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Autore: Marauders    05/05/2006    14 recensioni
La luce della luna può tutto…può trasformare un uomo in animale...e può far nascere l’amore tra un cervo e una fanciulla… Prongs
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce della luna può tutto…può trasformare un uomo in animale...e può far nascere l’amore tra un cervo e una fanciulla…

 

       Prongs

 

 

 

Quella notte di luna piena…

 

 

Non riesco a dormire!

 

Ecco cosa pensava Lily Evans, girandosi e rigirandosi nel letto da più di due ore. Con un ampio gesto, si sbarazzò delle coperte e andò a sedersi sul bordo della finestra chiusa nella sua stanza nel dormitorio di Grifondoro.

 

Il paesaggio al di là del vetro sembrava immobile, solo di tanto in tanto spirava un leggero venticello che faceva scuotere le cime degli alberi facendo cadere la poca neve che portavano sui rami sul sottile strato uniforme sparso per terra.

 

La luna era piena e il suo chiarore illuminava la superficie del lago sulla quale si rifletteva. Rade stelline la contornavano.

 

Lily poggiò una mano sul vetro, trovandolo ghiacciato al contatto, le sarebbe piaciuto aprire la finestra e fare entrare un po’ di quel gelo invernale nella stanza, si sentiva soffocare.

 

Lasciando cadere dolcemente la testa sulla spalla continuava a guardare, nella speranza di poter scorgere qualcosa, qualunque cosa, altrimenti sarebbe scesa in sala comune a studiare, un modo come un altro per passare il tempo e combattere l’insonnia…anche se definirla insonne era decisamente sbagliato, visto che il motivo per il quale non dormiva era da sempre lo stesso, la sua testa era piena di pensieri, pensieri che convergevano nella figura di James Potter.

 

Scosse energicamente il capo, cercando ancora una volta di allontanarlo da lei, quando vide delle figure muoversi sulla neve fresca.

 

Schiacciò il volto sul vetro nel tentativo di vedere meglio, ma la distanza era troppa perché potesse riuscire nel suo intento.

 

Ci sarà qualche animale, pensò, non è poi così strano, magari è scappato dalla stanza di Cura delle Creature Magiche oppure viene dalla foresta proibita.

 

Rabbrividì al pensiero, chissà cosa stava girovagando per i cortili della scuola?

 

Ma la curiosità fu più forte del timore e pochi minuti dopo, Lily era pronta a lasciare la torre di Grifondoro stretta nel suo mantello invernale, con la sciarpa rosso e oro al collo e la bacchetta pronta alla mano per qualunque evenienza.

 

Si stava mentalmente dando della stupida per aver lasciato il dormitorio a quell’ora della notte quando giunse davanti al pesante portone di quercia all’ingresso. Con sua enorme sorpresa, lo trovò

socchiuso, non sbarrato come al solito.

 

Benché divinazione non fosse annoverata fra le sue materie favorite, interpretò quel segno come un segno del destino, qualcosa le diceva che doveva andare avanti.

 

Cautamente, con una mano aprì un’anta del portone quel tanto che le bastava per uscire e si addentrò nell’oscurità della notte.

 

Il vento che poco prima aveva visto alla finestra, ora tirava più forte, tanto che Lily fu costretta a stringersi di più nel mantello, per dimezzare quelle sferzate.

 

Lentamente si avvicinò al margine della foresta, lì per terra c’erano orme confuse e sembravano appartenere a diversi animali, alcuni dei quali sembravano particolarmente grossi.

 

Si spinse fin dentro l’intricato fogliame, ma un rumore alla sua destra le fece cambiare idea.

 

Forse è meglio tornare indietro, si disse. Arretrò, improvvisamente da un cespuglio uscì qualcosa.

 

Lily cacciò un urlo, ma si tranquillizzò immediatamente vedendo che quello che l’aveva spaventata era solo un piccolo topolino grigio, si sforzò di ridere, considerando però ancora saggia l’idea di tornare in dormitorio.

 

Si voltò di scatto e i suo occhi verde smeraldo ne incontrarono due gialli e una fila di denti affilati in una bocca spalancata.

