arrivando in cucina dove mi ero rifugiata in preda ai singhiozzi, - dai, sorridi”

Dai sorridi… come se fosse facile, vero Joe? Come se non dovessi io avere un cancro che mi si ingigantisce giorno per giorno, come se io non dovessi morire tra meno di due settimane.

“Non dirlo a nessuno, Joseph. Non voglio che lo sappia nessuno tranne voi, solo dopo potranno saperlo” borbotto, appoggiandomi al bancone e asciugandomi una lacrima con una mano.

Lui annuisce, prima che un rumore strano inondi la stanza: ma che cavolo è?

“Scusate – mormora Nick imbarazzato, grattandosi la testa, - è il mio stomaco: ho fame”

Ridacchio seguita a breve tempo da Joe, che non esita a prendere il cellulare per chiamare qualcuno che ci porti delle pizze, ma poi lo lancia a me perché non conosce nessuno con cui parlare.

Dopo aver ordinato le pizze e aver superato il momento di imbarazzo, Joe si lancia sul divano e Nick anche, mentre alla povera sottoscritta tocca sistemare tutto il casino che hanno combinato lanciando le foto all’aria. Cercando di evitare quella di Miley, le immagini tornano tutte al loro posto e con loro anche i ricordi più vecchi.

Joe sembra aver dimenticato il fatto che ha una malata di cancro di fronte a sé e se la ride alla grande: forse è diventato un egoista cosmico, però sono sicura che manterrà il segreto, o almeno spero.

Durante quella mezz’ora di attesa nessuno ha parlato: loro, perché forse sono troppo impegnati a guardare la televisione sdraiati sul divano, e la sottoscritta isolata in cucina a pensare e a piangere sommessamente.

Quell’ostentata indifferenza che mostrano quei due è per me insopportabile. Ho sempre saputo di fare vittimismo, e con l’avanzare del cancro sono peggiorata, ma mi resta impossibile credere di essere invisibile o di non essere compatita. È una cosa squallida, lo so.

Anche auto compiangersi è squallido: sa di persona sola e senza nessuno. Non ho mai detto di non aver alcuna persona su fare affidamento, solo che non voglio creare problemi ad altri ed essere dipendente economicamente e moralmente da una persona mi turba, mi fa sentire inutile.

E in questo momento dipendo da Nick, anzi lo sono sempre stata dipendente da lui e non voglio fare i soliti discorsi da ragazza innamorata e mielosa che lo paragona alla droga o roba del genere, cose da romanzi rosa di seconda categoria.

Ticchetto di nuovo le dita sul tavolo, immersa nei miei pensieri.

“Brittany, non vieni di là?” chiede Nick, spuntando dalla porta della cucina.

No, non vengo, anzi sì.  O forse no.

Si avvicina a me, sposta la sedia abbastanza per sedersi e poi mi fissa curioso, aspettando che dica qualcosa.

“Che stai facendo?”

Lui in risposta punta di più i suoi occhi castani su di me, tanto da farmi distogliere lo sguardo altrove. Odio quanto mi fissa in quel modo, mi dà fastidio essere scoperta in quel modo.

“Ti fisso, Brittany, e aspetto che tu mi risponda e mi dica che ti succede – spiega lui, - lo so che Joe è stato un po’ imprudente, ma non lo sapeva… capiscilo”

Mi stupisco dal fatto che pensi che io sia arrabbiata con Joe: non posso fargliene una colpa se ho una sensibilità debole, un cuore che non regge e la lacrima facile. Anzi, lo faccio sentire colpevole di qualcosa che non ha fatto, o forse solo io la penso così e lui se ne frega.

“Nick, non è per Joe, figurati – sospiro, guardando il tavolo, - solo che mi sto rendendo conto di quanto il tempo passi veloce, di quanto poco ne ho a disposizione e di quanto farà male andarmene”

Nick non fa niente e non commenta, si limita a guardare il tavolo: sa che se incontrassi i suoi occhi non mi racconterebbero altro se non tristezza infinita. Non vuole buttarmi giù, ecco, ma dovrà arrendersi a quella che si chiama evidenza.

“Cinque giorni. Cinque fottutissimi giorni da sprecare al massimo, e sto piangendo su me stessa in una cucina solo perché tuo fratello Joe me l’ha ricordato! Quanto potrò essere patetica?!” pigolo ormai sconfitta.

Nick non dice niente e le parole pesano nel silenzio appena creato, si infrangono nell’attesa di una risposta. Nessuno dei due parla, mentre il rumore della televisione riempie i suoni non detti, le emozioni non espresse, i sentimenti non capiti.

“Ehi, perché voi due restate lì in cucina? - chiede Joe curioso, quando il campanello ci distoglie dai nostri pensieri e suona, - oh, sono arrivate le pizze!” trilla.

Lo osservo saltellare verso la porta ed aprirla, tutto contento di ricevere la sua pizza; Nick scuote la testa, comincia ad apparecchiare insieme a me e il silenzio persiste e dura per un po’.

La ragazza castana che serve le pizze lo fissa curiosa, nella sua testa neanche si propaga l’idea di avere una rockstar in carne e ossa di fronte a lei: Joe le sorride seducente e in quel momento suggerirei ad Aileen, così si chiama la ragazza (lo leggo dal cartellino), di sputargli in un occhio e andare via.

“Ehi”

Guardo disgustata la scena  con Nick, immobile come me e so anche che lo stesso pensiero ci affolla la mente: che schifo. E al contrario di quanto si pensi, Aileen risponde con un cenno della testa con timidezza, poi esplode.

