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Autore: Rei Hino    03/09/2011    5 recensioni
Jack/Ianto- Tempo non specificato, tra la seconda e la terza stagione.
Pensieri, paure e speranze dei due amanti, in una sera come tante, in un incontro come un altro, nel buio della loro intimità.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spero di non essere andata OOC, specialmente su Jack, e di non aver 'gonfiato' troppo il tutto, ma amo troppo questa coppia per non farlo!!

Hope’s Prisoner

 
Un altro soffio, un altro sospiro, un altro gemito soffocato sfuggì alle sue labbra, lucide e rosee, riempiendo tutti i sensi di Jack. Il viso di Ianto era affondato nella sua forte spalla e le sue mani erano strette intorno alle braccia del capitano.
Jack sorrise, teneramente, era delizioso il persistente pudore del ragazzo, nonostante fossero amanti da tempo, nonostante tutto ciò che avevano fatto e passato insieme. Il suo innocente e sensuale tea-boy manteneva una squisita timidezza e un pizzico di vergogna che gli colorava sempre le guancie di un leggero rossore, non appena Jack gli lanciava uno sguardo.
E non era difficile captare le furtive occhiate del giovane gallese verso il suo amato capitano, con quei suoi occhi luminosi e chiari, sensibili e sempre sereni, carichi di mille sensazioni e parole non dette. Confessioni celate e trattenute, con impaccio e ritegno.
 
Spostò le mani dalle lisce cosce del giovane fino alla sua bella schiena, premendolo su di sé ancora di più, spingendo in lui ancora più a fondo. Ianto si inarcò ancora, sotto il peso gentile del suo amante, e trattenne il respiro mentre Jack continuava a farsi strada dentro di lui, stringendogli i fianchi.
Non era mai stato come se lo sarebbe aspettato, Jack era dolce, accorto, pieno di attenzioni, continuava a carezzare tutto il suo corpo con quelle mani morbide, infiammanti e calmanti al contempo, depositava teneri baci su tutta la sua pelle chiara e liscia e si muoveva lentamente. A piccoli affondi ripetuti seguirono lunghe e profonde stoccate, movimenti fluidi e completi che colpivano sempre quel magnifico punto, conducendolo all’estasi.
Non era mai stato più bello che con lui, non aveva mai provato un simile piacere, non aveva mai neppure pensato che lo avrebbe travolto, lui non era così.
Ma Jack…
Jack era stato un fulmine a ciel sereno nella sua vita, era stato la medicina e la luce che lo avevano salvato nel momento più buio della sua esistenza.
Nel momento in cui non aveva più nulla per cui valesse la pena di vivere.
Si era rimproverato mille volte di quei timidi sentimenti che lentamente si erano insinuati dentro di lui per quell’uomo, quando ancora stava lottando per Lisa.
Ma la colpa e il rimorso avevano lasciato ben presto il posto all’imbarazzo e all’illusione.
Illusione che lui potesse rappresentare davvero qualcosa di importante per Jack. Quell’uomo misterioso e immortale, dalla bellezza perfetta e dalla sensualità sconcertante che sicuramente aveva amato, e avrebbe amato, persone molto più importanti di un semplice ragazzino del Galles.
E poi era subentrato altro, emozioni e sentimenti che Jack non pronunciava, perché non ne aveva bisogno, li palesava in altro modo, li svelava ad ogni abbraccio e ad ogni bacio che gli donava nell’intimità del loro letto.
Nel buio e nel silenzio, dove sarebbero stati protetti, celati e conservati gelosamente, in un universo che si logorava intorno a lui.
 
E non erano illusioni di un ragazzino innamorato, ‘i tristi sogni di un amante part-time’.
E non c’era niente di più bello che essere tra le sue braccia, stretto a lui, con le dita tra le sue ciocche castane e sentire il proprio cuore battere all’unisono con il suo.
 
“Jack…”
Fu appena un soffio, un lieve mormorio, il capitano gli portò le mani ai capelli e si scostò leggermente indietro col busto per poterlo vedere negli occhi chiari e offuscati dalla passione. Gli prese le labbra tra le sue, assaporando pienamente il loro dolce sapore e lo guidò a stendersi supino sulla piccola branda che spesso li ospitava entrambi su di sé.
Era la sua dolcezza a spiazzarlo sempre, lo aveva da sempre spiazzato, e colpito, da subito, da quando si erano ritrovati l’uno sopra l’altro in quel magazzino, dopo esser rotolati via dallo pterodattilo.
Ianto gli portò le braccia al collo e si strinse forte al suo corpo con le mani e le gambe, non smise di baciarlo, a costo di perdere il respiro, e il capitano si perse totalmente in quel caldo abbraccio e tra quei deliziosi mugolii soffocati del giovane, che morivano nella sua bocca, mentre i movimenti del suo bacino diventavano più veloci e più esigenti.
 
E raggiunsero insieme il culmine, affacciandosi sulla soglia di quel dolce oblio, nel medesimo istante.
 