 

Il cuore di Lily cominciò a battere all’impazzata, ma la ragazza era incapace di muoversi.

 

Un lupo mannaro, pensò.

 

Non sapeva che fare, benché avesse la bacchetta in mano, la sua mente era vuota, neanche un incantesimo vi fece capolino.

 

Il lupo emise un lungo e basso ululato.

 

Alla ragazza si gelò il sangue nelle vene e non poté che coprirsi gli occhi scivolando lentamente lungo il tronco di un albero fino a toccare il suolo innevato senza il minimo rumore.

 

Il mannaro si preparò a spiccare un balzo addosso a Lily, ma con grande sorpresa della ragazza, non successe niente perché, come poté constatare lei stessa riaprendo gli occhi pochi secondi dopo, un enorme cane nero, sbucato dal nulla era piombato sul lupo e lo teneva momentaneamente inchiodato per terra.

 

Davanti a lei, invece c’era un altro animale, un cervo che la esortava a rialzansi sfiorandole la guancia con il muso.

 

Lily si ritrasse in fretta, ritrovate tutte le sue energie, scattò in piedi e cominciò a correre verso l’uscita della foresta, proprio mentre il lupo era riuscito a liberarsi, scaraventando il cane lontano.

 

Corse a perdifiato fin quasi all’esaurimento, la salvezza era vicina, lo sentiva, ancora pochi metri e sarebbe arrivata al portone.

 

Dietro di lei, benché non si fosse fermata per guardare, sentiva che qualcosa la stava inseguendo e, pregando con tutte le forze che non fosse proprio il lupo, cercò di aumentare l’andatura per quanto le fosse possibile.

 

Improvvisamente si sentì trattenere e ricadde per terra, la sua sciarpa era impigliata in un cespuglio di rovi e per quanto tirasse, non ci fu verso di staccarla.

 

I passi erano sempre più vicini, con un ultimo strattone, Lily si arrese, svolse la sciarpa dal collo, lasciandola lì per terra e riprese a scappare.

 

Giunta di fronte alla porta, vi si poggiò per riprendere fiato, la mano sul cuore che ancora batteva forte, gli occhi chiusi.

 

Un rumore di zoccoli glieli fece riaprire, lì sulla scalinata in piedi davanti a lei, c’era il cervo della foresta, in bocca teneva la sciarpa che Lily aveva perduto.

 

“Grazie” mormorò lei riprendendosela, e con mano leggermente tremante, carezzò il muso della bestia, la quale posò i suoi occhioni nocciola, dall’espressione quasi umana, sul volto della ragazza che portava ancora i segni di un profondo spavento.

 

Non appena la mano si fu ritirata, il cervo si fece più vicino e leccò la ragazza proprio sulle labbra.

 

Un sonoro abbaiare fece poi voltare l’animale, era il cane che lo strava in qualche modo chiamando.

 

Con un agile salto, il cervo scese i gradini e prima di sparire nella foresta, guardò un’ultima volta Lily.

 

In fretta, la ragazza tornò dentro la scuola e si chiuse il portone alle spalle.

 

Da non credere, si disse passandosi un dito sulle labbra, il mio primo bacio l’ho dato un cervo e mi è sembrato che mi facesse l’occhiolino! Sono impazzita, sono completamente pazza!

E tornò nel suo dormitorio, una bella dormita era proprio quello che le ci voleva.

 

***

 

“Che notte!” esclamò Sirius lasciandosi cadere pesantemente su una poltrona accanto al fuoco nella sala comune di Grifondoro, “Eh, James?”

 

James mugugnò qualcosa, il suo sguardo era perso nelle fiamme danzanti nel caminetto di fronte a lui, ascoltava solo con un orecchio ciò che Sirius gli aveva detto, pensava ancora a quello che era successo poche ore prima.

 

Remus stava per sbranare Lily, non che l’avesse fatto apposta, è chiaro!

 

E lui l’aveva praticamente…

 

“L’ho baciata, no?” chiese all’amico.

 

“Non credo si possa definire propriamente bacio” rispose Sirius pensieroso, “Però penso che sei sulla buona strada!”

 

James sorrise, “Vedremo quale sarà la reazione della mia cara Evans!” e si alzò per dirigersi in sala grande per fare colazione.

