Film > Spirited Away
Segui la storia  |       
Autore: ShiLalla    04/05/2006    1 recensioni
Nove anni dal ritorno nel mondo degli umani, Aburaya sembra avere nuovamente bisogno bisogno dell'aiuto di Chihiro: nel mondo degli spiriti infatti è in atto una cruenta guerra
Genere: Romantico, Triste, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il terreno sotto di loro scivolava velocemente, colpito da chissà quale forza spaventosa, che lo sferzava con violenza, facend

Il terreno sotto di loro scivolava velocemente, colpito da chissà quale forza spaventosa, che lo sferzava con violenza, facendolo apparire come squarciato in certi punti… no non si trattava di magia, e non si trattava neanche di violenza: Chihiro stava sfrecciando a una velocità impressionante, a cavallo di un maestoso drago bianco; sorvolavano mari, pianure, laghi e montagne: neanche ghiacciai, colline, conche e città potevano fermarli. Solo una foresta… solo davanti ad essa Kohaku si era fermato, impietrito, incapace di proseguire oltre. Chihiro era scesa, l’aveva chiamato, aveva gridato, ma le sue parole sembravano non aver alcun effetto su di lui; aveva continuato a urlare finché la sua voce era completamente scomparsa ed era rimasta afona, la gola doleva come se fosse lacerata, e le lacrime scendevano fitte e brucianti sul viso. Kohaku non rispondeva, non dava cenno di reagire: un attimo dopo Kohaku si era tramutato in pietra. Chihiro si voltò verso la foresta, come spinta da una forza esterna, e lo vide: Yashi stava la, imponente nella sua figura e dall’aspetto fiero e risoluto; dietro di lui c’era la foresta, distrutta, divorata dalle fiamme. Yashi impugnava una spada, coperta di sangue: anche gli alberi sembravano sanguinare, e così la terra, e la statua di Kohaku. Chihiro stessa era sporca di rosso. La ragazza incontrò gli occhi di Yashi: carichi d’odio e rancore, disumani nella loro ferocia, neri e saettanti. Assetati dello stesso sangue che ora copriva anche il terreno sotto i suoi piedi. Nel stesso momento in cui Yashi ghignò, Chihiro si svegliò, madida di sudore.

 

Quella mattina Chihiro si era risvegliata nell’accampamento dei Ribelli, ancora turbata dagli incubi di quella notte. Nonostante avesse fatto di tutto per dimenticarle, sembrava che le immagini raccapriccianti, che l’avevano tormentata alcune ore prima, si fossero impresse nella sua mente, e che non desiderassero più abbandonarla. Tutto questo non aveva certo contribuito a metterla di buon umore quella mattina. Inoltre sembrava che da ieri notte la depressione si fosse impossessata dell’intero accampamento. Da quando Kohaku, dopo averla portata nella tenda dei guerrieri per presentarla ai suoi compagni e aver ordinato a due spiriti di prepararle un alloggio, aveva voluto tutti gli sfollati intorno a sé e aveva annunciato con aria tetra la scomparsa del generale Nishigami, lo sconforto più totale serpeggiava tra gli ex-lavoratori. Perfino Rin sembrava abbattuta.

Chihiro l’aveva incontrata mentre consumava la sua colazione accanto al fuoco che gli spiriti erano soliti accendere tre volte al giorno, una di mattina, per permettere ai lavoratori di incontrarsi e fare colazione, una di pomeriggio, prima che arrivasse la marea, per avvertire chi si trovava fuori, e una volta prima che venisse buio, per indicare che era ora di tornare alle proprie tende; dopo aver scambiato due chiacchiere con l’amica, Rin le aveva mostrato la sua tenda, che condivideva con altre otto ragazze, e nella quale si sarebbe dovuta trasferire presto anche lei, perché quello dove aveva passato la notte era uno degli alloggi utilizzati per l’infermeria, quando c’erano feriti o malati da curare. Chihiro aveva semplicemente annuito all’informazione di Rin, e l’aveva lasciata ai suoi lavori mattutini. Uscita dalla tenda aveva esplorato un po’ l’accampamento e incontrato vecchi amici, come Kamaji e Zeniba, che le avevano raccontato esattamente cosa fosse successo negli anni in cui lei si trovava nel mondo degli umani. Ora che Chihiro era a conoscenza della situazione, capiva esattamente come si sentissero i Ribelli: aver perso il loro guerriero più potente, nonché loro guida, era stato un brutto colpo. C’erano molti guerrieri degni di diventare una buona guida nell’accampamento, ma tutti sembravano troppo legati al generale Nishigami, per riuscire ad accettare l’idea di un nuovo capo. Inoltre l’unico che sembrava poterlo sostituire, se non in forza, almeno in intelletto e in strategia, era scomparso da quella mattina, perso in chissà quali meditazioni, nei pressi di chissà quale lago noto solo a lui. Nonostante Palkir avesse insistito perché Kohaku uscisse accompagnato da una scorta, per evitare brutte sorprese, non c’era stato modo di convincerlo. Il ragazzo-drago non si faceva vedere da ore. Chihiro pensò che quello non fosse esattamente il comportamento più adatto a vincere una guerra.

