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Autore: Akemichan    05/05/2006    6 recensioni
Aggiustare il motore di un'auto non dovrebbe essere un problema così complicato e pericoloso per il presidente della Kaiba Corporation, oppure si? Dipende dalle persone che si incontrano con l'auto in panne...Aggiornamento ogni due venerdì.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Seto Kaiba
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Untitled La donna di Kaiba

"Aibou…" mormorò leggermente Yami, guardando la figura di Yuugi trasparente il lontananza, fra una nebbiolina viola che gli impediva di distinguere il paesaggio attorno e la stessa terra su cui stava camminando.

"Che vuoi?" rispose lui, voltandosi. Negli occhi viola, di solito così timidi e dolci, vi era una luce maligna, una rabbia contenuta che li faceva diventare scarlatti come i suoi.

"Aibou, io…" Allungò una mano verso di Yuugi, ben sapendo che non sarebbe riuscito ad afferrarlo, perché più si avvicinava più la sua figura diventava lontana e trasparente, impalpabile come l'aria. "Scusami…"

"E' troppo facile, adesso" replicò il ragazzo, duro. "Ormai hanno preso la mia, di anima…" Fece un passo indietro. "Troppo tardi"

"No, Aibou!" La nebbia divenne ancora più fitta, e iniziò a muoversi quasi come se fosse viva, simile al movimento delle pareti dello stomaco prima di digerire il cibo. La figura di Yuugi iniziò ad essere totalmente coperta, fino a sparire nell'oscurità. "Aibou!" Yami spalancò gli occhi, riflettendosi in un oceano spaventosamente calmo. "Kaiba…?" Le sue mani, che aveva allungato per trattenere la sua metà, sfiorarono qualcosa di gonfio sul petto dell'altro, e di spaventosamente morbido. "Miyano?" Riconobbe i corti capelli biondi e capì finalmente che cosa stesse toccando. Staccò immediatamente le mani.

"E' una fortuna che tu stia bene" disse lei, tranquilla. "Cadere da quell'altezza…"

Yami alzò lo sguardo, fissando il dirupo da cui era caduto quando il treno era uscito dai binari, subito dopo il suo scontro con Haga. Era stato davvero fortunato. Sospirò, abbassando la testa e coprendosi il viso con la frangia bionda. Non se lo meritava, non dopo quello che aveva fatto a Yuugi.

Shiho gli scoccò un'occhiata di traverso. Possibile che fosse così demoralizzato solo per aver perso un incontro? Quando Seto l'aveva saputo, aveva reagito in maniera fin troppo spropositata e, poiché lei gli aveva fatto notare che era stupido prendersela così, aveva risposto: "tu non sei una duellante, quindi non puoi capire!" Gli aveva dato del cretino, ma ora, vedendo Yuugi in quelle condizioni, cominciava davvero a pensare che il problema fosse suo e non degli altri.

"Così, hai perso…" mormorò casualmente, mentre risistemava le medicine nella borsa. Lui annuì. "Contro un Doma Warrior?" Un altro cenno di assenso. Shiho alzò le spalle. "Lo sapevo che quel campo magnetico era solo un bluff…"

Yami si decise a guardarla. "Intendi il sigillo di Orichalcos?" E, a risposta affermativa, aggiunse: "già, tu sei come Kaiba, non credi alla magia… Ma quel coso può davvero rubare le anime…"

Shiho scosse la testa. "Tu sei qui davanti a me"

"Io si" rispose Yami, abbassando ancora lo sguardo. "Ma il mio Aibou no… Se lo sono presi loro" Strinse i pugni, cercando di farsi del male. "Ed è tutta colpa mia"

"Dimenticavo che hai due anime" commentò Shiho. A quello credeva abbastanza, visto che non era riuscita a trovare un tipo di schizofrenia che facesse cambiare la forma degli occhi e dei capelli. Poi sospirò, vedendo gli occhi, solitamente scarlatti e decisi, inumidirsi leggermente. "Senti, io non sono proprio la persona più adatta a dirtelo, ma di certo stare fermo a pensare come stai facendo tu non è utile"

"Si, è vero…" convenne lui. "Ma mi sento così tanto in colpa… E' soffocante"

"Senso di colpa…" Shiho frugò leggermente in tasca, quindi porse una mano verso di lui. "Non sai proprio cosa sia"

Yami prese la pillola bianca e rossa appoggiata al suo palmo e la osservò tenendola fra il pollice e l'indice. "Cos'è?"