 

“Poi dobbiamo andare da Remus in infermeria” gli ricordò Sirius raggiungendolo.

 

“Certo, certo, lo so” disse James dopo essere arrivato ed essersi seduto al tavolo, con suo grande rammarico, Lily non era ancora scesa.

 

***

 

Lily, seduta sul suo letto ancora disfatto, tormentava la solita ciocca di capelli rossi. Era pronta per scendere a fare colazione, ma qualcosa la frenava.

 

Che ci fa un cervo nella foresta proibita? Si chiese,  perché credo che mi ha baciata? E, soprattutto, perché ogni volta che ci penso mi vieni in testa James Potter?!

 

Sbuffò, si sistemò il mantello sulle spalle e raggiunse la sala grande.

 

“Evans!” l’accolse un familiare saluto, James al tavolo dei Grifondoro la strava salutando con la mano, “Dormito bene?” Lily si voltò a guardarlo e un lampo di orrore balenò nei suoi occhi.

Solo una coincidenza, si disse, è solo una coincidenza, l’ha detto tanto per dire, non per…

 

Lily sorrise apertamente, “Benissimo, grazie Potter e tu?”

 

James e Sirius spalancarono la bocca, non si aspettavano di certo quel genere di risposta!

 

“Anch’io” James le sorrise di rimando, riprendendosi dallo shock improvviso, “Ci vieni a Hogsmeade con me, oggi?” le chiese speranzoso.

 

“Ma certo” rispose Lily senza abbandonare il suo sorriso, sedendosi proprio di fronte a lui.

 

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, “Davvero?”

 

“No!” esclamò Lily e si riempì il bicchiere di succo di zucca ghiacciato.

 

Sirius cercava di trattenersi, ma poco dopo scoppiò a ridere in faccia all’amico.

 

“Certo che è carica la Evans, sta mattina” disse a James mentre percorrevano il corridoio del quinto piano, “Si deve essere proprio arrabbiata per sta notte.”

 

“Non l’ha mica capito che era io, no?” fece James.

 

Sirius non rispose, ma aprì la porta dell’infermeria. Madama Chips stava riordinando le bende in un cassetto, al loro ingresso alzò lo sguardo.

 

“Tranquilla” disse James interpretando quell’occhiataccia, “Vogliamo solo salutare Remus.”

 

L’infermiera non disse niente ma, sempre molto diffidente, gli indicò il lettino dove l’amico stava allegramente facendo colazione, Peter Minus era già con lui.

 

“Ciao ragazzi” disse Remus quando James e Sirius si furono seduti sul bordo del letto.

 

“Vedo che sei in forma, Lunastorta” disse Sirius afferrando una fetta di pane tostato dal vassoio dell’amico.

 

“Già” rispose Remus, “Madama Chips ha detto che posso pure andare a Hogsmeade con voi, sempre che non mi fate stancare troppo.”

 

“Ci pensiamo noi” disse James all’infermiera, “Promettiamo di fare i bravi!”

 

Gli altri tre Malandrini risero.

 

“Successo niente di particolare stanotte?” chiese Remus finendo di bere il suo tè.

 

“No, niente” disse James lasciandosi cadere straiato sul letto, “Stavi solo per mangiarti la mia

Evans!”

 

“Cosa?!” Remus sussultò, “Oh Dio!”

 

“Sto scherzando Rem” disse Ramoso dandogli una sonora pacca sulla spalla, “L’abbiamo salvata in tempo.”

 

“Ma lei che ci faceva a quell’ora nella foresta proibita?” chiese Remus.

 

“Forse cercava qualche cervo da baciare” ipotizzò Sirius.

 

James gli fece una linguaccia, mentre lui e Peter ridevano, invece Remus sembrava capire sempre di meno.

 

***

 

Lily si sistemò ben, bene la sciarpa intorno al collo e seguì le sua compagne di stanza giù per i cortili di Hogwarts, fino alla cittadina magica di Hogsmeade.

 

“Oggi non dovevi andarci con James?” le chiese Alice.

 

“Con Potter?!” esclamò Lily, “Ma come ti salta in mente una cosa del genere?”