 

 

‘***’

 

Nonostante i suoi compagni fossero convinti che Nishigami fosse ormai irrecuperabile, sparito per chiunque e per qualunque cosa, lui era convinto che il generale non fosse sparito, né morto.

Palkir e gli altri non si erano resi conto di che tipo d’uomo fosse Ghana in realtà: troppo cocciuto e potente per scomparire così nel nulla, o per farsi uccidere in una maniera così banale; avrebbe come minimo scatenato un putiferio, attirando l’attenzione non solo dell’accampamento, ma di tutta Aburaya, come per lasciare un messaggio del tipo: “ Spiriti, il grande Nishigami è morto, smettete di piangerlo e onorate la sua magnificenza con una vendetta in grande stile” . Il generale era estremamente egocentrico, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Kohaku si ritrovò a sogghignare al pensiero; erano ore che girava la zona delle vecchie rotaie in cerca di possibili indizi sul generale, ma non aveva trovato assolutamente nulla: cominciava a pensare che potesse essergli successo davvero qualcosa, anche se non dubitava affatto della sua vita.

Il giovane stava osservando attentamente l’ambiente circostante alla ricerca di eventuali tracce, quando un forte dolore tra il collo e la spalla destra lo fece cadere bocconi sulle ginocchia, prendendolo di sorpresa e lasciandolo completamente senza fiato. Kohaku tentò di riprendersi, respirando a fondo mentre cercava di alzarsi. Una seconda fitta lo costrinse a tornare nell’erba. Ora la sua vista era annebbiata e poteva sentire il suo sangue caldo uscire dalla vecchia ferita infertagli da Yubaba, misteriosamente riaperta. Il dolore era insopportabile e il ragazzo si fece prendere dal panico: Kohaku si accasciò a terra, tremante ed estremamente pallido, mentre davanti ai suoi occhi si rincorrevano visioni di diverso tipo:  Chihiro bambina che si tuffava nel suo fiume per recuperare la sua scarpetta, Yubaba che lo colpiva con lo stiletto, Nishigami che gli offriva la sua protezione e l’apprendistato, il terreno che scorreva veloce sotto di lui tramutato in drago, e… Yashi con una spada insanguinata in mano e un fiume… un fiume scarlatto, e una foresta distrutta. Quella visione gli suscitò un forte senso di nausea, e cadde svenuto sull’erba.

 

 

‘***’

 

 

Erano ormai sei ore che Kohaku mancava all’accampamento, e lo sconforto degli sfollati si era trasformato in preoccupazione e timore di aver perso un altro dei loro più forti guerrieri. Palkir non aspettò oltre e si diresse con un gruppo di guerrieri verso la radura, nei pressi delle rotaie; chissà come mai aveva come il sospetto che quello stupido di un drago fosse andato a cercare indizi di Nishigami da solo. Tuttavia Palkir si stupì non poco quando l’umana che Kohaku gli aveva presentato la sera prima come “una cara amica” si unì al loro gruppo senza che nessuno l’avesse interpellata. La ragazza giustificò la sua presenza con un “ Anch’io sono preoccupata per Kohaku, e dal momento che sono la sua migliore amica, desidero trovarlo il prima possibile” , accompagnando il tutto con uno sguardo che non ammetteva repliche. I guerrieri non ebbero nulla da ridire. Dopo mezz’ora di cammino il gruppetto giunse nei paraggi delle vecchie rotaie, ormai in completo disuso.

Agli spiriti e all’umana ci volle poco per vedere una figura distesa nell’erba a una quindicina di metri da loro. Kohaku era sdraiato in maniera scomposta, terribilmente pallido e con la spalla destra e il collo sporchi di sangue. Anche l’erba era rossa. Chihiro si gettò di slancio sul corpo del giovane, pensando il peggio, ma fu preceduta da Palkir, che si caricò il ragazzo sulle spalle e, senza dire una parola, si incamminò verso l’accampamento. Chihiro guardava con apprensione il corpo di Kohaku  e, con sua grande sorpresa notò che nel punto dove avrebbe dovuto trovarsi la ferita, c’era solo una vecchia cicatrice.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Spirited Away / Vai alla pagina dell'autore: ShiLalla