"L'eredità dei miei genitori, l'APTX 4896" disse lei, abbracciandosi le ginocchia. "Quella doveva servire a sfidare Dio" Visto che lui continuava a fissarla, interessato, proseguì: "la Black Organization voleva una medicina che ringiovanisse, che sconfiggesse la vecchiaia. A me è stato dato il compito di crearla alla morte dei miei, e quello è il risultato"

"Funziona?" si chiese Yami, fissando l'oggetto come se non fosse più una semplice pillola, ma qualcosa di mistico e prezioso.

"Nello 0,01% dei casi, si"

Si fissarono, aspettando che uno dei due continuasse. "E nei restanti 99,99?" chiese lui, titubante.

"Uccide" Una folata leggera di vento interruppe il silenzio, e Shiho si alzò. "Per ringiovanire, l'APTX va ad agire su ogni singola cellula del corpo, riportandola ad uno stadio inferiore. Solo che spesso è troppo efficace, e le cellule vengono riportate addirittura in fase embrionale, quando sono tutte uguali, senza nessuna funziona specifica" Fece una pausa, per vedere se lui la seguiva. "Così, l'organismo non può sopravvivere se non ha più cellule differenziate che producano i vari enzimi di cui ha bisogno"

"E' una morte strana…" Yami strinse quella pillola: non gli sembrava più così geniale.

"E' il delitto perfetto" annuì Shiho. "Perché nessuna analisi può rivelare l'APTX all'interno dell'organismo…" Un sospirò talmente delicato da essere impercettibile. "Ho continuato a produrne, perché non volevo morire, e non so nemmeno quante persone ha ucciso"

"Ma… Ma non è stata colpa tua!" Yami balzò in piedi. "Voglio dire… Gli altri hanno somministrato il veleno, tu-"

"Oh, l'ho solo creato" fece lei, ironica. "Secondo te, le stragi di Hiroshima e Nagasaki di chi sono colpa? Di chi ha usato in maniera errata la fusione nucleare per costruire la bomba atomica o di chi ha dato l'ordine?" Non gli diede il tempo di rispondere. "Questo è il mio senso di colpa"

Yami annuì. "Capisco cosa vuoi dire, ma…" Si morse le labbra. "Io ho giocato il sigillo quando non dovevo"

"Se non l'avessi fatto, avresti perso?" domandò Shiho.

"Si. Credo" Lui si concesse il beneficio del dubbio. "Ma, quando l'ho giocato, mi sono sentito così potente che-" Strinse di nuovo i pugni, vergognandosi di se stesso. Come aveva potuto essere tanto stupido? Faceva proprio schifo.

"E' tipico degli uomini sentirsi onnipotenti, anche per le piccole cose" disse dolcemente Shiho. "Sono esseri così deboli… Basta un colpo in testa, un po' d'acqua, un taglietto qui, qui, qui" Si indicò la gola, i polsi e le ginocchia. "E muoiono. Però, vogliono vivere. Questo desiderio di sopravvivenza è talmente forte da farti perdere te stesso…"

"Già…"

"Senti, perché non me lo dimostri?" Shiho cambiò argomento. "Che ti hanno rubato l'anima… Se la riprenderai, ci crederò…"

Yami la fissò. "E' una sfida?" Che lo fosse o no, apprezzò il tentativo che lei aveva fatto per aiutarlo. Non poteva stare a commiserarsi quando lei aveva sfidato un'intera organizzazione criminale per una colpa che, in fondo, non aveva nemmeno commesso. "Ah, i miei amici!" esclamò, ricordandosene improvvisamente. "Chissà dove sono…"

"Se vuoi, mando un aereo della Kaiba Corp. a cercarli qui intorno" propose Shiho. "Intanto ti do un passaggio fino alla città vicina" Ed indicò la moto che era parcheggiata dietro di lei.

"Mi faresti un grosso favore" la ringraziò lui. "Ma puoi?"

Lei alzò le spalle, quindi prese il portatile che teneva nella borsa e iniziò a digitare un'e-mail con le istruzioni da eseguire. Era quasi sicura che Roland l'avrebbe ascoltata, visto che sembrava stargli molto simpatica, per motivi che Shiho non riusciva a capire.

Mentre aspettava, Yami domandò: "Cosa fai qui, a proposito?"

"Cercavo i Doma Warriors" Lei aspettò che la mail venisse inviata. "Visto che tu ci stavi combattendo contro, credo che il mio sistema di rilevamento di campi magnetici sia stato attirato qui…"

"O forse, ti ha chiamato Timaeus…" Yami prese la carta del drago dal deck e gliela mostrò.

