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Autore: Hearting    04/09/2011    1 recensioni
Le avventure di un ragazzo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La figura di un ragazzo, incorniciata dal colore del fuoco che bruciava nella stanza da cui era appena uscito, posò un grosso telo di tessuto grezzo pieno di metallo da buttare al lato della porta. Poi si fermò un momento sotto la pioggia torrenziale che cadeva in quei giorni per assaporare il freddo pungente che permeava l’aria.

«Muoviti e vieni dentro!» La voce arrivò a stento alle sue orecchie, mentre le lettere si trascinavano e si mischiavano tra loro.

Maximus si affrettò a tornare nel caldo soffocante della fucina, mentre l’anziano fabbro zoppicava da una postazione all’altra trascinando la gamba zoppa.

«Stupido!» Disse, prendendo una lama larga quattro pollici e soppesandola con occhio critico «Questa lama è troppo pesante, anche per uno spadone a due mani! Ora è da buttare! Chi l’aveva commissionata?»

«Nessuno, signore» Maximus si rischiarò la gola rumorosamente, attirandosi un’occhiataccia «È uno dei miei esperimenti su nuove leghe metalliche…»

«Stupido! Quante volte ti ho detto di non perdere tempo con queste idiozie?»

«Ma…»

Lo sguardo dell’apprendista scivolò per tutta la stanza.

Il fuoco che bruciava nel piccolo camino si rifletteva sulle spade appese su ogni parete; invece la cassapanca che conteneva le pelli per i foderi si intravedeva appena, nascosta in un angolo.

«Signore, siamo senza lavoro» disse con aria mesta.

«Esatto! Ecco il motivo per cui Bremis dovrebbe arrivare a momenti.»

E, pochi istanti dopo, si sentirono dei vigorosi colpi sbattere contro la porta di legno che li divideva dalla tempesta che si era abbattuta sulla città.

 

 

Il vecchio si affrettò ad aprire, per poi abbracciare l’uomo sulla soglia della bottega.

«Matis, amico mio!» Bremis si staccò e lo osservò un momento.

«Certo che invecchi sempre peggio!»

«Bentornato, cavalier dei miei stivali!» Gli risposte con un sorriso.

Un lampo si rifletté sull’armatura che portava il soldato e un possente nitrito rivelò la presenza della sua cavalcatura.

«Ragazzo! Da quanto non ci si vede? Un anno?»

«Esatto, signore.»

«Sei cresciuto molto. Forse Matis potrebbe…» e rivolse uno sguardo interrogativo al vecchio.

«No, non se ne parla.»

«Sicuro?»

«Si!»

Lo sguardo del giovane correva dal cavaliere al Maestro.

«Scusate, ma potrei sapere di che»

«Zitto!»

Matis si stava incollerendo.

«Ora vai di sopra e lasciaci soli!»

Lo sguardo ferito di Maximus non ebbe risultati sulla scelta appena presa e, con un laconico “Va bene" spostò con la mano un pesante telo che nascondeva una scala diretta al piano superiore.

 

 

Quando il telo si chiuse dietro la schiena del ragazzo, il cavaliere si lasciò cadere su una sedia posata in un angolo, stanco per la recente cavalcata.

Alzò gli occhi per riabbassarli subito dopo, fulminato dallo sguardo di Matis.

«Che cosa ti avevo detto?» gli sibilò questi, con le labbra contratte da una collera a stento trattenuta, riconoscibile però dal tremito delle sue mani.

«Ne sei sicuro?»

«Si!»

Il dubbio trapelava dalla espressione di Bremis.

«Me lo hai detto tu stesso che quando ha del tempo libero si allena qua dietro alla bottega.»

Lo sbuffo del fabbro fu abbastanza esauriente come risposta.

«Allenarsi? Non fa altro che tirare fendenti a un palo di legno!»

«Il ragazzo ha la passione per la spada. Perché non gli dai una possibilità?»

«Non voglio che si riduca come me» e la sua mano corse a una vecchia cicatrice che gli aveva portato via l’occhio sinistro «Non voglio che anche lui faccia una scelta di cui si pentirà in seguito.»

«Ha sedici anni, Matis. Almeno le basi. Solo il necessario per difendersi. Lo sai anche tu che stanno iniziando ad arrivare qua vicino e che le truppe del nostro sovrano stanno cedendo.»

 

 

Una battaglia stava avvenendo nella mente del vecchio. Si o no? Certo poteva anche darsi che Maximus capisse che la disciplina del combattimento non faceva per lui. Ma ogni volta che lo vedeva piantare alcune sue vecchie spade in quel palo gli si stringeva il cuore… Assomigliava a lui prima che fuggisse da casa. Capiva come doveva sentirsi.

 

 

Bremis dovette percepire qualcosa negli occhi dell’amico, perché sorrise prima che egli parlasse.

«Solo le basi?»

«Solo le basi, promesso.»

«Mh.»

 

 

Matis si alzò e sputò nel fuoco che si stava spegnendo. Il suo lato paterno aveva vinto. Stava davvero diventando vecchio se era così tenero.

Poi prese fiato.

«RAGAZZO!» ruggì.

La faccia preoccupata di Maximus apparve dalle scale pochi secondi dopo.

«Si, Maestro?»

«Dobbiamo parlare.»

 

 

Mentre i due uomini erano dentro a parlare, Maximus era uscito sotto la pioggia.

Finalmente avrebbe imparato a combattere con la spada, come aveva sempre voluto. Urlò dalla felicità con tutta la forza che aveva in corpo.

 

 

Pochi giorni dopo incominciò il suo addestramento.

  
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