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Autore: _Jo    04/09/2011    5 recensioni
-Forse non l’ho fatto per mio padre, forse quello che volevo veramente era dimostrare che riuscivo a cavarmela e guardandomi allo specchio avrei visto qualcuno che valeva. Ma mi sbagliavo, io non vedo niente.*- disse specchiandosi e ricominciando a piangere in silenzio.
Il biondino si avvicinò e si specchio anche lui.
-Beata te che non vedi niente. Io vedo un codardo che farebbe di tutto pur di pararsi il culo.- rispose il ragazzo fissandola attraverso il proprio riflesso. –Bhè, guarda il lato positivo: almeno noi abbiamo un naso.- disse cercando di sdrammatizzare.
Hermione rise. Rise come se stesse ridendo ad una battuta di Harry o ad una figuraccia di Ron.
Rise come non rideva da tempo e Draco rise con lei.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il riflesso – Ma io non vedo niente.
 
Una bambina singhiozzava seduta su un’altalena.
Tra le mani stringeva una lettera ormai stropicciata.
Quella lettera era la prova della sua diversità, quella lettera aveva fatto scappare la sua mamma.
Ora si odiava, Hermione. Si odiava perché era solo colpa sua se il suo papà ora stava piangendo. Si odiava perché era colpa sua lo sguardo terrorizzato della madre un minuto prima di fare le valigie e andarsene. Si odiava perché non riusciva a fare il contrario.
Strappò la lettera in decine di pezzetti che caddero senza alcun rumore sul manto verde ai suoi piedi. Urlò e sperò con tutto il suo cuore che il vento improvvisamente si alzasse e portasse via quei frammenti di carta, che li portasse lontano da lei.
Sussultò quando sentì una mano posarsi leggera sulla sua spalla, si voltò e si ritrovò davanti il bel viso del padre.
Avevano entrambi gli occhi gonfi e le guance umide ma negli occhi di Dan Granger si poteva leggere la determinazione di andare avanti e proteggere la sua bambina.
-Hermione, basta piangere.- disse dolce asciugando le lacrime silenziose di sua figlia.
-Non ci riesco, papà.- rispose la bambina chinando lo sguardo.
-Invece dovrai farcela, dovrai riuscirci per me.- continuò l’uomo chinandosi sulle ginocchia per arrivare all’altezza di Hermione.
-Ma…-
-Niente “ma”, capito principessa?- chiese cercando di sorridere.
-No! Non è giusto! Ionon sono giusta! Come fai a volermi ancora bene?! Ho fatto andare via la mamma!- urlò lei ricominciando a piangere ed alzandosi in piedi.
Dan le prese le mani e le baciò.
-Tu sei giusta. Sei un po’ diversa è vero, ma non per questo sei meno normale. Anzi per me sei più speciale. Sei sempre la mia principessa, con o senza poteri magici. E ti vorrò per sempre bene, qualunque cosa succeda.- Hermione lo guardò, stupita e commossa, e lo abbracciò così forte da cadere a terra.
Era questo ciò di cui Hermione aveva bisogno: qualcuno che credesse in lei, qualcuno da sorprendere ogni giorno.
Non avrebbe mai più dubitato di se stessa e della sua magia.
Sarebbe stata fiera di essere una strega e avrebbe camminato sempre a testa alta.
Non l’avrebbe mai deluso.
 