Lei scoccò un'occhiata rapida. "Scommetto che ci sono anche Helmos e Critias…"

"Critias non ancora, ma Helmos si…" rispose lui. "Come fai a saperlo?"

"Platone" disse solo Shiho, sistemando la borsa e il pc sotto il sellino della moto. "Sono i nomi dei suoi tre libri su Atlantide" Salì a bordo. "E Doma è l'antico nome di Atlantide, per cui ho pensato ad un collegamento" Gli fece cenno con la mano. "Andiamo"

Yami si accomodò titubante dietro di lei. "Sai veramente tutto, Miyano…" Poi le urlò, tra il vento della moto che viaggiava: "perché li cerchi?"

"Quelli non mi piacciono" si decise a rispondergli dopo qualche minuto. "Lo so anche io che non sono tutti buoni, al mondo, ma questo non dà loro il diritto di decidere come porvi fine"

"Pensi che vogliano sostituirsi a Dio?" domandò Yami, poggiando la testa contro la sua schiena.

Shiho annuì. "Hai visto quali sono i risultati quando si cerca di fare una cosa simile" Non ci fu bisogno nemmeno di nominare l'APTX.

Poi, all'improvviso, una ruota della moto scoppiò, senza che avesse urtato alcun ostacolo. Shiho perse totalmente i controllo del mezzo, ed entrambi i ragazzi vennero sbalzati via, e precipitarono rovinosamente a terra nella sabbia gialla e dura del deserto che stavano attraversando. Yami si alzò, massaggiandosi la testa già indebolita dalla caduta precedente, quindi osservò la moto esplodere a qualche metro da lui. Si coprì gli occhi, prima che il fumo e i detriti lo ferissero.

Terminato il rumore, si alzò, guardandosi intorno: vide Shiho sdraiata per terra, a qualche metro da lui, immobile. Si avvicinò immediatamente e notò uno spaventoso rivolo rosso che le scendeva dalla fronte fino alla guancia. "Ehi, Miyano" Yami si chinò su di lei, strattonandola leggermente per le braccia, con le mani che gli tremavano. "Miyano!" Fortunatamente, notò, respirava ancora, anche se debolmente.

"Cosa succede?" chiese una voce da dietro. Yami si voltò, in tempo per vedere un ragazzo dai capelli rossi scendere da una moto che lui conosceva bene come stile. "Sei di Doma, vero?"

Amelda non gli rispose, ma fissò il corpo svenuto di Shiho. "Credo che abbia bisogno di un medico" Indicò la moto. "Vi do un passaggio io"

"Perché dovrei fidarmi?" replicò Yami, duro, fissandolo con occhi ritornati scarlatti e asciutti.

"Perché ho un debito con questa ragazza" fu la sua unica risposta.

Il faraone si guardò intorno: si trovavano sperduti chissà dove, senza un'anima viva in vista, con il sole caldo sopra la testa, e con Miyano ferita. Non aveva altra scelta che accettare l'aiuto di quel ragazzo, fosse pure un Doma Warrior. Lo faceva per lei e anche per Kaiba: sarebbe stato capace di ucciderlo, se avesse scoperto che l'aveva lasciata morire, cosa che non avrebbe fatto comunque, a prescindere dalla reazione del suo nemico-amico.

"D'accordo" disse alla fine, deglutendo leggermente. "Grazie"

"Non ringraziarmi" Amelda sollevò di peso Shiho meglio di quanto Yami avrebbe potuto fare, e l'appoggiò sulla moto. "Lo faccio solo perché voglio avere il piacere di rubarle l'anima"

L'altro alzò un sopracciglio. Dubitava che Miyano sarebbe stata così stupida: dopotutto, una con la sua intelligenza, non avrebbe avuto troppe difficoltà ad elaborare delle valide strategie, sempre che sapesse giocare. Fece comunque finta di nulla, e salì sulla moto dietro di lui, tenendo fermo il corpo della ragazza fra loro due, in modo che non prendesse troppi sbalzi.

Mentre i tre partivano, una figura li osservò in lontananza, ricaricando il fucile con il quale aveva bucato le gomme della moto. "I'm a woman too, Sherry" mormorò, fra sé e sé. "Non volevo rovinarti il corpo da presentare al funerale…"

***

Alberi tropicali, un fiume azzurro illuminato da raggi del sole, e l'erba fresca umida di rugiada. Si trovava forse nell'Eden? Shiho scosse la testa: oltre al fatto che non credeva nell'aldilà, dubitava ancora maggiormente di poter andare in paradiso. In lontananza, vide due figure sdraiate sulla riva. Lentamente, si avvicinò e, con una sorta di prudenza ereditata dall'essere una ex-mafiosa, si nascose dietro il tronco di un'acacia, e si sporse senza farsi vedere, per osservarli.