 

“Diciamo che stamattina ho sentito che te l’ha chiesto e tu hai detto che eri d’accordo.”

 

“Se tu avessi prestato più attenzione avresti sentito che il discorso si concludeva con un mio no secco.”

 

Alice scosse il capo sconsolata.       

 

I quattro Malandrini erano comodamente seduti ad un tavolo nel locale di Madama Rosmerta, i Tre manici di scopa, sorseggiando Burrobirra, quando proprio il gruppetto delle ragazze del settimo anno di Grifondoro stava passando oltre il vetro.

 

“Sapete che vi dico?” disse James riportando la sedia con tutte e quattro le gambe per terra, “Io ci provo.” si alzò e si diresse verso la porta.

 

“Sono anni che ci provi, Ramoso!” esclamò Sirius ridendo.

 

James sogghignò, “State a vedere” e uscì.

 

“Seguiamolo!” disse Sirius balzando in piedi.

 

“Siediti” rispose pacato Remus.

 

“Cosa?!”fece l’amico, “Non se ne parla! Rem non puoi chiedermi questo! Ti prego!”

 

“Lasciamolo un po’ da solo” riprese Lunastorta, “Magari quello che è successo ieri sera li aiuterà ad

avvicinarsi.”

 

“Ma così dovrebbe dirgli di noi…di te…” protestò Sirius.

 

“Bhe…” disse Remus poggiando il bicchiere sul tavolo, “Preferisco che lo sappia Lily piuttosto che Piton” e guardò storto l’amico. Sirius non rispose ma si risedette e tornò alla sua Burrobirra.

 

***

 

Lily passeggiava sola per le strade di Hogsmeade mangiucchiando qualche caramella che aveva comprato poco prima a Mielandia, ad un tratto si sentì tirare per la sciarpa.

 

Si voltò e, con sua enorme sorpresa, vide il cervo della sera prima, con in bocca un lembo della sua sciarpa.

 

“Di nuovo tu?” gli disse tirandosi la sciarpa indietro, “Che vuoi da me?”

 

Per tutta risposta, l’animale la attirò a se e riprese a camminare.

 

Lily, quasi strozzata, faceva di tutto per opporsi. Ma stiamo scherzando? Si disse, un cervo sbucato dal nulla mi sta trasportando per tutta Hogsmeade.

 

Il cervo si fermò solo quando raggiunse la strada per la Stamberga Strillante e lasciò andare la sciarpa.

 

“Finalmente” disse Lily risistemandosela al collo, “Cos’è, sei la mascotte di Grifondoro e vuoi la sciarpa in tinta o sei di Serpeverde e speri di distruggerla?” il cervo si avvicinò di nuovo.

 

“Ora basta” Lily indietreggiò, “Vuoi baciarmi di nuovo?” ma l’animale fu più veloce, questa volta le leccò la guancia.

 

“Bleah!” fece la ragazza passando una mano sulla gota bagnata di saliva.

 

Alzò lo sguardo, dove prima vedeva quattro zampe ora c’erano due gambe, al posto di un manto castano un mantello nero svolazzante e, invece delle due corna, una zazzera di capelli all’aria. James Potter sorrideva.

 

“Ciao Evans” le disse.

 

Lily portò le mani alla bocca. “Eri tu!” ringhiò furiosa, “Eri tu anche l’altra notte! Sei un Animagus!”

 

James si passò distrattamente una mano fra i capelli, prima che le cinque dita della ragazza si andassero a stampare sulla sua guancia.

 

“Ahi!” esclamò massaggiandosi la parte dolorante, “Mi hai fatto male.”

 

“Te lo sei meritato” e detto questo, girò i tacchi e fece per andarsene.

 

“Ehi!” disse James trattandola per un polso e costringendola a voltarsi a guardarlo, “Io ti ho salvato la vita!”

 

“Non sei stato tu “ ribatté Lily liberandosi dalla sua stretta, “È stato quel cane nero!”

 

“E secondo te chi ha detto a Sirius di andare ad aiutarti?” James si bloccò di colpo, aveva detto anche troppo.

 

“Sirius…Sirius Black?!” esclamò Lily, “Anche lui è un Animagus?” James non rispose, ma distolse lo sguardo da Lily che invece lo guardava ancora.

