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Autore: ThePirateSDaughter    03/09/2011    12 recensioni
Lo so, vi sto tormentando, ma è più forte di me!
E comunque avevo promesso una long su AxH ed eccola qui!
Parte dalla fine di TDWT e...
Beh, il resto scopritelo voi! :)
"Joan Smitherson si precipitò alla sua postazione dietro il bancone e quelli la raggiunsero poco dopo.
-Hanno bisogno di...- cominciò la Aden, ma l'uomo la coprì urlando.
-Una sala... Vogliamo una sala...
Si chinò su sè stesso per un attimo e riprese fiato.
-Una sala operatoria?"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alejandro, Altro personaggio, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alejandro/Heather Moments'
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5 deeper than any game

Toh, stavolta parlo prima io XD.
Allora... Come al solito vi ringrazio con tutto il mio cuoricino per il sostegno e le recensioni positive che mi lasciate ogni volta *_______* Vi adoro immensamente *abbraccia*
Adesso vi lascio con giUoia e senz'indugio, così potete leggere il capitolo e... 
Vorrei ringraziare i carissimi Coldplay e la loro "Fix You" per avermi fatto immedesimare in questo capitolo e aiutato a scrivelo. (Faceva tanto Grey's Anatomy *_____*).

Se volete, leggete con quella di sottofondo ^^ (Sempre se non siete come me, che devo O ascoltare qualcosa O leggere qualcos'altro. Sennò non mi immedesimo U_U)

Ci vediamo di sotto con qualche ultima comunicazione di servizio ;)

Deeper Than Any Game


#5: Time for you to say bye - bye (- bye)

Bene Heather. Adesso raccontami, cosa farai di bello? Dopo tutte le zuccherate che ha commesso negli ultimi tempi tocca proprio la ciliegina sulla torta! Allora, hai tre possibilità: tornare a visitarlo, magari con un mazzo di fiori; andare a casa e fare una deliziosa insalata di briciole per gli uccelli del davanzale; farti bionda e concorrere a Miss Universo, declamando la pace nel mondo. Che ne dici? Quale scegli?
Heather ignorò bellamente la voce, che ormai parlava da sola in quel maledetto cervello sul quale non aveva più controllo da tempo.
Stava facendo su e giù per il corridoio come un'ossessa.
In ansia.
Nel terrore più puro.
I medici erano arrivati come minimo dopo ore e si erano immediatamente precipitati a soccorrere Alejandro, che ormai aveva assunto un colorito terreo e aveva smesso di respirare. Metà erano scappati in sala operatoria con lui, l'altra metà era rimasta a chiedere informazioni all'unica persona presente.
Ma Heather non aveva saputo rispondere. Ci aveva provato, almeno, ma era uscito un balbettio confuso, tremante; poi lo spavento e tutte le emozioni che stava provando erano esplose in un colpo solo, come un fuoco d'artificio e la ragazza si era trovata a piangere sopra la spalla di un medico.
Patetico.
E da quel momento il suo cervello non le dava tregua.
Decisamente, veramente, incontrovertibilmente PATETICO. Vuoi fare altre sdolcinatezze? Forza, ripensa alle possibilità di poco prima! Oppure pensi che sia il caso di finirla? Alla fine della fiera sai come sta, adesso, no? Male. Hai avuto la tua risposta. Puoi andare a casa.
La ragazza si afflosciò contro il muro del corridoio e si lasciò cadere seduta. Raccolse le ginocchia al petto e si prese la testa tra le mani.
Non si sarebbe mossa. A casa non ci poteva tornare proprio.
Odiava dirlo a sé stessa ma sapeva che non si sarebbe mossa da lì finché Alejandro non sarebbe uscito dalla sala operatoria.


... Bip.
Se non era ancora sprofondato totalmente nell'incoscienza lo avevano ricollegato a un respiratore: tutto d'un tratto sentiva qualcosa di fresco ed etereo pervadergli qualcosa che stava sotto la testa.
Ma era tutto così lontano... Difficile perfino da pensare. Lungo, intricato, arduo...
Non si poteva rimanere là, in quel baratro così... calmo? Dove perfino il dolore stava sparendo?
... Bip.
Attorno a sè avvertiva voci, rumore, vita. Qualcosa di veloce, di concitato. Forse.
-milligrammi di... ... veloce, subito! ... attacco... ...
-... ... dottore... trovo!! ... Eccolo. ... ! vita...
La vita lì fuori sembrava così preoccupata. Era per lui?
E lui in quel momento dov'era?
Che faceva?
... Dov'era Heather?
... Bip.