Lui era bello, dai capelli castani corti, con una ciocca ribelle che ogni tanto gli copriva gli occhi oceano, e stava disteso sul terreno con le mani dietro la testa. Lei, inginocchiata al suo fianco, era sottile e minuta, con la pelle chiara come la neve, e i capelli lunghi, lisci e azzurrini. Gli occhi avevano il suo stesso colore, ma erano molto più profondi, come se quelli del ragazzo rappresentassero la superficie del mare e i suoi le profondità.

"Kaiba…" sussurrò Shiho. Se non fosse stato per la pelle scura, sarebbe stato uguale. Ricordò che Isis le aveva parlato di una leggenda secondo cui Seto era la reincarnazione di un sacerdote dell'antico Egitto. "Un sogno…" Naturalmente, non poteva trattarsi di altro che quello.

Poi, il ragazzo alzò leggermente una mano, e sorrise, mentre giocherellava con i lunghi capelli di lei, e glieli sistemava dietro le orecchie, in modo da osservare meglio il suo volto. La ragazza si scherniva, arrossiva e poi rideva, finché non cedeva e si sdraiava su di lui, baciandogli il collo.

Shiho uscì allo scoperto. "Kaiba" chiamò, ma nessuno dei due si voltò a risponderle, come se non l'avessero proprio sentita. Una volta, aveva letto il libro di Ellison, che affermava: "io sono invisibile perché le persone si rifiutano di vedermi" La sua situazione era differente: lei non voleva mostrarsi agli altri, e finiva per diventarlo.

"Kisara…" sussurrò lui, strofinando il viso contro quello di lei. Shiho sentì una specie di fitta all'addome, ed iniziò a tossire, senza riuscire a fermarsi, come se le venisse da vomitare. Era una sensazione terribile, una stretta all'intestino che sembrava dovesse scoppiarle dall'interno. L'ultima volta che l'aveva provata, era stata quando le avevano annunciato la morte della sorella.

Cercando di riprendersi, respirando affannosamente per quella tosse che non accennava a smettere, guardò ancora i due giovani sdraiati sull'erba. Seto non le aveva mai sorriso altrettanto gentilmente e, probabilmente, non l'avrebbe mai fatto.

Leggere ali bianche, quasi da demone, spuntarono dalla schiena della ragazza, quindi una coda, e poi il corpo, finché tutto il drago bianco non emerse nella sua interezza. "Blue Eyes…" mormorò Shiho osservando il mostro alzarsi in volo provocando una corrente d'aria. Gelosia: si, probabilmente stava provando quel sentimento, ma anche, soprattutto, una grande malinconia. Perché avrebbe dovuto intromettersi nel loro rapporto, come in quello fra lui e Mokuba?

Lei non era nessuno.

Non aveva nessuno, né un posto dove stare, né uno scopo nella vita. Chiuse gli occhi: aveva voluto sopravvivere per tanto tempo, che le era venuto a noia. Sarebbe stato meglio per tutti se fosse morta. Soprattutto, meglio per lui. Sentì il gomito pruderle e il drago ruggire verso di lei. Era così sicura di voler morire… Ora?

Di scatto, Shiho aprì gli occhi, si alzò da letto e si osservò il braccio destro e, soprattutto, il liquido incolore che stava lentamente scendendo dalla sacca lungo il tubo trasparente fino nelle sue vene. Immediatamente, si tolse la flebo e la gettò a terra, respirando con fatica.

"Miyano!" esclamò Yami, che era seduto a bordo del letto. "Vedo che stai bene…" commentò alla confusione che lei aveva creato. Dopotutto, i medici avevano detto che si trattava solo di un lieve trauma cranico.

"Chi me l'ha messa? Da quanto?" chiese in fretta Shiho.

"Un medico, due minuti fa al massimo…" rispose il ragazzo, inarcando un sopracciglio. "Sono vitamine"

Allora, lei toccò con due dita il liquido che si stava dilatando sul pavimento, lo annusò, quindi, annuendo, lo fece annusare anche a lui. Un odore acre si diffuse nelle sue narici. "E' DDT"

Yami ne aveva sentito parlare come di un diserbante velenoso, quindi immaginò che non facesse particolarmente bene se iniettato in vena. "Ma!"