 
Dopo cinque anni Hermione dubitò di nuovo di se stessa.
La Battaglia di Hogwarts stava per cominciare e lei era sola dentro il Bagno di Mirtilla Malcontenta.
Il bagno era vuoto, nemmeno Mirtilla era rimasta lì, troppo occupata a scorgere i primi segni di lotta dalle rive del Lago Nero.
In questi anni era sempre stata la migliore, la studentessa modello, l’amica intelligente, il Prefetto perfetto ma ora si sentiva stanca e inutile, come se tutto ciò che aveva costruito fino a quel momento fosse stato niente.
Come poteva sperare di sconfiggere il mago Oscuro più forte di tutti i tempi? Se non c’era riuscito neanche Silente come poteva riuscirci una sedicenne che ancora non aveva finito la scuola?
Scosse la testa, sconsolata e, dopo aver poggiato entrambe le mani sul bordo di un lavandino, chinò la testa.
In quel momento la porta si aprì e la ragazza rialzò lo sguardo per incontrare quello di Malfoy.
Lui ghignò, sprezzante.
-Guarda guarda, la Mezzosangue più coraggiosa di tutta Hogwarts nascosta dentro un bagno?- chiese sarcastico mentre rideva malignamente.
Hermione non trovò la forza di risponde ma non abbassò la testa, si girò e fronteggiò il suo nemico di sempre a testa alta, orgogliosa anche in quel momento.
-Cos’è hai così paura che non riesci neanche a parlare?-
-Và via, Malfoy. Non sono dell’umore giusto per sopportarti.-
-Oh mi scusi, Sua Maestà. Non era mia intenzione disturbarla. Ha forse finalmente capito che non è tagliata per fare la strega e vuole ritornarsene dai Babbani che tanto la amano?- domandò prendendola in giro.
La mente di Hermione non registrò mai tutta la frase ma si bloccò alle parole: “…non è tagliata per fare la strega…”
Non sei tagliata per fare la strega.
Strega.
Anormale.
Diversa.
STREGA!
Abbassò di nuovo il capo, non riusciva più a mantenere lo sguardo alto e fiero. Come poteva essere fiera di se stessa se neanche sua madre lo era di lei?
Un singhiozzo la scosse e il ragazzo biondo sgranò gli occhi.
-Tu… Piangi, Granger?- chiese sconvolto.
Non era mai riuscito a farla piangere. Mai in cinque anni ma ora che c’era riuscito si sentiva uno schifo.
-Hai ragione, Malfoy. Non sono tagliata per fare la strega. Sono riuscita a far scappare mia madre e a far soffrire mio padre per colpa sua. Come posso pretendere di diventare una buona strega?- non sapeva perché gli stava raccontando tutte quelle cose che non aveva detto neanche a Harry e Ron ma sentiva che in quel momento era giusto dirgli tutto. Si aspettava che lui usasse quelle nuove informazioni per ferirla ma non lo fece.
-Fammi capire bene… Tu hai cercato sempre di avere buoni voti a scuola per non deludere tuo padre?-
Lei annuì.
-E tua madre vi ha lasciato quando ha scoperto che tu eri una strega.-
Annuì di nuovo.
-E perché lo stai dicendo a me?-
Hermione ignorò la domanda e continuò a parlare avvicinandosi ad uno specchio.
-Forse non l'ho fatto per mio padre, forse quello che volevo veramente era dimostrare che riuscivo a cavarmela e guardandomi allo specchio avrei visto qualcuno che valeva. Ma mi sbagliavo, io non vedo niente.*- disse specchiandosi e ricominciando a piangere in silenzio.
Il biondino si avvicinò e si specchio anche lui.
-Beata te che non vedi niente. Io vedo un codardo che farebbe di tutto pur di pararsi il culo.- rispose il ragazzo fissandola attraverso il proprio riflesso. –Bhè, guarda il lato positivo: almeno noi abbiamo un naso.- disse cercando di sdrammatizzare.
Hermione rise. Rise come se stesse ridendo ad una battuta di Harry o ad una figuraccia di Ron.
Rise come non rideva da tempo e Draco rise con lei. Quando si calmarono si guardarono a lungo negli occhi.
-Ora devo andare, ho una Battaglia che mi aspetta. Tu vieni o aspetti che l’ennesimo troll venga a farti compagnia?- chiese, alludendo al primo anno, uscendo dal bagno e lasciandola di nuovo sola.
Hermione sorrise, si asciugò le lacrime e lasciò il bagno di Mirtilla Malcontenta.
Forse non avrebbe mai visto il suo riflesso ma era sicura che rimanere ferma a specchiarsi non avrebbe aiutato.
Ora doveva proprio andare, c’era una Battaglia in corso e lei avrebbe combattuto con tutte le sue forze.
Come aveva sempre fatto.
 
Jò:
Bene, sono le 00:08 e io sto scrivendo XD
*Citazione di Mulan
Spero che vi sia piaciuta almeno un quarto di quanto è piaciuto a me scriverla.
Notte, Jò.
   
 
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