 

“Non mi dirai che quel topolino era Minus?”

 

Anche se impercettibilmente, il ragazzo fece di si col capo.

 

“E allora Lupin…” non finì la frase, ma i suoi occhi si dilatarono per lo stupore. Prima che riprendesse a parlare, James la trattenne per le braccia.

 

“Ascoltami” le disse, il suo tono era serio, non come al solito, “Non devi parlarne con nessuno, capito?”

 

Sotto la sua presa, Lily stava tremando come una foglia e non per il freddo, “Io…io…non volevo! Dio, io non dovevo neanche essere lì! Mi dispiace, James!” e corse via piangendo.

 

“Lily!” gridò il ragazzo, ma era già troppo lontana per poterlo sentire.

 

***

 

“Gliel’hai detto?” chiese Sirius massacrando una povera patata capitata nel suo piatto, era l’ora di cena ed erano riuniti quasi tutti in sala grande.

 

“Più che altro l’ha capito da sola” rispose James, “Scusa Remus.”

 

“Fa niente” disse l’amico, “Come ho già detto, almeno lei non è Piton.”

 

“Certo che non hai proprio intenzione di perdonarmela, eh Lupin?” chiese Sirius con un ghigno.

 

“Proprio no, Black.” ripose Remus tra il serio e l’ironico.

 

James, seduto accanto a loro, sospirava senza smettere di fissare il suo piatto.

 

 

“Guarda che quella fetta di carne non si taglia da sola, neppure se la guardi” gli fece notare Remus.

 

“No, no, aspetta” fece Sirius, “Magari sta facendo un incantesimo non verbale!”

 

“Sir, non ha la bacchetta.”

 

“Oh, giusto.”

 

“Voi l’avete vista?” chiese James alzando gli occhi dal tavolo.

 

“Chi, scusa? La bacchetta?” chiese Felpato.

 

“Lil…Evans, l’avete vista?”

 

“Sbaglio o era con te?” disse Lunastorta.  

 

James si alzò e si avviò verso l’uscita della sala mormorando, “Non ho fame, la vado a cercare.”

 

“La fame?” chiese Sirius a Remus.

 

“Lily, tonto.” sbuffò l’amico esasperato.

 

“In camera sua” disse ad un tratto Alice, che aveva sentito buona parte della loro conversazione, sporgendosi un po’ dal tavolo, “È in camera sua.” James sorrise, “Grazie” e sparì.

 

Dopo aver detto la parola d’ordine alla Signora Grassa a guardia della torre di Grifondoro, James entrò in sala comune e la trovò deserta.

 

Ora devo solo trovare un modo per salire al dormitorio femminile senza che quelle maledette scale mi ributtino giù, pensò James guardandosi in giro.

 

Improvvisamente l’illuminazione venne da uno degli arazzi appesi alla parete, raffigurava una dama in un recinto con a fianco un unicorno retto sulle zampe posteriori.

 

Detto, fatto e in men che non si dica, dove prima c’era James Potter, ora un magnifico cervo zampettava impaziente di riuscire nell’impresa che diverse generazioni di ragazzi avevano fallito: salire nel dormitorio femminile.

 

Lily sedeva, come sempre, sul davanzale della finestra della camera, si sentiva malissimo.

 

Aveva praticamente obbligato James a svelarle il suo più grande segreto e quello dei suoi amici.

 

E magari ora stanno litigando per colpa mia, pensò, chi distrusse i Malandrini? Lily Evans!

 

Circondò le ginocchia con le braccia.

 

Povero Lupin, si disse, nessuno merita una cosa del genere, specie lui che è sempre stato così buono…Perdonami James, cosa ti ho costretto a fare?

 

Un continuo bussare alla porta la fece sobbalzare.

 

Andò ad aprire e, con sua grande sorpresa, proprio quel James era poggiato alla parete.

 

“Potter!” esclamò Lily, “Cosa ci fai…come hai fatto a salire?”

 

“Magia” rispose pronto il ragazzo, “Posso entrare?”