"Sono loro…" mormorò Shiho in tono basso. "Dovevo aspettarmi che mi avrebbero trovato anche in America…" Notò i suoi vestiti appoggiati alla sedia e iniziò a frugarci dentro. "Devo porre fine a tutto questo"

Lui la guardò armeggiare con le tasche, poi allungò la mano verso di lei, mostrandole la pillola dell'APTX che teneva in mano. "Cerchi questa?"

Lei si bloccò. "L'avevi ancora tu" Fece per prenderla, ma lui chiuse il palmo, nascondendole la medicina, e riavvicinò la mano a sé.

"Credi davvero che ti permetterò di prenderla?" le chiese ironico. "Con lo 0,01% possibilità di sopravvivenza?"

"Non voglio sopravvivere, infatti" Allungò di più la mano, ma Yami si sottrasse nuovamente.

"Vuoi morire?"

Shiho si lasciò cadere sulla sedia, sospirando. "E' meglio per tutti" disse. "Meglio per te, che rischi di essere coinvolto. Meglio per Kaiba e, si, meglio anche per me"

"Perché dovrebbe essere meglio per Kaiba?" si stupì lui. "Insomma, voi due…"

"Noi due niente" Strinse le spalle, relegando il sogno che aveva fatto in un angolino della memoria. Quello era, appunto, un sogno. I motivi per cui voleva andarsene erano altri, più seri, e dipendevano essenzialmente dai suoi sentimenti. Perché lei non lo amava, no, lo sostituiva ad Akemi. Ormai questo essenzialmente pensava, mentendo. Quindi, perché restare? Nessuno, davvero, avrebbe mai potuto essere come sua sorella. Nessuno gliel'avrebbe restituita. "Dammi l'APTX, per favore…"

"No" Yami incrociò le braccia, divenendo improvvisamente serio. "Per due motivi essenziali: il primo, è che, se ti lasciassi morire, Kaiba non me lo perdonerebbe mai. Il suo rispetto è una delle cose a cui tengo di più in assoluto" Shiho rimase a fissarlo a bocca aperta. "E, secondo, ho già perso qualcuno, oggi, e non intendo ripetere lo stesso errore"

"Perché?" si domandò allora lei. "Perché dovresti aiutarmi rischiando la tua vita?"

"Perché sei una ragazza straordinaria" Yami abbassò lo sguardo. "Non solo sei bella e intelligente, ma hai una sensibilità da far invidia a chiunque. Magari puoi sembrare cinica e ironica, ma, nonostante tutto quello che hai passato, ancora ti preoccupi di consolare gli altri" Poi, fece un risolino ironico. "E scusa se Kaiba queste cose non te le dice, ma non ci arriva col cervello a capire che semplificherebbe molto la situazione"

Shiho fece un debole sorriso. "Forse, se le dicesse, non sarebbe più lui…"

"Probabilmente no" annuì Yami, quindi riaprì il palmo verso di lei. "Vogliamo provarci?" le chiese. "Vuoi fidarti di me?" Lentamente, lei allungò la mano e prese la pillola con le dita affusolate.

Quando, una mezz'ora più tardi, il dottore che le aveva messo la flebo rientrò nella stanza, la trovò vuota, con il letto completamente sfatto. "Ma… Dov'è la paziente?"

"E' morta" Yami era appoggiato alla stipite della porta, con le gambe accavallate e le braccia incrociate. Fissò l'uomo, e sorrise ironico. "Ma lei dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro, visto che l'ha avvelenata…"

"Io?" esclamò il dottore, offeso.

"Si, tu" Il faraone si scostò e lo fissò duramente. "Vermouth!"

L'uomo fece uno sbuffò ironico. "Ha fatto in tempo a raccontarti di me, uh" Si levò la maschera, rivelando una folta capigliatura riccia e bionda, con un viso sottile e allungato e la bocca rossa piegata in un sorriso sarcastico. "Peccato, speravo di non doverti uccidere…" Lo fissò appoggiando il mento sui palmi. "You're so handsome…"

"Può darsi che sia io a uccidere te" replicò Yami. "Nonostante tu sia una bella donna"

"Uccidermi?" Per una delle poche volte in vita sua, Vermouth rimase sorpresa. La maggior parte delle volte, gli uomini rimanevano incantati dalla sua bellezza, oppure tremavano al suo cospetto accorgendosi che faceva sul serio, che era un'assassina senza tanti scrupoli. Si divertiva, le serviva a cacciare la noia. Ma quel ragazzo sembrava eccitarsi tanto quanto lei…

"Si, proprio come ho ucciso Gin" Yami formò una pistola con le mani e la puntò verso di lei. "Vuoi giocare con me?"