Avrebbe voluto alzarsi e muoversi ma non ne aveva né forza né voglia.
L'avrebbe aiutata a scaricare un po'di tensione...
Sprofondò la testa nelle braccia ancora di più. Era a questo che il destino voleva condannarla? A spendere innumerevoli giorni a fare la spola tra camera d'ospedale e corridoio, mentre lui lottava? A un nodo dolorosissimo e sordo collocato esattamente in mezzo al petto che le rendeva difficile anche respirare?
Tutto questo per una semplice azione? Per una semplice spinta giù da un vulcano? Per dei semplici soldi?
In silenzio e per la prima volta Heather maledisse di cuore quel milioncino.
Due secondi dopo anche sé stessa.

Era tutto così lento. Calmo.
Sostanze correvano per il suo corpo, lo solleticavano, lo stimolavano. Lo chiamavano perchè lui li raggiungesse.
Ma perchè abbandonare quell'oscurità pacifica, dove il dolore spariva, lo spavento scemava?
... Bip.
Voleva svegliarsi ma al contempo dormire.
Desiderava sapere ciò che gli stava succedendo e allo stesso tempo rimanere nella più completa ignoranza.
Le tenebre erano decisamente piacevoli...
... Bip.

Odiava sentirsi così debole. Forse, in fin dei conti, il suo cervello aveva ragione. Negli ultimi tempi era stata più zuccherosa di una zolletta e smielata come una femminuccia da soap opera...
Tirò di proposito una testata alle proprie braccia, furiosa con sé stessa. Che razza di pensieri erano?! Non era più questione di essere smielata eccetera, cose simili non dovevano nemmeno entrare nella sua testa!
C'era in ballo una vita, cazzo! E non una vita qualsiasi!
E c'era in ballo lei, perchè era stata lei a far sì che quella vita fosse in ballo.
Per la sua avidità. Per il suo orgoglio. Per la sua freddezza, il suo costante calcolo della vita e delle persone che le stavano accanto.
Anche di quelle che la amavano.

Piacevoli erano piacevoli, su questo non c'era dubbio, ma sentiva che prima o poi ne sarebbe dovuto uscire.
In fondo alla testa -sempre che ne avesse ancora una- sentiva il suo pensiero martellante.
Un nome, un volto. Innumerevoli fotogrammi. Incalcolabili sentimenti.
Heather.
Gioia, attrazione, stima. Odio, freddezza, tristezza, delusione. Calcolo, affinità.
Vendetta, vendetta riuscita. Il terrore nei suoi occhi.
Heather...
... Bip.

Di tanto in tanto qualcuno usciva dalla sala operatoria posta alla fine del corridoio.
Correva, faceva qualcosa da qualche parte e schizzava di nuovo indietro.
All'inizio Heather sollevava lo sguardo e cercava di capirci qualcosa; poi smise.
Non voleva vedere un'eventuale terrore e sgomento anche sul volto dei medici. Sarebbe significato qualcosa di grave.
Maledisse il momento in cui aveva scelto di venire a trovarlo per la prima volta e iniziato a vivere nel senso di colpa, nel dolore, nell'imbarazzo, nell'impotenza di non sapere cosa fare.
Ma era anche il momento in cui avesse sentito, in fondo all'anima nera che si trovava, di fare la cosa giusta.


... Bip.
Era stato un folle. Un idiota, un deficiente.

... Bip.
Con quella sua vendetta aveva messo in pericolo tutti e due. Aveva fatto stare male entrambi.
Voleva tornare indietro. Voleva uscire da quella maledetta oscurità.
... Bip.
Cosa stava facendo? E lei? Dov'era lei?

Come stava? Che gli stavano facendo?
Heather respirò a fondo, cercando di allentare il nodo in mezzo al torace ma senza successo.
L'ansia che sentiva in corpo la distruggeva. Non sarebbe resistita a lungo. Voleva sapere come stava... E contemporaneamente no.
Se non avesse ricevuto qualche notizia sarebbe corsa da sé in sala operatoria.
... no, non l'avrebbe fatto. Di cazzate ne aveva già commesse troppe.