 

Lily non si sentiva neanche in vena battibeccare col ragazzo, perciò, dopo un attimo di esitazione si mise da parte e  lo fece entrare.

 

“Cosa vuoi, Potter?” chiese chiudendo la porta.

 

James si sedette sul letto della ragazza, “Guarda che ce l’ho un nome, perché non mi chiami James?”

 

Lily si sedette sul letto di fronte, quello di Alice, “E va bene, cosa vuoi, James?”

 

“Ti cercavo” disse il ragazzo sdraiandosi completamente sul letto, “Perché non eri a cena?”

 

“Non avevo molta fame.” rispose Lily.

 

“Senti” le disse James, “Ho parlato con i miei amici, a loro sta bene che tu lo sappia, davvero.”

 

“Ma…ma io, mi dispiace, ti giuro che non volevo scoprirlo, ero lì per caso…”

 

“Ehi! Ehi! Calma, Lily” le disse James mettendosi a sedere accanto a lei, “Ti ho detto che è tutto

ok.”

 

“Non ricordo di averti dato il permesso di chiamarmi Lily!” disse la ragazza alzando il suo volto su quello di James, faceva la dura ma i suoi occhi verdi erano ancora velati di lacrime, “Dovrei andarmi a scusare con Lupin” disse dopo qualche secondo di silenzio.

 

“Bhe, lui è quello che l’ha presa meglio di tutti” disse James, “Ha detto, e qui cito, meglio Lily Evans di Severus Piton.”

 

“Piton?!” fece la ragazza, “Anche lui lo sa?”

 

“Diciamo che quella volta la colpa era di Sirius…di un macabro scherzo di Sirius, ma ci ho pensato io a salvagli la pellaccia.” e si scompigliò i capelli.

 

“Vedo che ci provi gusto a salvare la gente, tu” disse Lily sorridendo.

 

“Non per vantarmi, ma…” scostò una ciocca di capelli rossi caduta davanti agli occhi di Lily, “Su, andiamo in sala grande. Se non ceniamo, gli elfi domestici potrebbero pure offendersi.” prese la ragazza per mano e insieme lasciarono la stanza.

 

“James” disse Lily quando cominciarono a scendere le scale, “C’è un piccolo problema.”

 

“Cosa?” neanche il tempo di mettere piede sul primo gradino, che la scala fece il suo dovere e divenne un lungo scivolo.

 

“Devo ammettere di non averci pensato” disse James una volta atterrati in sala comune.

 

“Molto spiritoso” disse Lily sarcastica.

 

“Dai che è stato divertente!” stava ridendo.

 

“Uno spasso” rispose la ragazza, trattenendo a stento le risa, “Ma ora puoi alzarti?”

 

Nel macello dello scivolo, erano finiti uno sopra l’altra, per la precisione era Lily quella che stava sotto.

 

“Non dico che la cosa mi farebbe piacere…anzi, preferirei stare così, ma sono le tue braccia ad essere avvinghiate al mio collo.”

 

Lily arrossì e cercò di evitare il contatto con gli occhi nocciola che la guardavano insistentemente, fino a che non divennero vicini, più vicini, sempre più vicini e le labbra di James si fusero con le sue.

 

***

 

“Capisco che il castello è grande” disse Sirius addentando una fetta di crostata di mele, “Ma bastava prendere la mappa per cercare l’Evans scomparsa!”

 

“Secondo me l’ha già trovata” rispose Remus.

 

“Impossibile” sentenziò l’amico, “Le urla si sarebbero sentite fino a qui, a meno che…” spalancò gli occhi, si alzò da tavola e corse verso  la porta.

 

“Sirius!” gridò Remus, “Smettila! Vuoi lasciarli in pace?!”

 

***

 

Dopo essersi separato a malincuore dalla ragazza, James si rimise in piedi e le porse una mano affinché anche lei facesse lo stesso, poi le passò le braccia intorno alla vita, Lily, specchiandosi coi suoi occhi verde intenso in quelli nocciola del ragazzo, gli sussurrò, “Lo sai che ti amo?”

 

 

Fine

  

 

Commentino? Grazie per aver recensito tutte le altre mie storie! Continuatelo a fare!! ^__^ Prongs   

  

     

  

   

 

  
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