Vermouth sorrise. "Oh, yes" Se era stato in grado di uccidere veramente uno come Gin, allora ci sarebbe stato da divertirsi.

 

Note di Akemichan:
Ciao a tutti ^^ Con il blocco dell'EFP ho idea che siano passate più di due settimane dalla pubblicazione dello scorso capitolo…^^'' Mi dispiace. D'ora in poi, spero di poter mantenere il ritmo giusto.
In questo capitolo c'è poco spazio per Seto, ma non preoccupatevi, tornerà molto presto ^_- Ne volevo approfittare per raccontare dell'APTX e avevo bisogno che ci fosse Yami (il motivo nella prossima puntata). Ovviamente, si svolge al posto del suo incontro con la figlia e il padre di Darz. Diciamo che, vista la presenza di Amelda, non mi sembrava giusto che fosse solo Seto-kun ad essere geloso ^_- Spero che vi sia piaciuto ugualmente ^^
Per quelli che conoscono Detective Conan: il personaggio di Vermouth è già apparso in televisione, quindi lo conoscete e conoscete il motivo per cui parla mezzo inglese; tuttavia, è probabile che al prossimo capitolo ci sia un piccolo spoiler su di lei, quindi attenzione! La storia dell'APTX non come veleno ma come medicina per ringiovanire l'ho sentita dire in un forum e mi è venuto in mente di riutilizzarla, ma non ha fondamento… Almeno, non così certo! Ma se vorrete leggere il prossimo capitolo capirete cosa intendo.
Per quelli che non conoscono Detective Conan: Vermouth è un altro membro della Black Organization, come avrete capito; parla a volte in inglese perché è di origine americana. Ai fini della storia non avete bisogno di sapere altro su di lei (a parte quello che verrà svelato nel prossimo capitolo).
Traduzione delle frasi in inglese (per sicurezza): "Sono una donna anch'io, Sherry"/"Sei così affascinante…"
Ci vediamo alla prossima ^^ Grazie a tutti i miei lettori.

Reviews:

FrancescaAkira89: Ciao ^^ Grazie della recensione. Mettendo i capitoli di seguito alla prima storia do meno visibilità, ma dato che più che un seguito mi sembrava di completare la medesima storia, ho preferito questo sistema. Mi dispiace averti confuso ^^'' Bye ^^

Selly: Ciao ^^ Grazie della recensione. Ma figurati ^^ Io non sono infallibile, e se non avevi capito qualcosa in quello che avevo scritto era tuo diritto dirmelo e mio dovere modificare. Se non è così, meglio per tutti ^^ Comunque, sappi che io scrivo a seconda di quello che è il carattere dei personaggi, e ciò non significa che io lo condivida ^^ In realtà sono perfettamente d'accordo con te, ma Shino è fatta così (o almeno, sperando di averla fatta IC ^^'') Bye ^^

Ayuchan: Ciao ^^ Grazie della recensione. Vedo che hai azzeccato in pieno l'episodio, brava ^_- Ma non sarà l'unico. Comunque vedrai che da adesso il rapporto con Mokuba finirà per essere l'ultimo dei loro problemi, anche se pure quello si dovrà risolvere prima o poi ^_- Comunque grazie per aver detto che sono IC, lo spero tanto. Bye ^^

Alisea: Ciao ^^ Grazie della recensione. Borg? Scusa, ma avendo seguito solo a stralci Beybalde non ricordo cosa sia… Ma mi sembra non sia un complimento o sbaglio? O.o Comunque, si, ovviamente le è venuta in mente la sorella ^^ Meno male che si capisce! Per quella frase, mi riferivo al duello di Yami e Seto nel Regno dei Duellanti, dove il primo riesce a bloccare l'attacco del drago moltiplicando i Kuribo ^^ Bye ^^

Death Angel: Ciao ^^ Grazie della recensione. Non sapevo che la mia storia ti piacesse, ma sono molto contenta; visto che ti apprezzo come scrittrice la tua opinione non può che farmi piacere. Naturalmente si, ci vorrà un po' di tempo, ma ti anticipo che i fatti saranno dalla loro parte (almeno quelli)…^_- Bye ^^

   
 
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