“Oh, cazzo, ma le prendi queste pizze che le mani mi stanno cocendo? - sibila, sbattendogli prepotentemente le scatole sul petto. – non ho tempo da perdere!”

Joe sgrana gli occhi sorpreso, Nick ridacchia e mi accingo velocemente a prendere pizze e darle i soldi in modo che se ne possa andare per non ammazzare quel cretino di infantile ventiduenne.

“Odio gli idioti che cercano di rimorchiarmi mentre lavoro, perciò ora sparisco e spero che non ti veda mai più - borbotta, mettendosi i soldi in tasca e prendendo una sigaretta dalla camicetta per poi accenderla e andare via colma d’ira.

Joe rimane basito a fissare la sua figura che sale sul motorino e si allontana a folle velocità.

“Joe, sei fidanzato!” esclamo indignata, appena la porta si chiude.

Lui si stringe nelle spalle e bofonchia sommessamente che quella lì gli ha dato un due di picche, raggiungendo Nick e dandogli una pacca fraterna così per niente. Inarco un sopracciglio, mentre mi siedo al tavolo e apro il cartone della pizza.

“So che devi scappare dalla vampira, ma sei comunque un traditore!” riprendo, infilandomi in bocca una fetta bollente.

“Sei gelosa, eh? - biascica Nick con la bocca piena – lo sapevo che eri ancora innamorata di lui come tempo fa!”

Il mio carissimo migliore amico riceve uno schiaffo sulla schiena così forte da parte mia che quasi si affoga: comincia a tossire spasmodicamente e diventa rosso come un pomodoro; mi dovrei sentire in colpa per averlo quasi ucciso?

“Ero gelosa della mia pizza”

Nick si sta riprendendo lentamente, Joe bisbiglia parole incomprensibili contro di noi e soprattutto contro di me, perché l’ho fermato nel suo momento di “rimorchiamento”.

“Joe, quando ripartirai?” chiedo dopo un po’, dopo aver finito di mangiare neanche mezza pizza.

Lui biascica qualcosa che non capisco, probabilmente un non lo so.
“Ha detto che partirà domani mattina – traduce Nick con un piccolo sorriso, - mi farò pagare come traduttore”

Soffoco quella che dovrebbe essere un risolino, ma poi penso a dove posso cacciare Joe a casa mia, visto che non c’è più spazio; quando glielo chiedo dice che suo fratello sarà più che contento di condividere il letto con lui.

La serata trascorre così, con un sorriso stentato e un po’ falso, non un passo sull’argomento malattia, un po’ di ricordi, tante lacrime represse e tanta voglia di tornare indietro e vivere di nuovo, daccapo.

Quando quei due vanno a dormire, le difese mostrate quella sera cadono di nuovo e scoppio come una bomba a orologeria: devo essere regolata prima che possa esplodere.

E le lacrime, quelle tante lacrime vengono soffocate da un cuscino, si infrangono su una stoffa, singhiozzi repressi che esplodono, frustrazioni che vengono fuori, disperazione e un po’ di rassegnazione.

E quando le braccia calde di Nick mi avvolgono senza esitazione, mi aggrappo a lui, perché so che sarà una delle ultime volte in cui sarò capace di farlo.

L'angolo di Mari

Mi vergogno talmente tanto di questo capitolo che non volevo postarlo. Sapete perchè? Perchè mi sto accorgendo che Hopeless sta diventando patetica, come le altre che ho scritto. E non voglio che lo diventi, visto che per me è una storia importante, che racconta qualcosa che ho vissuto e che sto realmente vivendo.

Ma le recensioni lo dimostrano e a me non è che mi interessino più di tanto, mi importa la sincerità con cui le scrivete e voglio sapere se vi piace davvero Hopeless. Per vari motivi, poi, ho deciso di abbandonare il fandom perchè ormai la situazione sta diventando insostenibile e non sono più una fan dei Jonas, assolutamente.  IO NON SCRIVO BENE, NON SONO UNA SCRITTRICE PROFESSIONISTA né lo voglio diventare (il giornalismo mi basta, grazie)  ben presto non mi vedrete più qui... sento un richiamo da parte di Harry Potter e dalle Originali, anche se non abbandonerò facilmente questo fandom. NON VI LIBERERETE DI ME! *risata malvagia*

In questo periodo le situazioni stanno peggiorando, e voglio prendermi un po' cura di me, delle persone che ho accanto, perciò concluderò tutte le storie e me ne andrò per un po'. Spero mi capiate e capiate anche che situazione sto passando.
Riguardo il capitolo NO COMMENT osceno. Voglio solo un po' sdrammatizzare perchè gli ultimi due capitoli non saranno certamente allegri, vi avverto, e spero di farvi tirar fuori un po' di fazzoletti. Ho scritto due Missing Moments, li infilerò da qualche parte.
Il personaggio di Aileen è ispirato ad una persona realmente esistente, che è __PleaseStay. Non ho mai fatto abbastanza per lei <3
Ringrazio tutte voi che recensite, che non mi fate sentire una nullità quale sono, GRAZIE seriamente.
Spero non vi siate dimenticate di me e dei miei personaggi!

Al mio Esercito, che altrimenti devo scrivere tutti i vostri nomi e mi viene un tunnel carpale, scusatemi in anticipo, per essere così fottutamente bello e unito.
Alla mia Ilaria, che poverina non le ho mai dedicato niente, perciò... ti voglio bene, stalker <3
A quelle 29 persone che mi tengono tra gli autori preferiti... grazie :)

Mari

  
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