Sentiva di averla odiata. Ed era quasi ovvio.
... Bip.
L'aveva distrutto, umiliato davanti a tutti, sfigurato, deluso, ingannato, usato...
Ma la preoccupazione autentica che le aveva visto negli occhi cancellavano qualsiasi sentimento amaro.
Era autentica. Vera, totale. E non era dettata solo dal senso di colpa.
... Bip.
C'era altro. Ne era sicuro. Non poteva dire di essersi sbagliato.
Sentiva di averla odiata, di aver voluto vendicarsi di lei, di non volerla più vedere... Ma ora la voleva lì,perchè gli reggesse la mano e non lo facesse sprofondare.
... Bip.
Non ci avrebbe creduto nemmeno se l'avesse vista stringergli la mano, era troppo acida per dolcezze simili...
Ma desiderava, con tutti i resti di quel cuore che con tutta probabilità aveva ancora, che lo facesse.
... Bip.
Che fosse lì.

Ma quanto tempo era passato?
La situazione era davvero così grave?
Rivolse lo sguardo verso la porta della sala operatoria.
Al di là c'era la persona che...
Erano fatti l'uno per l'altra simili, dannatamente simili. Legati da una connessione più profonda di qualsiasi gioco. Gliel'aveva detto anche lui, sul vulcano, prima che lei facesse quello che aveva fatto.
Simili per il calcolo, la freddezza. Uguali in intelligenza, strategia, orgoglio che non avrebbe permesso loro di fare molto.
Perfino fisicamente ora si somigliavano un po'. Erano pressochè calvi tutti e due...
Quel pensiero ridicolo riuscì a strapparle un sorriso.
Maledetti, maledetti, maledettissimi, fottutissimi, dannatissimi soldi che avevano causato tutto. In parte.
Con quel milione e quella vittoria aveva preso quello che voleva ma non quello di cui aveva bisogno.

Ora lo sapeva, lo voleva, doveva tornare indietro. Da lei.
... Bip.
E sentiva di poterlo fare, si sentiva piano piano indietro!
Si poteva svegliare!
... Bip.
Sentiva di poterlo fare. Ne aveva l'energia, se non fisica almeno mentale!
Di alzarsi, di scendere da quel letto, di fare qualcosa per riprendere a vivere. Per tornare a essere una parvenza di umano, per stare al suo fianco. Per costruire qualcosa assieme a lei, che fosse la conquista dell'universo come le aveva proposto o una semplice vita. Insieme.
... Bip.
Lo voleva, lo sentiva.
Arrivo Heather. Te lo giuro.
... Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.

Forse il fatto che stessero così tanto tempo all'interno significava che la situazione poteva ancora essere sistemata!
Oppure... significava che la situazione era decisamente grave.
Sarebbe impazzita, lo sentiva.
Doveva uscire. Alejandro doveva uscire da quella sala operatoria.
Doveva tornare indietro. Da lei.
E al diavolo quello che la sua testa diceva.

Sentiva tornarsi indietro. Con il senso del suo corpo, della sensazione di essere disteso, con il dolore.
Solo che... Era troppo.
Decisamente più del solito.
E più dell'attacco.
E un suono folle, velocissimo. Ansioso, furioso.
-Prendete quella siringa, fate qualcosa!
Bip. Bip.
Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.
No... Che cosa stava succedendo?
Il dolore correva velocissimo per ogni sua ven, fermandolo, bloccandolo, soffocandolo.
Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.
Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.
-Fate qualcosa, lo stiamo perdendo!
-Defibrillatore, prendetelo di corsa!
Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.
No!
Non poteva andarsene adesso, non ora che sapeva cosa fare!
Doveva andare da lei!
Doveva combattere, contro quel dolore che...
Che...
Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.

Prima o poi sarebbe uscito...

Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.
... Bip.
...
... Bip.
Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip.




Ebbene? Non ve lo aspettavate, vero?
Alejandro... ç_ç
*La Pirata regge in mano delle valigie*

Ora che ho preparato i bagagli posso scappare lontano dall'ira funesta di voi recensitori ._____. Specie da quella di Nackros, Court_And_Heather_Debby e steelix99.
Che dissero:
Nackros: "E guai a te se me lo fai morire u.u"
Court_And_Heather_Debby: "SE MUORE GIURO CHE VENGO Lì E TI AFFOGO!"
steelix99: "se fai morire il MIO alejandro... sarò io a uccidere TE!"
Ehm ^^" ...
Ma non disperate! Ricordate che restano ancora dei capitoli!
*ciò non contribuisce ad addolcire i lettori*
E se mi ammazzate non saprete mai come va a finire u.u 
... A presto, carissimi/e! (Se non mi accoppano prima T_T)

Un aiutino? Chi mi salva? :(
   
 
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