Jack sentì il viso di Ianto poggiarsi sul suo torace, come sempre faceva, gli strinse la vita sottile e gli portò una mano ai capelli. Era così che si addormentavano spesso, ascoltando null’altro che il suono dei propri respiri. Ed erano quelli i momenti di assoluta chiarezza, come pochi Jack ne aveva avuti nella sua lunga ed eterna vita. Vi era una pace e una serenità che poche volte aveva assaporato così pienamente, perché quello che sentiva per quel giovanissimo ragazzo dagli occhi celesti in quell’istante, andava al di là di numerose esperienze passate.
Ne era stato spaventato? Forse… Perché non era così che doveva andare, non l’aveva previsto. Non dopo tutto quello che aveva passato negli anni, vissuto, visto e sofferto, che lo perseguitava giorno dopo giorno, e lo avrebbe sempre seguito… nonostante il capitano Jack Harkness si sforzasse con tutto se stesso per soffocare dentro di sé ogni cosa…
E nonostante avesse obbligato se stesso a non patire più simili sofferenze, per anni.
Per anni era riuscito ad adempiere quest’ordine.
Ma aveva presto capito che vietare a se stesso di provare determinati sentimenti, impedire al proprio cuore di affezionarsi alle persone, di amare, sarebbe stato inottenibile, crudele e sbagliato.
Aveva capito che l’umanità risiede proprio in questo, tutta la sua bellezza e magnificenza, tutta la sua essenza, risiede nella capacità di Amare.
Amare nonostante tutto, Amare nonostante il dolore.
E Jack non avrebbe mai perso la sua umanità, questo era un obiettivo, una missione, che gli consentiva di andare avanti.
Jack era un’anomalia, era diverso, era sbagliato, ma rimaneva pur sempre un umano, ed era sua intenzione rimanerlo per sempre, qualsiasi cosa fosse accaduta, qualsiasi prezzo avrebbe dovuto pagare.
 
E stringere a sé quel ragazzo, sentire il calore del suo corpo e la sua mano muoversi adagio sul suo petto, carpire la serenità di quel prezioso momento, non faceva altro che rammentargli la sua conclusione, e confermargli che quel che si era concesso di vivere era stato giusto.
Si sentiva squisitamente umano con lui, come non si sentiva da molto, ed era magnifico.
 
Un giorno gli avrebbe detto addio, avrebbe visto morire anche lui, chissà quando, chissà dove e chissà come, ma Ianto si sarebbe spento, prima o poi. Mentre lui sarebbe stato costretto a continuare il suo cammino su quella terra, giovane ed eterno.
Lo strinse ancora di più a sé, gli prese una mano e intrecciò le loro dita. Sospirò profondamente
“Pensieri profondi, capitano?”
Mormorò il ragazzo col suo bellissimo accento gallese e una voce assolutamente serena. Ianto si tirò leggermente su col busto e incatenò gli occhi nei suoi. Sorrideva, il suo sguardo brillava. Jack aveva notato fin dal primo momento tutta l’avvenenza di quel ragazzino coraggioso e testardo, ma mai gli era apparso meraviglioso come in quel momento.
 
Non parlavano mai del futuro, di cosa sarebbe accaduto, di cosa avrebbero fatto da lì a un anno, di futuri possibili progetti, non era necessario, se Jack aveva imparato qualcosa nella sua lunga vita era che nulla era più prezioso del presente.
Nulla era più importante che vivere quegli attimi, perché sarebbero presto terminati, fin troppo presto.
E non parlavano di sentimenti, c’era stata vergogna, c’era stato imbarazzo, ed era poi subentrata la spontanea certezza.
Se Ianto non aveva mai fatto mistero dei suoi sentimenti per lui, per Jack diventava ogni giorno più impossibile nasconderli in sé. Perché la verità era che, dopo le innumerevoli avventure che aveva avuto, dopo i grandi Amori della sua vita, quel ragazzo, quell’Amore, lo aveva spiazzato. Lo aveva colto del tutto impreparato, per la sua forza e la sua intensità, e non si sarebbe mai aspettato di provare di nuovo qualcosa di una tale grandezza.
 
E mentre continuava a carezzargli la liscia pelle e a guardare in quegli occhi chiari, tremendamente dolci e incantevoli, dopo tanto tempo, ricominciò a sperare.
Un’altra emozione squisitamente umana, e del tutto irrazionale che quasi non rammentava più.
Speranza per un futuro diverso, speranza in un domani del tutto nuovo e migliore.
Sperare di poter tornare indietro, di tornare quello che era.
 
La squisita Speranza di poter tornare umano, senza domandarsi quando e perché, ma un domani, per un qualche motivo… E poter finalmente vivere la sua vita, viverla pienamente, viverla umanamente… magari con lui…
Era da molto che non si concedeva di provare quell’emozione.
E sorrise, sorrise serenamente e catturò di nuovo le dolci labbra del ragazzo.
 
“Pensieri sereni, Ianto Jones…”
Mormorò soffiando sulla sua bocca
“Questa è una novità…”
Ianto sorrise
“…a cosa lo dobbiamo?”
Ronfò sul collo del capitano, depositandovi dei teneri baci e dei piccoli morsi. Jack sorrise ancora
“A te”
Una risposta immediata, istintiva, sincera. Sfuggita alle sue labbra senza riflessione alcuna.
Una risposta umana.
Una risposta, semplicemente, innamorata.
   
 
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