~ Fior di Ciliegio
Lo Yin e lo Yang
“Silenzio!” tuonò l’uomo sedendosi dietro la cattedra.
Improvvisamente il brusio degli alunni si spense lasciando spazio al leggero canto di un passero giapponese,al di fuori della finestra. Dal fondo della classe una ragazza dal viso tondo,alzò la mano:
“Prego signorina Midoro”.
“Signor Hakurami,bisogna leggere dal quinto capitolo al..?”.
“Ventunesimo più recensione con vostro commento”.
“Che uomo ripugnante..”.
“Qualcosa non va,signorino Tarō? “ domandò Nobu Harukami.
“Assolutamente nulla signore..ho già letto quel capitolo,sono arrivato al venticinquesimo” rispose il ragazzo.
“Benissimo Tarō,continua fino a che puoi. Ma non a casa,nel mio ufficio stasera alle 18:25”.
Non era la prima volta che Tarō visitava l’ufficio del preside. Una volta per delle congratulazioni,una volta per dei premi oppure un’altra volta per una nota di merito. Ma da quando il prof. Nobu Harukami era diventato direttore,tutte le premiazioni erano svanite come incenso su di un altare.
“Vorrei tanto sapere,signorino Bekku Tarō, perché dalla sua bocca si alternano periodi degni del poeta Sengai a..frasi all’altezza di un allevatore di porci!” gridò l’uomo in faccia al ragazzo.
Vi fu un attimo di silenzio in cui l’ultimo pensiero detto ebbe il tempo di dissolversi nell’atmosfera fredda di quell’ufficio arredato all’occidentale.
Il prof. Harukami si alzò dalla sedia e si diresse verso la finestra.
“Non creda sia come il simbolo dello yin e dello yang?L’ alternanza di bene e di male?Insomma,lei insegna filosofia..dovrebbe saperlo” chiarii saggiamente Tarō.
“Se non avessi letto fino a quel ventunesimo capitolo non avresti risposto così” replicò l’uomo.
“Signore, mi conceda l’umile correzione del fatto che il capitolo che discute dello yin e dello yang, La Tenzone dei Mudra, è l’ultimo del libro”.
Di nuovo calò un silenzio di piombo sulla stanza. Si posò come brina mattutina su entrambi gli uomini e parve toglierli il potere di comunicare.
Tarō stava zitto. Aspettava che il professore parlasse anche se in realtà,voleva solamente andarsene da quell’opprimente stanza.
“ Signore,crede che potrei andarmene ora?” chiese sfacciatamente il ragazzo.
“Puoi uscire Tarō, ma domani ci rivedremo” e detto questo gli fece cenno di andarsene.